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Autore: ____giuls    05/06/2012    1 recensioni
Quando il padre di Arya le comunica di volersi risposare, la ragazza non la prende molto bene.. il cartone di Cenerentola l'aveva già preparata a quell'eventualità e non è entusiasta all'idea.. ma poi conosce Karen, l'adorabile matrigna e la sorellastra Jess, dolce come non mai, e tutto sembra andare per il verso giusto.. almeno fino a quando non compare all'orizzonte il fratellastro di fama internazionale.. Brutta fiaba o stupenda realtà?!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note:
Hola people! salve, mi chiamo Alessandra e non sono l'autrice di questa storia..
lei (Giulia) era troppo pigra persino per postare (pensate voi che razza di soggetto è ù_ù), così mi sono offerta volontaria di fare tutto io al posto suo!
Che dirvi di questa storia?! La sta scrivendo con una grande passione ed è piena di scene divertenti..
trovo che sia molto originale e vale la pena che spendiate del tempo per leggerla! Non ve ne pentirete, promesso *-*
ALLORA, mi raccomando.. COMMENTATE, SEGUITE, PREFERITE, RICORDATE ù.ù conto su di voi!
baci da entrambe xx
ps. qui sotto c'è il link di una song, vi consiglio di ascoltarla mentre leggerete!

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-Cosa vuoi che ti racconti Carly? Non ho nessuna news, nessun accadimento degno di cronaca da fornirti … questo è il tipico paesino di periferia con la solita gente monotona e noiosa che non fanno altro che lavorare e dormire, dormire e lavorare ogni santissimo giorno della settimana! …. Si si certo che gliel’ho detto! mi lascia tornare a Liverpool non appena torna Mister Popolarità! … lo so che c’è la festa sabato prossimo non ti preoccupare ci sarò! … cosa posso farci io se per lui è importante farci conoscere?  … AHAHAHAH esatto!!  …. Ma dai!? L’hanno fatto? Non ci credo! Ahahah  …. Tipico di quella baldracca! – 
 
-La cena è pronta!!-  si sentì urlare dal piano inferiore 
 
-Che palle.. devo staccare è pronta la cena … ci sentiamo più tardi ok? …. Anche io ti voglio bene! –  pigiai il tastino rosso impresso sul display del cellulare e infilandomi di corsa le pantofole, mi incamminai giù per le scale. 
 
Ormai erano trascorsi quasi due mesi dal mio arrivo in quella casa, ma avevo ancora seri problemi con l’adattarmi a questo stile di vita “mite” … tipico di una casa di riposo a mio avviso.  Come poteva essere altrimenti! Liverpool era Liverpool!! Ero nata e cresciuta in una delle città più frenetiche del mondo, e improvvisamente mi ero ritrovata costretta a seguire mio padre, il suo nuovo lavoro … e il suo nuovo amore. 
 
-Oh ma allora non sei stata inghiottita da un buco nero in camera tua? – 
-Adoro il tuo senso dell’umorismo papà, guarda come sto ridendo- dissi sarcastica prima di sfoderare uno dei miei migliori finti sorrisi, prendendo posto a sedere in tavola
-A te senza formaggio … vero Arya?- mi chiese, premurosa come sempre, Karen. 
- Uhmm.. si Karen. Mi dispiace crearti problemi... – non ebbi il tempo di terminare la frase che subito mi interruppe
-Ma quali problemi! Non dirlo neppure per scherzo! Non mi costa nulla toglierti la porzione di pasta prima di condirla con il formaggio … - disse mentre mi porgeva il piatto di spaghetti fumante
- Ma Jess? – chiesi non appena mi accorsi che la biondina non era nei paraggi
-E’ ancora in camera sua. E’ tutto il giorno che è rinchiusa lì dentro … Anzi amore perché non vai a chiamarla velocemente?- propose quel genio di mio padre proprio nel momento in cui mi ero armata di forchetta e cucchiaio. Dopo averlo trucidato con uno sguardo, mi ero alzata per raggiungere la camera della ragazzina che si trovava al piano di sopra, accanto alla mia.
 
All’inizio l’idea che mio padre volesse sposare un’altra donna mi aveva turbata, dovevo ammetterlo. Anzi, a dire il vero mi ero promessa di rendere un inferno quella convivenza forzata a tutti quelli che avrebbero condiviso il tetto con me. Sarà che il cartone di Cenerentola aveva segnato molto la mia infanzia, ma ero più che decisa a dare il peggio di me con la “matrigna cattiva” e le “gelose sorellastre”. 
Le mie aspettative vennero distrutte completamente, con un colpo solo, non appena due occhioni azzurri come il mare, si posarono su di me, timidi … impauriti … curiosi. 
Jess era una quindicenne con dei lunghi capelli biondo chiaro, dalle pelle vellutata candida come la neve. Cresciuta con la madre, Karen, insegnante di musica dell’ unico liceo di quel paesino distaccato completamente da quella che era la dolce movida londinese. Altro che matrigna cattiva! Quella donna poteva facilmente aggiudicarsi il premio Nobel per la pace nel mondo! Mai che l’avessi vista urlare, discutere o semplicemente incazzarsi! Sapevo poco su di lei … era rimasta vedova poco più che ventenne, dopo che una breve malattia aveva portato via suo marito, e sola con le sue forze, aveva cresciuto i suoi due figli. Le de mi avevano da subito accolta con estremo calore e generosità, non facendomi pesare minimamente che quella non era casa mia, e che mi stessero donando la camera dell’ altro figlio. Quello che è sempre fuori città … quello impegnato in America … quello che fa parte della band.
 
Dopo aver scoccato due colpetti sulla porta di legno bianca della camera di Jess, la spalancai e feci il mio ingresso all’ interno della camera. Lei era distesa sul letto, a pancia in giù con le cuffie nelle orecchie ad un volume altissimo, da spacca timpani a chattare con il suo mac nuovo di zecca
 
-Hei Jess … - non appena la sfiorai lei sobbalzò, facendomi sobbalzare a mia volta 
-Scusa Arya! Non ti avevo sentito entrare! -  era scattata a sedersi a gambe incrociate poggiando il pc su di esse – Chiudi la porta!! Devo dirti una cosa!! – l’ eccitazione nelle sue parole mi aveva incuriosita così senza esitazione avevo eseguito gli ordini
-Allora? Che stai combinando? – le chiesi scrutandola con un sorrisino 
-Tra poco ci sarà una sorpresa per mamma!- mi spiegò con gli occhi che le brillavano dalla gioia – in realtà doveva essere una sorpresa per tutti noi! Ma siccome è demente si è sgamato su twitter! – iniziò a ridere .. la sua risata era così spontanea, così pura che iniziai anche io a ridere nonostante  non stessi capendo granchè di quello che stava succedendo.
 
Il campanello della porta, suonato con insistenza, a mo di canzoncina, interruppe quella conversazione, che portò Jess a scattare in piedi sul letto, facendomi sobbalzare per la seconda volta in pochi minuti
-E’ lui!! È lui!! – come una pazza scatenata corse giù per le scale, facendo tremare tutta la casa. Io la seguii ancora più sconcertata di quanto lo fossi cinque minuti prima. Arrivai giusto in tempo per assistere alla commovente scena di Jess che tra le lacrime, si lanciava tra le braccia del ragazzo che aveva appena varcato la soglia di casa. Abbastanza alto, corporatura esile, stile casual, berretto con una visiera larga messo in maniera trasversale.
Due occhi di un verde smeraldo si fusero coi miei che assistevano invadenti a quell’ intimo momento familiare, facendomi vacillare per un nano secondo …  Non ci impiegai molto a capire che era il primogenito di Karen.
-Mi sei mancato Nathan!! Mi sei mancato da morire! –singhiozzava la biondina tra le braccia del suo amato fratellone.
  
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