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Autore: zero2757    08/06/2012    2 recensioni
Apro la cassettiera, e ne tiro fuori reggiseno, mutande e reggicalze. Ripesco con movimenti, quasi rallentati, le calze a rete, gli shorts ed il top. «Appena hai finito di cercare, rimetti tutto apposto... nessuno saprà di questa storia. Te lo garantisco, sparisci!»
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maria Kurenai, Rima Toya, Zero Kiryu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Saaaaaaalve!
Sono ancora io, mi dispiace di non poter scrivere molto. La maturità mi sta uccidendo! Spero che sia di vostro gradimento questa storia!!! Un kissone Micheila!!!!


[*]Le Rose Arancioni significano desiderio!

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Tutta colpa di una croce storta



Days like this,
I want to drive away
Pack my bags
Cause you chewed me upAnd watch your shadow fade
And spit me out
Like I was poison in your mouth
You took my life
You drank me down
That was then
And this is now
Now look at me

[Part of Me - Katy Perry]






Era sempre stato così, lui che se ne andava, io che rimanevo. Ed anche adesso, che mi soffermo su quella schiena perfetta, mi viene da piangere. E questo stonerebbe e non di poco con la mia immagine da perfect goth che mi sono creata con il tempo.
Ma i miei pensieri vengono infranti dal voltarsi del ragazzo che ho amato sino a poco fa, la canotta sgualcita, i pantaloni strappati rattoppato con quei spilli da balia che gli donano un non so che. I capelli scompigliati, una massa informe, ma che gli donano quello charm sempre presente.
Gli occhi lievemente socchiusi, ma che dietro quelle palpebre truccate nascondono due piccole gemme color viola intenso. Le labbra leggermente arrossate, dai troppi baci scambiatici. Sì, nonostante le apparenze non potevo non incantarmi di fronte alla sua bellezza. «Bene -inizia, grattandosi la testa svogliatamente- questo incontro è stato... non so come definirlo...» non so perché, ma le gote incominciano a imporporarmisi donandomi quel soffio vitale che da sempre mi manca. Le sue parole mi feriscono, non tanto perché ha frugato dentro la mia anima per un tempo interminabile, quanto perché mi sono resa conto che in fin dei conti mi piaceva.
Continuo a guardarlo come fossi divenuta parte della tappezzeria, le sue mani affusolate in cerca del suo crocifisso rovesciato tra le lenzuola nere. Non so da dove prendo il coraggio di distogliere lo sguardo e di osservarmi attorno. Le pareti nere tappezzate di poster, uno specchio vittoriano appena sopra un mobile marrone scuro, anch'esso ricoperto da ogni sorta di cosmetici. L'armadio, trabordante di vestiti d'ogni genere. La scrivania, ricolma di CD dove un PC giace abbandonato. La libreria, poco distante dal letto in ferro, dove le costole delle copertine viste non sono altro che la terza fila di libri messa ordinatamente. Una piccola poltroncina di pelle nera, poco distante dalla scrivania dove giacciono i suoi shorts, le calze a rete ed il top zebrato dell'altra sera.
Una camera come tante, la mia camera che fino ad allora era stato un terreno inviolato. Con questi pensieri mi alzo in piedi, sono nuda ma poco importa che lui sia ancora qui, non c'è niente che non abbia visto ieri sera. Apro la cassettiera, e ne tiro fuori reggiseno, mutande e reggicalze. Ripesco con movimenti, quasi rallentati, le calze a rete, gli shorts ed il top. «Appena hai finito di cercare, rimetti tutto apposto... nessuno saprà di questa storia. Te lo garantisco, sparisci!» il cuore martella, le lacrime spingono per uscire dal mio condotto lacrimale.
Che mi aspettavo da uno come lui? Niente, era solo dura realizzare che gli sono solo servita per soddisfare una voglia, per attuare una vendetta. Percorro il lungo corridoio bianco, un'altro mondo in confronto all'oscurità del mio rifugio, stando attenta a non fare rumore, lei potrebbe svegliarsi. Finalmente raggiungo il bagno, chiudo la porta a chiave e attendo. Tempo di poco e sento la porta all'ingresso chiudersi, scivolo lentamente verso terra, le lacrime libere di esprimersi al posto della mia inespressione. Mi ero sempre controllata, non gli ero mai caduta tra le braccia come una di quelle sciaquette all'università. Non avevo mai violato la sacralità del mio luogo segreto con un uomo. Rimango ferma, anche se, non so come, mi ritrovo già vestita e truccata. Al collo, sfacciatamente esibita come un trofeo, la sua croce rovesciata. Devo essere impazzita, ed è proprio mentre guardo la mia immagine riflessa che tutto mi torna alla mente.



La musica troppo alta, ma che mi aiutava a sciogliermi assieme a quella disgustosa birra di esima categoria. Una quasi caduta per la troppa euforia del momento da parte mia, una ripresa provvidenziale da parte sua. Uno scambio di sguardi, poi una deviazione su una ragazza... carina, capelli biondi; lisci, occhi azzurri ricolmi di lacrime ed un vestitino troppo da brava bambina per un posto come il Gens.
Poi, il delirio, le sue labbra sulle mie... la mia frenesia, la sua voglia.



Ma chi me lo aveva fatto fare d'innamorarmi di Zero Kiryu, il fidanzato storico di Maria Le Blanc [La quale era corsa via prima che lui mi baciasse]! Chi me lo aveva detto di concedermi a lui con tale facilità? Nessuno, eppure, adesso sono qui, di fronte all'università di Lettere e Filosofia. Armata della mia inconfondibile tracolla, prontamente modificata, e un libro in mano. Un sorriso sfacciato color mattone ad incorniciare la mia maschera. Al collo la sua croce rovesciata, che lui esibiva con spavalderia in ogni occasione, come segno distintivo della sua non credenza.
«Rima, aspetta!» mi volto lentamente, so a chi appartiene quella voce. Lo so molto bene, purtroppo... «Maria!» la accolgo un un falso sorriso, il suo sguardo cade subito sulla collana «Hey, Zero ne ha una identica dove l'hai presa? Ah! Non ti ho detto la novità... sta mattina è venuto da me e mi ha chiesto scusa! Non lo trovi dolce?» il mio cuore palpita, la la mia maschera non si sfalda. Questa storia sarà molto difficile da insabbiare, anche perché non posso mentire a mia sorella allungo.



To be continued....
   
 
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