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Autore: She_Love_MarilynManson    10/06/2012    2 recensioni
Ciao! :) E' la prima volta che scrivo una FF, ed ho deciso di dedicarmi al videogioco di resident evil! Ho deciso di riprendere una scena del 3° videogioco per la playstation 1, e di ampliare notevolmente la situazione. Si tratta della scena in cui Jill e Chris si trovano nel ristorante.. trovano una botola per scappare dal nemesis, e lì trovano una crepa che ...
Beh, buona lettura ;)!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chris Redfield, Jill Valentine
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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 Era una sera del mese di settembre ed io stavo cercando di scappare da lui. Non ce la facevo più. Ero esausta, anche il più piccolo secondo era importante per me, perché significava che in quel secondo ero sopravvissuta. Ed ogni secondo che passava, mi ripetevo sempre che in un altro secondo, sarei morta tra le sue mani mutate.Era orrendo il solo pensiero di esser toccata da quella creatura. Aveva due grosse mani tozze, con unghie abbastanza affilate, ma non tanto lunghe. Erano di un colore violaceo,i capillari si potevano notare benissimo anche da lontano. Perdeva sangue dalla punta delle dita. Era completamente coperto da un lungo cappotto nero di pelle, ma si poteva ben notare dalle gambe, che sotto era nudo. Non invisibili poi, erano i tubi attaccati alle sue gambe. Lì c'era il virus che gli scorreva in tutto il corpo, e quel virus lo rendeva sempre più arrabbiato ed aggressivo contro i membri della S.T.A.R.S. I suoi occhi erano chiari come il cielo senza nuvole... ed erano incastrati in un viso troppo spaventoso. Quando si arrabbiava, mostrava selvaggemente i suoi denti, che occupavano gran parte della parte inferiore del viso. Il viso era dello stesso colore delle mani, e...no, non riesco a descriverlo. È rimasto nei pensieri, e da lì non se ne vuole andare. È troppo orrendo per esser descritto. Non ci sono le parole, ma posso solamente dire che da un momento all'altro mi sarei trovata faccia a faccia con lui, le sue mani avrebbero strinto il mio collo e mi avrebbe soffocata. Questo sarebbe successo fin quando non sarei riuscita a trovare una via di fuga.Corsi furiosamente per la piazza che portava ad un teatro, con la speranza di trovare un posto dove nascondermi. Lui era rimasto qualche km più indietro, ma sapevo che sarebbe arrivato men che non si dica. Mi avviai ansimante; la piazza era vuota, ed era popolata da macchine capovolte e con vetri rotti. Non mi sarei mai azzardata a guardare lì dentro, perché avrei potuto immaginare la sorpresina che c'era. Comunque, scrutai l'ambiente illuminato dalle poche luci che c'erano, e davanti al teatro, vidi un ristorante. Dentro era illuminato, e all'apparenza sembrava tranquillo. Non esitai ad entrare per trovare rifugio, così mi intrufolai, e ispezionai l'ambiente circostante.

  
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