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Autore: Shinji Kakaroth    30/12/2006    2 recensioni
Questa fic fa parte della mia serie sul passato di DBZ! ^_^ Il protagonista anche questa volta e' Ravam, il fratello di Bardack (padre di Kakaroth). Spero che quest'altra serie possa piacervi come le precedenti! ^_-
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PIANETA HESOD ANNO SAIYAN 687

La situazione era tragica e tutti se n'erano accorti... la squadra di Raig era stata battuta e solo Ravam e pochi altri erano rimasti tra le fila a dare ancora battaglia. I nemici erano gli abitanti del pianeta Gemor e seppur non avessero grandi forze, compensavano la suddetta lacuna con una scienza sviluppatissima... e con un arcano potere. Riuscivano a leggere nella mente...

"E' ridicolo!" sbotto' Raig "Che sciempiaggine... dite che i Gemorriani riescano a leggere la mente? E credete che uno di loro leggendo nella mia mente e sapendo che gli sto per spezzare il collo potrebbe scappare? Magari se lo spezza da solo nella fuga!"
"AHAHAHAHAH!" tutti i membri del suo clan ridevano con lui pensando al misero essere che pur di scampare al nemico provoca la sua stessa morte.
"STUPIDO!" un cazzotto colpi' la testa del giovane che stava quasi finendo addosso a un suo commilitone "Non hai forse capito cio' che ti ho detto? Loro leggono nella mente e non solo quando gli sei vicino... Sentono i nostri pensieri gia' da qui e infatti quei bastardi hanno gia' distrutto le loro tre lune con quegli strani barattoli lunghissimi che chiamano cannoni alla pasta!"
"Ehm..."
"Che c'e' Ravam," gli fece il comandante Ozrin "ho detto qualcosa di sbagliato?"
Il ragazzo pose il suo sguardo serio sul comandante "I cannonni sono al plasma, non alla pasta!"
"No Ravam!!! Sono alla pasta!!!" lo corresse Raig di nuovo "Hanno capito che siamo i piu' forti e si sono gia' arresi e per compiacerci hanno gia' preparato un colossale banchetto!" tutti iniziarono a leccarsi i baffi quando un altro colpo venne assestato sulla testa di Raig.
"Scemo... sara' un impresa ardua!!! Loro sentono i pensieri e tramite i pensieri capiscono se noi ci avviciniamo inoltre sembra che a causa dell'esplosione delle lune ci sia una tempesta elettromagnetica di bassa entita' sul loro pianeta, quindi gli scouter sono inutilizzabili!"
Ravam si sedette sulla sua branda spartana pensando che quel piccolo forte a Kereidon sulla frontiera con la galassia ovest fosse veramente un posto noioso dove stare. Poi penso' di aggregarsi alla banda e adare a combattere su Gemor e l'idea piu' ricordava di non aver combattuto molto in quegli ultimi tempi e piu' gli piaceva.
"Cos'e' questo comportamento... diventerai uno smidollato se continui a non voler partire in missione con gli altri."
Tutti gli riempivano la testa con frasi di questo genere e lo rimbrottavano sul fatto che un ragazzo di 4 lune e mezzo passate non potesse rimanere troppo tempo nullafacente e che dovesse aiutare la sua tribu'...
In quel momento il suo pensiero si spostava su suo fratello... cosi' piccolo, cosi' fragile... se lo ricordava ancora quel giorno in cui sua madre raggiunse l'aldila'... chissa' se le storie che gli raccontava da piccolo erano vere, quella della donna bellissima che rinfrancava i cuori dei defunti... quella donna che era morta quel giorno per lui.
Le spalle gli facevano male. Quelle cicatrici non erano mai piu' andate via, erano rimaste come dei segni perenni e indelebili.
Sebbene i saiyan le considerassero come una forma altissima di onore, lui le sentiva spesso bruciare, sentiva il sangue che come una marea si abbatteva sugli scogli di quella cicatrice, il sangue bollente che gli scorreva a velocita' frenetica nelle vene, il sangue di un super saiyan, anche se lui non ricordava molto di cio' che era successo. Si ricordava il colpo ricevuto al buio, il corpo di sua madre riversa nella terra che sanguinava e quel calore dentro il suo corpo che...

"RAVAAAAAAAAAM!!!" l'urlo lo fece tornare alla realta' "COSA PENSI CHE SIA? UN CAMPO GIOCHI?" e tutti ridevano della disattenzione del loro compagno.
"M...mi scusi." riusci' solo a balbettare lievemente imbarazzato.
"Ecco il piano!" Ozrin riprese la tattica per la futura conquista di Gemor "Inizieremo arrivando li'. Inutile portare gli scouter, quindi dovrete affidarvi solo al vostro intuito per trovare i nemici e una volta trovati lanciate una piccola power ball in cielo per far capire ai vostri compagni dove trovarli. Credo che ci divertiremo. Quegli sciocchi leggeranno anche il pensiero e avranno pure delle armi, ma cio' che non puo' abbatterci non puo' di certo sconfiggerci."
E tra un boccale di succo di rose e l'altro tutti ridevano felici per la partenza dell'indomani. Ravam contemplava il soffitto steso su quella branda rattoppata, pensando che sarebbe stato meglio che nulla.
Si accarezzo' le rosee labbra lievemente macchiate da quella bevanda dolce e si assopi'.

Il giorno dopo tutti erano molto eccitati, infatti era tanto tempo che non si faceva un eccidio di gruppo.
Di solito venivano mandati in spedizioni punitive verso razze che si dimostravano ostili alla politica di Vegeta.
Sembrava che quelle fossero solo delle stupidate in confronto ai veri genocidi che svuotavano i pianeti e oltretutto portandosi via il cibo che potevano mangiare, avevano anche una percentuale sulla vendita del pianeta. Ravam aveva sentito qualcosa di Gemor. Gli abitanti non erano forti ma abitavano su un pianeta che era un vero e proprio tesoro per la tecnologia, perche' dalle sue miniere venivano fuori i migliori minerali usati per armi e per costruire i chip. Tra le miniere di ardenio e il kardio c'era da farsi una fortuna e questa volta Ravam era sicuro che avrebbe potuto pagare informazioni per sapere dov'era stato diretto suo fratello Bardack. E' costume infatti tra i saiyan che dopo le 4 lune non si debba avere a che fare con i propri fratelli minori, finchessi non avessero raggiunto le 4 lune di eta'!
"Questo rafforza l'animo del guerriero" sosteneva il consiglio dei 4 saggi.

'Stupidi vecchi senza forza, mandano noi a combattere perché loro non possono. Eppure credo che darebbero un braccio per riottenere la giovinezza necessaria per combattere.' Il richiamo dei compagni lo destarono dall'ultimo sonno e dopo aver preparato tutto si reco' alla sala partenze notando i Double-C, queste erano specialissime capsule doppie, che venivano usate per i massacri di gruppo che fungevano anche da esercitazioni. La capsula aveva una forma ovoidale e l'interno era comodissimo anche se l'entrata lasciava a desiderare. Dopo aver abbassato il sedile anteriore Greiz si sedette e dopo averlo rialzato fece entrare Ravam, che si accomodo' al suo posto, chiuse il boccaporto e attese qualche minuto la chiamata del comandante Ozrin.

"Ragazzi, so che per molti di voi questa e' la prima esperienza di combattimento a squadra quindi non ostacolatevi a vicenda e non litigate tra di voi. Cerchiamo di finire il lavoro presto e bene. Dopo la campagna vi verranno accreditati i chronos direttamente sul vostro conto militare personale ed avrete tre giorni liberi da trascorrere su un pianeta villeggiatura a vostra scelta. Bene ragazzi, so' che alcuni di voi non ci hanno creduto, ma spero che Meras ci assista." e dopo aver dato gli ordini di rito le capsule vennero lanciate nella stratosfera verso lo spazio aperto, in direzione di Gender. Il viaggio sarebbe durato 3 giorni, quindi il sonno artificiale comincio' quasi subito. L'ultima cosa che aveva visto Ravam era il vuoto cosmico dello spazio esterno e la bellezza di quei punti luminosi, di cui ognuno sarebbe appartenuto, o prima o poi, ai membri della sua razza.

Il sonno che prese Ravam non era il solito torpore pieno di immagini in movimento e neanche il sonno di alcuni che rivedevano i volti della gente che si era uccisa o degli amici morti in battaglia. Era nel buio e d'un tratto era attorniato dalla luce. Ma la luce non veniva da una stella, ma da se stesso. Cosa volesse dire lui non lo sapeva, si guardava le mani e pensava "Come sono rifulgenti."
Poi gli apparve sua madre che gli si avvicino', allora la luce si abbasso' e divenne soffusa e rosea, come durante l'imbrunire, quasi sapesse di poter recar fastidio ai profondi occhi materni. Sembrava identica a come se la ricordava, dopotutto tra i saiyan non era costume usare delle fotografie o dipinti.
"Una vita militare non ha bisogno di scarabocchi. La vita di un saiyan non deve fermarsi su queste sciocchezze."
Per questo le persone care dovevano essere ben fissate nella memoria, dato che non potevano certo portarsi ietro un ritratto, contravvenendo alla legge.

'Ravam, figlio mio. Hai riempito di orgoglio il seno materno.' disse toccandossi il cuore. Poi si avvicino' e lo abbraccio' come se fosse stato ancora quel piccolo ragazzino di 2 lune prima.
'Ravam, svegliati, non puoi raggiungermi adesso, devi incrociare il suo cammino per poter decidere della tua vita.'
Il ragazzo era sorpreso, sua madre gli stava parlando del suo futuro, gli stava facendo delle rivelazioni e a lui non importava, perche' solo il restare in compagnia della madre era importante adesso.
'Svegliati Ravam!'

"SVEGLIAAAAA!!! HANNO UCCISO GEIRIK E MUNZEN!!!" fu la prima cosa che senti' Ravam al suo risveglio.

Sembrava che quei bastardi gemorriani li stessero bersagliando con i loro cannoni da lunga distanza.
Una navicella era gia' saltata in mille pezzi, non prima di comunicare alle altre il pericolo imminente, queste erano dotate infatti di una propria AI (Intelligenza Artificiale) che gli permetteva di prendere decisioni di propria volonta' e all'occorrenza anche decidere di autodistruggersi. Dopo aver risvegliato tutti gli altri il primo ad accorgersi dei compagni caduti era stato Gamon, che aveva visto la registrazione trasmessa sul monitor. Poveretti, non avevano neanche avuto l'opportunita' di costruirsi la propria gloria che erano caduti, eppure il giovane guerriero con cicatrici sulle spalle non provava grande rammarico, in quanto se non fosse toccato a loro sarebbe potuto essere lui il bersaglio. Meglio cosi', in fondo non li conosceva neppure, certo un po' gli dispiaceva che due ragazzi cosi' giovani fossero stati uccisi da dei vigliacchi che sparano sul nemico che non puo' difendersi e questo rancore li avrebbe fatti combattere.

"Manovra evasiva PiDeRa!!! Posizione di volo mista! Non vi accalcate negli stessi tratti di cielo. State ben distanti. Massima copertura sullo scudo difensivo anteriore, appena in prossimita' di ossigeno aprite le capsule e sparpagliatevi sul pianeta. Ogni gruppo si radunera' 4 ore dopo l'atterraggio. Ricordate che chi fa parte della squadra di Xamor deve dirigersi verso l'onda blu, mentre quella di Raig deve aspettare che compaia l'onda rossa. Non sbagliate e non morirete."

"ABBIAMO SBAGLIATO A VENIRE!!! STIAMO MORENDO COME INSETTI!!!" Raig piangeva disperato "IO NON VOGLIO MORIRE!!! VOGLIO DIVENTARE UN GENERALE IMPORTANTE! VOGLIO AVERE UNA ARMATA MIA CHE SEGUA I MIEI ORDINI E MI RISPETTI VOGLIOOO..." un cazzotto si diresse verso il suo volto, schiantandosi contro la sua mascella.
"IDIOTA! Sta' zitto e cerca di non pensare a niente... ce ne andiamo da questo pianeta. Ritorneremo con attrezzature migliori." disse Xamor "Riferiremo della cosa su Vegeta e li' ci sapranno fornire materiale a sufficenza per distruggere completamente questo posto."
Il vento soffiava piano nella caverna buia. Le rocce ruvide stridevano contro i battlesuit dei 4 guerrieri rimasti, quattro soli di un plotone di trentun membri. Ravam ancora ricordava il volto di Ozrin, senza piu' gambe che gli chiedeva disperatamente di ucciderlo. Quei gemorriani non avevano onore. Il loro unico scopo nella vita era sopravvivere, come dei virus che inutilmente si sforzavano di moltiplicarsi all'interno di un corpo ospite.
"Forza... ancora un piccolo sforzo e saremo arrivati dove si trovano le navicelle. Dopo averle prese sara' uno scherzo tornare a casa. Vedrai Raimon, la medical machine piu' accessoriata di Vegeta riucira' a ricostruirti il braccio."
Tutti sapevano che quelle promesse erano campate in aria, perche' ai guerrieri di grado inferiore come loro raramente nella vita veniva concesso di entrare in una Medical Machine cosi' sofisticata.

La speranza...

Stando su quel pianeta la stavano perdendo.
Dovevano andarsene, scappare.
'Ragazzo, ricorda le mie parole. Non e' una vergogna fuggire quando hai capito che il nemico e' piu' forte di te.' le parole di suo padre gli venivano alla mente come l'acqua limpida di un torrente che nasce da una piccola fonte montana.
"Ragazzi... ce ne dobbiamo andare. Le capsule sono a qualche chilometro da qui. Basta volare a bassa quota e non pensare a niente. Fate il vuoto nelle vostre menti."

Sembrava semplice.
Ravam non pensava a nulla quando sfrecciava vicino alle case illuminate dalla violacea luce della notte che stava giungendo. Correva e a tratti volava e del resto non gliene importava un fico secco.
Niente era nella sua testa, ma la stessa cosa non poteva dirsi per i suoi compagni.

'E se adesso fossero qui? Non devo pensare... ma come faccio?' erano i pensieri che martellavano la testa di Raig, in preda al terrore e alla disperazione.

'...' Xamor cercava, anche se aveva paura, di non pensare a nulla, il suo sangue freddo era davvero invidibile, dopotutto faceva parte dell'elite dei giovani guerrieri dal sangue puro che presto avrebbero dominato Sayukya.

'Il sangue... lo sento... plic... scende... plic... vengo dissanguato... strap... e non ho piu' il braccio... se ti dessi due pugni? Non posso ho solo un braccio. Come combatto ora? Devo cambiare metodo?' la mente di Raimon, ormai minata dallo shock per aver perso il braccio destro, continuava ossessionatamente in pensieri di sangue, mentre volava coprendosi il moncherino col braccio sano.

Due raggi di luce squarciarono il cielo e subito vennero scoperti. Sembrava che il pianeta stesso ce l'avesse con loro. Raig si volto' verso Raimon e disse "Ammazziamolo... il saiyan che non puo' combattere e' inutile e quindi meglio se morisse!" e con la mano preparo' un onda di energia che avesse sufficiente potenza da trapassare il battlesuit corazzato quando il braccio di Xamor lo fermo' gelido e gli disse.
"Lui non e' ancora inutile. Ha un braccio e puo' combattere ancora con quello rimastogli. Ferma la tua mano oppure saro' costretto a uccidere te." l'energia si spense flebile e dopo che Xamor s'era girato subito si riacese piu' forte di prima e parti' dalla mano per colpire l'amico monco, che aspettava rassegnato la sua triste fine. Da dietro un calcio colpi' la nuca di Raig e subito si getto' verso Raimon per salvarlo.
Ravam era stato molto attento e aveva letto negli occhi di Raig che la sua era follia. Dopo aver tratto in salvo il ferito Ravam si diresse verso Xamor e indicando col dito il punto dove Raig si era andato a schiantare dopo il colpo gli fece "Secondo me il peso e' lui. Lasciamo li' questo pazzo. Mi spiace, ma quei gemorriani non saranno dolci con lui come me." uno sguardo tra i due e si erano messi d'accordo, e ripresero a volare verso le navicelle. Dopo un po' Raimon perse quota e dopo aver preso qualcosa dal suo battlesuit inizio' a cadere...
I due gli volarono incontro e lo presero prima che cadesse continuando il tragitto. Videro nella sua mano sinistra un piccolo contenitore e riuscirono a intuire. Si trattava delle medicine di soccorso, Raimon si era appena iniettato nella ferita un antidolorifico che pero' aveva anche una azione soporifera. Ora era diventato veramente un peso, eppure sapevano che non lo potevano lasciare a quei mostri senz'anima. Subito trovarono le loro navicelle. Cinque Double-C mimetizzate dagli alberi. Loro pero' riuscivano a sentirla, visto che emettevano un odore che solo i saiyan riuscivano a sentire forte e intenso. Dopo aver aspettato che Xamor si sistemasse, Ravam gli mise d'avanti Raimon, cosi' che se vi fossero state delle complicazoni Xamor avesse potuto aiutare piu' facilmente. Dopo si piazzo' in un'altra navicella e...

PARTENZA...

Raig vide le due scie che si allontanavano dal pianeta, poi attorno a lui tante lucine rosse. Gli occhi dei suoi nemici che lo fissavano.

"IO NON... NON MI AVRETE MAAAAAAAAAIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!"

Detto cio' punto' le dita al suolo e sparo' tutto il suo potere per raggiungere il centro del pianeta. Dopo qualche secondo, mentre le astronavi avevano passato la stratosfera e si accingevano a passare oltre l'atmosfera, il pianeta collasso'. Forse questo i gemorriani non lo avevano letto nella sua mente spaventata.

L'esplosione fu enorme e l'astronave di Xamor venne inghiottita e disintegrata dal pulviscolo spaziale sebbene fosse partita con un vantaggio rispetto a quella di Ravam, che stava temendo di morire senza poter opporre resistenza. Per i saiyan la morte era sacra e venerata e uccidendo divenivano loro morte. Per questi loro servigi chiedevano alla morte di non morire se non in combattimento.
Qualcosa stava accadendo... anche se la capsula era ormai in avaria sembrava che ci fosse qualcosa che la proteggesse, un aura che l'avvolgeva. I suoi capelli erano dritti in testa ma ancora scuri. Sembrava che fosse preoccupato di morire e stesse tentando di trasformarsi inconsciamente in super saiyan. purtroppo la trasformazione non era avvenuta e la nave aveva subito dei danni ingenti. Ormai il sistema di navigazione era stato danneggiato. Era in balia del moto dell'onda d'urto di poco prima. La sua unica speranza era atterrare su un pianeta dove fermarsi per aggiustare la navetta. Le speranze erano cosi' flebili, ma era sicuro di potercela fare.
Controllando sul computer di bordo, che forse per un colpo di fortuna non era andato in tilt, gli aveva segnalato che sarebbe presto andato all'inferno.

Fine prima parte

  
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