CAPITOLO 1
Kanata, come ogni sera, tornò
a casa.
Lo faceva ormai da molto.
Dopo una giornata estenuante e dopo
mille colloqui, gli piaceva tornare a casa. Entrava senza fare troppo rumore,
si preparava velocemente per andare a letto, e raggiungeva la sua Miyu. Si
accostava al letto e la guardava muoversi nel sonno.
-Sembra una bambina- pensava.
Poi con molta delicatezza per non
svegliarla, l’accarezzava sulla guancia; scendeva lentamente e
accarezzava anche il suo bel pancione.
“Sogni d’oro angelo
mio” sussurrava a quel bambino, appoggiando poi l’orecchio per
sentire una qualche risposta.
Quella sera fece lo stesso.
Era appena rientrato dopo una
giornata pesante, passata a girare a zonzo per la città. Anche quel
giorno non aveva trovato lavoro…
La ricerca di un posto fisso era
diventata la sua unica occupazione: aveva bisogno di fare soldi, sia per loro,
sia per il bimbo in arrivo.
Il solo stipendio di Miyu non bastava
per tirare avanti!
Lui aveva molte qualità,
infatti riusciva sempre a trovare qualche lavoretto part-time, ma questo non
bastava: serviva uno stipendio vero!
“Anche oggi non ce l’ho
fatta… Scusami…” disse piano. Subito dopo la baciò
sulla fronte. Le palpebre di lei tremarono, come se si stesse svegliando, poi
si fermarono e lui si tranquillizzò.
“Ce la farò vedrai. Lo
farò per lui!”
Si addormentò, ma il suo sonno
non fu lieto…
Cominciò a sudare e a
dimenarsi nel letto: uno strano sogno occupò la sua mente. Si
svegliò di soprassalto, ansimando e tirandosi dietro la coperta.
Si riprese immediatamente e si ridistese
sul letto.
Le ore passarono in fretta e ormai si
avvicinava l’alba.
Kanata si alzò, si diresse in
cucina, prese un foglio, scrisse qualcosa e si riaddormentò sul tavolo.
Non si era reso conto di niente: si era comportato come un sonnambulo!
Miyu si svegliò tardi: in
seguito alla gravidanza era diventata una pigrona.
Si diresse in cucina per fare
colazione e trovò Kanata seduto sulla sedia che dormicchiava.
“Che carino!!! Lo
lascerò riposare, sarà stanco…”
Poi si accorse di un foglio che
nascondeva sotto il braccio.
“Ma che cos’è
questo?”
Lo lesse in fretta e cominciò
a sorridere.
“Che dolce!!! Sono fortunata ad
averlo come marito! Sono la donna più felice del mondo! Ah…
Già… Potrei portare questo foglio a Cristine e lei potrebbe valutarlo.
Sì, farò così! Tanto sono sicura che a Kanata non
dispiacerà” detto questo, lo baciò sulla guancia scoperta e
preparò la colazione per entrambi.
Con quel baciò, lui si
svegliò.
“Oh… scusa! Non volevo
svegliarti” disse Miyu
“Non importa” rispose lui,
agguantando un toast “Ma che giorno è oggi?”
“Martedì,
perché?”
“Oh, no! Sono in ritardo! Oggi
ho un colloquio importantissimo: potrebbe essere la volta buona!”
affermò, infilandosi la giacca. Prese una valigetta e, con ancora mezzo
toast in bocca, salutò Miyu.
“Buona fortuna!”
urlò lei, mentre lui scendeva la scalinata del tempio.
-Speriamo ce la faccia…
Beh… in ogni caso questo foglio potrebbe essere la soluzione dei nostri
problemi!- pensò stringendo il pezzo di carta accartocciata nella tasca
del grembiule.
Nel tardo pomeriggio, Miyu si diresse
verso l’ufficio di Cristine. Non lo vedeva da tre mesi quello studio, da
quando le diedero la maternità. Le era sempre piaciuto lavorare come
assistente di Cristine. Quest’ultima era la manager di Nozomu, diventato
un famoso cantante, nonché suo marito e padre di sua figlia.
Era molto bello lavorare tutti
insieme!
Miyu aveva sempre ammirato Cristine:
vederla lavorare era un’emozione unica. Era molto professionale e
riusciva sempre a trovare gli ingaggi migliori per Nozomu.
“Oh…
Ciao
Miyu!” disse la donna, correndogli incontro.
“Ciao! Come va da queste parti
senza di me?”
“Oh… Mi manca il tuo
prezioso aiuto! Ormai sto impazzendo! Qui c’è così tanto da
fare, ora poi che si avvicina il concerto. Ma fammi vedere… Che bel
pancione! Quanto manca al lieto evento?”
“Non molto, ormai siamo agli
sgoccioli. Comunque… Sono qui per farti vedere una cosa”
“Che cosa?”
“Questa…” poi prese
il foglietto “… L’ha scritta Kanata stanotte, potresti
ricavarci una canzone… è così bella!”
“Fa un po’ vedere”
la lesse velocemente “Hai ragione, è molto bella. Sì, credo
che si possa fare… Ti terrò informata”
“Ok. Grazie amica mia” e
se n’andò.
“Allora com’è
andata?” chiese quando lui tornò a casa.
“Come mai sei ancora in piedi?
Non dovresti sforzarti nelle tue condizioni!”
“Oh… Non essere
ridicolo!”
“Comunque no, come al solito
non mi hanno preso… Mi dispiace, ti avrò deluso…”
“No, anzi è meglio che
tu non sia stato preso”
“Ma cosa dici?!”
“Così ora potrai
occuparti del lavoro che ti ha offerto Cristine: mi ha chiamato poco fa”
“Che lavoro?”
“Come sai, tra due giorni, ci
sarà il concerto di Nozomu qui in città…”
“E allora?”
“E allora lavorerai come
allestitore del palco. Con la forza che ti ritrovi… Ti pagheranno bene.
Ti va?”
“Beh… è un lavoro
come un altro…”
“Non fare la faccia triste! In
fondo con i soldi che ricaveremo dalla tua canzone, saremo a posto per un
po’!”
“La mia canzone? Quale
canzone?”
“Come quale canzone?! Quella
che hai scritto ieri sera!”
“Ma io non ho scritto proprio
niente!”
“Forse eri troppo stanco per
ricordarti, comunque l’hai fatto, l’ho trovata io
stamattina!”
“Mah… Sarà come
hai detto tu… In ogni caso non penso che una cosa scritta da me, possa
farci guadagnare molto”
“Stai scherzando?! È
stupenda! Anche Nozomu me l’ha confermato: ha già preparato la
base. < Questo singolo piacerà molto > ha detto”
“Davvero!!! Eppure non mi
ricordo…”
“Beh… la sentirai al
concerto”
Lui, ancora perplesso, si
coricò insieme alla moglie, in vista di una giornata di lavoro intenso.
La sera del concerto arrivò.
L’idea di farlo per Natale fu
strepitosa ed una marea di gente assistette allo spettacolo.
Miyu e Cristine erano al tempio
Saionji ed osservavano l’evento alla TV.
Cristine aveva portato anche la
figlia: una bellissima bambina di un anno, con i capelli biondi e mossi e due
occhi sfavillanti.
“Guarda Nako, quello è
papà” le disse, facendogli toccare lo schermo con la manina.
-Che carine che sono! Spero che anche
io riuscirò ad essere una buona madre…- pensò Miyu.
Poi un dolore lancinante, un urlo
disumano… Miyu aveva le doglie!
Cristine la soccorse e la
caricò in macchina per portarla in ospedale. Non appena arrivò
chiamò Kanata e lo informò immediatamente.
“Che cosa hai detto?!”
urlò lui, che si precipitò in macchina, lasciando il concerto.
“Ho detto che Miyu è in
travaglio. Corri subito all’ospedale!” ma lui aveva già
interrotto la comunicazione.
Quando arrivò, trovò
l’amica in sala d’aspetto.
“Allora come sta?!”
“Per ora procede tutto
perfettamente, calmati!”
“Posso entrare nella stanza,
secondo te?”
“Certo, anche Nozomu è
entrato quel giorno…” ma lui era già sparito “…
Maleducato: poteva farmi finire di parlare!” affermò, sorridendo
divertita.
Non appena entrò, si
precipitò da lei e le strinse la mano.
“Come stai Miyu?!”
“Oh… Kanata… Sei
venuto… Ah!!!” urlò, rompendogli i timpani.
“Certo! Come potevo mancare
alla nascita di nostro figlio… Su coraggio, sono con te!”
“Ti ringrazio. AAAH!!!”
“Su coraggio, signora, manca
poco; un’ultima spinta” la rassicurò il medico.
Poi un pianto, un sospiro di
sollievo, le lacrime di gioia di entrambi i genitori: il bambino era nato!
“Un maschio. È un
bellissimo e sanissimo maschietto” affermò il dottore.
In quell’istante entrò
Cristine.
“Scusate l’intromissione,
ma dovete sentire questa canzone…” ed accese una radiolina della
stanza.
< Lo abbraccerò, il suo peso sul petto
e poi sorriderò.
Mi
spalmerò sulla faccia il rossetto
per farlo
ridere.
Per lui poi
comprerò
sacchetti di
popcorn,
potrà
spargerli in macchina.
Con lui giocherò,
a quattro zampe
andrò
e lo
aiuterò
a crescere.
Lui vive in
te,
si muove in
te
con mani
cucciole.
È in
te,
respira in
te,
gioca e lo sa
che il nostro amore, certo avrà.
La sera poi
con noi due farà il bagno
e
v’insaponerò.
Per lui tornerò
la notte ci
sarò
perché
non resti solo mai.
Per lui
lavorerò,
tutto gli darò
e lo
proteggerò,
mia piccola…
Lui vive in
te,
lui ride in
te
o sta
provandoci.
È in
te,
si scalda in
te,
dorme o
chissà,
lui sta
già ascoltandoci.
Lui
s’accuccerà,
dai tuoi seni
berrà
con i pugni
vicini.
Tra noi
dormirà
e un
po’ scalcerà;
saremo i
cuscini,
noi due.
Il figlio che
avrai
è
già con noi.
Lui vive in
te,
si culla in
te
con i tuoi
battiti.
È in
te,
lui nuota in
te,
gioca,
chissà…
È lui
il figlio
che avrai. >
“Questa
è la tua canzone, Kanata” disse Miyu commossa e stremata.
“Avevi
ragione: è bellissima! La nostra canzone è stupenda…”
“La
nostra canzone?”
“Sì,
la nostra canzone! Questa d’ora in poi sarà la nostra
canzone” poi la guardò intensamente “Mi concedi di
dedicartela?”
Lei
annuì con la testa, poi spostò lo sguardo su quel dono bellissimo
che teneva in braccio “E io la dedico a te, mio piccolo angelo. Tu sei il
più bel dono di Natale che abbia mai ricevuto” sussurrò.
Poi lo baciò dolcemente sul nasino e il bimbo smise di piangere; fece un
sorriso che commosse ancora di più Miyu. Kanata cominciò a fare
delle fecce buffe per farlo ridere ancora, e ci riuscì benissimo. Risero
tutti e tre, uniti da un amore infinito.
Cristine si
avvicinò al vetro della finestra e guardò il cielo.
Ripensò alla nascita della sua Nako e la osservò sonnecchiare tra
le sue braccia. Sorrise; poi spostò lo sguardo di nuovo verso il vetro e
vide riflessa quella famiglia felice.
Mentre
fiocchi di neve cominciarono a cadere, pensò -Miyu ha ragione, un figlio
è il dono più bello che una coppia possa desiderare…-
Questo è il continuo di “Per sempre insieme”.
Spero vi piaccia.
La canzone presente nel testo è “In te” di Nek,
modificata da me per legarla meglio alla storia che intendevo raccontare (le
parti in corsivo sono le parti modificate).
In questa fan fiction, Miyu e Kanata hanno un figlio maschio,
anche se i realtà, nel manga, hanno una femmina. Ho modificato
così la storia perché ci saranno degli sviluppi per cui è
indispensabile che il loro figlio sia maschio.
Grazie per l’attenzione, e non perdetevi il continuo.