I suoi occhi erano colmi di lacrime amare, di una sofferenza repressa: «Perché mi ignora in questo modo, Ino? Perché non posso piacere a Sasuke? Perché non posso piacere a nessuno?»
«Tsk, stupida!» l’altra la strattonò e la strinse al petto «Smettila di frignare! Come puoi piacere a Sasuke se sei solo una piagnucolona?»
A quelle parole i singulti di Sakura aumentarono ancor di più, soffocati nel petto dell’altra; Ino serrò le labbra, osservando il capo di Sakura che sussultava avvinghiata a lei in quel pianto tremendo e liberatorio.
«Su, smettila.» le sussurrò, carezzandole i capelli «Non c’è bisogno di piangere.»
«La fai facile tu! Sei bella, che problemi puoi avere?! Hai molte più possibilità tu con chiunque, rispetto a me…»
«Anche tu sei bella, Sakura!» disse Ino, arrossendo irritata «Smettila di far la vittima! Non ti ricordi quando eravamo piccole? Cosa ti dicevo? Non hai imparato proprio niente?!»
Lei rimase muta, smise addirittura di piangere; Ino la strinse ancor di più, intrecciando le dita ai suoi capelli: «Sei bella, Sakura. Sei bella. Smettila di dire scemenze.»
L’altra alzò il viso, stringendo le braccia intorno alla vita di Ino.
Erano lì, abbracciate, tinte dalla luce del tramonto. I loro corti capelli ondeggiavano, seguendo la brezza serale che si stava spargendo per il villaggio.
Nel firmamento, tra le nuvole violacee, si intravedevano le prime stelle, barlumi lontani e vivaci.
Sakura rise debolmente: «Ino, sai che… Sai che sei stata il mio primo principe azzurro?»