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Autore: jas_    13/06/2012    9 recensioni
Nonostante non si definisse una fan dei Simple Plan, per Beth sapere che un personaggio famoso la trovava carina era pur sempre un onore e.. no, ha trentatré anni si ripeté mentalmente, scuotendo la testa.
E se l'età fosse davvero soltanto un numero? E se l'amore fosse veramente in grado di superare tutti gli ostacoli a cui si va incontro?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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«Cos’hai? Mi sembri con la testa tra le nuvole stamattina..» osservò Claire chiudendo con veemenza il proprio armadietto, felice che non lo avrebbe riaperto fino al giorno successivo.
Beth alzò le spalle mettendo nella borsa il libro di storia dato che il giorno seguente sarebbe stata interrogata, «niente..» disse poi, incamminandosi con l’amica verso l’uscita.
Claire fece finta di crederci, infondo se Beth non voleva parlarne non l’avrebbe obbligata lei a farlo. «Spero vivamente di vedere Seb oggi» disse invece in un sospiro sognante.
Bethany scosse la testa ridendo divertita da quella scena, quando il suo sguardo si posò su quello di Pierre che la osservava appoggiato alla sua Audi scura. Sentii il suo cuore fare alcune capriole prima di tornare al proprio posto, lei fu costretta a deglutire per cercare di calmarsi.
«Credo proprio che sarà così» disse poi, facendo a Claire un cenno della testa in direzione di suo fratello.
La ragazza si fermò di scatto come in paralisi, «oddio è lui!» esclamò poi entusiasta, senza essere in grado di trattenere un sorriso.
Beth osservò di nuovo Pierre confusa, accorgendosi soltanto in quel momento che accanto a lui c’era un altro ragazzo che doveva essere Sébastien. Era stata così presa da Pierre che non si era nemmeno accorta della presenza di un’altra persona, patetica, pensò. Prima che potesse vergognarsi ulteriormente di sé stessa per quanto quel tipo – non adatto a lei – l’avesse presa sin da subito, Claire la prese per un braccio trascinandola nella loro direzione, senza preoccuparsi di nascondere a Sébastien il suo entusiasmo nel vederlo.
«Piccola Bouvier!» esclamò quest’ultimo allegro aprendo le braccia per abbracciare la ragazza. Claire non se lo fece ripetere due volte e lasciò il polso dolorante di Beth per rifugiarsi tra le braccia del chitarrista. «Tutto bene?» le domandò poi, spettinandole leggermente i capelli con fare fraterno.
Claire annuì sorridente, «tu invece?»
Seb si grattò la nuca spettinandosi leggermente i capelli prima di annuire, «diciamo che si va avanti, mi mancavano le fanciulle canadesi» ammise, salutando con un cenno un gruppo di ragazze poco lontano da loro.
Claire si mise a braccia conserte improvvisamente rabbuiata, lanciando uno sguardo di fuoco non a Sébastien ma bensì a Pierre che alzò le spalle facendole capire che non poteva farci niente.
«Beh, io vado..» disse a un certo punto Beth, rimasta in silenzio fino ad allora.
Soltanto in quel momento Seb si accorse della sua presenza e non ci pensò su due volte prima di presentarsi, «piacere sono Sébastien Lefebvre, e tu sei..?»
Beth rimase sconcertata per alcuni secondi dalla sfacciataggine di quel ragazzo prima di rispondere. «Bethany Collins.»
Non le piaceva per niente quel tipo, e le dispiaceva pure per Claire che perdeva tempo ed energie dietro ad un vero e proprio idiota come quello. Non che le avesse fatto qualcosa ma il suo atteggiamento troppo spavaldo e sicuro le dava sui nervi, soprattutto perché tutto quell’egocentrismo che lo circondava gli impediva di accorgersi che una ragazza splendida per la quale molti uomini avrebbero pagato gli sbavava dietro da anni ormai..
«Dove scappi?» le chiese Claire, confusa.
«Devo studiare storia» borbottò Beth, sentendosi lo sguardo di Pierre addosso.
«Vieni a mangiare con noi! Studi dopo..» intervenne Sébastien.
La ragazza fece per rispondere ma Claire l’anticipò, «Seb ha ragione, andiamo da qualche parte a pranzare insieme poi al massimo ti lasciamo a casa» cercò di persuaderla.
Beth sospirò accettando quasi costretta, conosceva Claire da abbastanza tempo per sapere che era una persona molto testarda e che se si metteva in testa qualcosa era difficile farle cambiare idea. Forse era per quello che aveva la fissa per Sébastien da troppo tempo, pensò Beth.
«Allora, dove andiamo?» domandò Pierre accendendo l’auto.
«Ho bisogno di roba ipercalorica del tipo Mc Donald, ti prego» disse Seb, aprendo il finestrino.
«Ragazze?»
Pierre alzò il viso verso lo specchietto retrovisore incontrando lo sguardo di Beth, «per me va bene» intervenne Claire.
Il ragazzo si destò da quegli occhi color cioccolato tornando a prestare attenzione alla strada. Scosse la testa cercando di cacciare quei pensieri poco convenevoli che gli passavano per la testa. Bethany era troppo piccola per lui, avrebbe dovuto considerarla come una sorellastra piuttosto che come un’ipotetica ragazza. Si sentiva quasi un pedofilo a pensare certe cose su una diciassettenne nonostante, nel caso fosse successo qualcosa tra di loro, non sarebbe stato perseguibile dalla legge.
«Allora, sei fan dei Simple Plan o no?» le domandò Seb.
Claire tirò una leggera gomitata a Beth – troppo assorta nei suoi pensieri per capire che le era stata rivolta una domanda - facendola sussultare.
«Cosa?» domandò poi confusa.
«Ti ho chiesto se ti piacciono i Simple Plan» ripeté Sébastien.
«Non sono esattamente una fan ma diciamo che ascolto alcune canzoni da quando ho scoperto che Pierre era fratello di Claire» ammise sincera lei.
«Del tipo?»
Beth ci pensò su un attimo, «ho ascoltato solo l’ultimo album, credo che la mia canzone preferita sia “Never Should’ve Let You Go”.»
«Molto allegra come canzone» scherzò Sébastien, causando una risata generale da parte di tutti.
«Però devo ammettere» continuò Beth, «che anche le cover di Moves Like Jagger, Dynamite e Sexy And I Know It non sono male.»
«Soprattutto i balli di Pierre» intervenne Claire, osservando il fratello che si finse concentrato sulla strada.
«Secondo me piace alla gente soltanto quando sculetta o si tocca le parti basse, perché per il resto è scoordinato al massimo» lo prese in giro Sébastien scoppiando in una fragorosa risata, «tu che ne dici?» domandò poi a Beth.
«Beh, diciamo che condivido il tuo pensiero» ammise lei, facendosi contagiare dall’allegria che c’era nell’aria e rendendosi conto soltanto dopo che aveva implicitamente ammesso che le piacevano le mosse provocanti di Pierre. Sprofondò leggermente nel sedile voltandosi a guardare fuori dal finestrino cercando di nascondere il suo viso diventato rosso mentre si malediceva mentalmente per essersi messa a cercare esibizioni live dei Simple Plan durante l’ora di informatica e incappando proprio in quella. L’aveva riguardata più volte fino a quando non era stata costretta a chiudere la pagina di You Tube a causa dell’insegnante che vagava tra i computer, e non era riuscita a nascondere a sé stessa la strana sensazione che aveva provato quando aveva visto Pierre divertirsi su quel palco con quelle mosse provocanti e a quanto si era vergognata persino per lui quando si era messo in ridicolo ballando a dir poco male.
Soltanto quando l’auto si fermò nel parcheggio del fast food Beth distolse lo sguardo dal finestrino scendendo dalla macchina silenziosamente.
«Facciamo a gara di chi mangia di più?» domandò Sébastien estasiato con gli occhi che gli brillavano. Pierre lo guardò truce prima di lasciarsi scappare un sorriso, «affare fatto.»
 
«Chi ha vinto?» domandò Claire divertita, osservando Sébastien e Pierre esausti.
Quest’ultimo si lasciò scappare un rutto prima di alzare le spalle con una smorfia nauseata. «So soltanto che non riesco a muovermi da qua» ammise poi, lanciando uno sguardo quasi schifato alle patatine avanzate sul vassoio.
Bethany scosse la testa sconsolata alzandosi dal tavolo per buttare via tutto, Pierre la seguì alzandosi con fatica dalla sedia.
«Sei sicura di essere sazia? Non hai mangiato niente..» osservò.
Beth sussultò sentendo la sua voce così vicina a lei, e quando si voltò lo trovò esattamente alle sue spalle.
«Anche se non ho mangiato tanto quanto te non significa che stia morendo di fame» ribatté lei divertita, alludendo all’elevata quantità di scatole vuote di hamburger che aveva sul vassoio.
«Beh, devo mantenere la mia pancetta» scherzò lui, battendosi alcune volte la mano sull’addome piatto.
Bethany scosse la testa sorridendo prima di tornare al tavolo.
«Ragazzi io devo andare» disse poi, guardandosi in giro alla ricerca della propria borsa.
«L’hai lasciata in macchina» l’avvertì Pierre, accorgendosi di cosa stava facendo.
Beth gli sorrise grata prima di salutare tutti ed uscire dal Mc Donald.
«Meno male che ti sei accorto dove l’ho appoggiata, svampita come sono avrei potuto rimanere lì a cercarla per ore» ammise poi, mentre Pierre apriva la sua Audi e si sporgeva all’interno di essa per prendere la tanto ricercata borsa.
«Figurati» le disse semplicemente lui, allungando il braccio verso il sedile posteriore.
In quell’istante l’occhio di Beth cadde sul petto di Pierre lasciato leggermente scoperto dalla maglietta a maniche corte che indossava, su cui si intravedeva l’enorme tatuaggio che gli ricopriva il lato destro del corpo.
Non era la prima volta che lo vedeva, Pierre non era il tipo di persona da definire timida o introversa e non si vergognava mostrare il proprio fisico. Nonostante ciò, avere a pochi centimetri di distanza ciò che aveva sempre visto sul monitor di un computer era alquanto strano e Beth fu costretta a deglutire per calmarsi.
«Che c’è?» domandò Pierre accorgendosi del suo disagio, mentre si alzava porgendole la borsa.
La ragazza scosse la testa con veemenza, «niente..» borbottò poi mantenendo lo sguardo basso.
Non sarebbe stata in grado di incontrare i suoi occhi dopo che aveva appena smesso di fare strani pensieri su di lui.
Pierre alzò le spalle lasciando perdere, «se lo dici tu..» affermò chiudendo l’auto.
Bethany annuì improvvisamente in imbarazzo, «allora.. ci vediamo» buttò lì.
Pierre le sorrise spensierato, «è stato un piacere vederti di nuovo» ammise poi sincero, prima di rientrare.
Beth rimase ferma alcuni istanti, osservandolo attraversare il parcheggio, per poi riprendersi e camminare velocemente verso casa.
Non sapeva che cosa le prendeva in sua presenza, l’unica cosa di cui era certa era dell’effetto che ciò che provava aveva fisicamente su di lei. La sua personalità estroversa lasciava spazio ad una Bethany che aveva il perenne timore di parlare o dire la cosa sbagliata, il che non andava bene.
Accelerò leggermente il passo per arrivare prima a casa e non essere costretta ad alzarsi presto il giorno successivo per ripassare storia, ma fu costretta ad arrestarsi tutt’ad un tratto.
«Beth!» esclamò il ragazzo che le si era parato davanti, con alcuni dei suoi soliti scagnozzi alle spalle.
La ragazza sussultò a quella vista, «Luke» disse poi secca e ben poco educatamente.
Lui sorrise, scostandole una ciocca di capelli dal viso, «dove vai così di fretta?»
«A casa» borbottò lei.
In quel momento avrebbe desiderato che Pierre ci avesse impiegato cinque minuti in più a prenderle la borsa oppure che si fosse offerto di accompagnarla a casa anche se sapeva già che lei avrebbe rifiutato.
«Vuoi che ti accompagni?» domandò Luke, mostrandole uno di quei sorrisi che fino ad alcuni mesi prima avrebbero sprigionato le farfalle nel suo stomaco.
Beth scosse la testa velocemente, «devo andare a studiare, scusa. Ci vediamo a scuola» disse frettolosamente prima di continuare per la sua strada, questa volta senza che nessuno glielo impedisse.
Soltanto quando voltò l’angolo si accorse di quanto il cuore le stava battendo in quel momento. Beth si appoggiò al muro di un negozio portandosi la mano sul petto e cominciando a respirare profondamente con gli occhi chiusi.
Luke non le aveva mai fatto niente di male – ad eccezione di farsela col capitano delle cheerleader – ma tanto era l’odio che provava per lui che solo a ripensare al tempo che avevano passato da soli le venivano i brividi e non riusciva ancora a capire come avesse fatto a non rendersi conto prima di che razza di viscido fosse.
Scosse la testa cercando di ricacciare nei meandri della sua mente quei brutti ricordi, infondo ormai quello era passato e avrebbe dovuto soltanto imparare dai suoi vecchi errori. A quel pensiero la sua mente corse direttamente a Pierre, Beth si sentiva impotente davanti a quelle sensazioni che provava, tuttavia erano mille volte meglio di Luke.
 

***


HELLO!
Scusate per il leggero ritardo nel postare ma nonostante avessi il capitolo già scritto mi sono dimenticata di pubblicarlo AHAHA
Il problema è che ho lo stage e arrivo a casa che mi butto sul divano a guardare Jersey Shore e non mi muovo fino a quando non mi addormento quindi.. Comunque ora sono qui! :D
L’ho scritto lo stesso giorno in cui – vagando per You Tube – mi sono imbattuta in Pierre che si crede i LMFAO e ho rischiato l’infarto. In realtà avrei potuto riscrivere il capitolo in maniera diversa ma alla fine sono io che scrivo e mi piace il fatto che quello che mi succede davvero influenzi l’andare dei fatti – non so se mi sono spiegata HAHA
Fatemi sapere che ne pensate, vi scongiuro!
Intanto ringrazio le persone che seguono – preferiscono – ricordano la storia e, ovviamente, chi recensisce! Non pensavo che avrei ricevuto così tante recensioni già al primo capitolo, grazie mille, davvero! Siete stupende! E se state scrivendo qualcosa sui Simple Plan linkatemi tutto che sono curiosa di leggere uù
Jas 

P.S. Mi sono dimenticata di dirvi che se qualcuno vuole essere avvertito quando aggiorno non deve fare altro che dirmelo! O qui oppure direttamente su Twitter, sono @xkeepclimbing :)

   
 
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