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Autore: HeavenIntoHell    13/06/2012    5 recensioni
Qualcosa mi fa pensare che sia solo un’altra giornata piovosa, ma forse è lui che adesso alla luce di questa scena sta piangendo con noi. Perché lui in fin dei conti fin quando vivrà dentro di noi, vivrà per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PRECISO che i personaggi non mi appartengono. I fatti narrati non sono realmente accaduti, anche se perché o fossero starei a piangere dalla mattina alla sera e non a scrivere sta cavolata. Non so nulla sulle preferenze sessuali dei due figaccioni. Non scrivo a scopo di lucro e bla bla.
 
 
“Ciao Colin.”
POV. COLIN
 
-Mi chiamo Colin. Sono nato a Castleknock il 31 maggio. Il mio ragazzo è morto 58 giorni fa in un incidente stradale. Vedo i miei bellissimi bambini poco perché la mia ex moglie mi odia, e anche perché bevo dalla mattina alla sera visto che ormai non posso fare nient’altro. Lui non c’è a impedirmi tutto questo. Quindi tutto quello che aspetto è che il mio fegato vada in corto circuito così potrò raggiungere il mio angelo lassù.-
-Ciao Colin.-
 
Sono a una riunione degli alcolisti anonimi, è l’unica cosa che mi fa rimanere a galla in tutto quest’inferno che è venuto fuori. E pensare che grazie a lui ero riuscito a smettere. Ogni cosa porta un suo ricordo. Solo l’alcool allevia il dolore, ma alla fine mi sta solo distruggendo pian piano. Cos’altro ho da fare?! Niente. Se non andare sulla sua tomba come un ladro a piangere. Non posso andare a orari decenti, lì potrei beccarci il fratello o Tomo. Potrei trovarci Constance. Avrei veramente il coraggio di vedere tutti loro? Di vedere la disperazione per aver perso la miglior cosa che potesse loro succedere in tutta la vita? No.
No, perché sono un idiota. Perché è colpa mia se tutto ciò è successo. Se lui non è più qui con me ora, è perché io con il carattere che mi ritrovo sono riuscito a fare imbestialire anche l’unica persona che ho amato (amo e amerò sempre) veramente per una grandissima cavolata.
 
 
 
 
La notte dell’incidente.
-Jared, stammi a sentire bene! A me girano le cosiddette se tu te ne vai bello bello in giro per Parigi a fotografare belle ragazze, se non escort, per il tuo cazzo di libro!-
-Colin, quante volte te lo devo dire che non provo alcun interesse per quelle ragazze?! Anzi, per tutte le ragazze di questo mondo!-
-E tu smettila di fare foto a ragazze!-
Accelerò.
-No che non la smetto! Sono solo foto che mi servono per fare un libro! Mica mi faccio delle seghe guardando quelle foto!-
-Cazzo Jared fallo per me!-
Accelerò ancora di più. E ancora di più. Era forse intento a farmi prendere paura così? Con il vecchio Colin Farrell non funzionava. Già funzionava perché ora non metto più piede in un’auto, rivivrei ogni dannata volta rivedo lui intento ad accelerare e poi la luce. L’accecante luce.
Sì, perché siccome fu troppo impegnato ad accelerare non notò la luce. Sorpassò un’auto ma non  si accorse che nell’altra corsia ne stava arrivando una.
-Jared rallenta.- la luce era sempre più vicina.
-Jared la luce!-
-Jared!- troppo tardi.
Il suo sangue caldo sulle mie mani. Sul mio volto, sulla mia camicia e.. sul mio cuore. Non ho nemmeno sentito la sua voce. Non avevo impresso nella mia mente un’ultima volta la sua dolce voce da angelo che diceva una cosa dolce. Non avevo avuto un abbraccio solo perché era piombato a casa mia dicendomi di muovere il mio bel culo e di salire in macchina che mi voleva fare una sorpresa.
Rimasi bloccato in macchina solo perché la cintura di sicurezza e gli air-bag, con me, fecero il loro dovere. Mi ritrovai solo qualche scheggia di vetro nel braccio e un taglio di neanche dieci centimetri in fronte. Jared, a differenza mia, aveva un taglio che andava dall’attaccatura dei capelli, appena sopra l’orecchio, al labbro, aveva un taglio nel collo abbastanza profondo e l’air-bag non si era aperto. Che razza di mondo è questo? Che lascia in vita una persona come me invece che un angelo. Forse era troppo bello per stare qua giù e allora Dio l’ha voluto con se.
Ci estrassero abbastanza facilmente da quello che rimase della nostra macchina. Per la mia bambolina non ci fu più niente da fare. Perse troppo sangue e il suo cuore aveva smesso di battere da ormai un’ora.
 
Non vedo i suoi occhi blu, non sento la sua voce, non ho un suo abbraccio, un suo sorriso da quel giorno. Quel 15 novembre in cui mi lasciò qua da solo. In cui non la sorpresa non mi venne mai svelata. In cui tutto rimase al proprio posto, nel proprio silenzio. Forse nel proprio dolore. Nel mio dolore, che è troppo intenso per ripensare a lui, a quella notte.
I sogni non li posso controllare. Gli incubi tanto meno. Il novanta percento delle notti sogno la stessa scena, sogno la sua morte, il suo corpo, tra le mie braccia, ormai morente che lascia andare il suo ultimo respiro con una fievole parola che il mio orecchio non riuscii a captare. Ma il mio cuore sì. E piano piano, torturandomi per bene, riaffiora.
 
-Sposami.-
 
Il sogno (o incubo?) e poi le lacrime.
Era stata veramente questa l’ultima volontà di Jared Joseph Leto? Era questa la sorpresa? Voleva portarmi in un locale e chiedermelo in ginocchio con un cofanetto con un anello dentro? Sì. Ora ne ho la certezza. Il mio cuore lo sapeva già, la mia mente un po’ meno.
Se andassi al cimitero e piangendo sulla sua tomba pronunciassi un sì all’angelo più meraviglioso che c’è?
 
-Ciao amore mio. Come stai lassù? Scommetto bene.. Sicuramente è meglio che qua. Perché sai, mi manchi da morire. Non c’è giorno che non penso a te e a quanto potremmo essere felici. Sai, ci saremmo potuti sposare.. Sì, hai sentito bene sposare. Perché io ti amo da impazzire, e non c’è notte in cui non sogno il momento in cui ti ho tra le mie braccia e mi sussurri “Sposami”, in cui immagino di poter avere al dito un anello con dentro inciso il tuo nome e la nostra data. Sono un uomo single che si è dato all’alcool perché l’inferno in cui si trova è veramente troppo per lui, e almeno per un po’ almeno quando sono ubriaco ho bisogno di averti qua con me, di poterti abbracciare, sorridere e vederti sorridere, guardati semplicemente, sentire la tua voce, tenerti per mano e baciarti un’ultima volta. Perché amore mio io ti amo, ti amo tantissimo e tu non sei qui a potermi sentire dire tutto questo. Non sei qui ad asciugarmi le lacrime che adesso mi stanno distruggendo. Perché tu non sei qui?! E voglio essere proprio ripetitivo, io ti amo troppo e mi manchi. Manchi tantissimo.-
 
Mi alzo e mi trovo loro. I loro occhi puntati su di me, con nuove lacrime su lacrime pronte a distruggere anche loro. A giudicare dal contesto, penso che abbiano sentito tutto. L’istinto di Constance è quello di venirmi vicino e abbracciarmi.
Inizia a piovere. Qualcosa mi fa pensare che sia solo un’altra giornata piovosa, ma forse è lui che adesso alla luce di questa scena sta piangendo con noi. Perché lui in fin dei conti fin quando vivrà dentro di noi, vivrà per sempre.
 
 
 
 
*****
Non uccidetemi. Lo so, è qualcosa di tristissimo visto che non ho fatto altro che piangere mentre scrivevo.. E in più è anche la prima Farrell/Leto che pubblico. Imploro doppia pietà (?)
L’ho scritta di getto, non so neanche bene il perché. Chiedo scusa per eventuali errori grammaticali e/o di battitura. Ho il collo a pezzi (e questo a voi non frega niente.)
 
Lo so che dovrei scrivere la long, ma imploro pietà! Questa os mi girava troppo in testa e non ho potuto fare a meno di scriverla.
 
Baci, alla prossima!
-S.<3
  
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