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Autore: Diomache    31/12/2006    29 recensioni
Come vi sentireste se un bel giorno un pazzo volesse uccidere la persona che amate per qualcosa in cui non c’entra assolutamente niente e per di più accaduta tre anni prima?
House non lo sapeva.
Ma in quel vortice di follia e di strani omicidi che stavano sconvolgendo il Princenton , lui manteneva la più assoluta lucidità nella convinzione che l’avrebbe impedito con tutte le sue forze.
L’amava, adesso ne era sicuro.
E nessuno l’avrebbe toccata.
Vincitrice del primo concorso di fanfiction dr. House MD – unofficial forum.
[House/Cameron] [Wilson/Cuddy]
Genere: Romantico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!!! Eccomi tornata con una nuova storia.. “Lacrime di Follia” è una ff che volevo scrivere da tempo ma, dato che la trama è un po’ complessa, avevo sempre rimandato perché oltre alle ff su Dott House stavo scrivendone anche una originale che mi impegnava molto.. così ora che quella è conclusa, ho trovato il tempo per dedicarmi a quest’idea..

Allora.. LdF è una storia un po’ noir dove si intrecciano vendetta, follia e naturalmente la storia d’amore di Cam e House..se ne troverò lo spazio mi dedicherò anche all’altro mio paring preferito, tanto ormai lo sapete tutti, no? il mio adorato Wilson e Lisa..

Spero che la storia vi piaccia, è un po’ una follia,  (qualcuno penserà che la neve mi ha dato alla testa.. forse ha ragione… ) ma ho deciso comunque di dedicarla alla mia carissima amica Apple.. prima o poi chiamerò David Store e gli chiederò di dare un’occhiata ai tuoi scritti, le più belle storie cottoncandy che io abbia mai letto!

Vorrei lanciare un pensierino anche a Nathaniel e fare tanti complimenti anche a lui per le sue storie, sono davvero belle!

Ringrazio in anticipo tutti coloro che commenteranno e mi daranno consigli, suggerimenti, anche le critiche sono ben accette, aspetto di sapere che ne pensate..

Intanto vi faccio i più sinceri auguri di BUON ANNO!!

 

Buona Lettura, un bacio

 

 

Diomache.

 

 

 

 

 

 

 

 

Lacrime di Follia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Capitolo I:  Niente è impossibile

 

 

 

 

 

Vivi come se dovessi morire ora. Pensa come se non dovessi morire mai.

 

 

 

 

Sembrava una comunissima mattinata al Princenton. Una semplicissima, noiosissima mattinata invernale. Natale era passato da alcuni giorni e per il momento l’equipe di diagnostica sembrava  non avere nessun caso di cui occuparsi. Come quasi ogni giorno la porta di vetro con la classica, storica e, se vogliamo, anche un po’ intimidatoria scritta ‘ House MD’ si spalancò con un’oretta abbondante di ritardo dall’orario di lavoro.

Due paia di occhi si voltarono a guardare in quella direzione. Se l’espressione di disagio e di nervosismo era la stessa per entrambi, non si poteva dire che fossero simili anche nel colore: i primi erano neri come la pece, i secondi del colore del mare.

House sorrise implicitamente ai suoi due collaboratori, Foreman e Chase, come al solito, intenti a trastullarsi invece che fare qualcosa di costruttivamente utile. Come occuparsi della sua posta, per esempio. Ah, per quello c’era Cameron, che sbadato.

Si voltò immediatamente dall’altra parte del suo ufficio per assicurasi che l’ immunologa stesse facendo il suo lavoro, ma si accorse che davanti al computer la sedia era stranamente vuota.

Riportò lo sguardo nell’ufficio dove si trovava. In effetti Cameron non era nemmeno lì.

Accorgendosi degli sguardi interrogativi dei due colleghi, disse, sprezzante:

–beh? Che c’è da guardare? Mai visto un capo bello e sexy come me??-

-e puntuale, non dimenticarlo.- aggiunse Chase, ironicamente.- House, è quasi mezzogiorno.-

-ecco perché ho quasi fame.- commentò l’uomo, appoggiando lo zainetto al tavolo e guardandosi intorno, incuriosito.

Eric intuì subito i suoi pensieri -Cameron è stata chiamata dalla Cuddy.- spiegò sfogliando lentamente una rivista scientifica.

House strabuzzò gli occhi in un’esagerata espressione di sorpresa, mentre si appoggiava alla lavagnetta ancora bianca ed iniziava a far roteare il bastone. –mm, non mi piace. Se quelle due diventano amiche, siamo fuori ragazzi.-  concluse strappando un sorriso ad entrambi.

In quell’istante il rumore dei tacchi di Cameron fece girare tutti verso la porta a vetri e infatti, tempo due secondi, fu proprio da lì che sbucò l’immunologa, come ogni giorno, elegante e distinta nel suo camice bianco, con una gonna che le arrivava appena al ginocchio,maglioncino prugna e  scarpe a decolté nere.

Senza quasi che se ne accorgesse House sentì un piccolo, piacevole dolorino nello stomaco. Ormai cominciava a pensare di dover prendere Vicodin anche quando la vedeva la mattina. Tuttavia, fece il disinvolto, come al solito:

-ah, eccolo il nostro terzo moschettiere! Novità dal fronte occidentale?- domandò Greg con un sorriso divertito.

Cameron incontrò i suoi occhi e ricambiò il sorriso.- che c’è? geloso che la Cuddy abbia chiamato me, per una volta, e non te?-

-certo che no. Tutto l’ospedale conosce i gusti sessuali della Cuddy, piccola ingenua, non mi metterei mai tra voi due. Io ho Chase.- disse lanciando un occhiolino all’australiano.-  Dì un po’.- continuò con voce maliziosa.- ti ha fatto qualche proposta indecente?-

-no. Ci ha affidato un caso.- disse alzando la cartellina blu che teneva in mano.

House roteò gli occhi.- eh ti pareva. Ma non ti preoccupare è il suo modo di dimostrare l’affetto, molti mandano fiori, lei noiosissime cartelle cliniche, imparerai ad amarla.-

-di che si tratta?- domandò Foreman, interessato, all’indirizzo dell’immunologa.

Allison gli passò la cartellina.- Maschio 55 anni, ricoverato d’urgenza per insufficienza respiratoria.-

-ecco, te lo dicevo che era noioso.- commentò Greg andando a prendere la sua tazza di caffè amorevolmente preparata, come ogni mattina, da Cameron in persona.

-uh, è un collega.- disse Chase, quasi soprappensiero, sbirciando i dati dalla cartellina.- si tratta del dottor Matthew Park, primario di oncologia dell’ospedale di New York.-

-va bene, questo dovrebbe renderlo più interessante!?- sbottò il diagnosta all’indirizzo del suo collaboratore. –avanti, riempitelo di antibiotici e mandatelo a casa con una stupidissima diagnosi di pleurite.-

-curioso. La pleurite da anche problemi intestinali?- la voce provocante di Eric seppe zittirlo.

I suoi occhi azzurrissimi si voltarono a squadrare il suo neurologo, con un sorriso intrigato. –problemi intestinali?- ripeté, sadicamente divertito, rivolto a Cameron

-se mi avessi lasciato finire.- Commentò quest’ultima sedendosi.- febbre, diarrea profusa ed ematemesi.-

House inclinò la testa di lato, sorridendo.- mm. Mi piace. Niente male come quadro generale.- si voltò verso Allison.- tò’.- disse lanciandole un pennarello che la giovane prese quasi per caso.- vieni a scrivere tutto sulla lavagna. Foreman, tu vai a fare le analisi al dottorcomesichiama e Chase…- si guardò un po’ intorno, per l’ufficio.- tu da’ una bella spolverata. Questo posto sta diventando sudicio,  odio la polvere.-

-e tu dove vai?- domandò Cameron con voce polemica e divertita insieme, rivolta a Greg che si stava dirigendo verso l’uscita.

-come mi ha giustamente ricordato Chase, è mezzogiorno. Ho fame, si va a fare le pappe!-

-resta qui- il tono divertito, leggero ma pur sempre azzardato di Cameron fece girare il diagnosta. –cosa?- ribatté lui, divertito.- tu dai ordini a me?-

-dovrai conviverci, House.- una seconda voce femminile catturò l’attenzione di tutti verso l’entrata del reparto diagnostica. Cuddy, sulla soglia, sorrideva beatamente in un mix concentrato di divertimento e sadismo.

House guardò lei e poi Cameron in un crescendo di preoccupazione.- questo non mi dice niente di buono.- borbottò, ironico.

-già- approvò lei.- visto che sei completamente irresponsabile ho chiesto a Cameron di darti una controllata e di.. tenerti in riga quando ti prendono certe alzate d’ingegno.- il suo tono si fece improvvisamente più duro.- come andare a pranzo quando non avete ancora ipotizzato una diagnosi per il dottor Park!!-

-visto?- esclamò House rivoltò verso la componente maschile del gruppo.- e pensare che vi abbiamo concesso pure parità di diritti!-

-zitto e lavora. Il tuo stomaco può aspettare. Cameron.- concluse la Cuddy lanciando un’occhiata d’intesa con l’immunologa.- Buon lavoro, ragazzi- così com’era velocemente entrata, la donna uscì dall’ufficio.

Sia House, Foreman che Chase osservarono Cameron, incuriositi.

-beh?- chiese quest’ultima.- vi sembra così strano?-

-ma no, siete intime ormai, c’era da aspettarselo.- fu l’ironica risposta di House, mentre si sedeva al posto che abitualmente era di Allison, al fianco di Chase.- avanti, CAPO, ipotizza.-

La donna sospirò.- House non sono il tuo capo. Devo solo..-

-allora, queste ipotesi??- l’interruppe lui, bruscamente.

Iniziarono a lanciare nomi di ipotetiche malattie, supposizioni, tesi da confermare, ma niente che potesse spiegare con certezza un disturbo che oltre all’apparato respiratorio coinvolgesse anche quello digerente. La formulazione della diagnosi si concluse con Foreman e Cameron che si avviarono a fare test per ipotesi assurde che già sapevano non avrebbero portato proprio a nulla e Chase che…

-e io ?- domandò il giovane quando Cameron e Foreman se ne furono andati.

-non mi piace essere ripetitivo. Pulisci l’ufficio.- borbottò House uscendo dalla stanza.

Robert lo guardò uscire, poi sbatté, nervosamente, la cartella del paziente sul tavolo.

 

 

 

-intraprendente la Cuddy.- iniziò Wilson, sorridendo, sedendosi accanto all’amico che, a mensa mangiava qualche boccone di un hamburger. Jimmy notandolo, chiese.- ehi, dove l’hai preso quello? Io non l’ho visto.-

-informazioni riservatissime.- rispose l’altro con aria di mistero. – tu continui a farti le infermiere e disdegni le cuoche, impara, amico, impara.-

Jimmy scosse la testa poi tornò a battere l’incudine sul ferro che più gli interessava.- Cameron come supervisore. Chi l’avrebbe mai detto..-

-io l’avevo detto. Temevo che prima o poi quelle due si sarebbero alleate.- fece un altro boccone.- solidarietà femminile…-

-hai intenzione di renderle la vita impossibile come hai fatto tempo fa con Foreman?- domandò l’oncologo, a brucia pelo.

-Foreman era il mio capo.-

-lei dovrà controllarti.-

-non è la stessa cosa.-

-io direi che è persino peggio.- continuò Wilson osservandolo attentamente.- ma qualcosa mi dice che non hai intenzione di trattarla come hai fatto con Eric… o sbaglio?-

-Cameron è innocua.- rispose il diagnosta con un voce superficiale.- le dai una caramella ed è felice per una settimana.-

-io non la sottovaluterei.- continuò Jimmy.- è un’occasione importante per Allison. La Cuddy le ha dato fiducia e l’ascendente che hai su di lei  potrebbe non bastare per lasciarti fare quello che vuoi-

-naa, tu non la conosci. È ..- si portò l’ hamburger in bocca ma il suo cercapersone suonò prima che potesse addentarlo. Greg roteò gli occhi non appena vide chi era che lo stava chiamando.

-molto efficiente.- concluse Wilson intuendo benissimo di chi si trattava. 

-ho detto che è innocua. Non che non sia rompiballe.- commentò House alzandosi e uscendo velocemente dalla mensa sotto gli occhi divertiti di James.

 

 

 

 

-mm…- mormorò House guardandosi intorno.- qualcosa mi dice che qualcuno ha disertato il suo lavoro.- disse fissando Chase.- qui siamo nell’assoluta anarchia.-

-il paziente peggiora.- s’intromise Allison andando a prendere il pennarello per scrivere.

-alt- l’ interruppe House.

-che c’è?- chiese lei.

-mi sei antipatica, fila a sedere, qui il capo sono ancora io!- borbottò fingendosi offeso e prendendole il pennarello dalle mani. Cameron roteò gli occhi e si sedette, pazientemente, accanto a Robert.

-allora, che cos’ha quest’oncologo?-

-emorragia interna, vomito sanguigno, convulsioni.- rispose Foreman, con voce tesa.- e un peggioramento dell’organismo, in generale.-

-bene. Si sta facendo tutto ancora più complesso. Contenti?-

-i test non hanno portato a niente.- intervenne Cameron.- e se fosse un batterio?-

-sicuro, corri a testarli tutti e 8 miliardi.- fu la risposta acida di House.

-potrebbe sembrare assurdo.- iniziò Foreman, raccogliendo gli sguardi di tutti.- ma una spiegazione ci sarebbe. Cameron ha ragione. È un batterio. L’unico che potrebbe comprendere un quadro così disastroso è..-

-sì, ci ho pensato anch’io.- l’interruppe Greg.- è impossibile e mi piace.-

-qualcuno potrebbe mettercene a parte?- domandò aspramente Chase.

-parlano del Bacillus Antracis.- rispose placidamente Cameron. Robert aggrottò la fronte e Greg disse, divertito.- non preoccuparti, Chase, ci saresti arrivato pure tu prima o poi..-

-è impossibile.- grugnì il ragazzo.- l’antrace si trasmette attraverso spore ed è portato dagli animali.-

-per questo adesso andrai dritto dritto da lui e gli chiederai se ha mai fatto sesso con una mucca, d’accordo?- l’interruppe il diagnosta, con il suo solito accento sarcastico.- Foreman tu và a fare il test.-

I due annuirono, silenziosamente, e lasciarono l’ufficio.

Rimasero lì solamente House e Cameron, in silenzio, lui voltato verso la sua lavagnetta, lei ancora seduta con il blocco per gli appunti appoggiato sulle gambe. I suoi occhi verdi lo fissarono silenziosamente, spiandone le reazioni, al di sotto dei suoi occhiali. Li tolse e lo fissò con intensità. Deglutì lentamente e disse, interrompendo quell’assurdo mutismo.- ti dà fastidio?-

-sinceramente sì, stavo pensando.-

-no, intendo…-

-ho capito cosa intendi.- l’interruppe lui, senza girarsi a guardarla.

Lei abbassò un po’ lo sguardo, poi sussurrò.- so che odi sentirti controllato…-

-tuttavia non hai esitato ad accettare quando la Cuddy te l’ha chiesto.- rispose aspramente, voltandosi verso di lei e puntandole addosso i suoi occhi di ghiaccio. Non sapeva ma si sentiva piuttosto ferito da quella novità.. e non perché non aveva più l’assoluta libertà di prima, sapeva che il ruolo di Cameron era effimero. No, si sentiva tradito perché LEI aveva accettato quel ruolo. Se l’avessero fatto Foreman o Chase non gli avrebbe dato più fastidio di una mosca.

Lui si fidava di lei.

Ah, era assurdo, lei non gli stava voltando le spalle eppure si sentiva così.. deluso??

-non vedo perché avrei dovuto rifiutare.- rispose lei, sinceramente. Insomma ma che voleva? La teneva a distanza, però alla prima occasione le faceva capire che desiderava fare squadra, come se si fidasse solo ed esclusivamente di lei.. era strano, troppo strano.

E lei ne aveva abbastanza delle sue stranezze. –tu sei il mio capo, ma Cuddy è il dirigente sanitario di questo ospedale. Se mi affida un compito io ho il dovere di accettarlo. Specialmente quando non ho motivi.- calcò la voce su quest’ultima.- per rifiutare.- sospirò.- vado dal paziente.-

-ah ah.- la fermò lui.- potrei fare qualche idiozia. Non è prudente lasciarmi solo qui.-

Cam aggrottò la fronte. Non voleva lasciarla andare via??

In un primo momento non seppe che dire.

Poi, sorridendo, decise che era solo una provocazione.- Lisa mi ha chiesto di controllare che tu lavorassi. Non che non facessi idiozie. In quel caso sarebbe tutto normale.- gli lanciò un sorriso malizioso ed uscì dall’ufficio.

Anche House sorrise.

Adorava quel gioco di detti, non detti, di sguardi, di sottintesi. Anche se sapeva quanto fosse deleterio tutto ciò, gli piaceva comunque.

E, nonostante tutto, adorava lei.

 

 

 

Fuori ormai era buio pesto e  nonostante le loro cure il dottor Park non accennava a migliorare. Cameron e House, dopo il piccolo dibattito, avevano continuato a formulare ipotesi e diagnosi, lavorando insieme spalla a spalla, come non facevano più da parecchio tempo.

Era una sensazione bellissima e lo sapevano bene entrambi. Lo leggevano l’ uno negli occhi dell’altra, nei loro sguardi, nei loro silenzi.

Foreman e Chase entrarono nell’ufficio quasi in contemporanea.

-zitti tutti.- esclamò House, prima che uno dei due potesse parlare.- chi è stato dal paziente?-

Chase: -io..-

-bene. Foreman inizia tu.- Robert roteò gli occhi, incontrando il sorriso rassicurante e conciliante di Cameron subito dopo.

Il nero prese un grosso respiro prima di dire. –positivo. Sembra incredibile ma il dottor Park ha un’infezione da antrace.-

-è assurdo.- ridacchiò Chase, nervosissimo.- mi ha assicurato di non aver avuto contatto con questi animali da almeno quattro mesi.-

-carne infetta?- ipotizzò Cam.

-è vegetariano.-

Seguì un inquietante silenzio in cui, a quanto pare, nessuno sapeva che diavolo dire. Infondo non era la prima volta che un paziente era infetto da una malattia senza che ci fosse un qualcosa che potesse ipotizzarne il contagio.

-beh, che problema c’è?- sboccò House.- i pazienti mentono, questo sconvolge qualcuno?- naturalmente i tre non risposero niente.- Bene. Tanto è spacciato comunque ..-

-e se.- tentennò Cameron, inquieta. Si voltarono tutti verso di lei, curiosi di sentirla parlare. Allison distolse appena lo sguardo.- e se qualcuno avesse .. favorito.. il contagio?-

House strinse appena gli occhi ma fu Foreman a dire, sorpreso- vuoi dire volontariamente?-

Allison cercò rifugio negli occhi di Greg che non smettevano un secondo di fissarla.

-interessante. Vado io.- concluse il diagnosta, con voce tesa, uscendo velocemente dalla stanza.

 

 

 

La porta della stanza del dottor Park si aprì piano e un uomo alto, affascinante e accompagnato da un bastone ne varcò la soglia, silenziosamente.

Il paziente aprì lentamente gli occhi, fino ad incontrare lo sguardo del nuovo arrivato. Sorrise, lentamente. – dottor House, finalmente. Avevo sentito moltissimo parlare di lei… a New York è diventato una celebrità per la sua arroganza.-

-lei sta per morire.- tagliò corto Greg, odiando, come sempre quel genere di cose.

Il dottor Park chiuse un secondo gli occhi, inspirando lentamente.- nemmeno lei è stato capace di capire cos’ho, quindi..-

-ha un’infezione da antrace .- rispose brusco il diagnosta. Vide chiaramente l’espressione di stupore sul suo volto.- già.- concordò Greg.- non ci credevamo nemmeno noi. Lo so, potrebbe obbiettare che il test non è risolutivo.. ma i suoi sintomi sono molto chiari. L’infezione è partita dai polmoni, ha coinvolto l’intestino fino a compromettere tutto lo stato generale. Avrà massimo altri due giorni di vita.-

-la terapia..-

-è inutile quando la malattia ha uno stato così avanzato.- la nuda, sacrosanta, terribile verità.

House e Park stettero a fissarsi ancora qualche istante, senza che nessuno potesse dire niente. fu proprio House a rompere quel silenzio, arrivando alla questione che lo interessava di più.- com’è potuto accadere secondo lei? Il contagio intendo.-

L’uomo iniziò ad agitarsi. –io non lo so. Le ho già detto che sono vegetariano e..-             

-si calmi.- lo ammonì House, aspramente.-  vive con qualcuno? Ha moglie, figli…-

L’uomo sospirò, faticando a trattenere le lacrime.- vivo con mia moglie. Perché me lo chiede?-

-e perché sua moglie non è qui al capezzale del suo letto, visto che sta per morire?- domandò, tagliente. Park sembrò in difficoltà.- quando mi hanno ricoverato non l’ho fatta chiamare. Pensavo fosse una sciocchezza. Ora l’ho chiamata, sta per arrivare. Ma lei perché mi sta facendo queste domande?-

Greg alzò lo sguardo verso il soffitto della stanza.- c’è una buona probabilità che lei sia stato ucciso, dottor Park. Qualcuno- calcò la parola.- gli ha messo la polverina magica sul cuscino. Come va con sua moglie?-

-Che diavolo vuole insinuare, dottor House??- urlò,arrabbiato. Le sue urla giunsero improvvise persino al diagnosta e fecero voltare alcune infermiere che passavano per caso lungo il corridoio. –lei non ha il diritto di sospettare di mia moglie!- continuava ad urlare, forte.

-le ho detto di calmarsi, vuole farsi venire un attacco di cuore?? Ok allora la mogliettina non c’entra nulla, qualcun altro?-

-non..- la voce del dottore s’interruppe, bruscamente. House lo fissò intensamente, intuendo che finalmente erano arrivati al nocciolo della questione.

-quell’uomo..- sussurrò il malato,attonito.

House incurvò la fronte, incuriosito.- quell’uomo? Quell’uomo chi?-

Park strinse forte le coperte sotto le dita. S’agitò di nuovo e riprese ad urlare- ora capisco.. quell’uomo…- il suo sguardo tornò su Greg House.- un uomo.. quella lettera…. Oh, avrei dovuto immaginarlo.. è un pazzo, lei non capisce, ha appena iniziato..- gli prese il braccio, stringendolo con voga.- loro sono in pericolo, comprende?? È un folle, ed ha appena iniziato!-

La voce del malato si troncò di nuovo in gola, ma questa volta non fu per l’agitazione. Le pupille rimasero immobili, poi  anche le macchine iniziarono impazzite ad urlare furiosamente.

-loro?- urlò House.- loro chi??-

Park stava avendo un collasso. Perse conoscenza.

Subito la stanza si riempì di infermiere già attirate dal trambusto di poco fa e,poco dopo, sopraggiunsero anche Cameron, Foreman e Chase accorsi all’emergenza.

-che è successo?- domandò frettolosamente l’australiano, non ottenendo alcuna risposta, mentre lui e gli altri cercavano disperatamente di rianimare il paziente.  House se ne stava in disparte, ai lati della stanza, apparentemente impassibile, ad osservare la scena. Sperò che non morisse mentre quelle che sembravano dover essere le ultime parole di Park, gli riecheggiavano nella mente.

Sentì, come un’eco lontano, la voce di Chase, esclamare, tesa.- ora del decesso. 4.30 p.m. -

I suoi occhi fissarono l’uomo morto. Incontrò, subito dopo, lo sguardo preoccupato di Cameron, che si abbassava la mascherina dalla bocca.

Non disse nulla e lui preferì fare lo stesso.

Adesso lo sapeva, quell’uomo era stato ucciso.

Uscì silenziosamente dalla stanza, sotto lo sguardo vellutato della dottoressa.

 

 

 

 

 

 

Intanto, a pochissimi chilometri di distanza, un uomo rideva sommessamente. Si portò il sigaro in bocca per l’ennesima volta, poi soffiò il fumo lentamente, quasi con meditazione.

I suoi occhi neri andarono a focalizzare i volti delle foto che aveva appoggiato a quella scrivania impolverata.

Non aveva che iniziato.

Era giunto il momento in cui tutti avrebbero pagato.

 

 

 

 

To be continued..

 

 

Diomache.

 

  
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