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Autore: Licht4    14/06/2012    1 recensioni
L'amoreossessione di una studentessa universitaria per una ragazzina sedicenne,Delia. Amore non ricambiato,che farà penare la nostra protagonista. Non è basata su fatti veri,solo immaginazione :)
Commentate mi raccomando,e dite cosa ne pensate!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Decisi che buttarmi sotto una doccia sarebbe stata una buona idea. Avrei potuto pensare un attimo,riflettere su ciò che mi preoccupava-e ossessionava-.
La mia pelle rabbrividì al contatto con l'acqua,che mi scorreva su tutto il corpo. Una sensazione di fresco mi pervase,di umido e pulito al tempo stesso. Persa nel dedalo intricato dei pensieri,riflettei ancora su quella ragazza. Magnifica ragazza. Diamine,non era possibile che io,ventiquattrenne universitaria,mi fossi perdutamente innamorata di una ragazzina liceale sedicenne. Non potevo ammetterlo. Ma quello era proprio amore,amore vero,di quelli che ti tolgono il fiato quando vedi la tua amata,di quelli che ti ingarbugliano lo stomaco e non ti fanno toccare cibo,di quelli che ti lasciano pensierosa il giorno-e non ti lasciano lavorare o studiare-e ti tengono sveglia tutta la notte,facendoti comparire due occhiaie il giorno dopo.
L'immagine di quella ragazza-Delia- davanti alla fermata del tram. Lei,come un'apparizione divina,come un angelo sceso in terra-solo per te-o come un demone tentatore. La prima volta che la vidi era Sabato.

Una mattinata calda,senza un alito di vento,l'atmosfera pervasa da un profumo di brioches appena sfornate, e di urli e schiamazzi di studenti intenti ad uscire da scuola.
Attraversai la strada correndo allo scattare del verde di un semaforo.lanciando un'occhiata fugace all'orologio. Le 12.15
“Ho ancora un po' di tempo,non sono in ritardo” pensai,con un lungo sospiro. Le aule universitarie mi attendevano,pochi isolati più avanti. Mi fermai per riprendere fiato vicino alla fermata del bus,ed alzai lo sguardo,studiando le persone presenti,soffermandomi sui loro volti,fissando con curiosa attenzione le loro espressioni.

Mi piaceva guardare le persone,semplicemente stare lì a fissarle,a fissare i loro volti soprattutto. Mi piaceva pensare alle loro vite,così diverse l'una dall'altra,eppure legate da un filo invisibile.

Il mio sguardo si posò su una ragazza,dai capelli blu mare e dagli occhi castani,intenta a scrivere sul suo cellulare,assorta nei suoi pensieri,con un'espressione infecifrabile sul viso. Lei alzò gli occhi un attimo,pensierosa,come a rincorrere la matassa di pensieri che le attraversava la mente,incrociò il mio sguardo. Il mio cuore fece un balzo,e abbassai lo sguardo arrossendo. “Dannazione,ma che ti prende?” pensai tra me,morsicandomi il labbro per non scoppiare a ridere,udendo i veloci battiti del mio cuore.
Delia. Era quello il suo nome,il nome di quel meraviglioso angelo dai mille colori di capelli. Un giorno la rividi,sempre alla stessa fermata,sempre con lo stesso cellulare e la stessa aria pensierosa. Aveva i capelli rosa confetto,o rosa zucchero filato,e mi era parsa così tenera. La rividi poi con i capelli bianchi-sì proprio bianchi-,biondo cenere,castani e pure verde acqua. La tinta di capelli blu era la più recente.

Girai il pomello della docia,arrestando lo scroscio dell'acqua. Lentamente mi vestii, lo sguardo un po' assente,ancora immersa nella selva dei miei pensieri disordinati. “Che ore saranno?”dissi ad alta voce mentre girovagavo per la casa,come a scacciare il silenzio che solitamente regnava in quelle quattro mura.
Vivevo sola,in un appartamento che i miei mi aiutavano a pagare,per seguire gli studi universitari mi ero spostata lontano da casa. Era qualcosa di rilassante starsene da soli,fare le proprie cose con calma,senza nessuno alle calcagna che ti dicesse cosa fare. Ma al tempo stesso era qualcosa di angosciante,svegliarsi e inzuppare le fette biscottate nel latte,seduta a gambe accavallate su una sedia,i capelli arruffati e la matita colata,senza nessun rumore,a parte il tintinnio delle posate,del cucchiaio,della tazza che posavo sulla tavola.
Guardai fuori dalla finestra con uno sbadiglio,e vidi quel manto blu che è il cielo,cosparso da batuffoli di cotone bianco. Il cielo,blu. “Come i suoi capelli....”sussurrai,sorridendo. Delia,delia dai capelli blu.
Mi rendevo conto di essere sciocca o infantile ad amare una ragazza così giovane e che per giunta non conoscevo nemmeno. Ma ascoltando i sussurri del mio cuore sapevo benissimo di amarla. Era da due settimane ormai che la vedevo,la osservavo, sempre alla fermata. Ogni volta il cuore scalpitava,e arrossivo. “Sono solo una stupida,ho superato l'età adolescenziale eppure mi innamoro ancora così!”mi rimproverai. “Oh è davvero controproducente starmene qui a fissare il cielo, o a fissare il vuoto. E che bella giornata fuori! Dovrei uscire invece di fare l'asociale o la solitaria chiusa in casa a rimuginare sulle sue pene d'amore.” pensai.
Detto fatto,in un lampo mi liberai dal peso di quelle riflessioni,presi il mio solito giubotto, la borsa e mi lanciai fuori dall'appartamento,subito accolta da una ventata d'aria fresca. Che forse avrebbe messo ordine ai miei pensieri.

  
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