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Autore: wizdom    15/06/2012    1 recensioni
"La vita è fatta di attimi, alcuni fuggono veloci, altri ti rimangono impressi nella memoria, belli o brutti che siano. Poi sta a te decidere quali ricordare e quali lasciare cadere negli abissi della tua memoria, perchè ci sei solo tu: sei solo e ti devi salvare da solo."
dopo un momento di esitazione, il filmato comincia, e sulla tela bianca si vede proiettata una giovane donna, truccata esattamente come la ragazza legata sulla sedia, che sta in piedi fuori da un pub. La ragazza sembra aspettare qualcuno, e infatti dopo alcuni minuti arriva una macchina color panna da cui scende un giovane uomo con i capelli tirati indietro con il gel.
Genere: Introspettivo, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

Remi point of view

"La vita è fatta di attimi, alcuni fuggono veloci, altri ti rimangono impressi nella memoria, belli o brutti che siano. Poi sta a te decidere quali ricordare e quali lasciare cadere negli abissi della tua memoria, perchè ci sei solo tu: sei solo e ti devi salvare da solo."

 
«ecco stai così, non muoverti» La ragazza è seduta - o meglio, legata - sulla vecchia sedia da trucco di mamma, che era posizionata al centro della sala, davanti al grande telo su cui usavamo proiettare le nostre pellicole. Sembrava quasi bella come lei, truccata e pettinata in quel modo. Si era appena risvegliata e si guardava intorno, osservava il soffitto dipinto, e la stanza arredata con tappeti, quadri e mobili in stile anni 50-60.
«come posso muovermi se mi tieni legata?» chiede con la voce spezzata, mentre una lacrima solca il suo viso pallido per poi cadere sul vestito di seta color pesca che le ho fatto indossare…
«Oh no no no, ti prego non piangere, o si scioglierà il trucco che ho fatto per te...» dico avvicinandomi alla sua faccia e appoggiandole saldamente una mano sulla spalla «ti slegherò quando faremo la nostra scena, quella che ti ho fatto imparare prima che ti addormentavi, ricordi?» la ragazza aveva smesso di piangere, e io tolgo la mano dalla sua spalla per poi avvicinarmi al proiettore e prendere la cassetta numero 29.
«guardiamolo per l'ultima volta, sei d'accordo?» inserisco la cassetta senza aspettare una risposta, e premo il tasto play.
 


dopo un momento di esitazione, il filmato comincia, e sulla tela bianca si vede proiettata una giovane donna, truccata esattamente come la ragazza legata sulla sedia, che sta in piedi fuori da un pub. La ragazza sembra aspettare qualcuno, e infatti dopo alcuni minuti arriva una macchina color panna da cui scende un giovane uomo con i capelli tirati indietro con il gel.
 
«Guarda come è bella, guarda come controlla bene le sue espressioni...!» mi lascio sfuggire, ma il filmato va avanti, e gli attori cominciano a parlare…

 
"«oh Jacqueline, Jacqueline, perchè sei scappata di nuovo Jacqueline??» chiede l'uomo prendendo tra le mani il viso della ragazza…

«perchè la nostra storia non potrà mai funzionare, siamo troppo diversi John, e tu lo sai…!»

«ma noi scapperemo assieme, lontano dove nessuno potrà mai trovarci, e vivremo felici!!»

«no John, lo sai che vorrei, ma non posso lasciare i miei genitori, io sono l'unica figlia che gli è rimasta!» dice la ragazza rassegnata.

«loro se la caveranno Jacqueline, ti prego vieni in Europa con me!» i due sembravano presi dalla frenesia, e tra una frase e l'altra si abbracciavano e baciavano avidamente.

«no John, non posso venire in Europa con te» disse la ragazza bionda con le lacrime che le cadevano dagli occhi chiari, e piano si stacca dal ragazzo alto e moro.

L'espressione del ragazzo è disorientata, triste: non capisce perchè l'amore della sua vita non vuole stare con lui.

«addio, John»

Lui segue con lo sguardo la ragazza che se ne va, lontano da lui, per sempre. Si accende nervoso una sigaretta e dice tra se e se:
«se non puoi stare con me per colpa dei tuoi genitori, allora prima di partire per l'Europa farò di tutto per farti capire che la scelta giusta sono io, a partire da farti conoscere la verità su questo mondo infame…»"
 

Poi la pellicola si interrompeva con un fulmine bianco.

«è stata bravissima non è vero?» chiedo alla ragazza, appoggiandole una mano sulla spalla
«tra poco vedremo se tu sei all'altezza» ancora nessuna risposta. Stringo la presa come per incitare una risposta, ma niente. Sento la rabbia farsi strada e salire dentro di me, quando ad un certo punto sento dire:

«oh, grazie figliolo per le tue lusinghe, ma ora non fare del male alla ragazza che deve essere in forma per la scena....» è mia madre, che scene le scale con il suo solito vestito rosso lungo, e il coprispalle di pelo bianco.

«che ne dici di immortalare la ragazza come in una delle mie vecchie foto??» dice lei alludendo alla ragazza, e scivolando sui suoi tacchi fino al divano di pelle marrone.

Prendo la vecchia macchina fotografica istantanea, quella bella con anche il flash, e mi avvicino al viso della ragazza per sistemarle i capelli e il trucco. Mentre osserva la ragazza, mi pare di vedere negli occhi di mia madre una scintilla di soddisfazione: forse ci ero riuscito, forse lei non mi considerava più debole e non all’altezza.

«che succede Remi? Ti sei incantato di nuovo?» chiede mia mamma con fare intimidatorio. Sembrava quasi scocciata… «no mamma, stavo solo pensando a quanto diventeremo famosi, come tu hai sempre sognato…» esco dai miei pensieri e mi posiziono davanti alla ragazza con la macchina fotografica in mano. «perfetto… guarda nell’obbiettivo…» le dico.
Le foto spontanee sono quelle che mi piacciono di più. Scatto un po’ di foto alla ragazza da ogni angolazione, e la macchina fotografica istantanea le butta fuori subito. «ecco fatto, ora non ci resta che aspettare pochi minuti fino a quando non si mettono a fuoco le foto» dico alludendo alle foto dove si vedeva solo un accenno di contorno.

«figliolo, che ne dici di provare ora la scena? Mi sento stanca e voglio andare a letto dopo..» chiede mia mamma sospirando…

«certo, proviamola subito. Sei pronta? » chiedo alla ragazza seduta sulla sedia. Adesso non piange, ma nei suoi occhi si legge la tristezza da chilometri. Meglio, serve proprio quella per la scena che le ho fatto imparare, e se è naturale meglio. Mi avvicino da dietro alla sedia e le slego i polsi, e così faccio con le caviglie che sono legate alle gambe della sedia. Quando si alza in piedi è un po’ dolorante, ma le faccio indossare le scarpe che furono di mia madre. «ora sei proprio perfetta» mi lascio sfuggire, la ragazza è ancora silenziosa e non parla.

«potete cominciare, sorprendetemi!» dice mia mamma dal divano. Mi ero quasi dimenticato della sua presenza e vederla li mi mette ansia.

«deve essere tutto perfetto!» ricordo alla ragazza bisbigliando e stringendole il braccio e avvicinandola a me. «cominiciamo» dico.

«oh Jacqueline, Jacqueline, perchè sei scappata di nuovo Jacqueline??» le chiedo prendendo tra le mani il suo viso candido…

«perchè la nostra storia non potrà mai funzionare, siamo troppo diversi John, e tu lo sai…!»

«ma noi scapperemo assieme, lontano dove nessuno potrà mai trovarci, e vivremo felici!!»


«no John, lo sai che vorrei, ma non posso lasciare i miei genitori, io sono l'unica figlia che gli è rimasta!» dice la ragazza rassegnata. Sta recitando bene, penso.

«loro se la caveranno Jacqueline, ti prego vieni in Europa con me!» bacio la ragazza e la sento irrigidirsi tra le mie braccia.

«no John, non posso scappare in Europa con te» dice staccandosi subito con le lacrime che le cadevano dagli occhi chiari. Sento mia mamma ridere alle mie spalle. La ragazza la guarda per un attimo senza capire, e poi fa per continuare, ma le tiro un pugno facendola cadere a terra.

«ERA FUGGIRE, NON SCAPPARE STUPIDA!!» le urlo mentre lei è a terra dolorante.

Mia mamma ride «aha, lo sapevo che avresti fallito un'altra volta Remi. Tu non sei nulla! Non sei nulla in confronto a tuo padre! Adesso me ne vado nella mia camera, non disturbarmi senza un buon motivo!» ecco che mi insultava di nuovo, aveva fatto solo questo durante la mia esistenza: ricordarmi che mio padre ci ha abbandonati a causa mia e che lei ha perso l’occasione di diventare un attrice perché è rimasta incinta di me durante il suo primo film. Sopra sento la porta sbattere. Mi siedo un attimo sul divano con la testa tra le mani cercando di calmarmi, ma non serve a niente, i ricordi terribili della mia infanzia e dei problemi di mia mamma cominciano a riaffiorare nella mia mente, inesorabilmente.
Tutto ad un tratto mi ricordo della ragazza ancora a terra. È colpa sua se è successo questo, se abbiamo sbagliato la scena e mia mamma si è arrabbiate.
 
«STUPIDA! NON SEI DEGNA!» le urlo. ho perso il controllo e ora non lo ritroverò più fino a quando non mi sarò sfogato, come da piccolo. Comincio a tirare calci e pugni alla ragazza, lei non reagisce nemmeno e io non mi accorgo: non mi accorgo che la sto uccidendo.




NOTE DELL'AUTRICE: nel primo capitolo Liam non appare, entrerà in scena nel secondo! se recensite sono molto contenta :)
  
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