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Autore: Cronus    15/06/2012    2 recensioni
Tutti le dicevano che innamorarsi dell'impavido SGGK era pericoloso, pericoloso nel senso che in Germania aveva la maliziosa fama di rubacuori e playboy.
Anche il suo orgoglio glielo diceva: "Non ti innamorare di lui, non ti innamorare di lui" le urlava.
Ma lei non poteva farci niente, il suo cuore aveva già deciso...
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL SAPORE DEI SOGNI   Camminava tranquilla per il lungomare di Okayama, i gabbiani starnazzavano sulla spiaggia come in cielo, la gente a quell'ora era in minor numero rispetto a quella di punta, e un dolce profumo di brioches le stuzzicava le narici, stava andando dritta al complesso Yotai: un insieme di palestre e campi da calcio, con l'Hotel Hymaru a 4 stelle, luogo perfetto per un ritiro di calcio della nazionale nipponica.
Il sig.Parson le aveva inviato un e-mail chiedendole la sua disponibilità per il mese del ritiro.
"Mi serve la tua esperienza in campo sportivo" le aveva detto "Mi serve una persona che aiuti le manager, quest'anno sarà una cosa più in grande, non abbiamo mai fatto ritiri così lunghi".
Sinceramente non capiva bene il motivo della suà chiamata, non aveva mai partecipato a impegni del genere prima d'ora.
Conosceva alcuni ragazzi della nazionale, ma solo quelli più famosi, che avevano scelto di giocare all'estero.
Ogni tanto li vedeva in televisione o ne sentiva parlare sui giornali.
Non le interessava più di tanto il calcio, anche perchè il campionato giapponese non era neanchè minimamente paragonabile a quello europeo o sudamericano.
 
Svoltò a sinistra entrando nel vivo della città.
 
Era una ragazza piuttosto simpatica, altruista e umile; ma sapeva farsi rispettare da maschioni troppo cresciuti, aveva polso con loro;sin da piccola si trovava meglio con i maschi che non con le femmine. Tra ragazzi l'amicizia era cosa sacra, invece, le ragazze erano vanitose, formavano dei gruppetti tra loro e, a volte, soprattutto alle medie, non la volevano insieme a loro. Ma lei sapeva benissimo il motivo: erano gelose, gelose del rapporto che lei aveva instaurato con i maschi, capitava che, nei tornei scolastici, i professori le chiedessero di gareggiare in discipline puramente maschili o di sostituire dei ragazzi nelle squadre di calcio o basket, era in grado di competere con i maschietti, anzi , a volte capitava che fosse più brava lei di altri. Ma le femminucce erano gelose che lei rubasse loro il fidanzatino...ma si sbagliavano di grosso,proprio lei, il maschiaccio di turno?
Neanche se ne accorse di essere arrivata a destinazione, tutti i campi erano recintati e, in mezzo a spazzi verdi e una piscina spuntava il moderno hotel Hymaru.
 
-Sig.Parson,Sig.Mikami- li salutò davanti alle porte scorrevoli.
 
-Signorina...- si voltarono entrambi-benvenuta al ritiro della nazionale-.
 
 
 
L'aereo volava delicato sulle nuvole, era seduto vicino al finestrino e guardava in basso, all'orizzonte spuntavano le coste giapponesi; era annoiato, aveva dormito due ore in più del solito e adesso aveva un mal di testa intrattabile, intensificato dal solo pensiero che da lì ad un oretta avrebbe rivisto i suoi incapaci compagni di nazionale.
Erano tutti di un livello nettamente inferiore al suo, gli unici che meritavano il suo rispetto erano Tsubasa e Misaki.
Hyuga...? Era una gran testa calda, un giocatore dai buoni mezzi, ma troppo testardo per diventare un campione.
Si impuntava solo sull'aumentare la sua potenza, senza migliorare però le direzione di tiro,era sicuro che avrebbe tirato più forte rispetto all'ultima volta, ma sempre più centrale e quindi più facile da intercettare.
Insomma, iniziava un ritiro con la massima incazzatura possibile, per non parlare della svogliatezza che aveva in corpo.
Fisicamente era a posto, aveva fatto bene a stare a riposo gli ultimi tre allenamenti dell'Amburgo prima del ritiro;sapeva che erano i più faticosi dell'anno, e di sicuro, voleva come minimo fare bella figura di fronte agli allenatori giapponesi, anche perchè sapeva che, sovente, a questi ritiri erano presenti numerosi sponsor e talent-scout di società prestigiose.
Si sentiva sollevato del resto, visto che, per quanto potesse impegnarsi, Oozora non era di certo un giocatore del calibro del Kaiser.
"Un mese buttato nel cesso si ripeteva".
Sperava solo di avere compagni di stanza "accettabili", se no, se l'era promesso, sarebbe ritornato a casa con la stessa velocità con cui era arrivato.
 
 
 
Le sue valige erano nella hall insieme a tante altre.
 
-Ciao Hikaru!- sentì gridare e si voltò vedendo un gruppo di ragazzi correre in contro a un giocatore.
 
-Ciao ragazzi- li salutò quello con pacche sulle spalle e strette di mano.
 
Il sig.Parson le si avvicinò richiamando l'attenzione dei presenti. -Questa è la nuova manager della squadra, si chiama Deiji Akanomi e starà qui per tutto il mese del ritiro- la presentò. -Ciao ragazzi- li salutò un po' imbarazzata. -Ciao Deiji,noi siamo Ryo, Takeshi, Jito, Yuzo e Hikaru, piacere di conoscerti- parlò un tipo un po' bassetto e un po' calvo di nome Ryo e indicando la persona a cui corrispondeva il nome.
 
-Sicuramente hai già sentito parlare di noi- si intromise Hikaru controllando l'orologio.
 
-Sì, ho già sentito parlare di voi, ma non conosco i vostri nomi, quindi li devo imparare tranne alcuni di voi di cui ho già sentito parlare...-
 
-Come per esempio me?- fece lo spavaldo Ryo.
 
-No, mi dispiace, non ho mai sentito nominare nessuno di quelli qui presenti- si scusò.
 
-Ma di lui sicuramente sì...!- indicò un ragazzo che entrva col borsone in spalla.
 
-E' Oozora Tsubasa- alzò la voce per farsi sentire.
 
-Ah, sì, lui lo conosco, gioca in Spagna se non sbaglio-
 
-Figurati se non lo conosceva!!- sbuffò sconsolato Ryo.
 
 
 
Genzo percorreva tranquillo il viale che conduceva all'hotel, ad ogni passo che faceva, l'altra parte di lui gli diceva di farne subito uno indietro.
Sentiva già gli schiamazzi all'interno e, con tutte le valige addosso, si malediva il giorno che aveva confermato la sua presenza al ritiro.
Le porte scorrevoli gli aprirono il passaggio.
Sentì il gruppo di ragazzi ormai al completo ridere e una voce femminile che tentava di indovinare i nomi dei presenti. -Cia ragazzi- attirò la loro attenzione cercando di fare il tono più entusiasta possibile, ma senza riuscirci.
 
Tutti si ammutolirono, solo Oozora e Taro risposero al saluto.
 
-Mmmhhh....io quello non lo sopporto- sussurrò Masao di fianco alla ragazza.
 
-Guarda chi c'è Ken il tuo amico del cuore...- lo canzonò Hyuga sempre sottovoce. Deiji ammirò il ragazzo appena entrato, era calato il silenzio tra i presenti, sembrava che a ben pochi andasse simpatico il nuovo arrivato. -Dai Genzo saluta la nostra nuova manager, v ieni qui- lo incitò Ryo. Deiji lo riconobbe subito, non aveva dubbi, era proprio lui, il portiere dell'Amburgo S.V.
 
-Genzo??Genzo Wakabayashi??Sì lo conosco- il portiere le si avvicinò tendendogli la mano. -Conoscere è una parola grossa- si corresse- ne ho sentito parlare,balbettava un po', perchè quando le si era avvicinato era rimasta folgorata. Gli occhi scuri,penetranti e magnetici, i capelli corvini nascosti sotto un cappellino bianco con incastrati sulla visiera dei Rayban a specchio, le labbra carnose, le spalle larghe; con una camicia bianca sbottonata sul collo e dei jeans scuri a fasciargli le gambe muscolose. -Piacere di conoscerti..ehm..- -Deiji, mi chiamo Deiji- proruppe rossa in viso. -Allora piacere di conoscerti Deiji- le strinse la mano e lei sentì il suo profumo, una colonia forte e pungente, si vedeva che era un tipo che si teneva.
 
Vederlo in foto o in televisione era una cosa, vederlo dal vivo era un'altra.
 
 
 
  
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