ISLA DE MUERTE
CAPITOLO 1
"Scappateeeeeee!" si elevò un
urlo disperato dal gruppo di pirati assiepati sul ponte del grosso vascello
e poi, al di sopra delle voci esagitate della folla, un rombo si sovrappose
al tramestio, mentre un'esplosione di proporzioni mostruose eruttò da
uno dei grossi cannoni di poppa della caravella avversaria, provocando, tra
i bagliori accecanti dello scoppio, un'onda d'urto che si sviluppò potente
per una decina di metri.
Pezzi di legno e assi si staccarono dal rivestimento del vascello e una grossa
porzione della prua del grosso bastimento andò perduta in mare.
"Centro!" esultò Usop, accendendo una seconda miccia, tappandosi
le orecchie per evitare di rimanere assordato dalla seconda deflagrazione.
"Maledetti!" strillò isterico e affannato il capitano della
nave avversaria, mentre Rufy, raccolto tutto il fiato che poteva immagazzinare,
si lanciò sul ponte, pronto per la battaglia.
"All'arrembaggioooooooo!"
"Zoro i rampini!" gridò Sanji, emergendo dal magazzino carico
di funi uncinate, mentre lo spadaccino recuperava un'asse dissestata e la utilizzava
come passaggio per approdare al grosso vascello.
"Non ce n'è bisogno!" urlò, estraendo preventivamente
una delle sue spade, preparandosi allo scontro.
"Dannato testa di…" ringhiò Sanji, gettando a terra le funi,
osservando il vascello che sovrastava la Going Merry con una certa apprensione.
Era così immenso e massiccio, non sarebbe certo stata una battaglia semplice.
Se solo Rufy non si fosse fatto coinvolgere nella battaglia…
- Ragazzi, c'è aria di avventura! -
- Rufy? Che cavolo stai dicendo? - esclamò Nami osservando il capitano
che dondolava impaziente seduto sul parapetto della caravella, con lo sguardo
palesemente rivolto verso l'orizzonte.
Un grosso vascello si stava dirigendo esattamente nella loro direzione e sul
pennone sventolava con orgoglio un magistrale Jolly Roger, provvisto di teschio
e tutto il resto. Un colosso a confronto della loro bagnarola.
- Pirati! - stabilì Sanji avvicinando i compagni.
- Oddio! - pigolò Usop, gettandosi a terra con il viso rivolto verso
il pavimento. - Si salvi chi può! -
- Zitto, scemo! - lo rimproverò Sanji, assestandogli un calcio sulla
nuca - Se non li provochiamo, non c'è bisogno di agitarsi. Dopotutto
noi non abbiamo nulla contro di loro e loro non hanno nulla contro di noi. -
Nami annuì con veemenza, posandosi alla balaustra.
- Sanji ha perfettamente ragione, basta non compiere gesti inconsulti… -
- Ehi voi… di lassù! - esclamò Rufy gesticolando animatamente
- Avete o no il fegato di fare una bella battaglia tra pirati? -
- Rufy! - strillò Nami portandosi le mani sul viso, scioccata.
- Appunto… - commentò Sanji scotendo la testa.
Sanji si riprese dalle sue riflessioni e ripreso
in mano uno degli uncini per arrembaggio, lo scagliò con quanta potenza
possedesse nelle braccia verso la nave avversaria, agganciando il ponte del
vascello. Finché erano in ballo, tanto valeva ballare.
"Evvai!" esultò per l'impresa, afferrando saldamente la corda.
"Dove credi di andare biondino? Io sono venuta apposta per giocare con
te e tu mi abbandoni?"
Il cuoco si voltò all'improvviso, inorridito dal trovarsi alle spalle
una colossale virago.
"Usop vieni con me!" gridò Nami
raggiungendo il cannoniere intento ad accendere l'ennesima miccia.
"Cosa? Dove?" domandò trasecolando, mentre un'altro scoppio
di cannone fece vibrare l'aria.
"Su quel vascello!"
"Ma se impazzita?" gridò Usop, arretrando come per sfuggire
alle grinfie della cartografa. Aveva infatti allungato le mani per stringerlo
nelle sue spire e spingerlo al di là della balaustra, sull'asse che aveva
posto Zoro.
"Non sono mai stata più seria di così, Usop!" disse,
sistemandosi i capelli dietro l'orecchio, sorridendo e gesticolando eccitata
"Quello è un vascello pirata Usop, capisci? E i pirati si suppone
che abbiano la stiva ricca di tesori! Dobbiamo saccheggiarli"
Usop si scansò ancora e raggiunse il cesto delle palle di cannone, poco
propenso a seguire i ragionamenti contorti della ragazza, sperando in qualche
modo di scoraggiarla con il suo atteggiamento pseudo menefreghista.
"Questo non è sempre vero Nami, anche noi siamo pirati, ma nella
stiva non abbiamo un soldo bucato! E magari anche loro…"
"Suvvia Usop, sempre negativo tu!" e così dicendo Nami afferrò
il braccio del ragazzo e lo trascinò con sé.
"Nami fermati! Nami per l'amor del cielo! Nami è pericoloso e poi…
chi spara col cannone?? Non hai bisogno di me!"
"Si che ho bisogno di te, stupido! Mi serve qualcuno che mi faccia da palo!
Gli altri sono tutti impegnati e poi non vorrai sparare con il cannone su un
vascello in cui ci sono anche io, vero?"
Usop singhiozzò rassegnato, ora troppo preso ad evitare di venir coinvolto
nelle colluttazioni in corso, mentre sul ponte del vascello Rufy e Zoro si prendevano
amorevolmente cura dei membri dell'equipaggio nemico.
"Ci faremo ammazzare, lo so che ci faremo ammazzare!" gridava, mentre
un paio di brutti ceffi sembravano puntarli inferociti, brandendo luccicanti
coltelli tutt'altro che rassicuranti.
"Zoro!" stillò Nami, facendo cenno al ragazzo di sgombrar loro
la strada dagli elementi potenzialmente molesti.
Lo spadaccino si liberò abilmente del giovane con cui stava duellando
e appena udito l'urlo della cartografa, si girò su sé stesso con
un volteggio e fu sui due uomini.
"Grazie!" lo benedisse Nami, superando con Usop l'ostacolo umano,
dirigendosi dritta dritta verso l'interno del vascello.
"Ora dovremmo essere al sicuro!" esclamò, richiudendosi la
porta alle spalle, guardandosi attorno per capire la disposizione dei locali.
Usop dietro di lei si teneva il cuore, troppo agitato e preso a trattenere le
lacrime per il pericolo scampato, per risponderle.
Da fuori provenivano i rumori ovattati della battaglia, mentre l'ennesimo scoppio
di cannone sovrastava il chiasso.
"Mi distruggeranno tutta la Going Merry!" pigolò una volta
ripresosi, sbirciando malamente da una crepa sulla parete.
"Forza Usop, muoviamoci di qui!" lo spronò Nami, prendendolo
nuovamente per un braccio, trascinandolo lontano dalle sue preoccupazioni "Secondo
quanto mi pare di capire, bisogna prendere per di qua! La cambusa dovrebbe essere
giù per queste scale."
I due scesero una rampa viscida di scalini e raggiunsero quella che sembrava
una lussuosa stiva.
Molto più ordinata della loro, riccamente decorata sulle pareti e piena
di zeppa di casse e sacchi pieni di succulente sorprese.
"Si trattano bene, questi piratucoli!" disse Nami, guardandosi attorno
meravigliata.
"A me sembra solo un inutile sfoggio di lusso pacchiano!" commentò
Usop, girovagando nei dintorni senza meta, certo più preoccupato a tenere
sotto controllo qualsiasi rumore sospetto.
"Non sapevo che uno come te facesse caso a queste cose!" disse Nami,
ispezionando casse e anfratti con una manualità che raramente si aveva
occasione di osservare. Usop dovette ammettere, guardandola, che sebbene non
fosse un esperto in fatto di taccheggi o saccheggi, la ragazza ci sapeva fare.
Afferrava velocemente qualsiasi oggetto attraesse la sua curiosità e
lo faceva semplicemente scomparire, come una prestigiatrice di esperienza.
Dopo aver arraffato cose di poco valore, finalmente sembrò scovare una
zona meritevole di interesse.
"Pancia mia fatti capanna!" squittì eccitata.
"Trovato qualcosa di valore?" chiese Usop avvicinandosi, tenendo però
sempre l'orecchio puntato sull'esterno. I colpi di cannone sembravano cessati,
ma non sapeva dire fosse un bene o un male.
"Tieni!"
Nami gli lanciò in mano quello che sembrava un sacco di farina svuotato.
"E ci dovrei fare io con 'sta cosa?"
"La tieni aperta, mentre io la riempio!" esclamò la ragazza,
sfoggiando un inquietante sorriso a trentadue denti, forse più spaventoso
di quello di Rufy. Almeno a quello del capitano si era tristemente abituati,
ma quando ne sfoggiava la cartografa c'era seriamente da agitarsi.
La ragazza si trascinò dietro una cassa decisamente pesante e sollevandola
con una forza mai vista, ne riversò l'intero contenuto nel sacco di Usop.
Una miriade di monetine e gioielli luminosi tintinnò allegramente nel
grigiume di quello straccio.
"Wow!" sussurrò colpito Usop, osservando quelle meraviglie.
"Puoi dirlo forte!" commentò Nami.
"Certo e secondo te ora mi metto ad urlarlo? Sai che succede se ci sentono
eh?"
"Usop, rilassati. Era un modo di dire."
Il ragazzo fece per ribattere qualcosa ma poi si tranquillizzò, pensando
che presto quella tortura sarebbe finita.
"Basta?" domandò, seguendo con lo sguardo Nami che si allontanava
di nuovo.
La ragazza voltò il capo guardandolo con un misto di sarcasmo e divertimento.
"Stai scherzando vero? Non ho nemmeno cominciato!"
"Non hai nemmeno cominciato??? Ma non è abbastanza? Non ho mai visto
tanto oro in tutta la mia vita!"
"Perché sei un sempliciotto. Mi spiace dirtelo ma i miei standard
sono leggermente più elevati. Per cui zitto e tienimi questo altro sacco!"
Nami lanciò ad Usop un secondo sacco di farina e afferrò una seconda
cassa, forzando sul coperchio per aprirla.
"Antiquariato!" esclamò, agguantando un antico orologio d'oro
e ficcandoselo nella tasca.
Nel frattempo all'esterno la battaglia continuava ad impazzare. Sanji, Chopper
e Robin erano rimasti sulla Going Merry, occupati a tener testa ad un fastidioso
gruppetto di pirati che sembravano più che decisi a distruggere la nave.
Mentre Zoro e Rufy dalla loro, cercavano di penetrare l'offensiva nemica giocando
fuori casa.
"Dai Usop, ce ne stanno ancora!" Nami aveva ormai riempito almeno
cinque sacchi e non sembrava assolutamente intenzionata a mollare il bottino.
Non ora che dopo così tanto tempo aveva la possibilità di riprendere
la mano in quella professione che le riusciva tanto bene.
"No, non ce ne stanno più! Mi spieghi come facciamo a portare tutta
questa roba???" gridò Usop ormai fuori di sé dalla rabbia
e dalla paura. Aveva sentito degli scalpiccii poco prima ed era sicuro che di
lì a poco qualcuno avrebbe fatto irruzione in quel locale. E li avrebbe
catturati, legati, torturati e uccisi lentamente e senza pietà. Già
si immaginava sventrato e cibo per i pesci.
"Due sacchi io e tre tu! Semplice… ancora qualche moneta e poi siamo a
posto!" disse Nami spingendo a fondo il contenuto di uno dei sacchi, cercando
di fare spazio per le ultime cianfrusaglie.
"Finiscila Nami! Dove si spinge la tua ingordigia, eh??? Lo sai anche tu
che fine fa il gatto che va al lardo vero???"
"In bagno a scaricarsi?" rispose distrattamente la cartografa, assicurandosi
che i sacchi fossero ben legati affinché non si rischiasse la perdita
di qualche prezioso durante il trasporto.
"Nami tu sei…"
"A posto!" concluse per lui la ragazza, caricandosi i due sacchi più
piccoli sulle spalle. "Muoviti Usop prendi questi tre e tagliamo la corda,
ho sentito dei passi poco fa! Non vorrai farci cogliere in flagrante vero?"
Con agilità superò il cecchino e spalancò la porta per
tornare al ponte della nave.
"Aaaargh!" fu l'unico commento disperato degno di esprimere la frustrazione
del povero Usop che, caricandosi a fatica i tre sacchi sulle spalle, arrancò
verso le scale dietro alla cartografa.
Una volta sul ponte, quello che si presentò dinnanzi al duo, non fu niente
di meno di quello che si erano aspettati.
Entrambe le imbarcazioni erano in pessime condizioni né più né
meno dei rispettivi proprietari.
"Muoviamoci Nami!" disse Usop, questa volta ben deciso a precedere
la cartografa pur di raggiungere velocemente la sua amata caravella. Peccato
che la ragazza sembrasse improvvisamente colta da imbambolamento sospetto.
"Nami che ti prende?" strepitò il cannoniere, attendendo una
sua qualsiasi mossa, osservando la direzione del suo sguardo.
"Il vento. Il vento sta cambiando!" spiegò la ragazza, mentre
un soffio di vento tanto improvviso quanto potente le scompigliò disordinatamente
i capelli.
"Sicura non siano gli spostamenti d'aria provocati da Rufy?" domandò
Usop, seguendo con lo sguardo il capitano ora intento a dondolarsi come una
scimmia da uno dei velaggi, ruotando furiosamente un braccio, pronto a scagliare
uno dei suoi micidiali colpi.
"No. No, non si tratta di Rufy! Dannazione muoviamoci!" esclamò
con un impeto tale che Usop avvertì la sua tensione e cominciò
ad agitarsi più di quanto già non fosse.
Presero dunque a correre attraverso il ponte della nave, evitando alla bell'è
meglio gli scontri e raggiungendo la passerella che collegava le due imbarcazioni.
Usop fu il primo a passare, in barba alla signorile regola del: Prima le
donne e i bambini.
Nami, prima di effettuare la tumultuosa traversata, si volse per un'ultima volta
verso il vascello.
"Rufy, Zoro! Il vento sta cambiando! Vi conviene tornare a bordo!"
e con quest'emblematico avvertimento, attraversò barcollante il ponte
e raggiunse la Going Merry.
Rufy bloccò a metà un pugno e guardò in viso il capitano
della nave.
"Cavoli, proprio ora che la storia si faceva interessante!" esclamò
curvando le labbra in una smorfia per poi trasformarla nuovamente in un sorriso
"Bè, sarà per un'altra volta!"
Con un balzo degno di un canguro si lanciò dal ponte della nave, sotto
lo sguardo interrogativo del suo avversario, raggiungendo così Sanji,
ancora alle prese con la virago.
"Bisogno di una mano?" chiese il capitano, mentre il cuoco scagliava
un calcio a vuoto.
"Naaa, me la sto cavando benissimo da solo!"
"Sanji non tirarla per le lunghe!" lo raggiunse la voce di Nami "Il
vento sta cambiando!"
Il cuoco diede uno sguardo alla cartografa accorgendosi solo in quel momento
del suo ritorno.
"D'accordo amore miooooooooooooo!" poi si volse a Rufy "Ehi,
liberati di lei, io per principio le donne non le colpisco."
Il capitano annuì e prendendo la povera donna per il bavero della camicia
le fece effettuare un volo ad arco che le permise di atterrare esattamente in
testa agli avversari di Zoro.
"Ehi! Questi erano miei!" borbottò lo spadaccino, rinfoderando
le spade.
"Non hai sentito Nami? Ha detto…" gli gridò Rufy dalla Going
Merry.
"Ho sentito quello che ha detto, avrei finito nel giro di pochi secondi!"
Rufy scoppiò in una risata attendendo il ritorno dello spadaccino.
"Aiutoooooo!" gridò Chopper ancora alle prese con un paio di
brutti ceffi. Robin decise di entrare in azione con un colpo che raramente aveva
effettuato, raccolse con forza i due individui con una miriade di braccia e
li gettò velocemente a mare.
"Grazie!" disse Chopper sospirando per lo scampato pericolo.
La cow girl rispose con un occhiolino.
"Ragazzi tutti ai vostri posti, viriamo di trenta gradi e ammainiamo le
vele! Sta arrivando una tempesta degna della fine del mondo!" urlò
Nami, preoccupandosi di portare i sacchi col bottino sottocoperta, mentre i
ragazzi eseguivano le sue direttive, senza domandare nulla. Ormai conoscevano
abbastanza la ragazza per capire che quando parlava dei cambiamenti climatici
non era una questione da prendere sottomano.
"Vigliacchi! Dove credete di scappare???" la voce del capitano del
veliero giunse chiara e cristallina dal ponte della nave. Come Rufy poggiato
al parapetto, seguiva incuriosito le operazioni sulla caravella.
Rufy volse lo sguardo e lo piantò dritto nei suoi occhi, per quanto fosse
possibile.
"Non stiamo scappando e non siamo vigliacchi. Rimandiamo semplicemente
lo scontro! Cause di forza maggiore ci impediscono di continuare! E fareste
bene a prepararvi anche voi, prima di venir spazzati via come fuccelli!"
"Volevi dire fuscelli Rufy?" lo corresse Usop mentre gli passava accanto
in corsa.
"Si, si, quella roba li!"
"Che cavolo stai dicendo???" esclamò di nuovo l'altro capitano
dal ponte osservando il cielo. Un rombo potente ruppe l'aria, mentre grossi
nuvoloni grigi correvano nella loro direzione carichi di elettricità.
"Oh porc…"
"Io te lo avevo detto!"
"Rufy, vieni a darmi una mano!" gridò Usop e il capitano accorse,
senza fare una piega, mentre le due imbarcazioni si distanziavano progressivamente
una dall'altra, preoccupati a salvare la pelle.
La tempesta si scagliò potente per quasi
tutto il giorno e la notte successiva. Ci volle un grosso dispendio di mezzi
e di energia per mantenere intatta la povera Going Merry, ma alla fine, come
sempre poi, la avevano scampata loro.
Dopo una giornata estenuante il vento sembrava esseri chetato ed ora all'esterno
c'era solo una fastidiosa pioggerellina a testimoniare lo scampato pericolo.
Usop era fuori, provvisto di impermeabile e attrezzi da lavoro, occupato a riparare
i danni più vistosi alla nave. I cannoni del vascello nemico avevano
aperto una voragine sul ponte retrostante e la tempesta non aveva certo risparmiato
quella parte già vistosamente compromessa. Era meglio riparare in qualche
modo la falla onde evitare peggioramenti. Chopper si era offerto di fargli da
secondo, mentre gli altri attendevano in cucina, in silenzio, stanchi e tranquilli.
La pioggia si infrangeva sulle pareti esterne producendo un picchiettio rilassante.
"Faccio un po' di tè!" si offrì Sanji alzandosi dal
suo posto, preparando l'acqua da bollire.
Nami entrò proprio in quel momento trascinandosi dietro un sacco all'apparenza
pesantissimo.
"Che cos'è?" domandò Rufy, destandosi immediatamente
dal torpore, incuriosito dall'inaspettata novità.
Nami lo osservò con un sorriso enigmatico.
"Un omaggio di quei gran signori di pirati che abbiamo fortuitamente incrociato
ieri!" disse, sollevando con non pochi sforzi il saccone sul tavolo, cominciando
a slegare i lacci che lo tenevano sigillato.
"Un omaggio? Non sapevo fossero così generosi!" esclamò
l'ingenuo capitano, allungando il collo per vedere di riuscire a scorgere qualcosa.
"Rufy… la tua ingenuità è sconcertante!" commentò
Sanji accendendosi una sigaretta, poggiandosi a braccia incrociate al mobiletto
di fianco al fornelletto acceso "A volte mi chiedo se esisti davvero o
la tua presenza è frutto di una fantasia collettiva!"
Rufy guardò il cuoco senza capire una sola parola, poi si volse verso
Zoro che sembrava dormicchiare poggiato a terra, di fronte al frigorifero.
"Rufy… Nami li ha derubati!" spiegò lo spadaccino, senza aprire
gli occhi, dando in questo modo l'impressione di parlare nel sonno.
"No!" esclamò allora il capitano volgendosi nuovamente verso
la cartografa, osservandola con un misto di incredulità e ammirazione.
La ragazza gli lanciò un occhiolino beffardo e finalmente rovesciò
l'intero contenuto del sacco.
Una miriade di oggettini e preziosi di varie dimensioni, forme e colori, si
riversarono sulla tavolo con un fragoroso tintinnio.
"Ma che figata!!!" esultò Rufy, balzando in piedi, poggiandosi
alla tavola, facendo scorrere lo sguardo su tutte quelle meraviglie. Non credeva
di aver mai visto tanti oggettini interessanti tutti insieme.
"Bè, queste sono perlopiù cianfrusaglie, ma visto che avevo
raccolto tutti i gioielli nella stiva ho pensato di portare con me anche qualche
stupidaggine raccattata qua e là. Possiamo sempre rivenderla in qualche
mercatino!"
Robin afferrò una pipa nera, finemente intagliata.
"O ad un antiquario! Alcuni di questi oggetti valgono più di quanto
pensi, Nami!" disse allungando la pipa alla ragazza che la guardò
interrogativamente.
"E' fatta con legno di ebano e dall'intaglio e dalla fattura sembrerebbe
appartenere al secolo scorso… rivendendo un gioiellino del genere ad uno che
se ne intende, faresti un bel po' di quattrini!"
"Oh sorellona, sapevo che mi saresti stata di grande aiuto!" squittì
eccitata Nami, osservando la pipa come se fosse stato un lingotto di oro puro
"Se me lo permetti mi piacerebbe mi aiutassi a fare una stima di tutta
questa roba!"
Robin annuì, frugando in quella montagna di oggetti, alla ricerca di
altre cose interessanti.
Rufy dal canto suo non sapeva più cosa guardare, afferrava tutto ciò
che brillava, in un atteggiamento che ricordava le gazze ladre e poi cercava
di guardare in controluce il brillio prodotto, esultando con gridolini eccitati
ogni volta che coglieva la luce.
"Oh, questo! Questo si che deve essere di grande valore! Guardate l'intavio!"
disse allungando a Robin un bottoncino dorato.
"L'intaglio…" lo corresse Nami attendendo il responso della donna.
"Niente di più che un bottone dipinto!" stabilì l'archeologa
con un'alzata di spalle. Affermazione che strappò a Nami uno sbuffo deluso.
"Ma l'incisione? Dai, c'è disegnata una nave! Deve essere una cosa
di valore, per forza!" si ostinò il capitano, strappando di mano
il bottone a Robin e continuando a rimirarlo come fosse il più prezioso
dei tesori.
"Zoro! Alza il culo e vieni qui! Ho bisogno di un segretario!" ordinò
la cartografa sporgendosi dal tavolo quel tanto che bastava per farsi scorgere
dallo spadaccino.
"Uh?" mugugnò questo aprendo un occhio, poco orientato ad assecondare
nuovamente le strampalate richieste della ragazza.
"Ti ho detto… alza le chiappe e vieni qui!"
"Sto tanto bene seduto qui, non vedo perché dovrei venire lì!"
disse destandosi del tutto.
"Ti sto chiedendo un favore, ho bisogno di un segretario. Così scriviamo
su un quaderno il valore di tutti questi oggetti."
"E hai bisogno di me? Perché non te lo fai da sola!"
Nami scosse la testa.
"Io non posso, devo stimare gli oggetti con Robin!"
"E allora chiedilo a loro!" esclamò Zoro additando con entrambe
le mani Sanji e Rufy che lo osservavano perplessi.
"Sanji sta facendo il tè, e Rufy…" si bloccò come per
trovare una scusa che le impedisse di ammettere che non si fidava poi questo
granché delle doti grammaticali del suo capitano "Rufy sta analizzando
degli oggetti!" concluse.
"Nami-san, tesoro, ma se vuoi posso aiutarti io!" si offrì
Sanji "Tanto il te è quasi pront…"
"No!" lo interruppe la cartografa, facendolo sussultare "Lo fa
Zoro! Non sta facendo nulla!" e così dicendo raggiunse un cassetto
e ne estrasse un blocchetto e una matita. Poi si diresse a passo spedito verso
lo spadaccino e gli lanciò violentemente in mano i suoi nuovi strumenti
di lavoro.
"Ma io non ti ho detto che lo faccio!" disse provocatorio, non accennando
minimamente ad alzarsi.
"Oh si che lo farai invece. O devo pensare che tu non sappia scrivere?
Sai, la cosa non mi stupirebbe granché!"
Sanji non trattenne una risatina e Robin scosse la testa divertita. Solo Rufy
al solito, non si fece distrarre dalle sue ricerche. Continuava imperterrito
a frugare nel mucchio di oggetti, apprezzandoli secondo un suo personalissimo
criterio di valutazione. Criterio che sfiorava il limite del pacchiano.
Lo spadaccino messo alle strette, sbuffò innervosito ma non oppose più
alcuna resistenza. Vinto dagli eventi, si alzò in piedi, brandendo il
suo taccuino e raggiunse svogliatamente il tavolo, sedendo di fianco a Robin.
Nami sfoggiò un sorriso vittorioso.
"Perfetto! Ora si che possiamo cominciare!"
Passarono parecchi minuti cercando di valutare il pregio di taluni oggetti,
scartandone altri di scarso valore materiale mentre Zoro continuava a sbuffare
ogni volta che gli chiedevano di catalogare un ritrovato prezioso. Prendeva
appunti, inumidendo di continuo la punta della matita, cominciando a sentirsi
nauseato dal sapore della grafite.
"Questo cosa potrebbe essere?" domandò ad un certo punto Rufy,
mentre Sanji cominciava a versare il tè, apprestandosi a richiamare Usop
e Chopper affinché li raggiungessero e si prendessero una meritata pausa
dal lavoro. Ormai erano le cinque del pomeriggio.
"Un'altra schifezza, sicuramente!" rispose Nami senza nemmeno guardare
l'oggetto che gli veniva porto.
Robin alzò comunque lo sguardo e osservò incuriosita quello che
Rufy stringeva tra le mani.
Era una scatolina di legno, poveramente intagliata e tarlata in più punti,
dietro di essa c'era una specie di chiavetta, molto simile a quella dei carillon.
Sul coperchio riportava l'incisione di quello che sembrava un isolotto in mezzo
al mare.
"Dove l'hai trovata quella?" esclamò improvvisamente e con
tale impeto che per poco Sanji non rischiò di rovesciare il tè
sul blocchetto di Zoro, rovinando completamente la lista stilata con amorevole
puntigliosità.
Rufy indicò semplicemente il mucchio di oggetti.
Robin afferrò la scatolina e se la rigirò tra le mani avidamente.
"Che cos'è?" Domandò Nami fattasi ora più attenta.
"Sembrerebbe un carillon!" disse Sanji chinandosi su Robin per vedere
meglio.
"Effettivamente è un carillon!" confermò l'archeologa
passando una mano sul coperchio, facendolo aprire con uno scatto.
Dall'interno balzò fuori una piccola ballerina scosciata con una gamba
alzata di novanta gradi rispetto al corpo.
"Ma non suona?" domandò Rufy un po' deluso.
Robin prese tra le dita chiavetta sul retro e la fece girare un paio di volte
con delicatezza.
Dal piccolo carillon cominciò a risuonare una tranquilla nenia.
"Sembra una ninna nanna!" disse Nami godendo il suono cristallino
delle note. Non ci si sarebbe aspettati di sentire un suono così pulito
da un oggetto così antico.
"Attento a non addormentarti eh Zoro!" lo canzonò Rufy, ridacchiando
per la sua infelice battuta, mentre lo spadaccino scoteva la testa e tracciava
disegnini stupidi sul blocchetto ora inutilizzato.
"Che dici Robin, ha un qualche valore?" domandò allora Nami
senza lasciarsi incantare dal momento romantico, tornando a pressare sulle questioni
più materiali.
Robin sospirò e poggiò il carillon che continuò a suonare
lentamente, rallentando il ritmo man mano che finiva la carica.
"Il carillon in sé non molto… ma se è l'oggetto che penso
che sia, credo che se sfruttato a dovere potrebbe celare più sorprese
di quante si pensi! Dovrei controllare su uno dei miei libri."
"Dici sul serio?" esclamò Nami entusiasta, fidandosi immediatamente
della parola della donna.
"Questo coso qui?" indicò Sanji, servendo dei biscotti da gustare
con il tè. Per lui quella non era altro che una cianfrusaglia senza valore.
"Si… anche se…" riprese Robin guardando preoccupata la ballerina che
girava sempre più lentamente sul posto.
"Anche se?" chiesero in coro i presenti, stimolati dal tono misterioso
dell'archeologa.
"Anche se… se non ricordo male, a questo carillon pare sia legata una storia
piuttosto inquietante!" disse a mezza voce, mentre il suono del carillon
riempiva stanza silenziosa e si spegneva lugubre con le ultime note stonate.
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