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Autore: Sahara__    17/06/2012    3 recensioni
Troppo impegnata a raggiungere la perfezione e a realizzare quelli che lei credeva fossero i suoi sogni, Elizabeth Swann si renderà conto di aver perso l'unica cosa che veramente desiderava : la libertà. E per ritrovare la libertà avrà bisogno di ritrovare la persona che più le ha insengnato a vivere libera, l'unica che Elizabeth, abbia veramente amato..
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Swann, Jack Sparrow, Joshamee Gibbs
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Say goodbye to the people who tied you up,
It's a liberty walk, feeling you heart again,
breathing new oxygen.
It's a liberty walk...




                                                                                            JUST ONE WORD BABY, FREEDOM









Come fuoco che si riversava nell’oscurità dei suoi occhi impenetrabili, la trafiggeva con lo sguardo glaciale. Bello da mozzare il fiato, bello da perdere la cognizione del tempo e dello spazio. Non poteva farsi incantare da lui, davvero non poteva permetterselo. E Will? E suo figlio? Lei ora viveva a Londra, era felice, felicemente sposata con un uomo che amava, un figlio stupendo, una bella casa, tante amiche, la sua vita era perfetta. Già.. Ma cosa voleva dire perfezione? Perfezione è qualcosa di così irraggiungibile (tanto è bello tanto è desiderato) che, quando finalmente si raggiunge, tutto sembra aver acquistato un senso? O forse… Forse perfezione è solo sinonimo di corazza? La perfezione, ora lo stava capendo, era solo qualcosa di superficiale, che sembra aver colmato la propria vita di gioie e allegrie, ma, in realtà.. Ha solo coperto i buchi e le ferite che il tempo ci ha lasciato addosso.. Perchè se davvero si raggiunge un’ambita perfezione, essa non riparerà mai i dolori della vita, le difficoltà, le lacrime… Perché la vita non è perfetta, purtroppo, nonostante tutte le cose belle che possono succedere. Come un matrimonio, la nascita di un figlio, l’acquisto di una casa… E, nonostante tutti le dicessero quanto fosse bella e perfetta la sua vita, lei, sempre più convinta man mano che i giorni avanzavano, capiva che mancava qualcosa. Le mancava qualcosa per essere completa. E quella cosa era la libertà. Il sapore di avventura. L’odore di mare, di vento tra i capelli, la sua voce, sempre presente nei meandri della sua mente… Quanto le mancavano quei giorni. Quei giorni passati cavalcando le onde del mare, mentre la paura saliva, vedendo avanzare un veliero nemico, sul cui albero maestro sventolava una temibile bandiera nera, con un teschio e due spade incrociate. Quei giorni passati ad osservare il tramonto dal ponte della Perla Nera, in completa pace con il mondo, in completa pace con sè stessa. Quei giorni così eccitanti, così carichi di emozioni e batticuore, quei giorni passati a duellare, la spada stretta in mano, affilata, letale. E poi c’erano quei giorni di sconfinata giovinezza, cantando vecchie canzoni piratesche, tracannando rum fino ad addormentarsi sotto il cielo trapunto di stelle. “Solo una parola gioia, libertà..” Libertà.. Era quello che lui diceva sempre. Il mare, l’orizzonte infinito, il vasto e azzurro cielo, i gabbiani che cantavano, libertà. Il vento, il sole, la gioia, le corse sulla spiaggia, i duelli, le avventure per i posti più sperduti della terra. Libertà. Ecco cosa le mancava. E sapeva, lei sapeva che la libertà poteva ottenerla solo riconciliandosi con l’unica persona che le aveva insegnato a vivere. A vivere libera. Lui. Jack. Il Capitano Jack Sparrow. Ed ora che lo aveva davanti le mancava il fiato. Non ricordava quanto potesse essere bello. La pelle bronzea, gli occhi magnetici, il sorriso beffardo, il lineamenti del suo volto, così misteriosi, che scatenavano un’impellente voglia di essere studiati, capiti. Non ricordava lo strano effetto che le faceva, quando lui le stava così vicino. Terribilmente vicino. “Cosa ci fai qui?” chiese, ancora sorpreso per quella apparizione. Non capiva come fosse possibile averla qui. Come avesse fatto a trovarlo. Dopo così tanto tempo. Lei non rispose, troppo impegnata a studiare le parole da usare. Ma cosa poteva dirgli? Che, dopo due anni , due anni in cui lei era ritornata l’aristocratica di sempre, due anni in cui aveva accantonato spada e bottiglie di rum, sposandosi, avendo un bellissimo bambino, due anni in cui aveva abbandonato tutto quel mondo, per trasferirsi a Londra, per ricominciare un’altra vita che però non la stava rendendo felice, aveva deciso, così, di punto in bianco, di scappare, senza che nessuno se ne accorgesse, di viaggiare notte e giorno su un peschereccio, ospitata gentilmente da un gruppo di marinai curiosi di sapere cosa ci facesse una così bella donna proprio lì, in quel lerciume, e di raggiungere, dopo giorni di viaggio in mare, l’isola di Tortuga. Quanti ricordi le aveva suscitato quella piccola isola. Le danze, il rum che scorreva a fiumi, le prostitute a braccetto con i pirati, le inaspettate risse per aver bevuto troppo, le casette con i tetti spioventi, le locande, le taverne, le feste fino all’alba. Questa era Tortuga. E li, aveva trovato Gibbs, che beveva senza controllo in una locanda, in compagnia di altri uomini, sbronzi come lui. Inizialmente l’uomo non aveva capito chi fosse quella ragazza, ma, dopo averla osservata bene, esclamò, tutto d’un fiato “Elizabeth!!” lei sorrise, e pretese di parlare con lui in privato, lontano da occhi indiscreti. Così si erano ritrovati a parlare sotto l’immensità del cielo stellato, sulla riva del mare. “E’ passato così tanto tempo cara…” Aveva iniziato lui, con le lacrime agli occhi. “Così tanto tempo dall’ultima volta…” “E’ un peccato che le cose siano andate in questo modo Gibbs. Speravo che saremmo rimasti uniti per sempre.” Aveva ammesso la ragazza, triste quanto lui, mentre le onde leggere dell’oceano le bagnavano i piedi nudi. “Nulla è per sempre, purtroppo.” Dopo tutte quelle avventure insieme, Elizabeth, Will, Jack, Barbossa, Gibbs, tutti loro..Dopo che avevano ripreso la Perla Nera, annullato la maledizione della Prima Luna, sconfitto Davy Jones, dopo che avevano scoperto così tanti misteri, risolto così tanti enigmi, erano giunti alla fine. Elizabeth e Will avevano deciso di fare ritorno alla loro terra d’origine e di sposarsi. Gibbs e gran parte della ciurma della Perla erano ritornati a Tortuga, Barbossa era morto… Morto da valoroso pirata, dopo aver combattuto l’ennesima battaglia dei nostri eroi. E Jack..? anche Jack aveva deciso di seguire il suo amore. Il suo unico ed inestimabile amore. La libertà. E così, presa la Perla, continuò a viaggiare, da solo, per mari e terre sconosciuti, e tutto quello che tra i pirati della Perla Nera c’era stato, era svanito per sempre. “So perché sei qui, Elizabeth.” Le aveva detto Gibbs, smorzando il silenzio. “Ma io non so dove sia Jack, non lo vedo da due anni ormai. Eh già.. Triste la vita. Mi promise che mi sarebbe venuto a trovare, di tanto in tanto, ma non l’ha mai fatto.” Una lacrima salata scese sulla guancia della donna, che si affrettò ad asciugarla. Gibbs tutta via se ne accorse, e, osservandola negli occhi disse “Manca anche a te, te lo si legge negli occhi..” “Aiutami a ritrovarlo, ti prego.” Gli aveva chiesto la ragazza, implorante. E fu così che i due, presa in prestito una nave, avevano intrapreso l’ennesimo viaggio solcando i mari. Notti e giorni, giorni e notti, passati a scrutare mappe, bussole, ad esplorare isole e zone dell’oceano mai visitate prima di allora. E, quando tutto ormai sembrava perduto, eccola lì, la Perla Nera, ormeggiata in una baia di un’isola tropicale, Puerto Paraìso. Gli occhi di Elizabeth si illuminarono di gioia e speranza. Scesero dal veliero con il quale avevano viaggiato, e salirono a bordo della nave pirata, sfortunatamente deserta. “Dove sarà?” Aveva chiesto Gibbs, grattandosi la fronte. Avevano aspettato ore, girovagando senza sosta per la nave, in attesa del suo ritorno. E, quando sentirono dei passi, i due rimasero immobili, tanto era l’emozione di quel momento. Jack era giunto, li guardava sbalordito, meravigliato, confuso. Gibbs rimase a bocca aperta, Elizabeth sorrideva, troppo felice per averlo ritrovato. “Jack…” Ed eccoci ritornati all’inizio. Il suo sguardo glaciale, così intenso ed enigmatico. La sua emozione, nel vederla. Dopo aver salutato e riabbracciato il suo vecchio amico, Jack rimase solo con la ragazza. Avevano troppe cose da dirsi. Troppo cose da chiarire. “Come hai fatto a trovarmi?” Domandò, offrendole una bottiglia di rum. Lei lo afferrò con voracità. Mandò giù un primo sorso. Quanto le era mancata quella bevanda.. Così dolce, intensa, che bruciava per qualche secondo la gola di un inaspettato senso di piacere … “Ho viaggiato per settimane intere. Per posti che neanche tu immagini.” “Solo per rivedere me?” Chiese Jack, alquanto stupito. “Esatto, solo per rivedere te.” “E perché mai l’avresti fatto?” Elizabeth rimase in silenzio. Cosa poteva dirgli adesso? Che gli mancava da morire? Che, dopo tutti questi anni, aveva scoperto di amarlo…? “ Perché sei importante Jack, per me, per Gibbs, per tutti noi.” Lui la fissò canzonatorio. “Oh, davvero? E allora dove sono gli altri? Dov’è Will, il tuo amato sposo? Non voleva accompagnarti per questo viaggio? Ha deciso che voleva rimanere nel suo bel castello a giocare a fare il principe, piuttosto che accompagnare sua moglie a rivedere un suo amico, dico bene?” Elizabeth scosse la testa. “Lui non sa che sono qui.” Bevve un altro sorso di rum. “non gli mancavo si vede. Come non mancavo a nessuno di voi, è naturale..” Continuò il capitano, auto commiserandosi. “Sono venuta qui per questo. Sentivo la tua mancanza Jack, la mancanza di tutto quello che abbiamo passato insieme, di tutti quei giorni meravigliosi ricchi di avventure, di libertà.” “E allora perché sei andata via?” domandò, serio. Già, bella domanda, perché era andata via? Se sentiva la mancanza della sua vita, perché era fuggita? “Credevo di desiderare la vita che ho scelto. Ma mi sbagliavo. Credevo di volere sposarmi, di aver un bambino, di rivivere come una nobile, come la figlia del governatore… Ma non era quello che volevo. E più passavano i giorni e più me ne rendevo conto.” “Ormai è troppo tardi cara. Dimentica e vai avanti. E’ così che vivo io.” Le rispose, mantenendo lo stesso tono serio e distaccato. “Non puoi dire questo Jack. So che anche tu hai la mia stessa nostalgia di tutti quei momenti. Ok, hai la Perla, viaggi ancora per i mari, ma sei solo. Della tua ciurma non ne è più rimasto niente. Non ti manca tutto questo?” Jack smise di fissarla, e puntò lo sguardo su un punto imprecisato del muro. Parlò, continuando a fissare quel punto. “Ho passato notti insonni a capire perché tutti noi abbiamo fatto questa fine. Perché tu eri andata via. Ero sicuro che amavi questa vita. Che amavi la libertà.” “Non so perché sono andata via… Me ne sono pentita subito dopo. Io amavo quella vita, ti giuro. E la amo tutt’ora. È stato tutto un terribile sbaglio.” Lui girò nuovamente lo sguardo verso di lei, e si avvicinò, sempre di più. Le accarezzò il collo con quella sua innata abilità da far venire i brividi, mentre lei lo guardava, con uno sguardo pensieroso. “Tu agogni la libertà, piccola.” Le disse dolcemente, mentre la sua mano scendeva lungo la schiena. “La libertà non ha lo stesso sapore, se tu non sei al mio fianco.” Rispose Elizabeth, avvicinandosi quel centimetro in più per sfiorare le sue labbra con le sue. Lui rispose al bacio, tenendola per i fianchi. Da dolce e delicato che era, una passione segreta esplose, riversandosi tutto su quel bacio inaspettato ma tanto desiderato. Quando si staccarono, ansimanti e senza fiato, si osservarono negli occhi, che brillavano di una strana luce. “Promettimi solo una cosa.” Disse lui, sorridendo. “Tutto quello che vuoi.” “Questa volta, non mi ammanettare per lasciarmi divorare da un Kraken, chiaro?” Lei rise, e continuò a baciarlo, se mpre con più passione. Tempo di qualche minuto, mentre l’alba si schiudeva nel cielo roseo, stavano già facendo l’amore.  
   
 
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