Esule sull’asfalto rovente
Guardami, parlami, comprendimi.
Amami.
Guardati dentro, conosciti e ascoltati.
Non puoi volerlo!
Sappi che esisto, che vivo, respiro
E che gioco e che sogno e ti amo.
Ma tu cieco mi osservi soltanto, mi lasci da solo davvero?
E adesso tra noi chi è l’animale?
…
E come un esule corro, sull’asfalto rovente,
Latrando e piangendo, verso quello che resta
Della mia vita, e della speranza di vederti tornare.
Arriva l’estate, la stagione degli abbandoni e non riesco a pensare che all’autostrada e a tutte quelle bestie che si fermano per un attimo, per quella frazione di secondo che basta a far scendere il proprio cane o gatto.
E mi domando: cosa ci erige a essere umano, che fine hanno fatto gli insegnamenti della religione, della morale e la legge? Ormai nemmeno questa basta a fermare l’abbandono.
Scusate lo sfogo.