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Autore: shevaara    21/06/2012    1 recensioni
Calde lacrime gli sgorgavano dagli occhi. La baciava, l'accarezzava, passava le ruvide mani su quelle sue lisce guance.
Guance asciutte.
Lei non piangeva, la rassegnazione aveva preso il suo cuore, cancellando dal suo sguardo, una volta così vitale, ogni sentimento.
Era fredda, ma non per cattiveria. Era fredda perché la vita l'aveva già abbandonata nonostante l'esecuzione sarebbe stata solo l'indomani. E questo lo faceva soffrire ancor più.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Calde lacrime gli sgorgavano dagli occhi. La baciava, l'accarezzava, passava le ruvide mani su quelle sue lisce e bianche guance. Bianche come perle, bianche come chi non sa più cosa sia il calore di un raggio di sole.
Guance asciutte.
Lei non piangeva, la rassegnazione aveva preso il suo cuore da tempo ormai, cancellando dal suo sguardo, una volta così vitale, ogni sentimento.
Era fredda, ma non per cattiveria. Era fredda perché la vita l'aveva già abbandonata malgrado la sua esecuzione sarebbe avvenuta solo l'indomani. E questo lo faceva soffrire ancor più.
Cadde in ginocchio, la fronte contro il petto di lei cingendole la vita con mani tremanti. Piangeva senza sapersi trattenere, il cuore che batteva irregolare stretto nella morsa della disperazione.
E sebbene fosse lei la giustiziata lo consolava, passandogli dolcemente una mano tra gli ispidi capelli neri.
Lui avrebbe voluto vederla piangere, disperata, avrebbe voluto vederla chiedere pietà, avrebbe voluto consolarla e stringerla a se.
Avrebbe voluto vedere ancora la vita in lei.
- Ti amo... - riuscì a biascicarle lui, le labbra strette, il volto premuto contro di lei.
- Anch'io - rispose lei baciandogli nuca con dolcezza - ti amerò fino all'ultimo istante... -
Parole così dolci e crudeli che ferme e decise, ferivano ancora il suo cuore.
E lui piangeva, chino sulle sue cosce, stretto a quegli ultimi momenti.
E lei lo consolava, le mani tra i capelli di lui, tra dolci carezze e baci delicati.
All'alba li trovarono così quando aprirono la cella.

Lo sguardo di uno in quello dell'altra. Entrambi rimasero muti di fronte alla folla.
Lui negli occhi di lei non leggeva altro che un lieve dispiacere per il dolore che stava causando al suo amato. Nient'altro.
Lei negli occhi di lui leggeva il caos. Dolore, incredulità, rabbia, rifiuto, amore...
Gli si avvicinò a passo sicuro, lasciandosi dietro le guardie che la scortavano. Si fermò col viso ad un soffio dall'uomo abbozzando un mesto sorriso.
- Ti amo - gli sussurrò lei, facendolo tremare - e ti amerò fino all'ultimo istante -
Poi si inginocchiò, senza una parola, senza che nessuno la obbligasse, allungando la testa sul ceppo, gli occhi fissi su di lui finché poté.
Fino all'ultimo istante.
Il cappuccio nero che portava a coprirgli il volto nascondeva quelle lacrime che non riusciva a trattenere.
Con mani tremanti le chiuse il sacco intorno al viso impugnando poi l'ascia. Oscillava su è giù disobbedendo al volere del proprio padrone, ascoltandone l'incertezza. La strinse poi, salda, con entrambe le mani, cercando di controllarsi. L'alzò fin sopra la testa.
Era pesante, più pesante di quanto ricordasse.
Fino all'ultimo istante.
L'abbassò, tagliando via definitamente una parte del suo cuore.
   
 
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