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Autore: Albicocca    24/06/2012    6 recensioni
[Selena Gomez/Logan Lerman]
Selena Gomez era solo una diciottenne normale.
Non aveva niente di speciale. Non era una ragazza con una bellezza fulminante, ma aveva solo una bellezza anonima, semplice, non eclatante. E questo favoriva il suo status anonimo a scuola, perché pensava che se avesse i capelli biondi e le punte blu cobalto sarebbe stato un minimo più visibile.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ti ho detto di non chiamarmi Selly!”

 

 
Selena Gomez non era un tipo di ragazza che stravedeva per i cantanti o attori.
Selena Gomez non era il tipo di ragazza che amava truccarsi o vestirsi alla moda.
Selena Gomez non era il tipo popolare a scuola, anzi, era già tanto che i professori si ricordassero il suo nome.
Selena Gomez era un tipo invisibile, quasi sconosciuto, non amava mostrarsi in pubblico o stare al centro dell’attenzione.
Selena Gomez era solo una diciottenne normale.
Non aveva niente di speciale. Non era una ragazza con una bellezza fulminante, ma aveva solo una bellezza anonima, semplice, non eclatante. E questo favoriva il suo status anonimo a scuola, perché pensava che se avesse i capelli biondi e le punte blu cobalto sarebbe stato un minimo più visibile.
Ma a lei questo non importava. La popolarità era l’ultimo dei suoi pensieri.
Ma se c’era qualcosa che Selena Gomez amava era leggere.
Per Selena quello era tutto.
Leggere un libro, una cartolina, un giornale, un cartellone pubblicitario, ma l’importante era leggere, sia un romanzo che un testo che parlava di roba scientifica.
Selena amava leggere anche le condizioni d’uso dei medicinali.
Selena amava vedere le parole scorrere una dietro l’altra con un filo logico.
E se c’era qualcosa che Selena Gomez odiava erano gli errori grammaticali o le frasi senza un senso logico.
Selena non permetteva a nessuno di rovinare la sua amata scrittura. A nessuno.
 
Selena Gomez aveva una sola amica, la migliore, e lei si chiamava Demetria.
Demetria era una persona particolare, speciale, forte anche se aveva solo diciotto anni, ma per Selena, Demetria era una persona da seguire, un esempio. E non solo per quello che aveva affrontato nell’adolescenza, tra bullismo e il fatto che non le piacesse il suo corpo, ma anche per la sua musica.
Infatti Demetria, chiamata Demi, amava cantare e scrivere i suoi testi, e Selena amava leggerli e sentirla cantare.
Erano un duo molto unito.
Ma, vi chiederete voi, cosa centra questo?
Beh, da questa amicizia parte questa storia – per molti di voi senza senso -, visto che Demetria decise di fare un provino. Un provino per un talent show.
Ma partiamo dall’inizio.
 
 
Era novembre e faceva freddo, Selena camminava per strada diretta a casa di Demi, che l’aveva chiamata tutta eccitata.
Aveva la sciarpa di lana al collo e il cappello grigio in testa, mentre i capelli castani venivano mossi dal vento che soffiava quel pomeriggio, anche se sembrava già sera inoltrata.
Non poteva credere che Demi l’avesse chiamata con questo freddo, visto che per raggiungere casa della ragazza avrebbe dovuto girare mezza Washington D.C.
Appena arrivata a casa della ragazza, corse dentro ancora tremante per il freddo.
“Per quale motivo mi hai fatto percorre a piedi con questo freddo mezza città? Vorrei un buon motivo.”
Selena si accorse subito dell’enorme sorriso sul volto dell’amica. Uno dei migliori sorrisi che le avesse visto fare. E i sorrisi di Demetria Lovato erano stupendi; erano grandi e luccicanti, come se avessero rapito tutta la luce delle stelle.
Amava i sorrisi che la sua migliore amica gli rivolgeva perché erano speciali.
“Mi hanno presa, Sele, mi hanno presa! Andrò ad America Very Talent!”
Selena rimase immobile mentre Demi le saltava al collo, tutta contenta.
“Sono felice per te..” sussurrò.
Demi la guardò per pochi minuti, preoccupata, poi quando vide il sorriso enorme di Selena e gli occhi lucidi, smise di farlo.
“Sono così contenta, Dems. Così contenta. Il tuo sogno sta per diventare realtà. Diventerai una cantante famosissima. Sei brava e ti meriti questo ed altro.”
E l’abbracciò.
Demetria sorrise ancora di più.
“Sei la migliore amica migliore del mondo – rise -, per questo verrai con me.”
Selena la guardò: “Eh?”
“Hai capito. Mi accompagnerai in questa avventura. Lo farai vero?”
La Gomez annuì, sorridente.
Ancora non capiva che la sua vita sarebbe cambiata irrimediabilmente da un paio di occhi verdazzurro. 
 
Erano passati nove mesi da quando Demi era stata presa ad America Very Talent.
Ormai il programma stava per finire e Demi era in finale con un’altra ragazza, che per Selena, la sua migliore amica avrebbe battuto ad occhi chiusi.
Quella mattina d’agosto stava camminando per Los Angeles con in mano un caffè con tanto zucchero.
Ormai poteva dire di abitare lì, visto che aveva affittato un appartamento per star vicina a Demi, che però, abitava nella “casa” del programma.
Si era trovata anche un lavoro come cameriera per mantenersi e poteva dire di vivere abbastanza bene, anche se però c’era qualcosa che la tormentava.
E quella cosa erano due paia di occhi verdazzurro che aveva incontrato alla serata prima dell’inizio del programma, dove tutti i concorrenti erano stati invitati.
Ma lui, lei ne era sicura, non era un concorrente.
Ne aveva parlato con Demi e lei aveva detto che era amore a prima vista, ma lei non ci credeva. Non era mai stata innamorata, mai, visto che nessun ragazzo rispettava i suoi parametri cioè, quelli di essere intelligente, una mente acculturata, che non pensasse a quello che ormai tutti i ragazzi di oggi pensano e un minimo di bellezza. Un minimo, a lei bastava questo.
Ma quegli occhi non avevano un minimo di bellezza, ne avevano tanta.
E in una serata aveva visto solo quegli occhi, non il ragazzo – o ragazza aveva anche ipotizzato Demi, insinuando nella mente di Selena dei dubbi -, a cui appartenevano. E questo mandava in crisi Selena.
Non sapere il volto di quel ragazzo – perché era certa che quegli occhi fossero di un ragazzo -, non le piaceva.
Voleva scoprire chi era e niente glielo avrebbe impedito. Ma non sapeva da dove partire.
Scosse la testa e cercò di non pensarci e bevve il suo caffè, mentre entrava in un bar; quello in cui lavorava.
 
Per Selena vivere a Los Angeles comportava anche avere a che fare con gente famosa e paparazzi, infatti quella mattina si ritrovò in una situazione abbastanza scomoda. E anche imbarazzante.
Tutto era iniziato perché una ragazzina di tredici anni aveva riconosciuto una persona famosa e si era messa ad urlare e aveva attirato l’attenzione dei paparazzi e si era trovata nei casini.
Il bar era stato letteralmente invaso dai paparazzi che scattavano foto al personaggio famoso di turno e lei non sapeva che fare.
Una persona normale avrebbe avuto l’impulso di cacciare tutta quella banda di pazzi, e sì, questo era stato il primo pensiero di Selena. Ma c’era un problema; non voleva passare per la maleducata di turno.
Ma lì la situazione stava degenerando: paparazzi da per tutto che scattavano foto e fans urlanti.
Selena pensò che essere una persona famosa non dovesse essere tanto piacevole.
Poi i suoi occhi castani, simili al cioccolato, incontrarono un altro paio, verdazzurro.
Selena li riconobbe subito e rimasi a fissarli per venti secondi buoni. Poi arrossì e si avvicinò al casino.
“Signori, per piacere, potete uscire dal locale? La situazione sta degenerando.” disse seria.  
Selena Gomez aveva un carattere abbastanza forte, ma molto infondo sapeva anche essere dolce e gentile, anche se lo dimostrava solo con le persone a cui voleva bene.
I paparazzi sbuffarono e uscirono dal bar, seguiti dalle fans che cercavano il loro “idolo”.
“Grazie.”
Lei si voltò in direzione della voce ma non vide nessuno.
“Sotto al tavolo!” la voce maschile sembrava divertita. Lei si abbassò e incontro quegli occhi verdazzurro.
Non sapeva se le sue guance fossero rosse o meno, ma si sentì andare a fuoco.
Era lui.
Era lui il famoso ragazzo di quella sera, quello che le aveva infestato la mente per non sapeva quanti mesi, settimane o giorni.
Era lui, e adesso lo aveva di fronte.
Sotto ad un tavolo.
Nel bar in cui lavorava.
Sarebbe scoppiata a ridere in quel momento, se non fosse stata tanto imbarazzata e non avesse sentito delle piccole farfalline che volavano nel suo stomaco.
Ma il suo cervello ancora rifiutava di ammettere che Demi aveva ragione.
“Ciao.” salutò lei, in imbarazzo e lui sorrise impacciato.
“Scusa per il casino che è successo, ehm.”
“Ah, non preoccuparti.”
“Davvero, mi dispiace.”
“Ti ho detto di non preoccuparti.” disse lei in tono abbastanza serio.
Il ragazzo ridacchiò.
“Io sono Logan, piacere.”
“Selena.”
“Ti ho già visto da qualche parte, Selly!” esclamò lui sedendosi di fronte a lei, che era ritornata dietro al bancone per lavorare.
Ma visto che nel locale non c’era nessuno, a parte lei e quel ragazzo, e anche Helene, la sua datrice di lavoro che però si ritrovava al piano di sopra, le sue speranze di scollarsi da dosso quel tipo  erano vane.
“Uno: non chiamarmi Selly. Due: dove mi avresti visto?” fece lei.
Lui sorrise imbarazzato.
“Ad una festa. Una di quelle per le persone famose.” continuò, sempre imbarazzato.
Evidentemente, pensò Selena, non sarà una di quelle persone a cui piace parlare della propria fama, insomma, uno di quelli con i piedi per terra.
“Perché tu eri lì?” domandò poi.
Selena lo guardò: “Mi ha invitata la mia migliore amica.” tagliò corto.
“Quindi la tua migliore amica è una di quelle che partecipa al talent show?”
“Sì.”
“Ti sto infastidendo per caso?” chiese lui.
Selena lo fissò confusa; sembrava dispiaciuto.
Lei scosse la testa e fece l’ombra di un sorriso.
“No, infondo non ho di meglio da fare.”
Lui sorrise contento e lei rispose con un sorriso appena accennato.
“Sai, Selly, non sei un tipica ragazza che si incontra da queste parti. Di solito mi saltano addosso.” E rise.
“Che lavoro fai?”
“Attore.”
“Ah. Un bel lavoro, l’attore.”
“Già. Amo il mio lavoro, amo il cinema e amo le mie fans. E’ bello avere delle persone che ti supportano anche se  non ti conoscono di persona.” E sorrise.
“Già, devo essere bello.”
“A te non piacerebbe diventare famosa?”
“No, non ho un talento in particolare.” sussurrò.
“Tu abbiamo un talento. Basta scoprirlo.” E le sorrise.
Selena lo guardò scettica.
Logan guardò il suo orologio e fece una smorfia che fece sorridere la ragazza.
“Mi dispiace Selly, ma devo andare, il dovere mi chiama.”
Si rimise il cappello e uscì dal bar rimanendo da sola Selena, che gli urlò dietro un semplice: “Ti ho detto di non chiamarmi Selly!
 
Passò un mese da quando Selena aveva incontrato Logan.
In quel mese Demetria aveva avuto successo nel mondo dello spettacolo e stava già incidendo il suo primo cd e questo rendeva felicissima Selena, che era contenta per il successo  che stava avendo l’amica.
Continuava a vivere a Los Angeles e a volte sperava di rincontrare Logan, ma le speranze erano vane.
Los Angeles era una città troppo grande per due persone.
Selena, però,  continuava a sognare quegli occhi verdazzurro e il sorriso di Logan.
Quel ragazzo era di una bellezza fulminante, secondo Selena, ci credeva che aveva molte fans.
Magari un giorno sarebbe andata a vedere un suo film, chi lo sapeva, ma di certo, Selena, non credeva che il ragazzo si ricordasse di lei.
Infondo era solo una povera anonima ragazza e soprattutto, era facile da dimenticare.
 
Logan Lerman non era il tipo che si dimenticava delle persone, infatti ricordava tutte le fans che aveva incontrato e ricordava perfettamente anche il viso di Selena, il suo piccolo sorriso su quelle labbra un po’ piene senza traccia di rossetto.
Logan Lerman amava le cose semplici, non le cose particolari. Quelle le detestava.
Logan Lerman non era il tipo che si montava la testa, anzi, era un tipo con i piedi per terra.
Logan Lerman era un tipo capace di innamorarsi di un sorriso. E si era innamorato del sorriso di Selena.
Per lui non era facile credere di essere innamorato di un sorriso, infondo, come poteva? Ma lo sognava notte e giorno.
Anzi, sognava Selena notte e giorno.
Sognava la sua semplicità, il suo sorriso, i suoi occhi, i suoi capelli che secondo lui dovevano essere morbidissimi, il suo corpo che indossava la divisa da cameriera. E anche il fatto che lei fosse più bassa lui di qualche centimetro.
Quel giorno l’aveva osservata e si era memorizzato tutto di lei.
Infondo Logan Lerman amava le cose semplici e Selena era la cosa più semplice che lui avesse mai visto.
 
“Selly, da quanto tempo.”
La Gomez si voltò subito dietro di lei, incontrando quegli agognati occhi verdazzurro.
“Che ci fai qui, Logan?” domandò lei.
Lui sorrise in modo furbo.
“Mi hanno invitato.” rispose in tono misterioso.
Selena rimase immobile.
Chi. Aveva. Potuto. Invitare. Quel. Ragazzo. Al. Suo. Compleanno?!
Si voltò immediatamente verso una ragazza dai capelli biondi con delle punte rosa e corse verso di lei, cercando di non cadere per via dei tacchi mortali che era costretta ad indossare, sotto lo sguardo divertito di Logan.
“Come hai potuto?!”
“Eh?”
“Come hai potuto invitare Logan, qui!” sbottò Selena.
Demetria rise.
“Come se non fossi contenta, Sele!”
A quelle parole Selena Marie Gomez arrossì.
“Come lo hai rintracciato?” sussurrò, portando in disparte la ragazza.
Lei sorrise.
“E’ stato facile. Ho lavorato alla colonna sonora del suo nuovo film. E’ un tipo simpatico, sai?”
“Brutta stronz-..”
“Problemi se io sono qui, signorina Gomez?” la voce divertita di Logan sbucò una seconda volta dietro di lei.
“No, nessun problema.”
“Allora non ci saranno problemi se la invito a ballare, no?”
Selena avrebbe voluto sprofondare.
“Già, proprio nessun problema.” sussurrò e seguì il ragazzo.
Beh, da quella sera Selena avrebbe potuto dire a tutti che Logan Wade Lerman l’aveva baciata, a tradimento vero, ma l’aveva baciata.
 
Quattro anni dopo le cose non erano poi così tanto cambiate, tranne forse per il fatto che Selena e Logan erano fidanzati, e anche Demi aveva trovato l’anima gemella.
“Ehy Selena!” Logan corse contro alla ragazza e l’abbracciò.
“Ciao Lerman!” ridacchiò lei mentre il ragazzo la baciava.
“Senti, devo chiederti una cosa.”
“Uhm.”
“Vuoi sposarmi, Selly?”
“…” lo sguardo di Selena era serio.
Lerman la guardò, come a scongiurarla di dire qualcosa, perché sarebbe morto all’istante.
“Sì, cretino. Ma sei mi chiami ancora Selly, divorziamo.”

 
   
 
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