II.
Germania fa un gesto.
Il soldato si mette sull’attenti.
Veneziano trema.
Fermati, Germania,
fermati, ti prego.
Non sono tante parole e non dovrebbero essere così
difficili da pronunciarsi.
Sono una preghiera, un’invocazione, ma la voce non
esce: si sgretola nel petto e marcisce dentro i polmoni; la bocca si schiude,
il petto si alza, sollevato da un timido respiro…eppure è solo silenzio quello
che gli scivola dalle labbra.
Deglutisce, accenna un passo verso il soldato, tende
il braccio, fermati, fermati, lascialo,
non ti avvicinare, e alla fine sono solo dita serrate contro la spalla e il
mondo che si infrange.
Tutto sfuma, tutto si cancella, tutto si frantuma.
Il soldato allunga le mani, afferrando il quadro
senza darsi pena della grazia o della cura; si aggrappa alla cornice e la
stacca dalla parete con uno schiocco, le vene del collo spiccano gonfie per lo
sforzo e il corpo si inclina, piegato dal troppo peso.
Veneziano soffoca un gemito e si porta una mano al
cuore, serrando le palpebre.
Vorrebbe morire, morire e non svegliarsi più. Morire
e annegare e svanire e dormire, dormire e solo dormire, avvolto nei morbidi
panneggi del Raffaello, tinti del rosso sangue di Tiziano.
Da quando quadri e statue sono divenuti meno di
nulla? Da quando li si esamina come si farebbe con la chiostra di denti di un
cavallo? La forza del colore non è quella dello zoccolo, lo scatto che flette
il ginocchio di una scultura non è lo stesso dell’animale al galoppo!
Te l’ho spiegato
tante volte, Germania! Tante volte e tanto tempo fa, possibile che non ricordi?
Il tuo sguardo meravigliato allora mi stringeva il cuore in una dolce morsa,
ora invece lo dilania! Quegli occhi accesi dallo stupore ora sono per me fonte
della più profonda disperazione, sono una maledizione da cui non riesco a
salvarmi, e sacrificherei tutte le stagioni di questa vita per poter vedere la
disapprovazione e lo sdegno corrugarti la fronte!
Il soldato traballa sotto la cornice, i piedi
incespicano, Veneziano si tende, Germania non lascia la presa.
Se solo potesse, se solo non fosse costretto a
osservare con l’ordine tassativo di non parlare, di non muoversi a difesa di
quello che è suo e di suo fratello, di quelli che sono la loro vita e i loro
ricordi, allora si volterebbe di scatto e gli morderebbe la mano, affonderebbe
i denti nella carne, e stringerebbe, stringerebbe fino a sentire le ossa
cozzare contro il palato e il sangue riempirgli le guance.
No! Deve smetterla con simili pensieri! Non può, non
può mostrarsi ribelle a Germania…! Non può, non può, non può.
Fingi, annuisci, sii timido, stai in silenzio.
Sorridi se lui lo chiede, se lo impone, taci. Dimentica di essere l’Italia del
Nord, riduci te stesso ad un frammento di terra a strapiombo sul Golfo, guarda
il tuo riflesso mentre annega nel torbidume livido del lago.
-Il Kunstschutz
se ne prenderà cura, vedrai-
Mostrati sollevato, Veneziano. Alza timidamente gli
occhi, annuisci appena, concedigli un sorriso di ringraziamento, nascondi la
tensione dei muscoli. I suoi occhi slavati e vitrei ti fissano e si aggrappano
al tuo volto, cercando una scintilla, una speranza di comprensione.
Dimostragli in silenzio la tua fiducia
nell’Istituzione e in quegli imballaggi simili a moncherini fetidi, nella carta
di giornale stropicciata a coprire i vuoti tra le facce del cartone bucato, nelle
casse scardinate, nei chiodi piegati minacciosamente verso la tela, nei buchi e
negli spifferi da cui si intravedono gli occhi pietosi di una Vergine o la
scintillante, inutile spada di San Giorgio, levata contro uno sconquassato
serpente di legno.
-Lo so- mormora Veneziano e le parole si trascinano
a fatica dentro la bocca gonfia, impastata di sabbia
Sarebbe così facile spezzare Germania, in quel
momento. Negargli ogni appiglio. Ogni speranza. Ogni aiuto. Sarebbe così
facile. Spezzarlo e spezzarsi a propria volta, perché se Germania cade,
Veneziano cadrà con lui -e non per mera
politica.
-Non permetteremo a tuo fratello di distruggerlo-
Il respiro si conficca nei polmoni, ma Veneziano si
costringe di nuovo ad annuire.
Romano, fa’
attenzione, Romano.
Suo fratello corre e scappa e spara tra i monti e
gli arbusti, e Germania vede in lui l’unico
pericolo alla stabilità dell’occupazione sul territorio italiano. A Romano imputa
la colpa della guerriglia, dei convogli distrutti, dei ponti crollati, dei
prigionieri liberati.
Ah, Germania, se
solo tu sapessi.
Veneziano si obbliga a dimenticare d’essere ben più
che uno Stato fantoccio, ma Germania lo ha scordato per davvero.
Romano no, come non ha dimenticato il loro legame di
fratelli: lui si occupa dei balzi e delle gole, Veneziano scivola e si districa
in ragnatele di inganni e corruzioni. Romano si prende cura dei figli della
terra, Veneziano dei figli della politica. Si finge sottomesso, si finge
fedele, si finge sconfitto: mostra il volto sorridente e nasconde il petto che
brucia di libertà.
Non ti ho voltato
le spalle, Italia. Aspettami, aspettaci.
Solo qualche
settimana, solo qualche mese, solo qualche anno ancora! Ti libererò, Italia! Ti
libereremo!
Germania lo spinge verso un’altra Sala, verso altri animali da esaminare, catalogare alla
bell’e meglio e imballare in tutta fretta. Veneziano torce il collo e dietro le
spalle del tedesco coglie il luccicare delle lacrime della Vergine.
Tornerete a casa,
ve lo prometto.
E questa, lo sa, non è una menzogna.
Quando gli ha aperto le porte di Ville Triste,
Rodolfo Siviero ha annuito.
Note
Dall’autunno
del ’42 Goering strappava a Firenze capolavori inestimabili.
Con i
suoi treni speciali molte opere partivano senza alcuna noia amministrativa e
doganale. Siviero ci raccontava che “ questa situazione nel settore delle Arte fra
i gerarchi nazisti e l’Italia durò fino all’8 Settembre 1943, data in cui fu
istituito, al comando del colonnello Alexander Langsdorf, il Kunstschutz. Da questa data il
patrimonio artistico, storico e bibliografico italiano passò sotto la
protezione di Hitler e di Goering, e il programma del Governo Nazista per la
spoliazione delle opere d’arte in Italia poté così completare il suo ciclo (…)
Nel luglio del 1944, poco dopo l’occupazione di Roma da parte delle truppe
alleate, il quadro della situazione era questo: i tedeschi avevano portato in
Germania e al Nord più di duemila oggetti d’Arte di pertinenza di Gallerie
pubbliche e cittadini privati.”
(Manuale di Legislazione dei Beni
Culturali, Giulio Volpe)
E le truppe naziste che portavano via
i quadri e le sculture non si davano tanta pena nell’imballaggio: dovevano
trafugare, portarle via, e dovevano farlo in fretta.
Rodolfo
Siviero
è stato un agente segreto, storico dell'arte e intellettuale italiano noto
soprattutto per la sua importante opera di recupero delle opere d'arte
trafugate dall'Italia nel corso della Seconda guerra mondiale.
Dopo l'8 settembre 1943 Siviero si
schiera con il fronte antifascista. Si occupa prevalentemente di monitorare il
corpo militare nazista detto Kunstschutz, corpo istituito
originariamente con lo scopo di proteggere il patrimonio culturale dai danni
della guerra, ma che sotto le direttive naziste si occupava di trafugare
dall'Italia verso la Germania il maggior numero di opere d'arte. Nella casa
dello storico dell'arte ebreo Giorgio Castelfranco sul lungarno Serristori di
Firenze – oggi nota come Casa Siviero – Siviero si occupa di coordinare alcune
delle attività partigiane di intelligence.
Dall'aprile al giugno 1944 viene
imprigionato e torturato dalle milizie fasciste di Mario Carità nella nota
Villa Triste di via Bolognese, a Firenze. Resiste agli interrogatori e, grazie
all'interessamento di alcuni ufficiali repubblichini che in realtà collaborano
con gli alleati, viene rilasciato.
Grazie ai meriti acquisiti nella
Resistenza, nel 1946 il Presidente del Consiglio dei ministri Alcide De Gasperi
nomina Siviero "Ministro plenipotenziario" affidandogli l'incarico di
dirigere una missione diplomatica presso il governo militare alleato in
Germania con lo scopo di stabilire il principio della restituzione delle opere
trafugate all'Italia.
Riportate in Italia la maggior parte
delle opere, Siviero – a partire dagli anni cinquanta – si occupa
sistematicamente di ricercare, per conto del Governo, tutte le opere d'arte che
vengono rubate ed esportate dall'Italia.
(Wikipedia)
Vorrei, cioè, tipo, ringraziare quella donnaH di Rota e Sara_sakurazuka per aver recensito
<3 *Scuora e coccoleggia*
E poi, ringrazio anche Black Knight e KonataR per
aver messo la storia tra le seguite <3