Il sole splendeva alto nel cielo, come sempre ansimava e sudava per il gran caldo, mentre neanche una nuvola passava per dargli un po’ di conforto.
Quel giorno Maka aveva deciso di organizzare un picnic con tutti gli amici della Shibusen.
Aveva così invitato Kid, le sorelle Thompson, Black Star, Tsubaki e Crona.
Ovviamente c’era anche Soul, anche se in quanto arma di Maka era stato praticamente costretto ad aggregarsi.
Maka aveva organizzato tutto fin nei minimi dettagli, aveva trovato un bel prato verde su per le colline ed aveva allestito un tavolino ed un grill dove avrebbe arrostito la carne.
Aveva portato piatti di plastica, posate, bicchieri, tovaglioli, e bevande a volontà.
Una bottiglia speciale di vino era stata portata direttamente da Soul, che aveva detto “Non esiste grigliata senza un buon bicchiere di vino che lo accompagni”.
Kid si era offerto di imbandire il tavolo, ma ben presto Maka si pentì di averglielo lasciato fare: infatti nella sua mania del simmetrismo stava cercando di far coincidere la distanza delle posate con il piatto, l’angolazione del tovagliolo ed il posizionamento del bicchiere.
Dopo mezz’ora aveva appena finito con il primo servizio, e ne mancavano ancora sette.
Maka si mise una mano sulla fronte e chiese a Tsubaki e Crona se lo potessero aiutare.
Tsubaki accettò volentieri, mentre Crona chiese con la sua voce melliflua “Ma come si fa? Io non so come comportarmi” ricevendo puntualmente la strigliata da Ragnarok che per punizione cercò di alzarle il vestito davanti a tutti, subendo a sua volta il maka-chop.
Nel frattempo Liz e Patty cercavano di accendere il fuoco del grill. Patty aveva gettato talmente tanta diavolina nel carbone che Liz aveva avuto appena il tempo di accendere il fiammifero che un enorme vampata di fiamme l’aveva investita in pieno annerendole il volto e bruciandole i capelli. Patty era caduta a terra e si teneva l’addome con forza, dato che le faceva male da quanto stava ridendo forte.
Questo permise a Tsubaki e Crona di finire di imbandire il tavolo, dato che Kid, che fino a poco prima era intento a dare ordini alle due ragazze su come la perfezione fosse tutto, era corso verso Liz sperando che il fuoco non avesse rovinato la simmetria dei suoi capelli.
Mentre Maka cercava di dare un po’ di ordine in mezzo a tutto quel caos, comparve con un enorme balzo Black Star.
Tutti rimasero per un attimo a fissarlo sbalorditi, non capendo cosa volesse, fino a quando non notarono che portava con sé una sacca di tela sulle spalle.
-Vi ho portato la carne da cuocere! Io sono il migliore! Io! La stella nascente, vi ho rifocillato con le mie stesse mani! Ahahahah- E svuotò il sacco per terrà, mostrando un enorme quantità di lucertole e di rane.
-Ma che cos’è tutta questa schifezza? Ti avevo chiesto di portare della carne fresca, ma non viva!- Urlò Maka mentre il sangue le ribolliva in testa.
-Suvvia Maka, questa è carne di ottima qualità, selezionata personalmente dal sottoscritto! Ahahahah…- Un maka-chop lo colpì in pieno, facendolo volare sul grill e facendogli bruciare il sedere. Black Star fece un balzo in alto mentre con le mani teneva le chiappe che stavano andando a fuoco.
-Black Star! Black Star!- Tsubaki andò verso di lui nel tentativo di soccorrerlo e spegnere le fiamme.
-Uffa! Maledizione! Perché per una volta che decido di organizzare qualcosa finisce sempre per accadere qualche imprevisto?- Pensò tra sé e sé Maka, quando si accorse dell’assenza di Soul.
Dov’era andato a finire?
Mentre gli altri erano affacendati con le loro cose, lei disse che andava a cercarlo.
Si diresse su per la collina, chiamandolo ad alta voce, ma senza sentire nessuna risposta.
Guardò a destra ed a sinistra, ma non lo vedeva da nessuna parte.
Chissà dove si era cacciato, sempre per i fatti suoi, si chiedeva cosa gli passasse per la mente ogni volta.
Giunse fino in cima al colle, dove un’enorme spiazzo mostrava la Shibusen in tutto il suo splendore.
Seduto su una roccia vide una sagoma inconfondibile. Era quella di Soul.
-Soul! Soul! Che ci fai qui?- Chiese Maka avvicinandosi a lui.
-Ah, Maka, sei tu. Dato che stavate facendo un casino infernale ho deciso di fare una passeggiata e mi sono fermato qui ad ammirare il paesaggio- Rispose Soul guardandola per un attimo e riposando gli occhi all’orizzonte.
-Ti capisco, è stupendo- Riuscì semplicemente a dire Maka.
-Comunque avete finito? E’ pronto da mangiare?- Mentre Soul fissava maka, sorrise, anche se lei non capiva se era rivolto a lei o semplicemente aveva fame.
-Ah, è successo un guaio, quel disgraziato di Black Star…- Mentre Maka gli raccontava il tutto Soul ascoltava ridendo sotto i baffi ed affermando “il solito Black Star”.
-Mi spiace- Improvvisamente le parole di Maka sembrarono dure.
-Per cosa?- Chiese Soul, non capendo a cosa si riferisse.
-Ti ho visto così giù, da quando abbiamo combattuto contro Giriko sei diventato così strano, silenzioso, e volevo tirarti un po’ su, ed invece guarda che casino è successo…-
Soul rimase per un attimo spaesato, poi le sorrise.
-Non ti preoccupare, hai fatto del tuo meglio. Andiamo a vedere cosa combinano gli altri. Grazie-
Maka sorrise ed insieme scesero di nuovo giù.
Con grande sorpresa era tutto a posto.
Sul grill stavano cuocendo delle succulose bistecche, il profumo che giungeva fino a loro faceva cantare il loro stomaco.
-Black Star si scusa con tutti voi ed è pronto ad offrire la cena, vero?- Disse Kid mentre Black Star, con un enorme cerotto sulla testa e delle bende che sembravano un pannolone faceva cenno di sì con la testa.
La serata filò tranquilla, con Kid che cercò la bistecca perfetta, quella che lui stesso aveva selezionato, cotto e servito, perfettamente circolare, ma che purtroppo per lui Black Star aveva adocchiato ed addentato, finendo così per fare a cazzotti l’un l’altro, con Liz e Patty che se la ridevano di gran gusto mentre Patty aveva preso la bistezza più grossa e più succulenta che c’era, Crona che guardando la bistecca per la prima volta non sapeva come comportarsi e Ragnarok che aveva deciso di mangiarsela al posto suo, prendendo le ire di Maka ed il suo maka-chop. Soul invece aveva optato per una bistecca al sangue, poco cotta, come si addice ad un ragazzo fico.
Alla fine del pasto si levarono i bicchieri di vino in segno di brindisi, come augurio per un futuro migliore e felice.