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Autore: JongKeyIsReal    24/06/2012    2 recensioni
Ennesima ff taglia-vene della sottoscritta.
Odio il fatto di aver iniziato questa ff, quando ne devo ancora concludere un'altra, ma la tentazione era troppo forte e non potevo lasciarla ancora nelle bozze del cellulare.
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Neppure più un suono, o rumore che sia, riecheggia nella residenza Kim.
Non si sente più l’acqua della doccia scrosciare; il suono dello stereo acceso, magari un po’ troppo alto, ad accompagnare le pulizie.
Non c’è nessun orologio a cucù a scandire le ore; ne’, tantomeno, il bollitore che fischia impassibile sul gas, ancora acceso.  
Le risate e le finte litigate per un orgoglio non messo da parte, non superano più le pareti ritinteggiate, fino ad arrivare in strada, attirando qualche passante curioso.
Neppure più un suono, o rumore che sia, riecheggia nella residenza Kim; solamente le lacrime e i singhiozzi, soffocati per un orgoglio non messo, ancora, da parte, scandiscono le interminabili ore.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Los Angeles, 16 Novembre 2012

Stavo pensando alle lettere, a quelle vere; a quelle che nessuno scrive più. Ed è un po' triste come cosa. Per questo, ho deciso di scriverti. E continuerò a farlo ancora, e ancora, e ancora, e ancora...
E sai perchè? Perchè credo di essermi innamorato di nuovo di te. O, forse, non ho mai smesso di esserlo.
Amo quello che non vedo; come uno di quegli uomini religiosi.
Amo quello che non sento; come un sordo che ammira il paesaggio intorno a sé, nonostante non possa bearsi dei privilegi del sentire.
Amo quello che non tocco; come una bambina che ha perso la sua bambola preferita, eppure non passa giorno in cui non spera di ritrovarla magicamente al suo fianco ogni mattina, per poterla stringere forte.
Mi sento un ragazzino fragile, che si aggrappa a una qualisasi cosa, per non cadere giù.
Io mi aggrappo al tuo ricordo, ancora vivo, per non sprofondare; nei momenti più difficili, mi basta immaginare il tuo sorriso un po' sghembo, per avere la forza necessaria per andare avanti.
Non ho voluto portarmi dietro niente di tuo, di nostro, perchè pensavo di essere forte e che, così facendo, avrei sempre avuto l'impulso di ritornare a casa.
Ma non lo hai capito, Jonghyun, che tutto questo è stato solamente uno scatto d'orgoglio?
Volevo dimostrare a te, ma sopratutto a me stesso, che ce l'avrei fatta anche da solo; senza nessuno ad aspettarmi la sera, sul divano; senza nessuno che mi ripetesse, ogni giorno, che ce l'avrei fatta a realizzare i miei sogni, qualsiasi essi fossero; che non mi sarei fatto sconfiggere dalla realtà; senza nessuno sempre pronto, lì, al mio fianco, a sorreggermi ogni qualvolta sarei caduto.
E invece mi sbagliavo, non sai quanto. 
Non è così.
Io ho bisogno di te. Davvero. 
Ma lo sai anche tu che sono una persona orgogliosa, decisamente troppo orgogliosa, per tornare indietro sui miei passi, da te, con la coda fra le gambe.
E lo sono anche per inviarti questa lettera.
Ed è per questo che non farò niente di tutto ciò.
Masochismo; stupidità; chiamalo come ti pare.
Tanto, non puoi.
E non puoi, perchè il dolore che mi sto infliggendo da solo, tu non lo sai. Non lo saprai mai. Non lo puoi neppure lontanamente immaginare.
E tutto ciò, solamente a causa del mio troppo orgoglio.
Per quel che può valere: scusami, Jonghyun. 

 

Sinceramente, 
Kim Kibum

  
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