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Autore: PerfectRainbow_    25/06/2012    0 recensioni
You and me on a summer night
Park the car, dancing in the headlights
You and I, late night drivers
Your hand in mine and all your time
I don't need money in my pocket
Diamonds on my neck
The time I spend with you
I know I'll never forget
You and me is more than enough
'Cause you make me feel like a million bucks.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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It seemed just a dream, a stupid dream.
 


Ore 5.29

Fissavo la sveglia ormai da circa un'ora. Quella notte non ero proprio riuscita a dormire. D'altronde com'è possibile dormire con la consapevolezza di avere un sogno quasi tra le mani?

Da 15enne avrei dato di tutto per far arrivare questo giorno, ma sembrava solo un sogno chiuso a chiave in un cassetto.

Ora mi trovavo invece 18enne ad aspettare che un fatidico minuto scattasse, un minuto che mi avrebbe cambiato la giornata. Una giornata che per tante altre persone probabilmente sarebbe stata sempre la solita noia. Ma per me no, non era affatto così. Mi sentii speciale, privilegiata ad avere quest'occasione

Ore 5.30

Finalmente! La sveglia iniziò a suonare ma la spensi immediatamente per non sorbirmi il solito martellante e insopportabile suono.

Mi sedetti sul letto ripensando a quello che stavo per affrontare. Mi sembrava tutto così impossibile, surreale.

Ancora barcollante mi diressi in bagno con i vestiti in mano che avevo preparato accuratamente la sera prima. Uscii da lì dentro dopo 15 minuti e trovai mia madre appena alzata e stupita di vedermi già in piedi e mezza pronta. “Ho dormito poco” dissi precedendo i suoi pensieri.

Mi girava la testa così mi sedetti sul letto, ero ancora troppo stanca ma la mia smania mi aveva portata ad alzarmi immediatamente.

Sembrava che il mio letto fosse dotato di un campo magnetico capace di attirarmi a sé tanto che caddi nuovamente stesa sul letto.

Sentii mio padre che usciva dalla stanza ,mi vide e disse ad alta voce sorridendo: “Oggi è il grande giorno, su alzati!” Mi limitai a sorridere e ad aprire gli occhi che avevano ceduto alla stanchezza. Improvvisamente mi vennero in mente tutte le sere di qualche giorno prima in cui ero andata a letto superando la mezzanotte. “Non lo avessi mai fatto” pensai, nonostante in una situazione del genere mi importasse ben poco. Stavo per realizzare il mio sogno, ormai non tenevo più conto di nulla.

Prima che i miei occhi si richiudessero decisi di alzarmi definitivamente da quel letto meditando ancora una volta sull'impossibilità di quello che mi stava per succedere, non era cosa da tutti i giorni raggiungere un sogno.

Mi diressi in cucina a fare colazione e in mezz'ora terminai i preparativi. Erano le 6.30, afferrai al volo il mio mp4 e trascinai i mie trolley fuori la porta che i miei chiusero a chiave.

Scendemmo tutti e tre e salimmo in macchina.

Era prima mattina e ancora non riuscivo a chiudere gli occhi per cercare di addormentarmi,nono stante sapessi che non ne avrei più avuto l'occasione durante la giornata.Non riuscivo proprio a far calmare la mia mente.

Il viaggio dopo la maturità era quello che avevo sempre sognato, un viaggio per festeggiare la promozione con le mie amiche sarebbe stato perfetto. La promozione l'avevo ottenuta, il viaggio con le mie amiche di classe anche ma non era assolutamente paragonabile a ciò che stavo per affrontare.

IO STAVO ANDANDO A NEW YORK , cavolo. New York non è una meta qualunque, è la meta dei miei sogni. Sogno di andarci da quando avevo praticamente 14 anni. Non so perchè proprio la grande mela, ma i suoi infiniti grattacieli mi hanno sempre attirata, Times Square mi ha sempre incantata,ho sempre “temuto” l'immensità di Central Park che però allo stesso tempo mi intrigava,ho sempre sognato di far parte delle crew di breakers.

Mi ricordo quando da piccola passeggiando per la mia città sentivo la musica e 'imponevo' ai miei di fermarsi per guardare. Osservavo come si muovevano sicuri a tempo di musica,come roteavano sulla pedana di cartone posizionata lì per l'occasione, come si davano il turno amichevolmente e come ognuno di loro assaporasse l meglio quei pochi secondi che gli spettavano per emozionare il pubblico, e ci riuscivano.

Ho sempre pensato che New York fosse il mio posto. E ora mi sembrava così surreale avere il mio più grande sogno quasi tra le mani. I miei pensieri erano accompagnati da una malinconica vista di Napoli mentre la macchina si dirigeva alla stazione dove avrei dovuto prendere il treno per Roma. Quanto mi sarebbe mancata la mia Napoli, in fondo non vivevo per niente male lì, anzi, amavo la mia città. Ma in quel momento avevo un gran bisogno di evadere, con una delle persone a cui volevo più bene al mondo e che avrei visto per la prima volta nella mia vita a Roma. Al solo pensiero uno sciamo di farfalle mi invase lo stomaco.

 

  
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