E
chi ti ferma?
- Io non ce la faccio più! –
Scattò in piedi, il fiato corto,
come se il divano avesse improvvisamente cominciato a scottare.
- Mi sembra di essere divisa a metà – continuò,
senza guardare nessuno dei due in particolare - Qualunque cosa faccia, qualcuno
che amo dovrà soffrire. –
Bill ritirò le zanne, alzandosi a sua volta in piedi e
avvicinandosi di un passo:
- Io voglio soltanto che tu sia felice. – mormorò -
E se stare con Eric è ciò che ti rende felice… - aggiunse, chiudendo per
un attimo gli occhi - … allora hai la mia benedizione. –
Eric le si avvicinò lentamente, l’aria ancora
incerta ma un sorriso appena accennato sulle labbra:
- Hai sentito? E’ tutto apposto, a Bill sta bene.
– sussurrò, carezzandole la guancia con il pollice, gli occhi che non
riuscivano a lasciare quelli di Sookie - Lui ha già avuto la sua occasione e
l’ha buttata via. Lui ti ha solo mentito. -
- Sì ma per proteggermi. – lo interruppe prontamente
lei, scuotendo il capo - Io ho mentito a lui per
proteggere te e tu hai mentito così tante volte che ho perso il conto. –
Eric allontanò la mano, arretrando impercettibilmente
mentre le ultime parole della ragazza rimbombavano nell’aria:
- Non è possibile. –
Sookie lo superò, riavvicinandosi a Bill e prendendogli le
mani:
- Io ti perdono, Bill. So che tu mi hai amato, sempre,
almeno quanto ti ho amato io… ma ci siamo feriti a vicenda, nel profondo,
spero che tu riesca a perdonare me. –
Lui sorrise appena, una mano che si poggiava
istintivamente sulla guancia di lei:
- Sookie. – mormorò, sincero - Non devi neanche
dirlo. Sei l’amore della mia vita. -
- Sì lo so . E questo rende tutto
difficile. –
Si allontanò ancora, riavvicinandosi a Eric questa volta:
- Se devo essere onesta – cominciò, fissandolo
intensamente - non mi sono innamorata soltanto dell’Eric innocente e
goffo: per quanto violento e insensibile tu possa sembrare c’è qualcosa
in te che mi intenerisce… - abbassò la voce, l’espressione accorata
- … e una parte di me ti ha sempre desiderato. -
- Resta con me, allora. – fece Eric, cercando di
annullare le distanze fra loro.
- No. Non è possibile. Non dimenticherò mai i momenti
passati assieme ma è finita. -
- No! Non può finire così. – provò lui, il tono più duro.
Sookie, però, era arretrata: guardò entrambi da lontano e
scosse il capo, gli occhi che cominciavano a inumidirsi.
- C’è soltanto un modo per risolvere la situazione.
E cioè che io adesso me ne vada da sola. -
- No, non farlo. -
- Sookie… -
- E’ la decisione più difficile che abbia mai dovuto
prendere, ma è la cosa giusta da fare per tutti noi. – concluse lei,
arretrando ancora e ignorando le proteste dei due - Quindi vi prego, non
cercate di fermarmi. –
Voltò loro le spalle e uscì dalla porta senza guardarsi
indietro.
Passarono i minuti.
Minuti di silenzio in cui anche solo respirare sembrava
inammissibile. Impensabile.
E poi Eric parlò:
- E chi ti ferma? – borbottò, ruotando platealmente
gli occhi.
Bill sorrise, più un ghigno in verità:
- Come? – chiese, sollevando lo sguardo verso il
biondo – Non corri a fermarla? -
- Non credo proprio – ribatté l’altro,
sorridendo a sua volta – Ci pensi tu? –
- No – rispose dopo pochi secondi – Ma ti
ringrazio per il pensiero. –
Si fissarono, due ghigni uguali e
una strana luce negli occhi.
Eric sospirò, avvicinandoglisi con impazienza e
slacciandogli la vestaglia con dita abili:
- Temevo non se ne andasse più -
- Colpa tua che continuavi a farla parlare –
- Io? – s’impuntò il biondo mentre
l’altro lo denudava completamente – E tu con sei l’amore
della mia vita? –
Bill scosse il capo, calpestando le vestaglie ai loro
piedi:
- Era una tattica, stupido vichingo-
- Vuoi sentirne una migliore? – borbottò Eric,
gettandolo sul divano.
Bill non fece in tempo ad annuire che l’altro gli fu
addosso, le zanne a pizzicargli il collo.
- E allora? -
Eric sorrise, avvicinandogli le labbra all’orecchio.
- Saltami addosso. –
§
Chiedo venia.
Spero di non avervi causato
sconvolgimenti di stomaco, davvero.
E’ solo che mi è capitata
questa scena sotto mano (finale della quarta stagione, se non
erro) e il mio neurone malato ha pensato a questo.
Questo. Per intenderci non so cosa
sia “questo”.
So solo che mi ha fatto ridere. E
sghignazzare. Al che ho detto… vabbè, si vede che sentivano il bisogno
impellente di saltarsi addosso vicendevolmente, no?
E chi sono io per non
lasciarglielo fare?