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Autore: marzia ds    29/06/2012    3 recensioni
“La realtà sembrava, era, troppo ingiusta per poter ammettere che quel ragazzo che si era sempre dichiarato follemente innamorato di Miho Azuki aveva indirizzato quel sentimento così profondo e veritiero verso un uomo, e per lo più un suo amico, il più importante, quello che non avrebbe mai voluto perdere.
L'unico vero problema era che Saiko era fin troppo perspicace nei riguardi dei propri sentimenti per non capire di amare Takagi.
{Shonen-ai/Saiko x Shujin}
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                                      Smile

 

Mashiro, sin da bambino, era stato un buon osservatore. Durante lo spuntino di metà mattinata, all'asilo, sedeva in cima allo scivolo ed osservava tutto ciò che gli era intorno: potevano essere i bambini che si rincorrevano ad acchiapparello, le bambine che saltavano la corda cantando allegramente, le maestre che fumavano una sigaretta nel retro della scuola; lui, cose di questo genere, le vedeva tutti i giorni. Poi, terminato l'orario scolastico, correva verso l'ufficio di suo zio, sapendo che la prima cosa avrebbe dovuto fare sarebbe stata chiamare la sua mamma per avvisarla che era lì. Dopo aver ascoltato le mille e più raccomandazioni del protettivo genitore, sprofondava nella poltrona foderata di rosso tenendo tra le mani un numero di Rocky Joe spesso e volentieri al contrario, stando tutto il tempo a guardare incuriosito ciò che il grande faceva. Il bambino dai capelli sfumati di blu adorava osservare il suo idolo mentre svolgeva il suo lavoro. Seppur stanco ma con una strana e costante gioia negli occhi, faceva scorrere il pennino sulla tavola per dar vita ai personaggi della sua personale storia senza mai darsi un attimo di tregua. Era il suo soggetto preferito e, se fosse stato per lui, non avrebbe mai smesso di guardarlo lavorare. L'unico momento in cui interrompeva per un po' la sua accurata analisi era quando, scoccate le sei, crollava dormiente ancora in quella stramba posizione.

Crescendo, anche se un po' scoraggiato dalla perdita del parente, non aveva perso il vizio e la perpetua curiosità di scovare ogni minimo dettaglio che l'ambiente circostante gli offriva. Se qualcuno glielo avesse chiesto avrebbe saputo dire il numero esatto delle ciliegie cadute dall'albero all'entrata della scuola o ancora il colore della maglietta del ragazzo appena entrato nello spogliatoio. Non era questione di intelligenza, anzi, a livello scolastico Mashiro non era mai stato poi così bravo, semplicemente continuava a percepire ed osservare tutto quello che riusciva ad attirare la sua attenzione per poco più di qualche secondo.

All'età di undici anni, durante una lezione di nuoto fra due classi differenti, una graziosa figura dai lunghi capelli castani invase il suo campo visivo. Non si parlarono, restarono a guardarsi sinché l'ora di tornare alle proprie dimore non arrivò. La mente del ragazzino, ormai in procinto di diventare un adolescente, era invasa da quella leggiadra, dolce e minuta ragazza. Alcuni giorni dopo, grazie a dei suoi amici, riuscì a scoprire il suo nome e da quel giorno non smise di ritrarla nemmeno un momento, gesto grazie alla quale alcuni anni dopo conobbe il suo migliore amico.

Da quando il suo destino si era scontrato con quello di Takagi, lo spazio che il suo cuore e la sua mente dedicavano alla ragazza amata diminuirono gradualmente finché il suo animo non si divise in modo equo fra Shujin ed Azuki. L'intero suo essere era in tumulto, dal momento in cui aveva conosciuto quell'instabile ed altalenante furia bionda le sue certezze erano crollate irrimediabilmente, la sua intera vita già completamente programmata era caduta in rovina. Aveva abbandonato la sicurezza di una semplice e benestante vita da impiegato d'ufficio e si era cimentato nel continuo duello per poter diventare un affermato mangaka, aveva fatto il primo passo per poter in un futuro godere di un gioioso e duraturo matrimonio, eppure anche quella prospettiva era stata man mano rivoluzionata da Takagi. Si sentiva come una ragazzina in preda agli ormoni, costantemente in bilico fra i due piatti della bilancia. Le sue difese andavano man mano crepando e il suo essere era sempre più esposto, senza alcun modo per tornare indietro.

Ciononostante, quando alzando lo sguardo incontrava il sorriso smagliante ed incoraggiante di Shujin, ogni problema sembrava aver trovato la propria soluzione e aver dimezzato il proprio peso sulle spalle del ragazzo dai capelli blu. Nell'ultimo periodo l'unico viso che riusciva a disegnare, ad osservare, a sognare era quello del suo migliore amico. Riusciva a riprodurne ogni dettaglio, da quel ciuffo ribelle che spesso e volentieri faceva la sua comparsa alle leggere occhiaie sempre ben nascoste della montatura piuttosto accesa degli occhiali da vista.

Successe che perfino durante quella famosa discussione ormai rimasta nella loro storia, per quanto infuriato ed allo stesso tempo distrutto nel profondo fosse, continuava a fare ritratti del biondo seppur sempre contornati da diverse chiazze circolari piuttosto umide che inesorabilmente scorrevano dai suoi occhi. Pensare che quel sorriso, quelle attenzioni, quei fugaci momenti fin ora appartenuti solo a lui, a loro, venissero perquisiti e condivisi con una estranea al suo mondo gli faceva ribollire il sangue nelle vene.

Saiko, in seguito, aveva fatto pace con Shujin, semplicemente per non perdere per sempre tutte quelle piccole cose che amava di lui, non l'avrebbe perso ma sopratutto avrebbe combattuto per riavere quel universo solo loro e di nessun altro. Tutti questi suoi modi di fare gli aveva classificati come infantili ed inappropriati, dettati dalla gelosia nei riguardi di una persona cara ché altro non è che il tuo migliore amico. Nella mente del disegnatore, nei momenti in cui riaffiorava la scena del bacio dei due o ancora delle effusioni dolci che si scambiavano, quella rabbia che insana cresceva dentro di sé era stata etichettata come invidia nei confronti del loro rapporto.

La realtà sembrava, era, troppo ingiusta per poter ammettere che quel ragazzo che si era sempre dichiarato follemente innamorato di Miho Azuki aveva indirizzato quel sentimento così profondo e veritiero verso un uomo, e per lo più un suo amico, il più importante, quello che non avrebbe mai voluto perdere.

L'unico vero problema era che Saiko era fin troppo perspicace nei riguardi dei propri sentimenti per non capire di amare Takagi.

Per lo stesso motivo, ogni volta che capitava di dormire accanto nell'ufficio, quanto il buio nascondeva ogni azione ed ogni sentimento, il disegnatore dai capelli blu poggiava le sue labbra su quelle del dormiente scrittore, per avere anche solo la fugace sensazione che quell'amore fosse sbocciato nei cuori di entrambi.

Ciò che non sapevano era che la maschera di attore pian piano era calata da ambedue le parti, e ormai chiunque gli fosse intorno aveva capito che il sentimento che gli legava non era più semplice amicizia.

Saiko, quando una notte d'inverno le sue labbra subirono una leggera pressione calda ed avvolgente, capì che il suo sentimento così sbagliato era tremendamente giusto, ma soprattutto corrisposto.

Ogni pezzo del puzzle era tornato al proprio posto, come la rottura fra Shujin e Miyoshi o le scarse e-mail che oramai anche Miho gli inviava, solitamente riguardanti più il lavoro che il loro rapporto, ed anche nei pochi casi che parlavano di un ipotetico loro, erano sempre discorsi più adatti ad amici che abitano lontano piuttosto che ad amanti.

Anche Azuki, seppur lontana, aveva capito che Mashiro amava Shujin.

Quando il giorno dopo il duo di mangaka dichiarò di essere diventato una coppia anche a livello romantico, diverse lacrime furono versate, diverse contestazioni furono affrontate ma alla fin fine tutto si risolse e sparì in una nuvola di fumo.

Nessuno poté contestare guardando il sorriso solare, radioso che adornava l'entusiasta viso di Takagi.

Angoletto Autrice

Uccidetemi, preparate un'armata da scagliarmi contro, fate ciò che volete, sono (purtroppo) ben consapevole dell'immenso ritardo nella pubblicazione di quesa One-shot e mi dispiace moltissimo. Inizialemte non doveva essere così, assolutamente, l'ho dovuta riscrivere sei volte per ottenere un risultato quanto meno soddisfacente. Spero comunque che a qualcuno piaccia e come ulteriore causa del mio ritardo vi volevo soltando dire che ieri ho fatto gli orali e per poter uscire con la media del nove ho dovuto studiare parecchio.
La prossima fic in programma sarà di genere comico- sentimentale, genere che non ho mai utilizzato, ma c'è sempre una prima volta, no? 
Aspettatevi di tutto, letteralmente, perché l'idea che ho progettato per questa storia fa gelare il sangue *risata malefica di repertorio*
La smetto di darvi fastidio e vi saluto, spero che chi di voi come me quest'anno abbia fatto gli esami se la sia cavata, maledette prove Invalsi!
Bye Bye By Me ;)

  
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