La guerra di Finn
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma son mille papaveri rossi
Ora sei in pace.
Nessun problema, nessun errore da risolvere, nessun dubbio sul tuo futuro.
Niente.
Quante volte nella tua vita ti sei trovato davanti ad ostacoli che sembravano
insormontabili, che volevi semplicemente evitare?
Quante volte il tuo dolore, le tue paure, le
tue preoccupazioni, che tenevi celate agli altri mostrandoti sempre forte e
sorridente, hanno rischiato di farti esplodere?
Quante volte le tue insicurezze ti hanno portato a dubitare di te stesso?
Sembrava dura la vita, no?
Eppure ora ripercorreresti di nuovo tutto quanto, tutto quello che c’è stato di
positivo nella tua vita e anche tutte le cose negative, perché è semplicemente
la vita: c’è gioia e dolore, paura e libertà, amore e solitudine. E’ tutto un
pacchetto che ti viene consegnato quando vieni al mondo, quando l’amore di
altre persone generano una nuova vita, una vita che ti è stata, forse,
sottratta troppo prematuramente e che ora vorresti a tutti i costi indietro
lungo le
sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente
Vivevi la tua vita serenamente, certo, c’erano
alti e bassi ma avevi tutto quello che un ragazzo di 18 anni poteva desiderare,
amici, persone che ti volevano bene con tutti i tuoi pregi e difetti, una madre
orgogliosa che stravedeva per te. Eri un leader stimato sia su un campo da
gioco, che in un aula di canto, le persone contavano su di te e tu c’eri sempre
per loro mettendo sempre da parte te stesso.
Ti ripetevi che volevi sposarti un giorno, creare una famiglia, la tua famiglia
e vivere in una di quelle case che si vedono nei film con il giardino e la
staccionata bianca. Ti eri ripromesso che ci saresti sempre stato per i tuoi
figli perché tu sapevi cosa significava crescere senza un genitore.
Era il tuo sogno eppure…
così dicevi ed era inverno
e come gli altri verso l'inferno
te ne vai triste come chi deve
il vento ti sputa in faccia la neve
Che ne è del tuo sogno ora, Finn?
Sparito, come tutto il resto.
Dove è andata a finire la casa dei tuoi sogni?
Si è
semplicemente trasformata in un rudere con un altalena che dondola pigra
trasportata dal vento, non uno sghignazzo di bambino, nessun urlo per la
vittoria della tua squadra preferita provenire da dentro l’edificio… Niente,
tutto distrutto lasciando il posto ad un immagine malinconica e senza vita.
Per cosa Finn? Perché lo hai fatto?
E’
stato forse il gesto impulsivo dettato dall’immaturità della tua giovane età?
Cosa?
Per quale valido motivo hai gettato il tuo
sogno, il tuo futuro, la tua vita come se niente fosse? So che ricordi ancora
il momento in cui prendesti la tua decisione di arruolarti, ti sentivi potente,
sentivi che quella era la scelta giusta, volevi rendere orgoglioso un padre che
per te non c’era stato.
Certo, questo ti fa onore, ma che ne è
dell’altro genitore che ti ha cresciuto? Che ha fatto sacrifici su sacrifici
per rendere la tua vita il più normale possibile.
Che mi dici di tua madre Finn? Colei che c’è
sempre stata per te, l’unica che ti è sempre stata vicina, dandoti la sua
fiducia, stando sempre dalla tua parte.
Ti ha cresciuto per veder realizzare i tuoi
sogni, perché in fondo sapeva che se fossi diventato un uomo, forte, coraggioso
e altruista quale eri, tutti i suoi sforzi sarebbero stati ripagati. Ed ora
invece, tutto quello che le riamane è l’ennesimo dolore della perdita ed
un'altra lapide su cui versare fiumi di lacrime.
fermati Piero , fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po' addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una croce
Fermati Finn non è troppo tardi.
Torna suoi tuoi passi e fregatene se ti danno
del codardo, rifletti sulla tua decisione, ne va di te, della tua vita. Non
aggiungere il tuo nome alla lista di persone che hanno perso la loro vita in
guerra. Pensi che se ne facciano qualcosa ora da morti del titolo di eroe?
Pensi che le loro famiglie siano felici di aver perso una persona cara in
cambio una medaglia al valore ed il ringraziamento della nazione?
Ripensaci, non è troppo tardi e vivi la tua vita seguendo i tuoi sogni e non
quelli di qualcun altro o perché ti senti in obbligo verso tuo padre.
Lui ha
vissuto la sua vita, non commettere i suoi stessi errori.
La vita che abbiamo è una sola, e c’è gente
che lotta per tenersela stretta mentre tu la stai dando semplicemente via…
ma tu no
lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera
Sei in guerra, alla fine sei riuscito nel tuo
intento. Certo non si può dire che tu non ce l’abbia messa tutta per allenarti
ed essere scelto fra i canditati ad indossare l’uniforme.
Quella divisa ti sta a pennello, eppure non
sembri più tu. Quella divisa non ti appartiene, non è il Finn che tutti amano,
non sei tu, non è il tuo destino.
Eppure
eccoti, sei in guerra, tutta la preparazione e la fatica ti hanno portato qui
sulla frontiera, finalmente hai ottenuto quello che volevi…
e mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore
Ti senti potente con quel fucile in spalla
mentre marci fiero di essere arrivato dove sei, non è vero? Quell’arma ti rende
potente, sicuro di te. Lo posso leggere chiaramene nel tuo sguardo, nella tua
camminata. Forse per la prima volta in vita tua sei riuscito ad ottenere quello
che volevi.
Non ti sei mai sentito tanto sicuro di te come
in questo momento… O almeno fino a che non hai incontrato il tuo primo e vero
nemico… Ma che ti ha fatto per essere considerato tale? Semplicemente per il
fatto che indossa una divisa diversa dalla tua? Per questo? Neanche a te sembra
una giustificazione plausibile, ma ora sei un soldato, non ti rimane che
obbedire a degli ordini impartiti da tuoi superiori che neanche sanno chi sei…
sparagli
Piero , sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue
Avanti è il tuo momento Finn.
Adesso è tempo di dimostrare che sei lo stesso
ragazzo determinato che ha preso quella decisione.
Avanti
ti hanno insegnato come fare, no? E’ questo il tuo scopo, è qui che vogliono
vedere il tuo valore.
Ma Finn che valore ci può essere nello
spezzare una vita umana? Non ti sembra più così semplice impugnare un arma
quando le tue stesse mani tremano non è vero?
e se gli
sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore
Ti hanno insegnato quali sono i punti deboli
del corpo umano, allora che aspetti impugna il fucile mira e spara quei colpi
letali.
Ma è proprio nel momento in cui realizzi che
stai per porre fine alla sua vita che la tua mente si affolla di domande: Quell’uomo avrà una famiglia a casa? Avrà
dei figli? Posso davvero far vivere ad uno dei suoi ragazzi quello che ho
passato io? Ho sempre detto che è una cosa che non augurerei al mio peggior
nemico ed eccolo davanti a me, resterò della mia idea, oppure quello che sono
diventato avrà il sopravvento?
mentre
gli usi questa premura
quello si volta , ti vede e ha paura
ed imbraccia l'artiglieria
non ti ricambia la cortesia
Ma si sa com’è, in guerra non c’è tempo per i
ripensamenti, non c’è tempo per il dubbio o il rimorso o si è il cacciatore o
la preda. E tu hai pagato cara la tua esitazione e te ne sei reso conto
solamente quando un dolore lanciante colpisce la tua spalla facendoti
indietreggiare di qualche passo e subito dopo un altro sparo punta dritto al
tuo petto. Puoi giurare di aver sentito quasi a rallentatore il proiettile che
perforava la tua carne affondando negli organi interni. Neanche il tempo di un
pensiero, tutti i tuoi anni di vita in quei pochi attimi sono stati cancellati
da un pezzo di ferro che ora giace nel tuo petto…
cadesti
in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccato
cadesti interra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno
Non ce la fai più a stare in piedi, le gambe
tremavano, il dolore è talmente forte da farti svenire e così ti lasci cadere a
terra senza emettere un urlo, eppure era quello che volevi, urlare, urlare di
dolore. Ti avevano appena sparato, ma tu vuoi andartene con onore, forse per
non darla vinta a tutte le persone che nella tua vita ti hanno chiamato debole,
ma non c’è debolezza nel dolore, saresti stato uomo nello stesso modo, anche
con un urlo lancinante a dimostrazione della tua pena. Ma decidi comunque di
morderti il labbro e reprimere ogni suono mentre nella tua mente balena l’idea
di pregare un Dio che non hai mai considerato ma in quel momento ti sembra la tua unica
salvezza. Ma non c’è nessuno ad aiutarti, sei solo, il tuo nemico fugge via
senza neanche controllare se ha finito l’opera. E tu realizzi, steso nella
pozza del tuo stesso sangue, che tutto sta per finire e quasi ti fa sorridere
l’idea che almeno non hai ucciso nessuno. Perché in fondo hai sempre saputo che
non avresti mai potuto farlo, non sei un assassino ed ora la morte ti sembra
quasi una liberazione da quell’obbligo che ti sei autoinflitto…
Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all'inferno
avrei preferito andarci in inverno
e mentre il grano ti stava a sentire
dentro alle mani stringevi un fucile
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole
Ti sorprendi a pensare che stai affrontando la
tua dipartita con un coraggio che ti ha sempre caratterizzato, ma ha cui non
hai mai dato credito . All’improvviso tutto si sembra così chiaro e limpido ed
accetti il tuo destino come qualcosa di inevitabile. Ti ritrovi a pensare a tua
madre ai tuoi amici, alla tua ragazza lontana miglia e miglia da te e speri
solamente che non soffrano troppo per la tua morte. Il tuo unico rimpianto è
non avergli detto un ultima volta quanto li ami e vorresti dirlo ora ad alta
voce anche se sai che non possono sentirti, ma non ce la fai e le parole si
bloccano in gola. Altri ricordi affollano la tua mente mentre una singola
lacrima solca il tuo viso e il respiro si fa sempre più affannato mano a mano
che senti la tua vita scivolare via. Ti addormenti dolcemente nel sonno eterno
pochi secondi dopo con il tuo solito sorriso sghembo e goffo dipinto sul volto
che non ti abbandona neanche il quel momento…
dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
Al tuo funerale ti riservano tutti gli onori
di un soldato, ci sono i tuoi colleghi che hai conosciuto lontano da casa
venuti a portarti il loro ultimo saluto, perché anche se non hanno avuto la
fortuna di passare molto tempo con te, anche loro avevano già imparato a
volerti bene capendo che persona meravigliosa tu fossi e consapevoli anche che
quel mondo così crudele non era fatto per te.
Ci sono i tuoi amici in lacrime, che ancora non si rendono pienamente conto che
tu non ci sei più, o forse cercano di negarlo a loro stessi perché così è
semplicemente più facile ed infine tua
madre. L’immagine di una donna distrutta, inginocchiata davanti la tua bara
dove sopra è poggiata una tua foto del liceo. L’immenso dolore espresso dalle
sue lacrime e i suoi singhiozzi, che non riescono a cancellare comunque il suo
dolore. Il tempo guarisce le ferite, ma come può un madre sopravvivere alla
morte di un figlio? E’ un dolore che
l’accompagnerà sempre, ma allo stesso tempo terrà vivo il tuo ricordo.
La cerimonia si conclude con i tuoi collegi che sparano in aria per dare
l’ultimo saluto mentre il feretro viene calato nella terra e il suono di una
tromba compone il “silenzio d’ordinanza” tipica melodia riservata ai caduti in
battaglia.
Una lapide di un bianco candito è posta davanti al tuo feretro, che tua madre
ha fatto posizionare proprio accanto a quella di tuo padre, e su di essa è
inciso il tuo nome e cognome e proprio sotto, non c’è nessuno onorificenza
militare, perché tua madre non ha voluto mettercela facendoci scrivere
solamente quello per cui tutti ti ricorderanno, solamente quello che eri e che
ti rendeva cosi speciale agli occhi di tutti:
amato
figlio
amato
amico
☣☣☣☣☣☣☣☣☣☣☣☣☣
Nda
La canzone che ho utilizzato è: “La guerra di
Piero” del grandissimo, inestimabile, uno dei pochissimi artisti italiani che
ascolto, Fabrizio De Andrè.
Innanzitutto voglio ringraziare la mia beta
ufficiale, non che mia ragazza, Greta, perché costantemente mi sopporta e mi da
consigli per farmi migliorare, quindi grazie infinite. Poi se volete anche lei
pubblica su EFP e vi consiglio di leggere qualcosa di suo perché scrive in una
maniera assurdamente bella, demoralizzante per me che vedo la sua scrittura e
poi la mia, ma ho accettato la sua superiorità da tempo. ù_ù Counque ecco a
voi il link della sua pagina su EFP ElfoMikey.
Bene ora passiamo alla storia:
Ammetto che non la volevo pubblicare, perché non mi sembrava buona, quindi mi
scuso se vi ho fatto perdere tempo, ma non è colpa mia, prendetevela con chi mi
ha praticamente costretto a metterla qui: Greta, Vera, Vevvé e Martina. Si vi
do anche i nomi così sapete su chi riversare il vostro risentimento ù_ù
Detto questo mi sembra che non abbia altro da aggiungere, potete
tranquillamente lasciarmi anche recensioni negative, me lo aspetto da questa
storia quindi fate con la massima tranquillità, o magari, se siete indulgenti,
lasciare una recensione e basta , oppure no…. Si insomma fate quel che volete
anche se mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate ù_ù
Ci vediamo alla prossima con affetto Rob <3