Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: wyatt88    30/06/2012    5 recensioni
Finn fa i conti con la sua decisione di arruolarsi nell'esercito americano.
"Eppure ora ripercorreresti di nuovo tutto quanto, tutto quello che c’è stato di positivo nella tua vita e anche tutte le cose negative, perché è semplicemente la vita: c’è gioia e dolore, paura e libertà, amore e solitudine. E’ tutto un pacchetto che ti viene consegnato quando vieni al mondo, quando l’amore di altre persone generano una nuova vita."
(Possibile spoiler quarta stagione)
Genere: Angst, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Finn Hudson
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
la guerra di Finn

La guerra di Finn

Dormi sepolto in un campo di grano 
non è la rosa non è il tulipano 
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi 
ma son mille papaveri rossi 

 

Ora sei in pace.
Nessun problema, nessun errore da risolvere, nessun dubbio sul tuo futuro.
Niente.
Quante volte nella tua vita ti sei trovato davanti ad ostacoli che sembravano insormontabili, che volevi semplicemente evitare?
Quante volte il tuo dolore, le tue paure, le tue preoccupazioni, che tenevi celate agli altri mostrandoti sempre forte e sorridente, hanno rischiato di farti esplodere?
Quante volte le tue insicurezze ti hanno portato a dubitare di te stesso?
Sembrava dura la vita, no?
Eppure ora ripercorreresti di nuovo tutto quanto, tutto quello che c’è stato di positivo nella tua vita e anche tutte le cose negative, perché è semplicemente la vita: c’è gioia e dolore, paura e libertà, amore e solitudine. E’ tutto un pacchetto che ti viene consegnato quando vieni al mondo, quando l’amore di altre persone generano una nuova vita, una vita che ti è stata, forse, sottratta troppo prematuramente e che ora vorresti a tutti i costi indietro



lungo le sponde del mio torrente 
voglio che scendano i lucci argentati 
non più i cadaveri dei soldati 
portati in braccio dalla corrente 

 

Vivevi la tua vita serenamente, certo, c’erano alti e bassi ma avevi tutto quello che un ragazzo di 18 anni poteva desiderare, amici, persone che ti volevano bene con tutti i tuoi pregi e difetti, una madre orgogliosa che stravedeva per te. Eri un leader stimato sia su un campo da gioco, che in un aula di canto, le persone contavano su di te e tu c’eri sempre per loro mettendo sempre da parte te stesso.
Ti ripetevi che volevi sposarti un giorno, creare una famiglia, la tua famiglia e vivere in una di quelle case che si vedono nei film con il giardino e la staccionata bianca. Ti eri ripromesso che ci saresti sempre stato per i tuoi figli perché tu sapevi cosa significava crescere senza un genitore.
Era il tuo sogno eppure…

 


così dicevi ed era inverno 
e come gli altri verso l'inferno 
te ne vai triste come chi deve 
il vento ti sputa in faccia la neve 

 

Che ne è del tuo sogno ora, Finn?
Sparito, come tutto il resto.
Dove è andata a finire la casa dei tuoi sogni?
 Si è semplicemente trasformata in un rudere con un altalena che dondola pigra trasportata dal vento, non uno sghignazzo di bambino, nessun urlo per la vittoria della tua squadra preferita provenire da dentro l’edificio… Niente, tutto distrutto lasciando il posto ad un immagine malinconica e senza vita.
Per cosa Finn? Perché lo hai fatto?
 E’ stato forse il gesto impulsivo dettato dall’immaturità della tua giovane età?
Cosa?
Per quale valido motivo hai gettato il tuo sogno, il tuo futuro, la tua vita come se niente fosse? So che ricordi ancora il momento in cui prendesti la tua decisione di arruolarti, ti sentivi potente, sentivi che quella era la scelta giusta, volevi rendere orgoglioso un padre che per te non c’era stato.
Certo, questo ti fa onore, ma che ne è dell’altro genitore che ti ha cresciuto? Che ha fatto sacrifici su sacrifici per rendere la tua vita il più normale possibile.
Che mi dici di tua madre Finn? Colei che c’è sempre stata per te, l’unica che ti è sempre stata vicina, dandoti la sua fiducia, stando sempre dalla tua parte.
Ti ha cresciuto per veder realizzare i tuoi sogni, perché in fondo sapeva che se fossi diventato un uomo, forte, coraggioso e altruista quale eri, tutti i suoi sforzi sarebbero stati ripagati. Ed ora invece, tutto quello che le riamane è l’ennesimo dolore della perdita ed un'altra lapide su cui versare fiumi di lacrime.

 


fermati Piero , fermati adesso 
lascia che il vento ti passi un po' addosso 
dei morti in battaglia ti porti la voce 
chi diede la vita ebbe in cambio una croce 

 

 

Fermati Finn non è troppo tardi.
Torna suoi tuoi passi e fregatene se ti danno del codardo, rifletti sulla tua decisione, ne va di te, della tua vita. Non aggiungere il tuo nome alla lista di persone che hanno perso la loro vita in guerra. Pensi che se ne facciano qualcosa ora da morti del titolo di eroe? Pensi che le loro famiglie siano felici di aver perso una persona cara in cambio una medaglia al valore ed il ringraziamento della nazione?
Ripensaci, non è troppo tardi e vivi la tua vita seguendo i tuoi sogni e non quelli di qualcun altro o perché ti senti in obbligo verso tuo padre.
 Lui ha vissuto la sua vita, non commettere i suoi stessi errori.
La vita che abbiamo è una sola, e c’è gente che lotta per tenersela stretta mentre tu la stai dando semplicemente via…

 


ma tu no lo udisti e il tempo passava 
con le stagioni a passo di giava 
ed arrivasti a varcar la frontiera 
in un bel giorno di primavera 

 

Sei in guerra, alla fine sei riuscito nel tuo intento. Certo non si può dire che tu non ce l’abbia messa tutta per allenarti ed essere scelto fra i canditati ad indossare l’uniforme.
Quella divisa ti sta a pennello, eppure non sembri più tu. Quella divisa non ti appartiene, non è il Finn che tutti amano, non sei tu, non è il tuo destino.
 Eppure eccoti, sei in guerra, tutta la preparazione e la fatica ti hanno portato qui sulla frontiera, finalmente hai ottenuto quello che volevi…

 


e mentre marciavi con l'anima in spalle 
vedesti un uomo in fondo alla valle 
che aveva il tuo stesso identico umore 
ma la divisa di un altro colore 

 

Ti senti potente con quel fucile in spalla mentre marci fiero di essere arrivato dove sei, non è vero? Quell’arma ti rende potente, sicuro di te. Lo posso leggere chiaramene nel tuo sguardo, nella tua camminata. Forse per la prima volta in vita tua sei riuscito ad ottenere quello che volevi.
Non ti sei mai sentito tanto sicuro di te come in questo momento… O almeno fino a che non hai incontrato il tuo primo e vero nemico… Ma che ti ha fatto per essere considerato tale? Semplicemente per il fatto che indossa una divisa diversa dalla tua? Per questo? Neanche a te sembra una giustificazione plausibile, ma ora sei un soldato, non ti rimane che obbedire a degli ordini impartiti da tuoi superiori che neanche sanno chi sei…

 

 


sparagli Piero , sparagli ora 
e dopo un colpo sparagli ancora 
fino a che tu non lo vedrai esangue 
cadere in terra a coprire il suo sangue 

 

Avanti è il tuo momento Finn.
Adesso è tempo di dimostrare che sei lo stesso ragazzo determinato che ha preso quella decisione.
 Avanti ti hanno insegnato come fare, no? E’ questo il tuo scopo, è qui che vogliono vedere il tuo valore.
Ma Finn che valore ci può essere nello spezzare una vita umana? Non ti sembra più così semplice impugnare un arma quando le tue stesse mani tremano non è vero?

 


e se gli sparo in fronte o nel cuore 
soltanto il tempo avrà per morire 
ma il tempo a me resterà per vedere 
vedere gli occhi di un uomo che muore 

 

Ti hanno insegnato quali sono i punti deboli del corpo umano, allora che aspetti impugna il fucile mira e spara quei colpi letali.
Ma è proprio nel momento in cui realizzi che stai per porre fine alla sua vita che la tua mente si affolla di domande: Quell’uomo avrà una famiglia a casa? Avrà dei figli? Posso davvero far vivere ad uno dei suoi ragazzi quello che ho passato io? Ho sempre detto che è una cosa che non augurerei al mio peggior nemico ed eccolo davanti a me, resterò della mia idea, oppure quello che sono diventato avrà il sopravvento?

 

 

 mentre gli usi questa premura 
quello si volta , ti vede e ha paura 
ed imbraccia l'artiglieria 
non ti ricambia la cortesia 

 

Ma si sa com’è, in guerra non c’è tempo per i ripensamenti, non c’è tempo per il dubbio o il rimorso o si è il cacciatore o la preda. E tu hai pagato cara la tua esitazione e te ne sei reso conto solamente quando un dolore lanciante colpisce la tua spalla facendoti indietreggiare di qualche passo e subito dopo un altro sparo punta dritto al tuo petto. Puoi giurare di aver sentito quasi a rallentatore il proiettile che perforava la tua carne affondando negli organi interni. Neanche il tempo di un pensiero, tutti i tuoi anni di vita in quei pochi attimi sono stati cancellati da un pezzo di ferro che ora giace nel tuo petto…

 

 
cadesti in terra senza un lamento 
e ti accorgesti in un solo momento 
che il tempo non ti sarebbe bastato 
a chiedere perdono per ogni peccato 
cadesti interra senza un lamento 
e ti accorgesti in un solo momento 
che la tua vita finiva quel giorno 
e non ci sarebbe stato un ritorno 

 

Non ce la fai più a stare in piedi, le gambe tremavano, il dolore è talmente forte da farti svenire e così ti lasci cadere a terra senza emettere un urlo, eppure era quello che volevi, urlare, urlare di dolore. Ti avevano appena sparato, ma tu vuoi andartene con onore, forse per non darla vinta a tutte le persone che nella tua vita ti hanno chiamato debole, ma non c’è debolezza nel dolore, saresti stato uomo nello stesso modo, anche con un urlo lancinante a dimostrazione della tua pena. Ma decidi comunque di morderti il labbro e reprimere ogni suono mentre nella tua mente balena l’idea di pregare un Dio che non hai mai considerato ma  in quel momento ti sembra la tua unica salvezza. Ma non c’è nessuno ad aiutarti, sei solo, il tuo nemico fugge via senza neanche controllare se ha finito l’opera. E tu realizzi, steso nella pozza del tuo stesso sangue, che tutto sta per finire e quasi ti fa sorridere l’idea che almeno non hai ucciso nessuno. Perché in fondo hai sempre saputo che non avresti mai potuto farlo, non sei un assassino ed ora la morte ti sembra quasi una liberazione da quell’obbligo che ti sei autoinflitto…

 

Ninetta mia crepare di maggio 
ci vuole tanto troppo coraggio 
Ninetta bella dritto all'inferno 
avrei preferito andarci in inverno 
e mentre il grano ti stava a sentire 
dentro alle mani stringevi un fucile 
dentro alla bocca stringevi parole 
troppo gelate per sciogliersi al sole 

 

Ti sorprendi a pensare che stai affrontando la tua dipartita con un coraggio che ti ha sempre caratterizzato, ma ha cui non hai mai dato credito . All’improvviso tutto si sembra così chiaro e limpido ed accetti il tuo destino come qualcosa di inevitabile. Ti ritrovi a pensare a tua madre ai tuoi amici, alla tua ragazza lontana miglia e miglia da te e speri solamente che non soffrano troppo per la tua morte. Il tuo unico rimpianto è non avergli detto un ultima volta quanto li ami e vorresti dirlo ora ad alta voce anche se sai che non possono sentirti, ma non ce la fai e le parole si bloccano in gola. Altri ricordi affollano la tua mente mentre una singola lacrima solca il tuo viso e il respiro si fa sempre più affannato mano a mano che senti la tua vita scivolare via. Ti addormenti dolcemente nel sonno eterno pochi secondi dopo con il tuo solito sorriso sghembo e goffo dipinto sul volto che non ti abbandona neanche il quel momento…

 

dormi sepolto in un campo di grano 
non è la rosa non è il tulipano 
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi 
ma sono mille papaveri rossi.

 

Al tuo funerale ti riservano tutti gli onori di un soldato, ci sono i tuoi colleghi che hai conosciuto lontano da casa venuti a portarti il loro ultimo saluto, perché anche se non hanno avuto la fortuna di passare molto tempo con te, anche loro avevano già imparato a volerti bene capendo che persona meravigliosa tu fossi e consapevoli anche che quel mondo così crudele non era fatto per te.
Ci sono i tuoi amici in lacrime, che ancora non si rendono pienamente conto che tu non ci sei più, o forse cercano di negarlo a loro stessi perché così è semplicemente più facile  ed infine tua madre. L’immagine di una donna distrutta, inginocchiata davanti la tua bara dove sopra è poggiata una tua foto del liceo. L’immenso dolore espresso dalle sue lacrime e i suoi singhiozzi, che non riescono a cancellare comunque il suo dolore. Il tempo guarisce le ferite, ma come può un madre sopravvivere alla morte di un figlio?  E’ un dolore che l’accompagnerà sempre, ma allo stesso tempo terrà vivo il tuo ricordo.
La cerimonia si conclude con i tuoi collegi che sparano in aria per dare l’ultimo saluto mentre il feretro viene calato nella terra e il suono di una tromba compone il “silenzio d’ordinanza” tipica melodia riservata ai caduti in battaglia.
Una lapide di un bianco candito è posta davanti al tuo feretro, che tua madre ha fatto posizionare proprio accanto a quella di tuo padre, e su di essa è inciso il tuo nome e cognome e proprio sotto, non c’è nessuno onorificenza militare, perché tua madre non ha voluto mettercela facendoci scrivere solamente quello per cui tutti ti ricorderanno, solamente quello che eri e che ti rendeva cosi speciale agli occhi di tutti:

 
 
Finn Hudson


amato figlio

amato amico

 

 

 

 

 

☣☣☣☣☣☣☣☣☣☣☣☣☣

 

 

Nda

La canzone che ho utilizzato è: “La guerra di Piero” del grandissimo, inestimabile, uno dei pochissimi artisti italiani che ascolto, Fabrizio De Andrè.

Innanzitutto voglio ringraziare la mia beta ufficiale, non che mia ragazza, Greta, perché costantemente mi sopporta e mi da consigli per farmi migliorare, quindi grazie infinite. Poi se volete anche lei pubblica su EFP e vi consiglio di leggere qualcosa di suo perché scrive in una maniera assurdamente bella, demoralizzante per me che vedo la sua scrittura e poi la mia, ma ho accettato la sua superiorità da tempo. ù_ù Counque ecco a voi il link della sua pagina su EFP ElfoMikey.
Bene ora passiamo alla storia:
Ammetto che non la volevo pubblicare, perché non mi sembrava buona, quindi mi scuso se vi ho fatto perdere tempo, ma non è colpa mia, prendetevela con chi mi ha praticamente costretto a metterla qui: Greta, Vera, Vevvé e Martina. Si vi do anche i nomi così sapete su chi riversare il vostro risentimento ù_ù
Detto questo mi sembra che non abbia altro da aggiungere, potete tranquillamente lasciarmi anche recensioni negative, me lo aspetto da questa storia quindi fate con la massima tranquillità, o magari, se siete indulgenti, lasciare
una recensione e basta , oppure no…. Si insomma fate quel che volete anche se mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate ù_ù  

 

 

Ci vediamo alla prossima con affetto Rob <3 

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: wyatt88