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Autore: Invisible    02/07/2012    3 recensioni
"Si vocifera che Ezra abbia una relazione con una sua alunna." “Che orribile pettegolezzo. Chi potrebbe mai dire una cosa simile?” "[...] E pensare che ad Aria piace così tanto, ne rimarrebbe sul serio delusa."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aria Montgomery, Byron Montgomery, Ella Montgomery, Ezra Fitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Pretty Little Liars

Timeline: Molto prima che i genitori di Aria scoprissero di Ezra u_u

Challenge/Prompt:

- PLL!Fest @ prettylittleliars

- prompt Byron/Ella - "Si vocifera che Ezra abbia una relazione con una sua alunna." "Che orribile pettegolezzo." "E pensare che ad Aria piace così tanto."

Note iniziali: Come note iniziali forse dovrei scrivere un gigantesco “SCAPPATE”. E non ridete, piuttosto prendetemi sul serio. Sono fuori forma, non scrivo da un sacco di tempo, fa caldo e… non scrivo da un sacco di tempo. Ah sì, l’ho già detto. Beh, non ho molto da dire se non che avevo voglia di staccare dalla quotidiana routine universitaria (esami, esami, esami, studio, studio, studio) e rifugiarmi in qualcosa di completamente estraneo. Quindi ecco qua! Non mi aspetto nulla (forse qualche pomodoro in faccia) ma, come sapete, i commenti sono sempre graditi. (:

Disclaimer: I personaggi di “Pretty Little Liars” non mi appartengono (magariii) e blablablah.

Pettegolezzi

Byron si sedette sulla sua grossa poltrona di pelle, la lampada sulla scrivania emanava una luce calda e soffusa all’interno del suo piccolo studio di casa. Cercò i documenti da correggere dentro al cassetto alla sua destra, ed emise un sospiro soffocato nel notare quanto lavoro gli sarebbe aspettato per quella sera. Era già immerso nella lettura di uno dei numerosi saggi dei suoi studenti, quando sentì bussare alla porta.

“Posso?” Ella fece capolino con in mano una tazza di caffè bollente, un piccolo sorriso le piegava le labbra sottili. Il marito acconsentì con un cenno del capo, senza però distogliere gli occhi dal foglio che aveva davanti a sé. “Ti ho portato del caffè.” proseguì la donna, appoggiando la tazza bianca sul ripiano liscio della scrivania in legno.

Lui annuì, sollevando un poco la testa. “Grazie.”

“Byron, posso parlarti?” aggiunse subito dopo Ella, irritata dal fatto che non l’avesse ancora guardata negli occhi da quando era entrata. In quel momento Byron si fermò dalla sua lettura, posò il foglio sulla scrivania e la guardò con aria confusa e, allo stesso tempo, sorpresa.

“E’ successo qualcosa?” La sua voce era stanca, apatica, ed Ella non riusciva a capire se fosse perché era lei che gli stava parlando o perché semplicemente non aveva voglia di ascoltarla. La donna sospirò profondamente, alzando un poco le spalle.

“Se tu sapessi un segreto, lo diresti a qualcuno?” biascicò allora, sedendosi gravemente sulla poltroncina davanti alla scrivania del marito.

A quelle parole, sulla fronte dell’uomo comparvero delle profonde rughe espressive. Non capendo a cosa si stesse riferendo, rifletté un attimo sulla risposta: “Un segreto è detto tale, Ella, perché indica un fatto la cui conoscenza è limitata ad una cerchia ristretta di persone.” srotolò velocemente, incrociando le braccia al petto. “Se mi venisse rivelato un segreto, dubito che avrei il coraggio di rivelarlo a qualcuno. A volte i segreti vanno mantenuti tali.”

Ella ascoltò attentamente le parole del marito. Sembrò incupirsi e, inconsciamente, si ritrovò a scacciare un brivido gelido che le percorse tutta la schiena. “Allora mettiamo che non sia un segreto, ma un pettegolezzo.”

“Un pettegolezzo?” scoppiò a ridere Byron, “Ma di cosa stiamo parlando?”

La donna sospirò “E che... no, non crederai mai a quello che sto per dirti.” Ci fu un attimo di silenzio, la tensione che aleggiava nell’aria. Vide suo marito spazientirsi, così proseguì velocemente. “Ti ricordi di Ezra Fitz, vero? L’insegnante di inglese di Aria.”

Byron sorrise, “Oh sì certo, lo ricordo benissimo.”

“Beh…” Non riusciva a credere nemmeno lei a quello che stava per dire, “Si vocifera che Ezra abbia una relazione con una sua alunna.”

Il professore deglutì a fatica, sgranando gli occhi. “Che orribile pettegolezzo. Chi potrebbe mai dire una cosa simile?”

Ella fece spallucce, “E’ quello che ho detto anche io. Non ce lo vedo proprio a fare una cosa simile. E pensare che ad Aria piace così tanto, ne rimarrebbe sul serio delusa.” Si alzò in piedi poi, leggermente sollevata per aver parlato di quella sciocchezza – o quasi – con suo marito. “Comunque credo siano solo delle voci. E’ impossibile che la gente si diverta a rovinare la reputazione di persone così per bene.”

Byron prese in mano la tazza di caffè, scuotendo la testa. “Sono sicuro che Ezra non deluderà nessuno.

*

Aria scese piano le scale, incuriosita dalle voci provenienti dallo studio di suo padre. Cercò di captare di cosa stessero parlando i suoi, fermandosi su uno degli ultimi scalini con le orecchie tese ad ascoltare, ma quando non ci riuscì sbuffò rumorosamente. Stava per andarsene quando sua madre uscì improvvisamente dalla stanza.

“Aria? Dove stai andando?” richiuse la porta dello studio di Byron e scrutò la figlia con lo sguardo apprensivo tipico di una madre.

Aria si morsicò le labbra, “Abbiamo un compito domani, Spencer deve aiutarmi a studiare.” Inventò sul momento, cercando di mostrare un sorriso sicuro. “Te la saluto se vuoi!”

Ella inclinò la testa, “Non fare tardi.” disse, per poi allontanarsi verso la cucina.

“Non preoccuparti.” La ragazza si infilò il giacchetto di pelle ed infine, uscita di casa, prese in mano il telefono. Compose il numero di Ezra a memoria, dopodiché scrisse un veloce messaggio.

“Stasera la pizza la paghi tu, dopo ti spiego. Sto arrivando!”

 

 

 

   
 
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