Fandom: Pretty Little Liars
Timeline: Molto prima che i
genitori di Aria scoprissero di Ezra u_u
Challenge/Prompt:
- PLL!Fest @ prettylittleliars
- prompt Byron/Ella
- "Si vocifera che Ezra abbia una relazione con una sua alunna."
"Che orribile pettegolezzo." "E pensare che ad Aria piace così
tanto."
Note iniziali: Come
note iniziali forse dovrei scrivere un gigantesco “SCAPPATE”. E non ridete,
piuttosto prendetemi sul serio. Sono fuori forma, non scrivo da un sacco di
tempo, fa caldo e… non scrivo da un sacco di tempo. Ah sì, l’ho già detto. Beh,
non ho molto da dire se non che avevo voglia di staccare dalla quotidiana
routine universitaria (esami, esami, esami, studio, studio, studio) e
rifugiarmi in qualcosa di completamente estraneo. Quindi ecco qua! Non mi
aspetto nulla (forse qualche pomodoro in faccia) ma, come sapete, i commenti
sono sempre graditi. (:
Disclaimer: I
personaggi di “Pretty Little Liars” non mi appartengono (magariii) e
blablablah.
Pettegolezzi
Byron si
sedette sulla sua grossa poltrona di pelle, la lampada sulla scrivania emanava
una luce calda e soffusa all’interno del suo piccolo studio di casa. Cercò i
documenti da correggere dentro al cassetto alla sua destra, ed emise un sospiro
soffocato nel notare quanto lavoro gli sarebbe aspettato per quella sera. Era
già immerso nella lettura di uno dei numerosi saggi dei suoi studenti, quando sentì bussare alla
porta.
“Posso?”
Ella fece capolino con in mano una tazza di caffè bollente, un piccolo sorriso
le piegava le labbra sottili. Il marito acconsentì con un cenno del capo, senza
però distogliere gli occhi dal foglio che aveva davanti a sé. “Ti ho portato
del caffè.” proseguì la donna, appoggiando la tazza bianca sul ripiano liscio
della scrivania in legno.
Lui
annuì, sollevando un poco la testa. “Grazie.”
“Byron,
posso parlarti?” aggiunse subito dopo Ella, irritata dal fatto che non l’avesse
ancora guardata negli occhi da quando era entrata. In quel momento Byron si
fermò dalla sua lettura, posò il foglio sulla scrivania e la guardò con aria
confusa e, allo stesso tempo, sorpresa.
“E’
successo qualcosa?” La sua voce era stanca, apatica, ed Ella non riusciva a
capire se fosse perché era lei che gli stava parlando o perché semplicemente
non aveva voglia di ascoltarla. La donna sospirò profondamente, alzando un poco
le spalle.
“Se tu
sapessi un segreto, lo diresti a qualcuno?” biascicò allora, sedendosi
gravemente sulla poltroncina davanti alla scrivania del marito.
A
quelle parole, sulla fronte dell’uomo comparvero delle profonde rughe
espressive. Non capendo a cosa si stesse riferendo, rifletté un attimo sulla
risposta: “Un segreto è detto tale, Ella, perché indica un fatto la cui
conoscenza è limitata ad una cerchia ristretta di persone.” srotolò
velocemente, incrociando le braccia al petto. “Se mi venisse rivelato un
segreto, dubito che avrei il coraggio di rivelarlo a qualcuno. A volte i
segreti vanno mantenuti tali.”
Ella ascoltò
attentamente le parole del marito. Sembrò incupirsi e, inconsciamente, si
ritrovò a scacciare un brivido gelido che le percorse tutta la schiena. “Allora
mettiamo che non sia un segreto, ma un pettegolezzo.”
“Un
pettegolezzo?” scoppiò a ridere Byron, “Ma di cosa stiamo parlando?”
La
donna sospirò “E che... no, non crederai mai a quello che sto per dirti.” Ci fu
un attimo di silenzio, la tensione che aleggiava nell’aria. Vide suo marito
spazientirsi, così proseguì velocemente. “Ti ricordi di Ezra Fitz, vero? L’insegnante
di inglese di Aria.”
Byron
sorrise, “Oh sì certo, lo ricordo benissimo.”
“Beh…”
Non riusciva a credere nemmeno lei a quello che stava per dire, “Si vocifera
che Ezra abbia una relazione con una sua alunna.”
Il
professore deglutì a fatica, sgranando gli occhi. “Che orribile pettegolezzo.
Chi potrebbe mai dire una cosa simile?”
Ella
fece spallucce, “E’ quello che ho detto anche io. Non ce lo vedo proprio a fare
una cosa simile. E pensare che ad Aria piace così tanto, ne rimarrebbe sul
serio delusa.” Si alzò in piedi poi, leggermente sollevata per aver parlato di
quella sciocchezza – o quasi – con suo marito. “Comunque credo siano solo delle
voci. E’ impossibile che la gente si diverta a rovinare la reputazione di
persone così per bene.”
Byron
prese in mano la tazza di caffè, scuotendo la testa. “Sono sicuro che Ezra non
deluderà nessuno.”
*
Aria
scese piano le scale, incuriosita dalle voci provenienti dallo studio di suo
padre. Cercò di captare di cosa stessero parlando i suoi, fermandosi su uno
degli ultimi scalini con le orecchie tese ad ascoltare, ma quando non ci riuscì
sbuffò rumorosamente. Stava per andarsene quando sua madre uscì improvvisamente
dalla stanza.
“Aria?
Dove stai andando?” richiuse la porta dello studio di Byron e scrutò la figlia
con lo sguardo apprensivo tipico di una madre.
Aria si
morsicò le labbra, “Abbiamo un compito domani, Spencer deve aiutarmi a studiare.”
Inventò sul momento, cercando di mostrare un sorriso sicuro. “Te la saluto se
vuoi!”
Ella
inclinò la testa, “Non fare tardi.” disse, per poi allontanarsi verso la
cucina.
“Non
preoccuparti.” La ragazza si infilò il giacchetto di pelle ed infine, uscita di
casa, prese in mano il telefono. Compose il numero di Ezra a memoria, dopodiché
scrisse un veloce messaggio.
“Stasera la pizza la paghi tu, dopo ti
spiego. Sto arrivando!”