“Tu mi tocchi in modo strano.”
“E come ti tocco?”
“Come se fossi uno strumento.”
Ghignò, ghignò apertamente, senza nascondere tutto il sommo divertimento che quelle parole avevano scatenato in lui, soprattutto per l’idea che si era accesa come una miccia nella sua testa. Una miccia pericolosamente corta e bastarda.