Correvo
Correvo come un imbecille su un marciapiede delle strade di New York, assorbendomi gli sguardi perplessi dei passanti.
Strano, eppure ero
convinto che qui fossero normali le stranezze.
Correvo per non tardare all’evento più importante della mia vita, l’evento che attendevo da un sacco di tempo, l’evento che forse avrei rovinato perché mi ero alzato tardi dal mio sonnellino pomeridiano.
Spero solo che non se
ne vada.
Correvo con in mano un mazzo di orchidee bianche, i suoi fiori preferiti, i fiori che di lì a poco si sarebbero spappolati se avessi continuato a sbattere contro la gente.
Credo che questo mio
regalo diventerà misero.
Correvo con in remoto luogo delle mie tasche un anello, non per una proposta, bensì per un regalo, l’anello che avevo scoperto essere quello che aveva sempre voluto, ma che non aveva mai comprato per un motivo o per l’altro.
Almeno sono sicuro che
quello farà colpo.
Correvo felice come un bambino verso la persona che più amavo al mondo, la ragazza che dalla prima occhiata mi aveva rubato il cuore.
Già, correvo.
Forse per l’unica
volta nella mia vita felice di farlo.