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Autore: TerresDeBrume    04/07/2012    6 recensioni
Quando Tony guarda fuori dalla finestra del suo ufficio, vede un uomo biondo con un cane troppo grande e una risata troppo fragorosa. E poi si innamora del suo fidanzato.
Traduzione a opera di Hellstrom.
( IronFrost )
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il messaggio con cui mi si autorizza alla traduzione: "And of course you can translate the story, I'm so flattered you want to do so!" (Ma naturalmente puoi tradurre la storia, sono così lusingata che tu voglia farlo!)
E la storia originale.
Niente da aggiungere, godetevela perché è stupenda! Ne approfitto per sponsorizzare un po' il mio tumblr (ci trovate le mie fic in inglese, alcune traduzioni che non ho postato su EFP per motivi di avvertimenti e le mie cagate BD) and that's all, folks! XD

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Corny Lines For Thanksgiving
 
Nota per primo il biondo.
Scontato, ignorarlo sarebbe stato difficile, qualcosa che ha a che vedere con l’irritante, sgradevole, contagiosa risata che il tipo sfoggia. Viene tutti i lunedì, mercoledì e venerdì, e gioca nel parco con un enorme orso nel corpo di un cane che si infanga il pelo e costringe le madri ad allontanare i figli. Tony li osserva rotolarsi in giro come un bambino e il suo cucciolo, e finge di non stare rimandando il lavoro d’ufficio come se ne andasse della sua vita – perché se almeno non finge, Pepper lo ucciderà. Sono apparsi una mattina nuvolosa dello scorso settembre, l’uomo sembrava depresso e il cane tentava di confortarlo senza successo… Ora è metà marzo, e continuano a venire per l’ora di pranzo – e Tony continua a guardarli e a desiderare di poter essere lui quello che gioca con il suo cane, non importa che non ne abbia uno.
Oggi è una bella giornata, troppo soleggiata per mancarla, e Tony per una volta porta fuori il solito sandwich, lo mangia su una panchina non lontano dal posto preferito dell’uomo, ed è allora che nota l’altro.
Anche lui è alto, snello e pallido nel suo maglione caldo e nel cappello di lana sotto un cappotto pesante. Sembra stanco, tirato, come se la pelle non fosse abbastanza per coprirlo, ma guarda il biondo con così tanto amore negli occhi che è come un pugno nel cuore inesistente di Tony. Tony li osserva interagire, guarda il gigante biondo fare una pausa dal gioco per avvicinarsi all’amico, controllare che il suo caffè sia caldo, sistemargli la sciarpa, baciargli la fronte… ah. Compagni, quindi.
Quello pallido è più misterioso.
Sta lì sulla sua panchina, giorno dopo giorno dopo giorno, non si muove né cammina mai. Guarda il suo ragazzo giocare a prendersi con il cane – un mastino tibetano, ha detto Rhodey –, dà un buffetto all’animale quando gli viene chiesto e risponde ai bambini che gli chiedono perché sia calvo con una storia diversa ogni volta – Tony le annota tutte in un piccolo taccuino: sono sempre divertenti, a parte l’ovvia bugia. Quasi desidera di saper disegnare, come Steve, così da poter imprimere quel sorriso forzato sulla carta e tenerlo con sé per i giorni in cui non si fanno vedere.
Al lavoro la gente comincia a prenderlo in giro, a chiedere come vada il suo pedinamento. Solo Pepper non lo fa, ma in quel caso è un po’ troppo presto per scherzare su quel genere di cose quando si sono lasciati nemmeno due mesi fa.
 
 
Marzo diventa aprile, e nulla cambia nella loro routine.
Tony continua a guardare la coppia e il loro cane, e loro continuano a non sapere che lui esiste, che è un loro diritto, dopotutto. Ma poi, un giorno, c’è una telefonata, e una giustificazione, e quello calvo viene lasciato solo con i suoi occhi verdi e il suo sorriso stanco ma sincero. Ha un’aria solitaria, senza il fidanzato o il cane che vanno a strapparlo ai suoi pensieri, così Tony sfrutta quasi un mese di osservazione disinvolta – e non pedinamento, Tony Stark non pedina – per andare alla bancarella più vicina e comprare un milkshake alla menta.
“Mi chiedevo quando sarebbe venuto a parlarmi” dice l’uomo quando Tony gli si avvicina, e Tony resiste all’urgenza di far scorrere una mano tra i capelli sulla nuca.
“Beh, non volevo interrompere il vostro divertimento” dice, e l’uomo sorride, gli occhi verdi persino più luminosi da quella distanza ravvicinata.
“Non si preoccupi, sono sicuro di poter resistere, seduto su una panchina con lei.” Ammicca in direzione del milkshake che Tony ha ancora in mano: “È per me?”
“Ho pensato potesse essere un buon modo per rompere il ghiaccio,” dice Tony “ma credo che lei mi abbia battuto sul tempo.”
“Beh, allora grazie” ridacchia l’uomo. “Ha un nome oltre all’offerta, o devo continuare a chiamarla Signor Occhiali Viola?”
“Mi ha dato un soprannome?” chiede Tony, inarcando un sopracciglio.
“Beh, ormai è un mese che ci fissa. Ero curioso. Lei non me ne ha dato uno?”
“No” dice Tony, ancora in piedi.
“Bugiardo” replica l’altro. “L’ha fatto, ma è offensivo.” Allontana la protesta di Tony con una scrollata di spalle e sogghigna: “Solo perché i bambini sono gli unici che dicono ad alta voce che sono calvo non significa che siano gli unici a notarlo. Comunque, poiché devo ammettere che non è la mia caratteristica preferita, suppongo lei possa chiamarmi Loki, se lo desidera.”
“Tony” risponde Tony, e finalmente si siede, allungandogli il milkshake. “Piacere di conoscerla.”
“Piacere mio, Tony” dice Loki, e beve un sorso di milkshake.
La volta successiva che si incontrano – è venerdì – il biondo si avvicina a Tony, che è tornato alla sua solita panchina, e sorride: “Loki mi ha detto che le ha fatto compagnia, l’altro giorno. Devo ringraziarla, odio doverlo lasciare solo. Mi permetterebbe di ripagarle la gentilezza con un sandwich di qualche tipo?”
E, beh, Tony probabilmente dovrebbe rifiutare, perché l’ultima volta è stato con Loki molto, molto più a lungo di quanto avrebbe dovuto, così a lungo che Pepper era passata loro accanto mentre lasciava l’ufficio e le infermiere avevano dovuto uscire e aiutarlo a tornare in ospedale, e Tony si sta già affezionando troppo… Ma poi c’è Loki che lo guarda, come per chiedergli di dire di sì, e Tony pensa ‘fanculo, sono fottuto, e dice di sì.
E mangiano il loro sandwich – e succo d’arancia e medicine, nel caso di Loki – seduti insieme sulla panchina mentre il cane – Fenrir, ha detto Loki – continua a correre in giro come se stesse inseguendo le api, come in effetti potrebbe stare davvero facendo.
“Posso chiederle un favore, Tony Stark?” chiede il bion- Thor quando Tony si alza per tornare in ufficio – appena – in tempo.
“Uh… faccia pure?”
“Loki non riceve quanti visitatori vorrebbe. La maggior parte delle persone che conosce vivono lontano e temo che la solitudine possa ostacolare il suo processo di ripresa… Sarebbe così gentile da fargli visita quando non mi è possibile?”
Oh sì, Tony è tanto, tanto, tanto fottuto.
 
 
“Presumo che Thor le abbia chiesto di venire a trovarmi” dice Loki quando Tony si presenta con una scatola di cibo cinese da asporto il lunedì successivo.
“Beh, non è che abbia molto da camminare, dopotutto” scrolla le spalle Tony. “E, se devo essere completamente sincero con lei, vengo con delle domande.”
“Oh, allora è un interrogatorio?” chiede Loki mentre si prepara a mangiare – e, okay, sarebbe suonato provocante se non fosse stato così palesemente felice con Thor. Dannazione, Tony.
“In un certo senso” ridacchia Tony, nascondendo nella soda il suo improvviso nervosismo. “Però non è costretto a rispondere se non vuole.”
“Chieda, allora” dice Loki, e di colpo ruba un gambero dal piatto di Tony.
“Thor ha detto che non riceve altre visite oltre alle sue.”
“Ow, ci va giù pesante, non è vero?” dice Loki, arricciando il naso. Poi fissa Tony per un lungo momento e sospira: “Ho… ho sempre avuto una relazione difficile con i miei genitori. Non ero molto socievole e Thor era il mio unico amico… i suoi amici, beh. Non erano poi così male, ma era più tipo prendi due paghi uno che un vero e proprio attaccamento nei miei confronti… Rimanevo solo per Thor, a essere sincero. E poi ho detto ai miei genitori che ero gay e loro… beh. Per farla breve, me ne sono andato, e ho smesso di parlare a tutti. È durata cinque anni. Poi l’hanno scorso mi hanno visitato in ospedale e, quando ho chiamato a casa, Thor è stato l’unico a rispondere. Quindi eccomi qui, senza sopracciglia e con un cucciolo troppo cresciuto a cui piace dar la caccia agli scoiattoli.”
Loki sta ancora guardando il proprio piatto, così Tony dà un colpetto al suo piede sotto il tavolo.
“Andiamo, non è così male” dice. “Lo veda come un cosplay di Lex Luthor incorporato.”
Loki scoppia a ridere.
 
 
In qualche modo, aprile diventa maggio, poi giugno e luglio.
Un giorno all’inizio di agosto, Tony trova Loki nel parco – è abbastanza forte per uscire da solo, ora – com’è divenuta loro abitudine il giovedì, e Loki lo saluta con il più largo sorriso al mondo e si indica il volto: “Guarda qui! Sopracciglia!”
E sembra così dannatamente felice, e Tony desidera così tanto baciarlo, vuole sbottare “Ti amo” e fare cose stupide come sollevarlo e farlo girare, a ‘fanculo quei centimetri di differenza, ed è talmente una cattiva idea che… si volta e corre nel proprio ufficio.
Ci vogliono appena cinque minuti perché Pepper appaia alla sua porta con il suo sguardo più severo e dica: “Devo davvero dirti chi c’è alla porta?”
“Digli che sono occupato, Pepper.”
“Tony,” dice Pepper “hai almeno un’idea della sua espressione in questo momento?”
“Ha il ragazzo, Pepper!” protesta Tony. “E non è che sia arrogante o cose simili, Thor è anche un mio amico, e non rovinerò questa cosa per una stupida cotta!”
“Perciò è così che vuoi chiamarla?” dice Pepper, a voce bassa e pericolosa, mentre chiude la porta dietro di sé. “Solo una cotta?”
“Perché è questo che è” dice Tony, e la mano di Pepper scatta in avanti come per schiaffeggiarlo.
“Cazzate” sputa, e gli occhi di Tony si spalancano perché Pepper non impreca mai. “È una bugia e lo sai. Ho visto come lo guardi, Tony, e non è il modo in cui guardi una cotta! Abbi almeno la decenza di spiegargli cosa sta succedendo!”
“Pepper, per favore, non farlo” sospira Tony, affondando ancora di più nella sedia. “Non posso proprio dirglielo.”
“Dirmi cosa?”
È strano che Tony trovi Loki dieci volte più affascinante così, irritato e sfacciatamente senza capelli mentre si appoggia alla porta per sostenersi piuttosto che quando si limita a sedersi nel parco e a stare attento alla propria salute? (Non che accada molto spesso, perché Tony è arrivato a capire che a Loki piace uscire e spaventare a morte le infermiere con i suoi scherzi.)
Scocca un’occhiata implorante a Pepper, ma lei annuisce, chiaramente in approvazione della situazione, e li lascia soli. Traditrice.
“Non… non dovresti essere qui” tenta Tony.
“Dovresti dirlo ai tuoi colleghi” replica freddamente Loki. “Sono stati loro a farmi entrare.”
“Non avrebbero dovuto” ripete Tony, il cuore che martella contro la cassa toracica, e Loki sbuffa: “Perché non è permesso o perché te la stai facendo nei pantaloni alla sola idea di parlarmi?”
Tony si fa piccolo a causa del tono duro, ma non trova niente da usare come protesta quando Loki siede sulla sedia di fronte a lui, con la schiena dritta e regale e così dannatamente bello quando rifiuta di mostrare la propria malattia in qualsiasi circostanza. Tony capisce che è questo, questo è il momento in cui perde l’amicizia di Loki e tutto il resto, e i suoi occhi pungono.
“Ho pensato a lungo” dice Loki. “Guarda. Non so davvero di cosa tu debba avere paura. Pensavo che andassimo d’accordo e che ci fosse la possibilità che funzionasse, ma poi all’ultimo minuto sei letteralmente scappato da me- no, ascoltami!” Si piega in avanti sulla sedia per la parte successiva, i gomiti sulla scrivania, e Tony tace, incapace di parlare sotto quello sguardo intenso. “Ecco come stanno le cose, Tony: l’ultimo giorno del Ringraziamento, mi era stato detto che non sarei arrivato a dopo Natale. Non ho idea di come sia sopravvissuto – forse è stata la fortuna, forse sono state le preghiere, chissà. Il punto è che pensavo di stare per morire e la mia stessa madre non mi parlava neppure per più tempo di quanto ne serva a dire che desiderava non avermi mai adottato – credimi, non è un bel modo di scoprire che la tua famiglia non è davvero la tua famiglia. A un certo punto ho persino preso in considerazione di finire il lavoro io stesso. Ma poi sono sopravvissuto al Natale, a San Silvestro, all’inverno, e ho cominciato a sentirmi meglio… e poi ti ho conosciuto. Mi piace stare con te. Fai stupide battute sui capelli, e sei sgradevole, e testardo, e mi piaci, beh, un sacco. E ho sperato che, una volta finalmente uscito dall’ospedale, forse avresti voluto condividerlo con me.”
“Loki, non è che non voglia…”
“Allora cosa?” dice Loki. “È per l’aspetto che ho adesso? Hai paura di quello che penserà la gente quando ti vedrà con un uomo calvo? Perché, sai, anche io me ne preoccupavo, prima che sentirmi dire senza mezzi termini che mi era rimasto un mese di vita mi aiutasse a lasciar perdere.”
No!” esclama Tony, ansioso di non mandare quel tipo di messaggio, perché, sebbene non abbia mai visto Loki in piena salute, sa che non può essere altro che bello e carismatico e affascinante, proprio com’è sempre stato. “No, lo giuro, non ha niente a che fare con il tuo aspetto! E anche io voglio stare con te, davvero, è-”
“Allora vieni con noi questo fine settimana.”
“Uh… cosa?”
“Festeggiamo il mio compleanno questa domenica” dice Loki, che all’improvviso sembra più giovane di dieci anni. “La mia migliore amica e il suo coinquilino arriveranno in aereo, e verranno anche Thor e sua moglie…”
“Woah, woah, woah” dice Tony, alzandosi per la sorpresa. “La moglie di Thor?”
“Sì” risponde Loki, sbalordito. “Sua moglie, Sif. Ti abbiamo parlato di Sif, vero?”
“Ma pensavo che voi due usciste insieme!”
Per la cronaca, è la prima volta che Tony vede la mascella di qualcuno spalancarsi letteralmente, ma per la verità è una scena piuttosto divertente. Oh, beh, lo sarebbe, se Tony non avesse l’impressione che la risposta di Loki potrebbe davvero dare forma al resto della sua vita.
“Thor è mio fratello” dice Loki, e Tony rimane a bocca aperta.
“Tuo fratello?”
“Beh, tecnicamente mio fratello adottivo, ma- hmpf!”
Sì, ammette Tony, tutta questa cosa dell’interrompere qualcuno con un bacio perché sei semplicemente tanto felice per quello che ha detto è più di un piccolo cliché. Ma, onestamente, se tu fossi stato al suo posto in questo preciso momento, avresti fatto la stessa cosa, perché, ehi, Loki è realmente disponibile e volenteroso, e cazzo…
“Ti amo” dice, come un uomo che affoga si aggrappa a un’ancora di salvezza, e Loki sorride, un sorriso grande e luminoso e assuefatto, e lo bacia di rimando.
 
 
Tre anni, due separazioni e un secondo cane più tardi, Tony è seduto tra Volstagg e Jane al lungo tavolo nel giardino sul retro di Thor e Sif, ed è il suo turno di trovare qualcosa di cui è grato. Negli scorsi tre anni, Tony è stato grato della risata sonora di Thor, perché non l’avrebbe notato senza di essa, e non avrebbe conosciuto Loki senza Thor.
Tony afferra Loki per la vita mentre torna dal bagno, e gli sorride prima di dire: “Sono grato dei biondoni senza controllo del volume per avermi permesso d’incontrare l’uomo che sposerò l’anno prossimo. Se lui vuole.”
E Loki lo guarda con quell’espressione che è un misto tra affezionato ed esasperato e divertito e Dio, sei così di cattivo gusto certe volte, e comincia con la stessa cosa di ogni anno: “Beh, io sono grato che le mie sopracciglia abbiano costretto un certo idiota a parlarmi e chiedermi davvero di uscire. Altrimenti non potrei dire sì, adesso.”
Si baciano, di cattivo gusto e ridicoli e perfetti, e gli altri li ricoprono di fischi e urla.
(Anni dopo, i loro bambini imparano a lamentarsi non appena qualcuno annuncia che è il turno di Tony, e loro sogghignano dell’espressione confusa sui volti dei loro figli adottivi, perché possono essere più vecchi, ma fare casino nelle teste altrui non smetterà mai di essere divertente.
Specialmente quando tutti i loro amici fanno sì che il turno di Tony preceda quello di Loki, così che possano recitare le loro banali, trite battute.)
  
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