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Autore: Iclim    05/07/2012    2 recensioni
Questa è la storia di un ragazzo che affronta l'adolescenza e sente il bisogno di scappare dal suo paese. Presto si renderà conto di voler tornare e di voler mettere fine alla sua avventura... Ho iniziato a scrivere questa storia perchè anche io sto affrontando questo periodo anche se ho reso questa storia molto partivolare e piena di sorprese.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Ahmide, sono nato in un paese molto povero della Lituania. Nel mio villaggio la prima cosa che ti insegnano è che i soldi non hanno valore, tutto ciò di cui abbiamo bisogno è il nostro Dio e le persone che vivono con noi. Quando si è piccoli, si crede a tutto. Ma chi segue questa strada finisce per pregare Dio tutto il giorno e sperare in una vita migliore dopo la morte. Perché pensare al dopo vita? Perché non pensare al presente? Perché si deve vivere nella disperazione aspettando la morte? I soldi hanno anche più valore della gente, adesso. Prima era diverso. Da bambino ero amico di tutti gli altri, giocavo tutto il giorno, l’unica cosa che mi importava era vedere le persone sorridere. Quando vedevo gli adulti disperati e piangenti mi chiedevo “Come fanno a non sorridere? Perché stanno sempre seduti e non giocano mai? Cos’è che li rattrista?” Non sapevo darmi una risposta. Il Saggio del paese ci insegnava a utilizzare al meglio ciò che la natura ci offriva, a creare nuove cose. Noi lo chiamavamo Nonno Sà, perché lui sapeva ogni cosa. Potevamo fargli tutte le domande che volevamo, lui ci rispondeva e in cambio dovevamo dedicare una preghiera al paese. Lui, al contrario degli altri adulti, era sempre sorridente, per esserci da esempio. Una volta ho realizzato tante croci con bastoncini e lunghe e sottili foglie. Ho scritto i nomi dei miei amici sul terreno e per ognuno ho messo una croce. Poi ho pregato per loro, ho chiesto al Signore di proteggerli e di riservargli un futuro pieno di ricchezze. Nonno Sà mi diede dieci punti, il massimo. Usava questo gioco dei punti per invogliarci a compiere buone azioni ed ogni volta che raggiungevamo il cinquanta ci donava qualcosa. Poteva essere qualcosa di materiale, ma ci ritenevamo fortunati se ci parlava di un valore spirituale o se ci rivelava qualcosa sulla vita di cui non eravamo a conoscenza. Per parlarci ci portava sotto un albero bellissimo, grandissimo. I suoi frutti venivano considerati sacri, per questo non potevano essere mangiati, ad eccezione della sua festa, la festa dell’Albero Sacro. Ci sedevamo sotto l’albero dove tirava un venticello che profumava di fiori. Una volta mi portò lì, avevo raggiunto i cinquanta punti e come premio mi disse: -“Queste parole tienile nel cuore, non può esistere luogo più sicuro del tuo paese, con la gente che ti vuole bene, con il profumo del vino e del pane, questa terra non ti abbandonerà mai e tu non abbandonarla”- ed io risposi che non l’avrei mai fatto. Ho fatto una promessa e non l’ho mantenuta. Quella terra non mi voleva bene, il pericolo è ovunque, non ero salvo lì. Nonno Sà mi torna in mente in ogni momento. Era la persona a cui tenevo di più, gli ho promesso che sarei sempre rimasto con lui perché gli volevo bene. Quante promesse ho fatto che non ho mantenuto. Così ho imparato a non promettere niente a nessuno. Basta promesse, basta! Se fai una promessa devi impegnarti a mantenerla, ed io non sono un tipo che sa mantenerle. Quando sono scappato ho incontrato un ragazzo di nome Saluh, qualche anno più grande di me, che mi ha detto “se parti, prometti di tornare”, ed io risposi si. Ora mi trovo in Inghilterra e la mia vita per adesso è come prima. Giro per le strade senza soldi e mi accontento del cibo di un gatto o di quello che trovo. Non voglio rubare. Voglio trovare un lavoro e fare soldi onestamente. Mi è tornata in mente quella volta che Nonno Sà mi ha detto “la strada più sicura è quella che parte dal cuore, non quella che vedi con gli occhi”. Non ho capito il significato di questa frase, eppure ci ho pensato molto. Come si fa a chiudere gli occhi ed a trovare la strada seguendo il cuore? Il cuore serve solo per vivere. Se l’uomo non aveva bisogno di sangue avrebbe potuto anche fare a meno del cuore.
  
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