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Autore: Kikyo91    06/07/2012    1 recensioni
E' meglio morire liberi, che vivere una vita aspettando di esserlo
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Characters: Junsu, JaeJoong, YunHo (TVXQ), Jessica, Yuri (SNSD), Zhang LiYin
Genere: Drammatico, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il vento soffiava forte quella sera.
Aveva appena smesso di piovere dopo giorni e giorni. Il cielo era carico di nubi nere e tutta Seoul, a quell’ora aveva dato la sua buonanotte al mondo da un pezzo.
L’unica fonte di vita erano i piccoli super market notturni i cui proprietari erano solitamente uomini grandi e grossi con la puzza sotto il naso.
Lungo le strada passavano poche macchine, la maggior parte delle quali era di ritorno da qualche discoteca nelle vicinanze.
Non era particolarmente tardi, tuttavia, come accadeva spasso dopo un acquazzone, la città faticava a rianimarsi e poteva apparire, specialmente agli occhi dei turisti che sfortunatamente si erano beccati proprio il periodo peggiore dell’anno, parecchio deprimente.
D’altronde, anche i Koreani stessi ne erano fermamente convinti, Seoul era bella e raffinata di giorno quanto rude e pericolosa di notte.

In uno dei centri più in voga, non molto lontano dalla star City, lussuoso quartiere abitato dalle grandi star del paese, una Mercedes nera parcheggiò con una certa noncuranza, proprio davanti al grande palazzo residenziale.
Dall’auto, scese un uomo.
Doveva avere circa una cinquantina d’anni. Era abbastanza paffutello e anche parecchio agitato.
Si guardò a destra e a sinistra come intimorito, per poi prelevare dal bagagliaio una valigetta nera di medie dimensioni.
Fatto questo, senza nemmeno assicurarsi di aver chiuso la macchina, si diresse verso quello che era il proprio appartamento.

Si trovava al quinto piano e per arrivarci, ricorda senza indugio all’ascensore.
Guardava in continuazione l’orologio da polso che portava e gocce di sudore solcavano la sua fronte ormai umida e appiccicosa.
Una volta al piano giusto, di fretta, si mise a cercare le chiavi della propria abitazione. Gli tremavano le mani e continuava a guardarsi le spalle impaurito, finché finalmente, non le trovò.
Le rigirò più volte e ad ogni scatto la sua tensione aumentava, fino la momento in cui la porta, con un ultimo e decisivo CLACK, non si aprì del tutto.

L’appartamento era completamente buio e vuoto.
L’uomo si chiuse la porta alla spalle ed accese la luce, tirando un sospiro di sollievo.
Rimase un attimo in piedi, all’ingresso, non sapendo bene cosa fare.
Si spogliò d fretta e furia dalla giacca ancora bagnata del’acquazzone delle ore precedenti e si tolse le scarpe che grondavano di fango.
Fissò al sua valigetta con uno sguardo misto tra paura e soddisfazione.

- …uhf…finalmente a casa… - sospirò



- ....agitato? -


L’uomo sussultò impaurito.
Si voltò di scatto, in direzione del salotto.
Vicino ai divani in pelle, appoggiata alla credenza in cui si potevano ammirare libri di ogni genere e vecchie foto, a braccia conserte e sorriso beffardo, si trovava una ragazza.
Aveva capelli lunghi, castani, due occhi che sembravano trasmettere solo freddezza e indossava una divisa in pelle nera, con tanto i stivali, guanti e un piccolo ricetrasmettitore all’orecchio.
L’unico punto di luce in lei ,erano degli orecchini d’argento a forma di stella.

- t-tu chi sei?! C-ome hai fatto ad entrare?! – balbettò l’uomo cominciando a tremare

- sono entrata dal camino! ♥ - esclamò lei sorridendo

- c-che vuoi?! -

La ragazza smise di sorridere, si fece seria.

- il mio capo reclama i suoi soldi, caro dottore! – rispose estraendo una pistola dalla cinta

Vide il pover uomo stringere ancora più saldamente la propria valigetta, avendo capito che era ciò che la giovane cercava.

- m-ma ho già pagato più della metà! Non ce li ho tutti ora! mi servono! -

- non dipende da me signore! Se lei avesse restituito tutto entro il periodo prestabilito nessuno si sarebbe fatto male… - spiegò tutto ad un tratto, un espressione mortificata

- d-datemi ancora un po’ di tempo! - esclamò il dottore – vi restituirò tutti i soldi, o permetto! datemi ancora qualche giorno! -

- …è troppo tardi… -

- m-ma com… -

-..it’s my final sentence.. baby! ♥ -

Uno sparo netto, preciso e veloce, in quel momento risuonò ed echeggiò per tuta la stanza, e probabilmente, anche per tutto il vicinato.
Quell’uomo, aveva ancora la sua espressione spaventata quando cadde a terra, morto.
La ragazza lo osservò piegarsi ed accasciarsi, mentre il sangue fuoriusciva dalla sua fronte.
Sparò un secondo ed un terzo colpo, per essere definitivamente sicura.
Lo vide sobbalzare ad ogni pallottola per poi, restare esanime, per terra.
Lei sorrise amaramente. Ripose la pistola al suo posto e si passò una mano fra i fluidi capelli con un espressione presso che soddisfatta del risultato.
Con la mano sinistra, schiacciò un bottone sul ricetrasmettitore che portava all’orecchio.

- qui è la R.A.R - una voce metallica fuoriuscì - agente 03, il tuo rapporto? -

- positivo. Missione Compiuta con successo – esclamò la giovane

- ti aspettiamo alla base -

- ricevuto -

E la comunicazione fu sospesa.
Fatto questo, si avvicinò al corpo. Estrasse da una tasca un paio di guanti in lattice neri e li indossò, poi, con molta attenzione, prese la valigetta dalle mani del cadavere e cercò di ripulirla un po’ dal sangue finche non pensò che potesse andare bene.
Una volta compiuto il tutto, aprì la porta dell’ingresso, spense la luce e uscì, senza nemmeno troppa fretta.

- Jessica! -

La ragazza, si voltò di colpo proprio mentre si apprestava a scendere il primo gradino.
Un giovane, di bell’aspetto, quasi femmineo a prima vista, appoggiato al muro, la scrutava da cima a fondo sorridendo.
Lei, che in un primo momento aveva estratto la pistola, sospirò e con cautela la rimise al suo posto sollevata.

- mi hai spaventata! - esclamò un po’ scocciata

- scusami! -

Quel ragazzo era vestito esattamente come lei.
Anche se quei capelli neri come la più assoluta oscurità, gli conferivano ancora più “tenebrosità” di quanta non ne avesse avuta lei.

- che ci fai qui?! – sbottò Jessica – sarà pieno di polizia a momenti! -

- sono solo venuto a prenderti! Il capo ti vuole vedere! -

- …uf..immaginavo… - sospirò - vorrà questa di sicuro… -

Ed indicò la valigetta appena rubata

- un altro ottimo lavoro! Come sempre sei stata fantastica! -

Lei arrossì vistosamente al commento, ma presto smascherò la sua mezza gratitudine con un colpo di tosse quasi colpevole.

- e…d-da te come è andata? – domandò poi cambiando discorso

- non male, ma si trattava solo di sorvegliare un imprenditore…niente di che… -

- seratina piatta insomma… -

- già! -

Si sorrisero lievemente a vicenda

- dai su..andiamo, prima che ci prendano come due polli! - incalzò Jessica iniziando a scendere le scale

- oook! Agli ordini mia signora! -

- …scemo! - sorrise



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