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Autore: Amarantha    22/01/2007    5 recensioni
[Flashfic]
Hurley se ne sta seduto sulla spiaggia ad osservare il mare. Non da solo, stavolta. Hurley/Libby (finalmente lo posso dire! :P)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hurley, Libby
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N.d.A: In attesa di leggere qualcosa su questa coppia di cui non trovo niente nemmeno in lingua originale (a proposito, nessun consiglio o segnalazione? Io ci provo… ;_;) mi sono dilettata in questa ficlet. Tanto per far durare l’attimo di gloria del povero adorabile Hurley solo un minuto in più. Perché veramente, gli sceneggiatori di Lost non hanno cuore. Enjoy ^_^

“… so, just let it be.”, she said.

“Wait there is a light,
There is a fire illuminated attic,
Fate or something better I couldn't care less,
Just stay with me a while…”
(“Anna Molly”, Incubus)

Spiaggia, Isola, Oceano, Terra.

La vita è un casino. Un vero casino.
Prendi i fastfood, per esempio. La carne degli hamburger è piena di schifezze chimiche, lo sanno tutti. E il formaggio dei cheeseburger non è formaggio, è roba finta. Fanno ingrassare la gente. Crea un sacco di problemi alla salute. Dicono persino ti faccia venire il cancro.
C’è l’inquinamento. Gli incidenti di macchina. I serial killer. La sfortuna. E poi ci sono i numeri. I dannatissimi numeri. Qualche volta la gente non ce la fa e sbrocca di brutto. Vede cose che non ci sono. O anche persone. Ogni tanto la gente crolla, ed è costretta a prendere medicine. A farsi curare, insomma.
Ogni tanto a crollare sono le cose. Qualche volta cascano i terrazzi con 23 persone sopra perché ci sale anche uno stupido ciccione - ma di questo meglio non parlare, vero? No, meglio di no.
Ogni tanto i treni deragliano, specialmente in posti come l’India, o quelle zone laggiù. E poi ogni tanto cascano gli aerei, e si finisce su di un’isola dimenticata da Dio con i cannibali, i rifugi antiatomici, i mostri preistorici, e anche i numeri. Quelli ci sono sempre. Così se per una vita hai mangiato al fastfood e sei fortunato perché non ti sei beccato nessuna brutta malattia, puoi sempre rischiare di finire divorato da un orso polare nel bel mezzo della giungla.
La vita è un casino. Un gran casino.

“Ehi…”

La mano di Libby si sollevò dalla sabbia, ondeggiando morbidamente. Volteggiò un paio di volte disegnando con la punta delle dita la linea blu cobalto dell’orizzonte davanti a loro, verso le navi che non erano mai arrivate a salvarli, e poi si posò dolcemente sulla sua guancia mal rasata trascinando con sé una carezza.
“Ah, ciao, ti sei svegliata. Sembra proprio che pioverà stasera.” disse Hugo “Hurley” Reyes in tono casuale - appena un pizzico troppo casuale.
“Davvero?…” Libby sorrise e richiuse gli occhi, strofinando un poco il viso sulle ginocchia del ragazzo sopra le quali fino ad un attimo prima aveva dormito e rannicchiandosi nella sua ombra sotto il cielo che andava pian piano tingendosi di grigio plumbeo. Solo allora lui si azzardò ad abbassare lo sguardo su di lei. Tanto per essere sicuro ci fosse davvero.

Si. La vita è un casino.
Ogni tanto capita una cosa bella.

Fine

  
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