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Autore: Sherazad_93    08/07/2012    1 recensioni
"Non hai che da chiedere..Avanza la tua richiesta! Otterrai il tuo desiderio..IN CAMBIO DEL MIO!!!"
I sibili del Dio delle Tenebre si interruppero quando il giovane si risvegliò da quell'incubo che lo tormentava ormai da dieci anni....La visione di quella ragazza dagli occhi verde mare a lui sconosciuta che gli implorava aiuto..Cosa significava? Perchè proprio lui? Quella ragazza..Chi era? E perchè si sentiva così legato a lei?..
Seguitemi nella mia prima fic..spero che la mia introduzione vi abbia incuriosito..:-) A presto..:-)
Sherazad_93
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Elika dove stai andando!? Non farlo! Ho bisogno di te! La piccola ha bisogno di te!”
“Devo farlo Malik.. Se non metto fine alla mia esistenza il mio popolo e il resto del mondo non sarà mai in pace fino a che Lui resta in vita! Non posso permettere che tutto ciò vada avanti anche per un solo ultimo secondo. E’ arrivato il mio momento. Tutto finisce se finisco anche io.”
Nei suoi occhi si leggeva una decisione irrefreabile. Niente sarebbe riuscito a convincere la regina Elika a non tuffarsi nelle fauci buie della bestia. Del Dio del male. Ahriman.
“Fallo per lei. Per la piccola. Elika ,non posso lasciarti affrontare tutto da sola! Allora dovrò venire con te e chi la curerà!? Chi la farà crescere!?”
Il re e la regina di Persia non erano soli… Dietro la porta della stanza dalla quale Elika stava per lanciarsi verso la morte, due occhi blu mare come quelli del padre stavano fissando la scena imperterriti. Quella piccola e innocente bambina di otto anni stava assistendo ad una scena alla quale nessun pargolo mai avrebbe dovuto partecipare. Quella bambina dalle tante,piccole lunghe trecce con gli occhi asciutti ,senza neanche un filo di lacrima stava guardando una delle scene di distruzione più atroci mai viste. Sulla ringhiera del balcone fatta di piccolissime colonne bianche c’era la mamma, non la regina per lei, che stava per buttarsi decisa nel ventre di un orrendo mostro nero e il padre la stava pregando di non farlo. Sherazad non capiva quelle parole amare, quei dialoghi insensati tra il padre e la madre. Non afferrava il significato di alcun vocabolo. Tutto le appariva assurdo. Quel corpicino racchiuso in un paio di pantaloni neri e in una casacca di uguale colore non capiva. Percepiva solo una cosa.. La fine. La fine di giochi, di sorrisi, di pianti e di sguardi che mai come nessun altro l’avrebbero potuta rassicurare.
“Elika, per favore.. Ormazd troverà una soluzione per noi. Abbiamo una bambina ormai, capirà che non possiamo lasciarla sola.. Elika siamo deboli ormai, Lui è potente.. Non sai se riusciremo a risanare tutto, tutti i giardini fertili liberando l’energia che ti rimane in un unico seme di luce!”
“Perché non hai lasciato che morissi qualche anno fa!? Perché creare tutto questo!?”
“Perché ti amavo Elika! Mi ero innamorato e non potevo lasciare che tu andassi via!”
Elika guardò dietro se. La città era distrutta e la gente guardava terrorizzata la finestra da dove lei stava per eseguire il suo ultimo lancio nella battaglia tra luce e tenebre. Tra alleati di Ormazd e alleati di Ahriman. La gente fuggiva e gridava. Sherazad era importante, la cosa più bella che le poteva mai essere capitata.. Ma era giunto il momento. Era giunto il momento di lasciare Malik e Sherazad da soli.
–Ci penserà Malik a prendersi cura della mia piccola.-
Pensò. Un ultimo pensiero disperato. Un pensiero obbligato e dettato dal suo dovere che doveva necessariamente compiere ,rivolto soprattutto alla figlia.. Quella figlia che le assomigliava come una goccia d’acqua e che aveva gli occhi color acqua marina del padre. I capelli del suo stesso colore solo che più lunghi e un viso dolce. Erano come gemelle. La somiglianza era stupefacente. Le salirono le lacrime agli occhi.
-Lo faccio anche per Sherazad. Per lasciarle un mondo migliore prima che qualche altro alleato del male liberi nuovamente le tenebre. Per lei che non ha diritto a vivere quello che ha vissuto fino a adesso. Che non deve prendere il mio posto e i poteri di Ormazd per morire. Devo farlo, adesso.-
Fu il suo ultimo pensiero. Piegò le ginocchia e si lanciò verso le fauci enormi e nere di Ahriman, drago oscuro, Signore del male, che la attendeva sotto il balcone dell’immenso palazzo. Lasciò dietro se una scia blu elettrico, segno dei poteri che Ormazd le aveva affidato per giungere ad una lotta diretta con Ahriman. Malik non stette a guardare. Si lanciò insieme alla moglie amata, vestito di bianco e oro con il mantello che si muoveva come una candida bandiera e si lasciò cadere nel vuoto. Legati dal legame di Ormazd ,automaticamente le mani di Elika giunsero a salvarlo ed entrambi scivolarono nell’antro dell’oscurità.
“Perché lo hai fatto!? Perché hai lasciato Sherazad da sola!?” urlò Elika con tutto il fiato che aveva in gola.
“Dovevamo finirla insieme.” Le ultime parole di Malik.
Con le lacrime agli occhi Elika si rese conto che i suoi poteri non bastavano a mettere al tappeto l’oscurità che si era con il tempo rafforzata. Il suo pensiero corse a Sherazad, che avrebbe dovuto affrontare le sue stesse prove, il suo stesso destino.
– Spero trovi un degno compagno di avventura.- Pensò disperata.
Raccolse tutte le sue energie nel petto e liberò da li un enorme seme di luce separato in due parti uguali che brillavano come due stelle:uno per Sherazad e uno per il suo futuro alleato per lasciare loro qualche altro anno di vita assieme dopo la sconfitta del male. Urlando disperata li gettò dentro Ahriman sperando di indebolirlo fino al momento in cui Sherazad sarebbe stata in grado di affrontarlo in una battaglia diretta. Si, non bastò a sconfiggerlo. Solo dentro la sua pancia Elika si rese conto di quanto fosse debole e di quanto lui fosse ormai molto più potente di lei. L’ombra di Ahriman era svanita dalla città, indebolita ma presto sarebbe tornata. Sarebbe tornata a riprendere un’altra vita, forse quella di Sherazad. O forse lei lo avrebbe sconfitto. Lo avrebbe forse deciso il fato. La bambina dagli occhi verdi, dopo aver visto la scena, si girò mentre alle sue spalle l’oscurità esplodeva e si indeboliva, con lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi bui e profondi come pozzi. Si avviò verso l’uscita del castello con una mantella nera addosso, coprendosi il volto, lasciando scoperti solo gli occhi. Aveva appena visto i suoi genitori, la sua vita, scivolare nel buio. Morire e sacrificarsi per un mondo migliore. Quelle braccia che la cullavano erano svanite e quegli occhi verdi pieni di forza, di speranza e di amore non l’avrebbero più guardata. Il dolore era fortissimo, tanto da non lasciarle nemmeno un momento per versare una lacrima. Nell’anima di Sherazad regnava un deserto arido. Il vuoto. Il vuoto regnava in lei. In una bambina di otto anni, che dovrebbe essere solamente spensierata e cullata. Non era suo diritto, non era giusto che , piccola come era, conoscesse il vuoto, sensazione incolmabile. Cercò di non farsi vedere e agile come un felino scappò dalla reggia, senza sapere verso cosa andava incontro. Un destino che mai avrebbe dovuto affrontare.




Luce. Quello spazio sospeso era attraversato da una luce chiara,densa. Una ragazza dalla pelle ambrata e agile come un felino correva a rallentatore, come se sfuggisse da qualcosa più grande di lei…che non avrebbe potuto affrontare da sola. Si voltava indietro spesso con un volto che lasciava trasparire fretta, consapevolezza..ma non paura. Tutto si poteva affermare di quella ragazza dal viso dolce e sconosciuto; da quegli occhi verdi color del mare, profondi, vuoti come un fosso appena scavato pronto per ospitare qualcosa; qualcosa di nuovo che riempisse un vuoto profondo nell’animo… La giovane correva in questa luce densa..lattea. Poi il suo volto appariva, intero e quegli occhi verdi dominavano la sua figura. “
Aiutami.” Sussurrava sicura, ma nella sua voce vi era qualche nota supplichevole.
E tornava a correre. E a voltarsi. Poi buio. Un buio malvagio, terribile.
“Non hai che da chiedere”..una voce femminile,dal tono pacato, ma cattiva.
“Avanza la tua richiesta!”. Una voce cupa maschile, orrenda e mostruosa che gettava nel più profondo degli oblii l’animo di un uomo. “Otterrai il tuo desiderio..” sempre la voce femminile.
Poi le due voci insieme:”IN CAMBIO DEL MIO!!!”
Poi due occhi blu elettrico, simili a quelli di un pipistrello, infuriarono nelle tenebre. Sembravano delle furie divoratrici, assetate di vendetta e di morte. Eccolo, era lui: Ahriman, l’incubo di ogni notte. Il Dio delle tenebre più oscure. Chi altro poteva avere due voci se non un Dio privo di sesso, ne uomo ne donna. Poi uno scorrere di immagini: i precedenti sovrani di Persia. Elika e Malik, il padre di Elika, sovrano 18 anni prima che per primo riportò in vita Ahriman per salvare sua figlia dalla morte, poi di nuovo quella ragazza..quegli occhi verdi e un grido disperato,

“AIUTAMI!”.

Poi il risveglio, le guance imperlate di sudore freddo. La bocca che emanava respiri profondi e carichi di sgomento. Il cuore pulsava in maniera allarmante e la luce fioca e sicura della sua stanza pareva ad un tratto così spaventevole, così tetra. Aveva gli occhi rivolti verso il soffitto spento e aveva paura che da un momento all’altro quel buio potesse trasformarsi in quegli occhi terribili. Ancora quel sogno. Ancora quella misteriosa ragazza dagli occhi verdi e la pelle ambrata. Quel sorriso sghembo e furbo di una donna che è cresciuta in fretta e che si è resa conto di cosa voglia dire combattere. Quegli occhi così brillanti ma che allo stesso tempo lasciavano trasparire un enorme vuoto incolmabile. E poi una richiesta di aiuto. Un’immagine sfuocata che poi sparì per l’ennesima volta. Si svegliò, sudato. Non capiva. Un’altra volta quel sogno che da anni gli riempiva le notti. Chi era quella ragazza? Perché la sognava? Quella figura agile e sensuale come un felino ma triste ..Che cosa rappresentava? Si accasciò sul morbido lenzuolo e cercò di riaddormentarsi. Il pensiero di quella donna lo tormentava da tanto tempo anche se cercava di non darci peso, quei sogni erano qualcosa di incomprensibile e quella ragazza probabilmente nemmeno esisteva. Era tutto frutto della sua fantasia e delle sue speranze per una nuova vita dopo aver avuto un passato atroce. I genitori morti sotto i suoi occhi durante le battaglie contro le tenebre,e la perdita di una casa. I mostruosi soldati di Ahriman erano entrati nella sua abitazione distruggendo tutto e portandogli via la cosa che per lui era più cara, i suoi genitori. Aveva otto anni. Era solo un bambino. Riuscì a sfuggire in tempo dopo che le lame dei mostri trafissero i petti dei famigliari. Quegli esseri alti, gobbi, dalla pelle viscida e nera come la pece con venature blu elettrico e coperti da quel liquido mortale, la Corruzione. Un tempo erano uomini e donne. A loro tempo sono passati dalla parte delle tenebre ed esistono per un unico scopo. Servire il male. Servire e accontentare Ahriman. Per fermare e ostacolare la luce. Corruzione pura. Coperti dal quel liquido nerastro che portava morte e distruzione in qualsiasi luogo si diffondesse. Quel liquido che liberava i servi del Dio. I loro contenti e soddisfatti volti sfatti dalla Corruzione nell’uccidere quelle due persone innocenti provocò al ragazzo un tale dolore che tutt’ora gli faceva male e gli riempiva il petto di rabbia e tristezza. Da anni ormai sperava in una fine per il male, anche in una sua personale vendetta. Da qualche tempo in quei dieci anni che erano passati dalla morte dei suoi genitori, tutto sembrava essersi placato in una apparente pace. Ma tutti, lui compreso, sapevano che non era così. Il male sarebbe tornato forte. La regina Elika lo ebbe indebolito con due enormi semi di luce. Lui non vide la scena, ma giudicò quell’atto davvero di grande coraggio e di amore verso il proprio popolo. Secondo la sua opinione, non tutti i sovrani l’avrebbero fatto. Tanti erano codardi e di fronte al pericolo e alle avversità non avrebbero mai fatto una simile azione per la propria gente. Elika abbandonò tutto. Ecco, quella era l’unica cosa di cui era soddisfatto nella sua vita. Due sovrani che dettero la vita per il proprio popolo quindi, in parte, anche per salvare lui. Per il resto la sua vita non lo soddisfaceva per nulla. Preso da due contadini, doveva badare ogni giorno ad una mula, un’asina di nome Ahrma e al raccolto insieme al padre adottivo. Non che gli stessero antipatici i suoi genitori adottivi ma non sarebbero mai stati in grado di cancellare e guarire le sue ferite e a fargli dimenticare. Pensando a tutto ciò il sonno tornò a prendere il sopravvento su di lui..e tra incubi e paure si addormentò, sperando di non fare di nuovo lo stesso sogno.

NOTA AUTORE

Eccomi con il Prologo della mia prima fanfiction, recensite numerosi se avete gradito :-) Aggiornerò presto con il primo capitolo e con nuovi avvenimenti. :-)
Dato che è la prima storia che pubblico accetto commenti sia positivi, sia negativi, così migliorerò la mia scrittura :-)
A presto, spero vi piaccia! :-)

Sherazad_93

 

  
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