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Autore: Helen Lance    23/01/2007    14 recensioni
[Post DMC3]
[DantexLadyxVergil. Quando l'amore porta solo dolore e raccogliere i cocci di una vita fa troppo male, non resta che pregare.]
E che bruciasse, quel loro sangue, che scomparisse.
Era stato la causa di tutto.
<< Avrei voluto innamorarmi di te. >>
Avrebbe continuato a piovere per sempre.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Dante, Vergil
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Pater Noster





Pioveva.
Come sempre, in quegli ultimi giorni.
La Temen-Ni-Gru era collassata su se stessa fino ai cancelli dell’inferno.
E il cielo piangeva con le ombre dei rimasti.

[Padre nostro che sei nei cieli]


Ma rimasti per cosa, poi?
Il riscaldamento era rotto, non c’era elettricità e continuava a piovere.
Pioveva sempre.
L’unico rumore nella stanza era quello lieve e ritmico, sempre uguale, di Dante che puliva le sue pistole con distratta familiarità. Sempre lo stesso ritmo, e sempre lo stesso basso sfregare metallico.

[Sia santificato il tuo nome]


Sentiva il sangue pulsare con dolorosa intensità nelle tempie.
Se solo nelle sue vene non ci fosse stato più sangue. Come sarebbe stato più semplice, allora.
Ma loro erano rimasti lì, a raccogliere cocci su cocci.
Nessuno sapeva, nessuno sapeva, nessuno.
E ognuno continuava per la sua strada, e l’inferno, a loro, alla gente comune, li aveva solo sfiorati, loro, loro non potevano sapere.

[Venga il tuo regno]


Non potevano sapere che lui era caduto, non lo sapevano, che lei avrebbe preferito morire là, cadere con lui, magari, magari toccarlo.
I cocci di quello che era loro rimasto erano affilati, raccogliendoli, continuava a tagliarsi.
Di quei cocci, molti sono finiti all’inferno con lui.
E che bruciasse, il loro sangue, che scomparisse.
Era stato la causa di tutto, quel loro sangue.
Che fosse maledetto.
Avrebbe voluto spremerlo via dalle sue stesse vene.

[Sia fatta la tua volontà.]


<< Lady, hai fame? >> Gli occhi di Dante erano taglienti come quelli di un falco.
Quelli di Vergil lo erano stati molto di più.
Fosse stato un falco l’angelo caduto… e nelle fiamme l’avrebbe visto volare.
<< No. >> lui tornò a pulire le sue pistole, abbassando gli occhi.
E quella maledettissima pioggia continuava a scendere.
Lady sentiva la mente intorpidita e fredda.
Dante aveva gli occhi vuoti.

[Come in cielo, così in terra]


Ed erano lì in mezzo a loro, quei cocci, in mezzo a loro che erano rimasti.
E Dio se facevano male.
E Lady si sentiva troppo pesante persino per piangere. Le lacrime erano congelate dentro i suoi stessi occhi, dentro il suo stesso petto, fredde come il vuoto degli occhi di Dante.
Dio se ci sei ascoltami, se ci sei ascoltami, ti prego, ascoltami.
Eppure stavano scendendo, quelle lacrime. Senza rumore.
<< Vergil... >> e Dante si chiese se se lo fosse solo immaginato, quel suo sospiro. E per un secondo desiderò essere suo fratello, per non farla mai sospirare di nuovo così. Ma durò solo un momento, e seppellì di nuovo in pensiero più in fretta possibile fra i dolori in mezzo al suo petto.
Così fredde. Loro erano rimasti lì sulla terra e lo rimpiangevano ogni secondo.

[Dacci oggi il nostro pane quotidiano]


Dante la guardava.
E ogni lacrima gli sembrava troppo lenta e troppo fredda. Si sedette di fianco a lei sul vecchio divano, e le passò una coperta un po’ logora.
Quando Lady alzò lo sguardo, Dante poteva vedere ogni goccia salata intrappolata fra le sue ciglia scure, agli angoli dei suoi occhi bicolore.

[E rimetti a noi i nostri debiti]


Lei gli sfiorò il volto con la punta delle dita, gli zigomi, le tempie.
Il suo sussurro tremava nella pioggia. << Avrei voluto innamorarmi di te. >>
Dante abbassò lo sguardo.
Invece che di lui.
Scosse la testa, e la reclinò indietro sullo schienale.
Avrei voluto togliermi gli occhi per non vederti cadere, fratello.

[Come noi li rimettiamo ai nostri debitori]


E avrei voluto che non fossi mai esistito, fratello.
Ed è l’ennesimo canto per coloro che furono.

Lady era immobile, le lacrime continuavano a scorrere senza rumore o movimento, e senza che lei facesse qualcosa, qualsiasi cosa, per fermarle.
Avrei voluto che non fossimo mai nati, noi.
Scorrevano, e basta. Come se non fossero nemmeno sue.
Guardaci ora, guardaci, Vergil, cosa siamo diventati.
<< Lady, è tardi. >>
Lei annuì impercettibilmente.
Ed è l’ennesimo canto per coloro che furono i figli di Sparda.

[E non ci indurre in tentazione]


Ti prego, Dio, ascoltami. Ti prego, Dio, perdonami.
Il ticchettare della pioggia sul vetro delle finestra sembrava assordante.
Posso davvero chiederti il perdono, Dio?
<< Avrei voluto innamorarmi di te. >>
Non dirlo, ti prego, smettila.
E la mente di Dante sembrava urlare, con la voce di Lady, nella sua testa.
<< Perché non sei stato capace di salvarmi, Dante, di salvarci? >>
Non è colpa mia, Lady, ti prego, non è colpa mia.

Avrebbe continuato a piovere per sempre.

[Ma liberaci dal male]


[È tutta colpa tua, fratello.]
Il vuoto dell’inferno ci sta inghiottendo, Vergil, e i cocci sono troppo taglienti per essere rimessi insieme.
[Avrei potuto guardarti cadere per sempre.]
Avrei voluto vederti volare sulle fiamme.
[Ti ricordi cosa dicevamo una volta, fratello?]
Jackpot.

[Amen.]







Primo esperimento su un gioco che adoro.
Dante e Lady sopravvissuti al'Inferno, ad Arkham e infine a Vergil, caduto per sempre nell'Inferno senza possibilità di ritorno.
E alla fine Dante ama Lady, che ama Vergil.
Vorrei precisare che l'utilizzo del Padre Nostro non vuole essere blasfemo o che, semplicemente mi sembrava adatto per la stuazione dei personaggi.
Sarei curiosa di sentire i vostri pareri, perchè è appunto un esperimento e mi chiedo come sia saltato fuori.

Alla prossima!
Helen





  
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