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Autore: Esigenza2    10/07/2012    4 recensioni
Riesco ancora ad udire l'odore dell'ultima sigaretta, come un tuono che squarcia il cielo notturno avvolto nel silenzio, [...] Il silenzio è un rumore assordante.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che non avevo alcuna intenzione di postare questa tristissima one-shot, ma l'ho fatto, quindi, vi chiedo, in anticipo, scusa.
Non ho copiato questa one-shot, nè fatto stronzate simili, è tutto frutto della mia apatica mente e i personaggi, soprattutto uno - ovviamente mi riferisco a Kurt Cobain - ahimè, non mi appartengono, nè sono inventati. Anzi, sono (*era) reali. Questo racconto di breve durata ha il solo ed unico scopo di descrivere la... morte dell'uomo più importante della mia futile vita (Ovviamente la storia è raccontata a modo mio, o di come io, semplicemente, immagino sia accaduto)
Tanta empatia, Chels





È meglio bruciare in un'unica, fottuta fiammata.





Riesco ancora ad udire l'odore dell'ultima sigaretta, come un tuono che squarcia un cielo notturno avvolto nel silenzio, come una motosega che oltrepassa il corpo di un innocente, come una scossa elettrica, come la puzza di sudore che avvolge le carni atrofizzate di un muratore, come i miei pensieri prossimi al silenzio, anche se quest'ultimo mi sta rimbombando nelle orecchie e fischiano, fischiano, continuano a fischiare. Il silenzio è un rumore assordante. Riesco ancora a vedere il pavimento e la sigaretta che scivola lentamente fra le mie dita, come le mie mani han toccato per l'ultima volta il viso di mia figlia, come i miei occhi hanno osservato le menzogne di mia moglie. " Dove hai dormito l'ultima notte? " Ricordo ancora il suo sguardo disinteressato e il suo sorriso rivolto chissà dove e soprattutto a chi, ricordo ancora quella domanda che le rivolsi con fermezza, trasformata dalle sue scappatelle in un fottuto optional. " A casa di un chitarrista, certamente migliore di te " Ricordo ancora che mi ripiegò in questo modo, come un'insaguinata lama di un coltello e come il silenzio che ne seguì. Il mio amore era finito. Le mie chitarre giacevano in mille pezzi chissà dove, segnavano il mio viso, anche la musica era finita. A tutto c'è un fine e mentre pensavo, pensavo e non facevo altro che quello, senza realmente capacitarmene, stavo preparando l'ultima dose della mia breve e sporca vita, ora non m'interessavano le lacrime che avrebbero versato per un ragazzino debole, anoressico e ringrinzito di problemi come me. L'empatia mi riduceva in mille pezzi, dovevo smetterla. Ricordo ancora lo stretto tocco della cintura che mi avvolgeva il braccio, stretto saldamente, come il mio impoverito cuore, avvolto in una catena fatta di spine e pezzi di vetro. Ricordo ancora il breve ripensamento, prima di ficcarmi la siringa nelle gracili e schifosissime vene, ma in men che non si dica ritornarono nella testa, come il silenzio, le liti con mia moglie e tutta la mia fottuta vita passata a nascondermi infilato in un largo maglione rosso e nero. Allora il tempo per me è terminato, ho deciso di farla finita una volta e per sempre. Ficco questa cazzo di siringa nelle mie vene e prima di poter perdere del tutto i sensi, nonostante i miei occhi fremono dal dolore, come acrobati del circo su sottili corde, afferro frettolosamente la pistola e la punto alla testa. Ricordo ancora il mio ultimo pensiero, tutto concentrato su mia figlia, ma l'eroina incominciava a penetrare clandestino nel mio gracile e ossuto corpo e prima di poter sussurrare al nulla: " addio Frances", tremante premetti improvvisamente il grilletto e il proettile si impossessò della mia testa.
  
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