Libri > Gabriel Garcia Marquez, Varie
Ricorda la storia  |      
Autore: KittyPryde    20/05/2004    16 recensioni
il fantasma di Remedios Moscote Buendia, il riverbero del sole di Macondo, pesciolini dorati e un colonnello che ha perso armi e ricordi
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non so quanto io approvi questa fanfic, ma dietro a Cent’anni di solitudine e dietro al fantasma di Aurelito Buendia, il colonnello Aureliano… ho lasciato un pezzo di cuore, e pagine strappate per impedirmi di riprendere in mano quel libro con la voglia di rileggerlo… ho lasciato il groppo nella gola che per due giorni mi ha impedito di fare altro che leggere e leggere e continuare a leggere
Per arrivare a un punto, per arrivare a piangere sulle bambole di Remedios che bruciavano e al cuore di Aurelito che si spegneva insieme al fuoco…
Questo è quello che sento io, in un attimo di lucidità, Remedios, donna bambina morta prima di imparare cosa fosse il matrimonio e subito dopo aver imparato ad amare
***
Il fantasma di Remedios Moscote Buendia era talmente piccolo da essere invisibile agli occhi di molti, e nonostante nessuno, nemmeno Ursula che tanto aveva pianto la sua morte, riuscisse a sentire la sua presenza, la piccola Remedios non aveva mai abbandonato la casa dove con tanta gioia e semplicità era stata accolta. Si aggirava nel patio con la sua disinvoltura infantile e i suoi sguardi da donna cresciuta presto nel corpo di bambina, restava ore ad osservare il dagherrotipo con il nastro nero e la lampada ad olio, riaccendendola se minacciava di spegnersi, così da risparmiare alla povera Ursula una nuova pena nel vedersi estinguere davanti agli occhi una fiamma che avrebbe voluto far brillare per sempre; forse Remedios non amava quel simulacro, ma continuava a riaccendere la lampada ad olio per rispetto alla sua famiglia.
Il fantasma della piccola Remedios non cresceva e non invecchiava, il suo corpo aveva ancora le fattezze di una bambina, come lei avrebbe desiderato essere per più tempo e come suo marito la ricordava; accoglieva i cambiamenti e si incuriosiva di quanto il paese di Mancondo stesse, in così pochi anni, mutando il suo aspetto; si intrufolò più volte nella stanza di Melquiades per ritrovare, ogni volta, le tracce di quello che nel suo paese e nell’animo dei suoi famigliari si stava esaurendo; come quando era venuta la peste dell’insonnia tutti dimenticavano, e questa volta con la coscienza di farlo; una volta, per un piccolo capriccio di rabbia, chiuse la chiave della lampada ad olio e la spense per poi farsi prendere dal rimorso e cercare in tutti i modi di riaccenderla prima che Ursula potesse vederla.
Fu allora che Remedios ricominciò a cantare, sperando di farsi sentire, ma senza che nessuno la udisse mai; cantava per attirare l’attenzione dei suoi famigliari, sperando che qualcuno prima di Ursula passasse davanti alla lampada ad olio e la riaccendesse senza raccontarlo in giro, ma veniva scambiata per un uccellino lontano. E fu forse allora che Amaranta, che si accorgeva sempre di tutto, ebbe per la prima volta la sensazione che un fantasma, tanto piccolo da sembrare invisibile, si aggirasse per la casa con la naturalezza che aveva usato in vita; guardò dritto nel punto dal quale Remedios la guardava supplicante e, senza poterla vedere, si affrettò nella stanza dove la lampada era stata spenta.
Non disse nulla, ma dai suoi occhi trapelava una tristezza accumulata nel corso degli anni e delle amarezze sopportate ed espiate.
A quel tempo Remedios soleva accoccolarsi, non vista, nel laboratorio di oreficeria abbandonato, a quel tempo il colonnello Aureliano Buendia era partito per la guerra e Remedios spiava di nascosto le discussioni della famiglia, cercando informazioni sulle battaglie, tremando di fanciullesco turbamento per quel marito che non aveva avuto il tempo di comprendere in vita e che aveva amato di un amore embrionale; nella morte la sua fedeltà era rimasta tale e quale, ma i sentimenti di bambina si erano trasformati nella responsabilità della crescita, e aveva riso di se ripensandosi ai tempi del matrimonio.
Mentre la casa si riempiva di persone lei continuava a cercare soltanto alcuni particolari nei suoi ricordi; sperava che gli occhi di Amaranta, nella sua attenzione per le cose, prima o poi riuscissero a vederla, ma non spense più la lampada ad olio per attirare l’attenzione; sperava, come tutte le mogli sperano, che suo marito tornasse dalla guerra, forse segretamente sperava che il suo ricordo non fosse morto con lei, ma ebbe modo di osservare tristemente il profondo cambiamento del colonnello Aureliano Buendia, vinto dalla guerra e dalla sua stessa solitudine che era nata con lui e con lui sarebbe morta.
Remedios si mescolò nella folla mentre il marito tornava, prigioniero e condannato, gli sfiorò le mani legate e lui ne sentì soltanto un brivido freddo; da allora la piccola Remedios non cercò più di toccare nessuno per non destare il ricordo di se con un brivido freddo; dormì accoccolata sotto la branda della cella, abbandonando per una notte il laboratorio di oreficeria al quale tanto si era affezionata, vicina all’uomo che, egoisticamente, pensava di abbracciare di lì a pochi giorni; lesse di nascosto le pergamene ruvide delle sue poesie e ritrovò il profumo di un amore antico. Quando vide Aurelito con la faccia al muro si strinse nel dolore mentre soffocava un briciolo di gioia; quando i fucili si abbassarono, all’altezza degli stivaletti di vernice che aveva indossato il giorno del loro matrimonio, senza sparare, Remedios concepì una nostalgia profonda e il desiderio di abbracciarlo senza provocargli un brivido freddo; quando, mesi più tardi, il colonnello Aureliano Buendia bruciò le sue poesie, Remedios guardò ardere uno degli ultimi ricordi di lei tenendo la testa alta e non provando rancore, ma un’infinita solitudine e il rimpianto di essere morta senza dare, all’uomo che aveva imparato ad amare tra le bambole con cui aveva decorato la loro camera, una vita nuziale degna di tale nome, morendo senza un erede, assieme ai suoi ricordi.
La piccola Remedios, cresciuta come una donna in pochi mesi e segnata dalle pene di una morte solitaria che la faceva sentire completamente inutile, pensò più volte di abbandonare la casa, ma anche se tutto di lei sembrava essere dimenticato, la lampada ad olio continuava a bruciare e le figlie dei Buendia continuavano a portare il suo nome; decise di attendere almeno fino alla morte del marito.
Rimase al suo capezzale, preoccupandosi di non toccarlo, dopo il tentao di suicidio, durante tutto il tempo in cui consumò il suo martirio per poi uscirne più vivo e più solo di prima; la piccola Remedios era consapevole di non rappresentare che un’ombra negli occhi di quell’uomo del quale si ostinava a portare il cognome, ma gli restava a fianco con la stoica fedeltà che gli aveva giurato in vita.
Aureliano Buendia nel suo laboratorio orafo, rispolverato quando le illusioni di guerra gli erano crollate sulle spalle assieme al peso degli anni, aveva ricominciato a costruire pesciolini d’oro, come quel primo pegno d’amore che con tanto spavento lei aveva rifiutato.
Il giorno in cui Aurelito bruciò le bambole, la piccola Remedios si concesse il privilegio di un attimo di sconforto, rubò dal laboratorio il pesciolino che non aveva accettato in passato e si rifugiò sotto il castagno di José Aracadio Buendia a consumare un po’ della sua tristezza, sulle ginocchia del fantasma con il quale non aveva smesso di parlare nel suo rudimentale latino, e che era rimasta l’unica sua compagnia oltre all’ermetico silenzio di Melquiades; quando ebbe sfogato la solitudine tornò nel laboratorio con nuovo coraggio e non abbandonò più i passi del compagno.
Nessuno la vide mai, ma una volta gli occhi del colonnello Aureliano Buendia, abituati al buio e al luccicare dell’oro, videro il brillio di uno dei suoi gioielli apparire e sparire davanti ai suoi occhi.
Era il mese di Ottobre, il colonnello di Aureliano Buendia morì qualche ora dopo senza clamori, in solitudine come aveva vissuto; la piccola Remedios si ostinò a non lasciarlo solo, pur consapevole che da morto, suo marito, non la avrebbe ricordata di più che da vivo fece brillare davanti ai suoi occhi il pegno d’amore e fedeltà che aveva rubato dal laboratorio di oreficeria e pregò silenziosamente che la seguisse. Forse il colonnello Aureliano buendia non riconobbe mai il fantasma della bambina che era stata sua moglie, ma nel ricordo istintivo che gli riportava alla mente il brillio dell’oro non smise di seguire l’ardere di quella luce tenue al collo; nella morte e oltre la morte, nella solitudine e oltre la solitudine
   
 
Leggi le 16 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Gabriel Garcia Marquez, Varie / Vai alla pagina dell'autore: KittyPryde