I giorni e le settimane passavano veloci. In breve eravamo giunti all’europeo di Tallin
Scendemmo dal taxi che ci aveva accompagnato dall’aeroporto all’albergo e pagammo l’autista.
Giungemmo alla reception e mi feci dare le chiavi della mia stanza. Alex, accanto a me, fece lo stesso e ci avviammo verso l’ascensore.
-Perché non provi a chiamare Seppo?- mi chiese all’improvviso il mio compagno. Lo guardai come se fosse impazzito.
-Alex, il numero che hai chiamato non era di Seppo.. era dello studio alla Finnvox.. chissà dove saranno loro invece.. in giro per il mondo probabilmente..- mi ero risposta da sola ma non sapevo fosse la verità. Mi ero rifiutata di cercare informazioni sugli HIM per evitare di perdere la concentrazione nei giorni che mancavano all’appuntamento dell’europeo.
-Vabbeh scusa.. era solo un’idea.- mise il broncio Alex alla mia risposta acida.
Gli chiesi scusa e ripiombammo nel silenzio più assoluto.
 
 
-Perché non la chiami scusa? Ci stai facendo innervosire… tutti quanti, perfino l’autista del tourbus non ne può più.- Migè al solito aveva ragione, ma testardo com’ero non gliel’avrei mai detto.
-Senti.. lasciami in pace, ok? E poi si starà allenando.. che ne so.. avrà un mondiale o qualcosa di simile..-
Il bassista alzò un sopracciglio e sospirò sconsolato. –Vado a farmi un giro per il centro di Milano: vieni con me o preferisci star qui a marcire?- cambiò discorso per distrarre dai pensieri il suo frontman.
Il cantante annuì e si alzò, dandosi poi una sistemata e uscirono per Milano.
 
 
Provavamo e provavamo: 7 ore al giorno minimo.
-Bene ragazzi.. siete in forma. Ora vi prego, staccate e andate a divertirvi un po’… ne avete bisogno, soprattutto tu, Saara. Sei troppo pensierosa- esordì il nostro allenatore alla fine della giornata.
-Mh va bene..- risposi io poco convinta
Ci preparammo e nel giro di mezz’ora avevamo riportato i borsoni in albergo e ci eravamo ritrovati nella hall dell’hotel.
-Allora dove si va, Regina del Ghiaccio?- mi diede un pizzicotto leggero alla pancia Alex.
-Che ne so… scegli tu.. un pub qualsiasi mi va bene..- non reagii al suo dispetto. Non mi andava di litigare.
Ville mi mancava da morire.. e non andava bene.. rischiavo di non riuscire a concentrarmi a dovere.
 
 
La sera prima il concerto di Milano era andato benissimo, ma sentivo che mi era mancato qualcosa dentro.. qualcuno.. e ancora mancava.
Saara.
Aprii gli occhi e notai i miei amici nella sala tutti seduti ai piedi del letto, intenti a guardare la tv.
-Hei che ci fate tutti qui? Migè ti avevo detto che volevo star so… pattinaggio??? Sono oggi gli europei?!!-
-Oh scemo di Raperonzolo, sì… la tua dolce metà gareggia oggi. Ma tranquillo, ancora non sono scesi in pista. Siamo solo all’inizio.- Migè ridacchiò e mi fece spazio. Scivolai alla fine del letto e mi sedetti fra loro.
Avevano ordinato la colazione, ma io avevo lo stomaco chiuso: finalmente avrei rivisto lei, anche se solo attraverso uno schermo.
 
 
-Forza, i prossimi siete voi.- il coach ci augura buona fortuna e facciamo il nostro ingresso sul ghiaccio.
C’è tanta gente: speriamo vada tutto nel migliore dei modi.
Ci prepariamo al centro della pista e aspettiamo che la musica che abbiamo scelto per il nostro programma cominci.
I primi passaggi sono fluidi e gli altri seguono senza ostacoli.
Ora c’è il sollevamento: sono fiduciosa, ci riesce sempre.
Chiudo gli occhi e sento il corpo fendere l’aria mentre Alex mi alza sopra la testa.
 
 
-Tienila su… cazzo Alex tienila …PORCA PUTTANA NO…- nemmeno sento Migè accanto a me che urla.
Rimango impietrito. Davanti agli occhi mi sembra di vedere la scena al rallentatore: Alex solleva Saara.. perde l’equilibrio.. sbilancia le braccia.. e Saara che cade e sbatte sul ghiaccio.. e rimane immobile. Vedo i paramedici entrare e raggiungere i due assieme al loro coach. Vedo spostare la mia Saara con estrema attenzione e delicatezza su una barella. Viene immobilizzata totalmente e portata fuori dalla pista. Sento vagamente il nome dell’ospedale e lo registro mentalmente.
Non sento i miei amici chiamarmi mentre mi alzo di scatto, afferro giacca e portafogli e corro fuori dalla camera. Volo giù per le scale, esco dall’hotel e fermo il primo taxi, passando davanti ad altre persone.
Non mi frega di quello che potrebbero pensare di me, non mi frega un cazzo dell’immagine della band. Devo andare da lei. DEVO.
-AEROPORTO…SUBITO LA PREGO-
 
 
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ANGOLINO AUTRICI:
scusate l’immenso ritardo..
Abbiamo avuto un po’ di impegni che ci hanno impedito di continuare l’aggiornamento di questa storia.. ma eccoci qui..
Capitoletto di passaggio.
La situazione sembra grave.. Ville è scattato fuori dalla camera e si sta dirigendo in aeroporto
Riuscirà ad arrivare in tempo? Saara è così grave come sembra?
Lo saprete nel prossimo capitolo..
Un bacione
Laura e Laura xD
 
 
p.s. la caduta è in questo long program della coppia Totmianina-Marinin 
http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&v=YfX-sPtVCmg&NR=1