~ .Quattro
mura di memorie ~
“Questo è un giorno importante, fratelli miei!
Oggi,
verrà decretato quello che sarà il nostro futuro!
Le nostre vite, i nostri figli, la nostra terra, la nostra
libertà; tutto sarà stabilito in questo giorno
per il quale noi lotteremo!
Scacciamo questo inglese invasore! Adesso, e per sempre!
In nome di Dio, l'America è nostra!”
***
L'inglese fissava quelle quattro mura con gli occhi assottigliati, quasi come se lo stessero lentamente comprimendo, impedendogli di ricavare ossigeno a sufficienza per i suoi polmoni. La stanza era in penombra, e odorava di muffa e di chiuso; la quantità esagerata di polvere che svolazzava indisturbata era ben visibile attraverso il fascio di luce opaca che filtrava dalla piccola finestra, ora illuminata da un pigro Sole pomeridiano.
… Dio, com'era tutto cambiato.
Allungò un braccio verso la tenda che da secoli, oramai, aveva coperto la grande finestra che si affacciava su quella camera da letto. I raggi del Sole irradiarono con violenza la stanzetta dai mobili antichi, coperti di uno strato di polvere alto almeno mezzo dito, scoprendone un arredamento semplice nel complesso, ma neanche troppo modesto.
***
“Tu mi hai tradito!”
“No, Inghilterra. Ti sbagli. Sei tu, che hai tradito
me.”
Un pugno.
Un
pugno potente, che lo colpì in pieno viso, facendogli
sputare il sangue dalla bocca.
L'americano sentì scrocchiare la mandibola, mentre si
passava il dorso della mano sulle labbra, intingendosi la pelle del
liquido scarlatto.
“Io...
Ora, il traditore sono io!? Io, che se non fosse stato per
me...!”
“Se non fosse stato per te cosa, Inghilterra?! Tu mi hai
sfruttato. Hai preso il potere sulla mia gente, l'hai accecata, l'hai
umiliata e l'hai ridotta alla miseria, costringendola a lavorare per
te!”
“La TUA gente!? Siete inglesi, in nome di Dio!”
“No, Inghilterra. Da questo momento, io sono
indipendente.”
***
…
Come s'era
fatto tutto diverso, da quel giorno.
Il profumo di quella stanza, che una volta sapeva di lavanda e salvia
mescolato all'odore del grano.
I colori che riempivano il pavimento della stanza, con cui il piccolo
americano si divertiva a pasticciare, più sui muri
immacolati che sui fogli di carta.
Tutto era svanito, da quel giorno che non sapeva più di
fiori e campi sconfinati, ma di polvere da sparo e fuoco.
America non era più parte del suo mondo.
Di lui, non restavano nient'altro che pezzi di memoria dispersi fra le
rovine di quella stanza, che ora pareva tanto diversa da far
rabbrividire.
***
Avanti...
Colpiscimi.
Con tutta la forza che hai in corpo, colpiscimi.
Colpiscimi, Inghilterra.
Non hai saputo mai fare nient'altro, con me.
Mi hai insegnato tutto ciò che sapevi. Mi hai accudito.
Ma, come il destino di un agnello che viene cresciuto per essere
immolato, mi hai fatto a pezzi.
“Ogni uomo che resterà sotto il mio potere, avrà diritto all'uguaglianza, con tutti gli altri uomini! Non esisteranno più isolamenti, nessun rango sociale o privilegio di alcun genere! L'uomo, quando nasce, nasce LIBERO!”
“Sta' zitto, America... Sei ancora un ragazzino. Pagherai le conseguenze. Di tutto quello che hai fatto, dell'insana via che hai intrapreso. Se è una guerra che vuoi, allora è la guerra che avrai.”
***
L'inglese chiuse
rapidamente la porta della stanzina dietro di sé,
abbandonandovi contro la propria schiena e alzando gli occhi al
soffitto. Si passò una mano sul viso, emettendo un
singhiozzo, mentre pian piano si accorse che non poteva fare a meno di
farne uscire sempre di nuovi, dalla sua gola.
I ricordi, quando sanno compiere bene il loro mestiere, corrodono lo
stomaco come acido, fino a portare sull'orlo di un baratro nero: non
puoi guardare indietro, per timore che ci possa essere qualcosa di
peggiore, né puoi proseguire, perché hai paura di
cadere.
Osservò il calendario, storcendo le labbra alla visione
della data di quel giorno, traendo un respiro tanto angosciato, che
pareva volesse essere il suo ultimo.
Ed era il 4
Luglio.
___________________________________________________________________________________________________________________________________
N o r u w e e_Con questa
Fanfic, a cui tengo davvero moltissimo, sono riuscita a vincere un
concorso di scrittura della scuola.
Ohhohoh, Hetalia, mi sei sempre così utile... ♥
Il tema del concorso era "La sua stanza era diversa".
L'immagine della stanza di Alfred, in quella stanza che gli riporta
tutti i suoi ricordi di Inghilterra, non riusciva ad andarsene. E,
così, ho voluto scrivere un qualcosa di semplice,
però visto dagli occhi di Arthur.
Spero vi sia piaciuta, attendo con molta ansia le vostre recensioni!
Un abbraccio.