Quando ami una persona, l’accetti. Pregi e difetti qual si voglia.
La vita a Fells
Church aveva ormai preso strane
piegature. O meglio strane trame. Non si viveva più una vita
normale, sempre se
normale poteva dirsi una vita attorniata da creature mistiche e
leggendarie.
Ormai la vita in quello strano paese si avvicinava di più ad
una strana
commedia, forse una telenovela. Due fratelli innamorati della stessa
ragazza,
la migliora amica di quest’ultima innamorata di uno dei due
fratelli, insomma,
se qualcuno avesse pensato di metter su una soap opera poteva benissimo
prendere ispirazione da quel paesino, tanto carino quanto strano e
pieno di
mistero.
Bonnie se lo
chiedeva spesso: tutti quegli incroci che
senso avevano? Elena non poteva stare con Stefan, il quale
l’amava oltre ogni
dire? E Damon non poteva amare lei, Bonnie, una ragazza un
po’ strana e un po’
anonima?
No.
Come aveva
detto tempo fa Elena:
“
Per Damon ci vorrebbe una ragazza sicura di sé, una ragazza
che lo sappia
domare, senza contare che accanto a lui potrebbe stare soltanto una
donna
bellissima e perfetta”
Al ricordo di
quelle parole, Bonnie si strinse nel suo
enorme maglione, cercandovi conforto. Quelle parole l’avevano
ferita nel
profondo. Sapeva che accanto a uno come Damon, sarebbe stata bene una
come
Elena. Ma sentirselo dire proprio dalla sua migliore amica le
spezzò il cuore.
Quante volte aveva fantasticato su se stessa assieme a quel vampiro
affascinante. Un uomo con secoli e secoli sulle spalle, un uomo vittima
e
carnefice al contempo, egoista, narcisista, irrequieto, forse a volte
un po’
immorale. Ma Bonnie sapeva che dietro quella facciata, dietro
ciò che lui
mostrava c’era ben oltre. Elena diceva sempre che Damon era
una creatura da
domare. Beh lei la pensava diversamente. Le persone non si domavano, si
amavano, si cercava di capirle, di entrare nei loro panni, ma mai
domarle.
«
Quando ami una persona, l’accetti. Pregi e difetti qual
si voglia… »
Senza
accorgersene disse quelle parole ad alta voce.
Sorrise, di un sorriso triste e pieno di malinconia. Lei avrebbe amato
Damon
per quello che era, non le importava se in passato fosse stato un
sadico
assassino, se la sua natura oscura a volte prevalesse, se faceva
stupidaggini.
Quello era Damon, il suo Damon, non
lo avrebbe cambiato per nulla al mondo. Ovviamente Elena credeva
nell’opposto
e, come sempre nella vita succedeva, lei aveva l’amore di Damon ai suoi piedi. Si
alzò dalla
scrivania, dov’era seduta, ignorando il corvo nero che la
spiava ormai da
qualche ora e che appena prima lei si voltasse, aveva spiccato il volo.
Damon.
Da mesi ormai spiava quella piccola strega senza saperne i motivi, si
sentiva
come una falena attirata dalla luce. Lei era la sua luce. Ironico da un
certo
punto di vista, lui era pura tenebra, nella sua vita la luce era
pressoché
un’utopia che non avrebbe mai pensato di raggiungere. Ma ogni
volta che incontrava
quegli occhi castani, a tratti felici, a tratti spensierati e poi a
tratti
tristi e malinconici, un nodo allo stomaco lo assaliva. Sensazione che
lo
rendeva alquanto perplesso. Lui amava Elena, su questo non ci pioveva,
come
avrebbe potuto non amarla? Era perfetta per lui, la sua principessa
dell’oscurità, non aveva niente a che vedere con
la streghetta che poco prima
aveva davanti, eppure quella ragazzina dai capelli rossi gli faceva
nascere
sentimenti a lui sconosciuti.
Decise di non
pensarci al momento, la sua meta era casa
Gilbert, dove vi avrebbe trovata Elena. La sua anima gemella.
Elena era sempre
stata una ragazza sicura, ciò che voleva
diveniva automaticamente suo, aveva avuto la fortuna di essere
bellissima e
questo lo sapeva, altroché se lo sapeva. Il suo fascino era
ormai famoso a
Fells Church, ma soprattutto lei sapeva come usarlo. Grazie ad esso
aveva
conquistato una miriade di uomini, tutti pronti a prostrarsi ai suoi
piedi. Tra
questi vi era Stefan Salvatore. Lo amava sì, ma lei amava
anche Damon, lui era
quello che lei aveva sempre voluto in un uomo: passionale, brutale,
selvaggio,
ma anche dolce e a volte remissivo. Questo però solo con
lei, nessun’altra
donna avrebbe potuto vantare una simile ascendenza sul vampiro e lei,
ovviamente
ne andava fiera. Lei era quella che lo aveva domato, era riuscita
nell’impossibile. Aveva conquistato Damon Salvatore e sapeva
che se solo lei
avesse voluto, lui l’avrebbe portata via da tutto e tutti,
persino da Stefan,
il quale ormai più che il suo grande amore, era diventato
l’ostacolo numero uno
per arrivare a Damon. Scosse la testa per l’orribile pensiero
appena avuto.
Come aveva potuto pensare che Stefan, il suo Stefan, fosse un ostacolo?
Era
forse diventata pazza?
Si diresse
davanti lo specchio per osservarsi, quando
un’improvvisa folata di vento la fece voltare. Damon.
« Ehi
principessa, sei tu la più bella del reame. »
Elena
sorrise a quell’uscita, osservò meglio il vampiro.
Bello era bello non c’era
che dire. Ma era quell’aria da bel tenebroso ad affascinarla
tanto. Cosa
avrebbe fatto?
«
Damon, quante volte ti ho detto di non entrare così di
soppiatto? » il ragazzo sorrise malizioso, le si
avvicinò e la circondò con le
sue braccia.
«
Elena, mia dolce Elena. Ammetti che ti rendono felici
queste mie improvvise irruzioni… » era vero, la
rendevano felice ed euforica,
ma se improvvisamente fosse arrivato Stefan? Damon parve capirlo,
infatti il
suo sguardo si indurì.
« Se
la tua preoccupazione è il fratellino, tranquilla! A
quest’ora sarà a correre felice sui prati con gli
scoiattoli. » Elena si morse
il labbro inferiore, sapeva che Damon si era offeso. Proprio in quel
momento
aveva preso una decisione! Una decisione che avrebbe cambiato tutto.
Nel frattempo,
alla pensione, l’ignaro Stefan rimuginava
sulla situazione di stallo che c’era tra lui, Damon ed Elena.
Aveva passato
secoli alla ricerca di un sentimento di puro amore e lo aveva trovato
proprio
in lei. Lui l’amava oltre ogni dire, ma questo amore aveva
un’incognita. Damon,
per l’appunto. Ironico, secoli prima si erano battuti per una
donna, la quale
aveva ad entrambi spezzato il cuore oltre che il loro legame fraterno,
e adesso
la storia si ripeteva di nuovo. Lui sapeva che Elena amava anche Damon,
sapeva
delle sue fantasie su lui. Ma non aveva mai avuto il coraggio di
affrontare la
situazione. L’aveva cercata per così tanto tempo,
che ora al pensiero di
poterla perdere gli faceva gelare il cuore. Ma forse sapere la
verità, avrebbe
potuto farlo stare meglio, o almeno era quello che continuava a
ripetersi per
auto convincersi. La verità era che qualunque scelta avesse
fatto Elena lo
avrebbe in entrambi i casi ferito. Quella scelta non avrebbe mai dovuto
esistere. Lui sapeva di amare solo lei, non avrebbe mai avuto dubbi e
così,
anche lei non ne avrebbe dovuti avere. Purtroppo le cose non stavano
come lui
sperava. Distolse lo sguardo dalla foto sul camino, in cui ritraeva lui
ed
Elena abbracciati e sorridenti, per portarli al suo cellulare il quale
due
secondi prima aveva vibrato. Bonnie. La sua amica strega gli aveva
mandato un
messaggio.
{ Stefan, scusa se ti disturbo,
non vorrei ma ne sono costretta uffa, spero però che mi
perdonerai, no aspetta
però prima devo chiederti il favore, oddio mi impappino
anche per messaggi,
sono una causa persa! Comunque non è che vedresti se nella
biblioteca sta un
libro di magia su nozioni basi ecc ecc? Passo tra 1oretta a prenderlo
se a te
va bene! Scusa ancora Stefan! Bonnie.}
Era combattuto
tra lo scoppiare a ridere per il modo
buffo in cui si esprimeva Bonnie e il sorridere intenerito per la sua
dolcezza
e bontà d’animo. Optò per la seconda.
Bonnie era la ragazza più dolce che
avesse mai conosciuto e, come lui, anche lei soffriva per la situazione
tra lui
Damon ed Elena. Tutti sapevano quanto Bonnie amasse suo fratello, tutti
tranne
il sottoscritto. O almeno così dava a vedere.
Sospirò, se solo Damon si fosse
accorto di quella ragazza così dolce e a tratti ingenua,
lasciando perdere la
sua, forse le cose sarebbero andate diversamente. Si mise a cercarle il
libro
che le serviva, forse così avrebbe pensato ad altro.
Bonnie
buttò in malo modo il cellulare sul letto. Come
diavolo faceva a incespicare anche tramite un semplice messaggio? Con
Stefan
poi? Lo adorava, era alla stregua di un migliore amico, era dolce,
gentile e
sempre premuroso con lei e ogni qualvolta faceva gaffe assurde lui non
gliele
faceva pesare. Era forse, la persona che più la metteva a
suo agio. Se da una
parte soffriva per l’indifferenza che Damon provava verso
lei, dall’altra
soffriva anche per quell’amico così buono e
sincero verso tutti, che proprio non
si meritava ciò che sia Damon, sia Elena gli stavano facendo
passare. Quel
pomeriggio aveva mandato quel messaggio, sì, per quel libro
di incantesimi, ma
anche e forse, soprattutto, per parlare un po’ con Stefan,
consolarlo forse.
Sapeva che Damon non si sarebbe mai accorto di lei, ma non per questo
doveva
abbandonare Stefan a se stesso. Era sua amica e come tale doveva
stargli
accanto. Bonnie non era stupida come la maggior parte delle persone,
Elena in
pole position, pensavano. Sapeva che bastava una sola parola di quella
ragazza
e tutto sarebbe andato in frantumi. Il suo mondo, le sue speranze il
suo cuore,
ma la cosa peggiore era che anche Stefan avrebbe perso le medesime
cose, salvo
soffrire ancora di più. Alla fin fine lui aveva
“vissuto” quell’amore, cosa che
lei con Damon non si avvicinava nemmeno lontanamente come idea. Il
distacco per
Stefan sarebbe stato lacerante e ciò spezzava il cuore a
Bonnie. Scosse la
testa cercando di non pensarci. Elena avrebbe preso la scelta giusta,
anzi no,
era sicura che non avrebbe preso scelte, lei amava Stefan. Damon era
solo
un’ossessione, tutto qui. Si mise a mettere ordine in camera,
era una
disordinata cronica, vestiti, scarpe e libri sparsi ovunque. Fu proprio
in quel
frammento che i suoi occhi si prefissarono su un libro che Meredith le
aveva
passato tempo addietro. Arrossì violentemente ricordando
alcune frasi di quel
libro: “Cinquanta
sfumature di grigio” era
così… così…
« Oh
bontà divina! » esclamò tutta rossa in
viso,
ripensando ad alcune scene davvero esasperanti. Come poteva,
l’autrice,
scrivere quelle scene senza annaspare dalla vergogna? Ok, era di
mentalità
aperta, insomma era una strega, con amici vampiri, e poi stava Damon,
famoso
per le sue uscite davvero vergognose. Ma quel libro… Avrebbe
fatto arrossire
persino Dam…
Scoppiò
a ridere per quel pensiero alquanto idiota. Damon
arrossire? Al massimo aveva adempito ad alcuni capitoli di quel libro
se non
peggio. Alzò gli occhi al cielo demoralizzata. Nascose il
libro sotto il
cuscino, non voleva rischiare che qualcuno lo trovasse, sarebbe morta
di
vergogna. Si diresse verso l’armadio e prese il giubbino di
jeans, dopo averlo
indossato riavviò i suoi lunghi capelli rossi e si diresse
verso l’uscita.
Destinazione: pensione Salvatore.
Gli sguardi
continuavano ad alternarsi: Damon, porta.
Damon, porta. Come aveva potuto sperare che questo momento non
arrivasse mai. O
addirittura che quello che avrebbe pagato a caro prezzo non fosse stato
proprio
lui: Stefan.
Elena aveva
scelto e lo aveva fatto nel peggiore dei modi.
Aveva mandato Damon, suo fratello, a dargli la lieta notizia. Come
aveva
potuto? Dopo tutto quello che avevano vissuto: dolori, gioie, pianti e
sorrisi.
Come? Perché non dirglielo di persona? Questo lo aveva
distrutto. Aveva
immaginato tanti scenari: lei che se ne andava via ridendogli in
faccia, lei
che piangeva disperata perché un po’ si dispiaceva
per lui…
No. Lei aveva
mandato il motivo per cui adesso il suo
cuore era diventato di vetro scheggiato. Suo fratello.
« Sai
qual è la cosa divertente? » esplose
improvvisamente Stefan, mettendo su un sorriso pieno di dolore, di
amarezza.
Damon lo guardò con indifferenza per poi rispondere a
mo’ di scherno « Il fatto
che io per la prima volta abbia vinto? Che non sia la seconda scelta?
Mmm, sì
ammetto che è una vera goduria » Stefan scosse la
testa stringendo i pugni.
« La
cosa divertente è che io la amo ancora, nonostante
lei mi abbia fatto questo, io la amo. E nonostante tu mi abbia fatto
questo…
Amo anche te. » Damon rimase basito di quella confessione a
cuore aperto,
improvvisamente si sentì un estraneo che guardava la scena
di un film, seduto
all’ ultima fila di un cinema a basso costo. Suo
fratello lo amava…
Non riusciva a
formulare una risposta alla Damon
Salvatore. Ma in ogni caso non ve ne fu tempo, visto che Stefan riprese
subito
la parola.
« Tu
non la ami nemmeno! Damon, tu non la ami, volevi
vincere. Volevi punirmi, volevi arrivare primo. Beh ci sei riuscito, ma
a cosa
è servito? Se per riavere l’amore di mio fratello
dovevo essere annientato
così, beh… Ce l’hai fatta Damon. Mi hai
annientato. » Era basito, aveva vinto.
Aveva Elena. Ma perché più ascoltava le parole di
Stefan e più si rendeva conto
che quella vittoria non gli faceva provare niente, se non un qualcosa
che non
riconosceva, ma che era molto fastidioso.
Decise di
sopprimere tutto. Lui aveva vinto. Non
importava come o perché, lui aveva l’amore di
Elena. La sua Elena. Il resto non
gli importava.
Mise su il suo
solito ghigno da menefreghista e superò
Stefan, pronto a lasciare la pensione. Ma poco prima arrivasse alla
porta,
questa si aprì, mostrando l’esile figura della
strega. Bonnie.
Ci aveva messo
un po’ più del previsto ad arrivare alla
pensione. Lungo il tragitto aveva ricevuto uno strano sms da parte di
Elena,
dove le chiedeva di poterle parlare. Ma essendo alla guida non poteva
di certo
rispondere e, ovviamente nemmeno con quel tempo. Infatti,
improvvisamente il
cielo si era fatto grigio piombo e piccole gocce di pioggia avevano
iniziato a
cadere dal cielo.
Ed ora era
lì, davanti ai due fratelli. Stefan vicino
alla biblioteca e Damon vicino alla porta. Vicino a… Lei.
Cercò
di ignorare l’orribile sensazione che le era
montata addosso appena aveva oltrepassato quell’uscio e
iniziò a parlare.
« Ehm
ciao. Ho… Ecco volevo solo… Stefan ero passata
per
i libri ma posso passare dopo. » Stefan non le rispose,
osservava con sguardo
vacuo la finestra vicino alla biblioteca.
«
Strega, ti conviene passare dopo, il mio fratellino è
entrato nella fase della commiserazione. Sai della serie: Oh il mondo
mi odia,
il mio cattivo fratellone mi ha rubato la ragazza, come farò
adesso? Mi ciberò
di più conigli… » Bonnie smise di
ascoltarlo non appena aveva sussurrato le
parole “rubato” e “ragazza” se
avesse potuto avrebbe pianto.
E
così Elena aveva scelto. Aveva scelto
Damon. Si voltò verso Stefan e non poté
trattenere un singhiozzo. Il suo migliore amico era a pezzi, non
serviva un
genio per capirlo.
Damon dal canto
suo continuava a blaterale, prendendosi
gioco del cuore spezzato di suo fratello. Come aveva potuto? Stefan lo
adorava.
Ed Elena? Le voleva bene, ma ora come ora l’avrebbe presa a
schiaffi. Provò una
rabbia ostile verso quei due. Stefan non meritava tutto quel dolore,
non un
animo buono come il suo. Lei stessa non meritava ciò. Elena
sapeva cosa ella
provasse per Damon, ma ciononostante aveva deciso di tradire lei e
Stefan.
Spostò
lo sguardo da Stefan a Damon, e stanca del suo
continuo sbeffeggiare il fratello parlò.
«
Basta. Smettila immediatamente. » in altre occasioni
sarebbe morta dalla paura per essersi rivolta a Damon Salvatore a quel
modo. Ma
era stanca. Stanca di essere sempre così invisibile agli
occhi di tutti, stanca
di essere vittima di gente come Elena o come lui. Stanca di vedere
quello sguardo
così perso e vuoto sul viso di Stefan. Era stanca. E Damon
doveva piantarla.
Ora.
« Come
hai detto? Vorrei ricordarti, Strega, con chi stai
parlando. Perché forse non ti è chiaro, ma
facciamo in modo tu lo capisca bene:
Non osare mai più rivolgerti a me con quei toni, o non mi
riterrò responsabile
di ciò che potrebbe succederti. » finì
con un ghigno inquietante. Ma Bonnie lo
ignorò e continuò.
«
Sì che lo so. So con chi sto parlando. » Damon
scosse
la testa compiaciuto ma Bonnie continuò.
« Sei
una persona egoista. Hai tolto ciò a cui tuo
fratello teneva di più, e per cosa poi? Per vincere? Per
vincere, cosa? Una
partita che è iniziata… Che tu
hai
iniziato e giocato da solo per 500 anni? Lascia che ti dica una cosa:
tu non
hai capito niente dell’amore. Tu non sia nemmeno cosa sia.
Non ami Elena. Non
ami Stefan. Non ami te stesso. Tu non sei in grado di amare, per te
è tutto un
gioco, dove chi vince sfoggia il premio migliore. Hai vinto Elena, hai
spezzato
il m… hai spezzato il cuore della persona che più
ti ama a questo mondo… »
Bonnie avrebbe voluto dire il MIO, ma non poteva, il dolore, la rabbia
aveva
preso il sopravvento non facendola ragionare. Voleva scalfirlo, ma il
suo viso
era e rimaneva di pietra. Ma continuò comunque.
« Hai
spezzato il cuore di tuo fratello, fregandotene dei
suoi sentimenti. Chi diavolo ti credi di essere, adesso per
sbeffeggiarlo così?
Non sei nessuno ok? Nessuno. » Damon non ci vide
più. I suoi canini si
allungarono fino a formare delle zanne abbastanza inquietanti, prese
Bonnie per
le spalle e la sbatté sul tavolo. Era arrabbiato. Come aveva
osato quella
ragazzina rivolgersi a lui in quel modo? Nessuno diceva a Damon
Salvatore
quello che aveva detto lei e uscirne illeso. Avrebbe pagato con la
vita. Stava
per gettarsi sul suo collo quando lo sguardo di lei lo
bloccò. Delusione.
Quegli occhi che tanto gli
piacevano, esprimevano delusione.
Ed
era stato lui. Ma alla fin fine cosa gliene importava? Erano solo degli
occhi.
Occhi che gli piaceva osservare. Vide Stefan con la coda
dell’occhio
scaraventarsi su lui. Poteva fermarlo e uccidere la strega…
Ma non lo fece.
Stefan gli fu addosso spingendolo contro
il muro, ma lui non reagì. Perché?
Continuava a chiedersi. Stefan prese la parola, aveva gli occhi neri e
i canini
in fuori. Eppure era freddo, glacialmente calmo. Non lo aveva mai visto
così.
«
Vattene. Hai avuto ciò che volevi. Non hai più
niente
che ti trattenga in questo luogo. » finì senza
mollare la presa. Damon voleva
rispondere a modo suo, ma questa volta non ce la fece. Stefan si
allontanò di
poco senza nemmeno guardarlo. Damon volse un ultimo sguardo a Bonnie e
se ne
andò senza nemmeno voltarsi.
Era passata
un’ora. Stefan era seduto, immobile, a
fissare le fiamme del camino. Bonnie invece fissava fuori dalla
finestra. Dopo
che Damon se ne era andato, nessuno aveva più proferito
parola. Aveva
controllato il suo cellulare, leggendovi quattro sms da parte di Elena.
Il più
divertente?
“ Oh Bonnie, perché non
rispondi?
È successo un casino e non trovo Damon, non sai come mi
sento in questo
momento. Ho bisogno della mia migliore amica. Fatti sentire”
Bonnie rise
amaramente in silenzio. Come al solito la
vittima era lei. Elena. Tutti dovevano accorrere al suo cospetto
perché
giustamente era LEI che stava male. Lei era quella col cuore spezzato
in mille
pezzi. I sogni e le speranze erano state portate via a lei. Bonnie fu
così
sopraffatta dalla rabbia che strinse il cellulare fino s stritolarlo.
Si voltò
verso Stefan, era lì distrutto nel suo dolore. Non una
parola. Era così
ammirevole…
Un uomo che era
appena stato ucciso se ne stava lì,
seduto senza emettere alcun suono. Lei al contrario si sarebbe messa a
piangere
di lì a poco. Fu per questo che si diresse verso lui e senza
dire nulla lo
abbracciò. Stefan rimase in un primo tempo sorpreso di quel
contatto. Lui e
Bonnie avevano un bel rapporto di amicizia ma non si era mai spinto
oltre le
parole. Sentire quell’abbraccio privo di malizia e pieno di
tenerezza gli colmò
brevemente il cuore. Salvo poi ricordarsi che non aveva più
un cuore da
colmare.
Alzò
la mano carezzandole lievemente la testa rossa,
sapeva che si stava sforzando di non piangere. Anche lei ne era uscita
ferita.
Sapeva benissimo che provava qualcosa per suo fr… per Damon.
«
Stefan mi dispiace io… Io vorrei fare qualcosa per te.
» esclamò Bonnie con voce tremante. Stefan
sorrise. Non c’era nulla che lei
potesse fare. Nessuno poteva fare niente.
« Lo
so. » disse solamente.
Era
l’una di notte inoltrata e Bonnie non riusciva a
dormire. Dopo essere rimasta un po’ abbracciata sul divano
con Stefan, aveva
capito che non poteva fare molto per lui. Ragion per cui era tornata a
casa,
prendendo con sé i libri di magia che Stefan le aveva
preparato nel pomeriggio.
Ma adesso non sapeva che farne, voleva scaraventare tutto dalla
finestra!
Come aveva
potuto Elena farle questo? Sapeva quanto
tenesse a Damon, ma ciononostante glielo aveva
“rubato”.
« Oh
andiamo, stupida! Non può rubarti qualcosa che non
è
mai stata tua! » disse ad alta voce. Il che era vero. Lei non
aveva mai
“posseduto” Damon. Sospirò frustrata. Il
suo cellulare lampeggiava. Era sicura
di aver letto tutti i messaggi. Si diresse verso il minuscolo oggetto,
trasse
un respiro profondo e lesse.
“ Ti ho mandato alcuni messaggi e
non ho ricevuto risposta. Bell’amica che sei, io ho bisogno
di te e tu mi
ignori! Sei un’egoista Bonnie. Un’ egoista. Buona
notte! Elena.”
« Ah
io sarei l’egoista? Brutta stronza, megera infrangi
cuori! » disse Bonnie in preda ad una furia cieca.
Lanciò
il cellulare contro il muro facendolo finire in
mille pezzi. Come osava darle dell’egoista?
«
Santa Elena di sti cazzi! Ma come ha potuto quel
cretino di Damon innamorarsene? E Stefan? E io? Sono più
cretina di loro a
starle dietro. Stronza malefica! »
Urlava per tutta
la camera, conscia ovviamente di essere
sola in casa.
Chiunque
l’avesse vista l’avrebbe presa per pazza. Il che
iniziava a non dubitarne nemmeno lei.
Per la foga che
aveva messo nel ridurre la camera in un
campo di battaglia, si ritrovò il libro che Meredith le
aveva dato. “Cinquanta
sfumature di grigio”
Lo
lanciò dall’altra parte della stanza in preda alla
rabbia. Esclamando a gran voce parole che forse non erano soltanto
semplici
parole.
«
Stupido libro. Una roba simile potrebbe piacere
soltanto a una come Elena. Beh, spero che Damon sia alla giusta portata
del
protagonista di quel libro. » In preda alla rabbia Bonnie non
notò che il libro
che aveva scaraventato dall’altra parte della stanza, era
atterrato sul libro
di magia, aprendosi.
Elena intanto
era in preda all’isterismo. Damon non si
era ancora fatto vedere, Meredith aveva il cellulare spento e la segreteria diceva che era
con Alaric. E
Bonnie, la sua migliore amica non le rispondeva. Che razza di amica
era? Lei
aveva bisogno di essere consolata e Bonnie la ignorava.
Era ormai
un’ora buona che faceva avanti e indietro per
la stanza. Almeno fin quando non udì un rumore.
Si
voltò lentamente scorgendo la figura scura di Damon.
«
Oddio Damon ma che fine avevi fatto? Dov’eri? »
Damon
la guardò in un modo che Elena non seppe decifrare. Il moro
scosse brevemente
la testa e rispose.
« In
giro. » in realtà era stato tutto il tempo seduto
in
riva a un lago. Non era solito mettersi a fare pensieri profondi
davanti a
paesaggi dai colori sfavillanti, quello era piuttosto Stefan. Lui era
più tipo
da letto-ragazza-pavimento. Non per forza nel giusto ordine.
Stefan…
“Vattene.
Hai avuto ciò che volevi. Non hai più niente che
ti trattenga in questo luogo”
Riusciva ancora
a sentire la voce di suo fratello mentre
con assoluta freddezza gli diceva quelle parole. Si era sforzato di
ignorarle,
insomma lui era Damon Salvatore niente e nessuno poteva scalfirlo. Ma
quelle
parole, dette con quell’assoluta glacialità lo
avevano… Ferito.
Adesso osservava
Elena. Quante volte aveva sognato questo
momento? E adesso che l’aveva davanti, perché non
era come l’aveva immaginato?
“Tu
non sei in grado di amare, per te è tutto un gioco, dove chi
vince sfoggia il
premio migliore.”
Le parole della
strega, Bonnie, gli vorticavano in testa.
Non era un gioco, lui amava Elena. Lui… Elena non era un
premio. Non lo era.
“Non
ami Elena. Non ami Stefan. Non ami te stesso.”
Diede un pugno
alla parete.
« Ti
sbagli. » ringhiò in modo feroce, facendo
sobbalzare
Elena, la quale si avvicinò lentamente.
«
Damon, ti ho solo chiesto dove sei stato… » disse
spaventata. Damon si voltò a guardarla. Improvvisamente un
ronzio prese a
tormentarlo. Era come avere mille spilli nella testa. Per un momento
perse
persino l’udito. Scosse la testa attonito. Cercò
di reggersi alla parete,
finché Elena non gli andò incontro.
«
Oddio Damon, stai male? » la guardò e
capì che quella
notte sarebbe stata sua.
Elena lo
guardava sconcertata. Damon aveva un espressione
da pazzo. Non lo aveva mai visto così, era come se non fosse
nemmeno lui.
«
Damon sei strano. Sei sicuro di star bene? » Damon
ignorò la sua domanda e come un predatore si
avvicinò a lei lentamente.
« Mai
stato meglio Elena.
» Elena? Da quando Damon la chiamava per nome? Non
fece in tempo a
formulare altre domande che Damon le fu addosso. Le sue mani esperte
continuavano a vagare sul suo corpo, esplorandolo lentamente e
dolcemente.
Elena non riuscì a trattenere un gemito. Mai avrebbe pensato
che Damon fosse
capace di simile dolcezza. Solitamente lui era quello rude. Passionale.
Ma
adesso le ricordava un po’… No! Non poteva pensare
a Stefan, adesso. Damon la
prese in braccio e la distese sull’enorme letto a baldacchino
situato al centro
della stanza.
Continuava a
baciarle il collo. Elena credeva di
impazzire. Improvvisamente Damon si fermò. Elena
alzò il capo per vedere perché
si fosse fermato e lo trovò a fissarla immobile.
«
Damon tut… »
SBAM!
Elena non fece
in tempo a finire la frase che uno
schiaffo le arrivò frontale, centrandola in pieno viso.
Fissava Damon alquanto
shockata. Stava per ribattere ma…
SBAM!
Un altro
schiaffo l’aveva centrata. Osservava il vampiro
con la bocca aperta. Lui in compenso continuava a guardarla come se si
stesse
concentrando in quello che faceva. Elena era allibita, non capiva
perché Damon
la stesse gonfiando di schiaffi. Aveva intuito qualcosa di strano nel
vampiro
appena avevo varcato la porta, ma addirittura prenderla a schiaffi?
Elena si
sollevò sui gomiti per chiedere spiegazioni ma Damon la
prese alla sprovvista
ricominciando a baciarla. Alla fine si arrese ai suoi baci,
così dolci e al
contempo così eccitanti. Riuscì a sollevarsi del
tutto fino a mettersi a
cavalcioni su di lui, lo baciava come sapeva a lui piaceva. Ma
improvvisamente
Damon si bloccò di nuovo. Con una mano le teneva fermi i
polsi e con l’altra le
carezzava il volto dolcemente…
SBAM!
Elena non ci
vide più dalla rabbia. Si mosse velocemente
riuscendo a liberarsi dalla presa del moro e…
SBAM!
Gli diede uno
schiaffo tremendamente forte. Il vampiro
parve come risvegliarsi. Scosse la testa e la fulminò con lo
sguardo.
«
Elena, ma sei scema? Perché mi hai preso a schiaffi?
»
la ragazza lo guardava allibita. Ma la stava prendendo in giro?
« Ma
sei pazzo o cosa? Mi hai praticamente gonfiata di
schiaffi! » Damon la guardò con un sopracciglio
inarcato. Che fosse pazza? Si
chiese.
« Ma
stai bene? Hai forse sognato? Io non ho preso a
schiaffi nessuno. » disse alzando gli occhi al cielo per
l’assurdità della
situazione. Ma Elena non demordeva infatti accese la luce per mostrare
le prove
di quanto diceva.
« E
questo che cosa sarebbe? Guarda come mi hai ridotta.
Io… Damon ho sbagliato tutto. Io amo Stefan.
Amerò sempre Stefan. Mi dispiace
ma tra noi non può funzionare. Torno a casa. »
Elena
tornò a casa sua mentre Damon…
Lui non sentiva
niente, anzi forse si sentiva sollevato.
Anche se aveva una strana sensazione addosso. Rimaneva il fatto che
Elena se ne
era andata, lo aveva lasciato. Aveva persino insinuato che
l’avesse presa a
schiaffi. Lui, Damon Salvatore. Lui con le donne non
faceva l’amore, no. Lui fotteva...
Senza alcuna pietà*. Oddio ma da dove
gli era uscita questa? Comunque
lui si divertiva ma di certo non le pestava a sangue.
Passò
velocemente, così, quella strana notte a Fells
Church.
Il mattino
seguente Bonnie si trovava alla pensione per
ridare i libri a Stefan. Ovviamente lo trovò intendo ad
osservare le fiamme nel
camino.
Non era nemmeno
sicura l’avesse sentita arrivare.
« Ehi
Stefan, ti ho portato i libri. Alla fine non sono
nemmeno riuscita a leggerli tutti. » Stefan le rivolse un
sorriso che non
arrivò agli occhi.
«
Potevi tenerli ancora Bonnie. Non c’è alcun
problema lo
sai. » Bonnie stava per rispondere ma fu interrotta dal
rumore della porta che
si apriva.
Quando si volse
per vedere chi fosse quasi non si strozzò
con la sua stessa saliva. Elena.
Era
lì, sulla soglia, in lacrime e… Con la faccia
gonfia
come se fosse reduce da una rissa. Stefan la guardò
allarmato e si diresse
verso lei con velocità vampira.
«
Elena! Elena, ma che ti è successo? Dimmelo. »
Elena
gli gettò le braccia al collo.
«
Perdonami Stefan. Ti prego perdonami. Sono stata così
sciocca, io ti amo, ti ho sempre amato, perdonami ti prego! »
sia Stefan che
Bonnie la guardavano allibiti. Al ché quest’ultima
chiese spiegazioni.
« Ma
che è successo, Elena? »
Elena
iniziò a spiegare quello che era successo e man
mano che il discorso si inoltrava verso la fine, Bonnie venne colta da
un’illuminazione
improvvisa.
Le scene che
descriveva Elena, le erano familiari. Solo
allora si rese conto del perché.
Oh mio Dio. Il
libro di Meredith!
Bonnie si
ritrovò con una mano in bocca per trattenere le
risate che di lì a poco sarebbero uscite con prepotenza
fuori. Si scusò ed uscì
dalla pensione.
Certa che ormai
la porta fosse chiusa, scoppiò a ridere
senza ritegno e prese a correre all’impazzata per non farsi
sentire. Oddio non
riusciva a capire. Che fosse stata lei? Senza volerlo forse…
«
Ahahahah oddio. Non posso farcela ahahah. » si teneva
la pancia con le mani dal tanto ridere.
Rideva
così tanto che non vide la figura davanti a sé,
andandoci così addosso.
« Si
può sapere cosa diavolo ti fa ridere tanto da
venirmi addosso? » Damon.
Bonnie lo
guardò con occhi sgranati per poi ricominciare
a ridere.
Damon
spazientito la guardava tra lo stranito e
l’incazzato. Bonnie vedendo l’irritazione evidente
del moro, si diede un
contegno e parlò.
«
Damon. Ciao… No ok te lo devo dire: Sai non sapevo avessi
certe pulsioni ahahahahah » Damon la guardava sbigottito. Da
quando la rossa
era così sfrontata? Stranamente invece che arrabbiarsi gli
veniva da sorridere
nel vederla così felice. Ma tuttavia decise di fingersi
arrabbiato.
« Si
può sapere di cosa stai parlando? » Bonnie si fece
seria.
« Hai
preso a schiaffi Elena! »
« No.
Cioè lei continua a dire che io l’abbia presa a
schiaffi, ma giuro che io non ricordo. Poi ovviamente la guardo in
faccia e mi
sembra di vedere un sacco da pungiball, obiettivamente qualcuno
l’ha gonfiata.
In questo caso
sembro esser stato io… »
finì Damon più confuso che mai. Stava per
continuare, ma notò che Bonnie era
strana. In primis era di profilo con una mano sulla bocca e in
secundis… Aveva
gli occhi lucidi come se stesse piangendo.
« Ehi,
perché piangi? » chiese improvvisamente Damon. Ma
Bonnie non gli diede risposta. Anzi prese a correre a più
non posso lontano da
lui.
Il moro ci
capiva sempre meno, ma voleva scoprire cosa
c’era sotto, perché ne era sicuro. C’era
qualcosa sotto. E sospettava che la
streghetta sapesse pure che cosa.
La raggiunse
senza troppi sforzi. Si era appoggiata ad un
albero. Era di spalle.
Si
avvicinò molto lentamente finché non si
ritrovò a
pochi centimetri da lei. Non capiva perché stesse tremando.
La voltò lentamente
e con enorme stupore notò che non stava piangendo, ma
bensì stava trattenendo
le risa.
«
Ahahahaha oddio Damon, perdonami ahahahah non ce la
faccio sto per scoppiare ahahahahha » Doveva essere
infuriato. Mai nessun uomo
o donna che fosse gli aveva riso in faccia. Ma sentire quel dolce suono
lo
rasserenava. Decise però di metter su la sua faccia da
stronzo.
«
Smettila. Piuttosto dimmi che sai? Cosa è successo in
realtà? » Bonnie si bloccò e divenne
improvvisamente rossa.
Interessante.
Si disse
mentalmente il moro. Bonnie iniziò a parlare.
« Ecco
vedi… Io ero molto arrabbiata, ma ti giuro non
volevo fare magie o altre cose… » Damon
assottigliò lo sguardo.
« Hai
fatto un incantesimo perché la prendessi a
schiaffi? » se la situazione non fosse stata alquanto
grottesca si sarebbe
messo a ridere.
Bonnie era rossa
dalla punta dei piedi a quella dei
capelli.
« No.
Ti giuro che non era intenzionale. Ma vedi, avevo
per le mani un libro che Meredith mi aveva dato e scaraventandolo,
è atterrato
su quello di magia e io forse e, dico forse, avrei potuto dire alcune
paroline
che hanno fatto in modo che tu ecco… Sì
insomma… » Damon le si avvicinò ancora
di più.
« Che
paroline? » Bonnie cercò di arretrare ma non
poté
visto che era stata così intelligente da auto intrappolarsi
tra Damon e un
albero.
« Il
protagonista del libro… Ecco, è una specie di
deviato mentale a cui piace fare certi giochetti, sai frustate,
giochini
erotici vari… SCHIAFFI… Ahahahahah scusami Damon
ahahaha ok la pianto promesso.
Giuro, non l’ho fatto apposta, ma ero arrabbiata e
… Mi dispiace. » Damon la
guardò intenerito, le mise una mano sulla guancia e
sospirò.
«
Perché? Voglio dire… Perché tutto
questo? » Bonnie lo
guardò colpevole.
« Ero
arrabbiata con te, con lei. Io… Non riuscivo a
credere che tu potessi fare una cosa del genere a tuo fratello.
» Damon
ritrasse la mano come scottato.
«
Già… perché io non sono in grado
d’amare, né lo merito
vero? » Bonnie lo guardò mortificata, ricordando
le parole che gli aveva
rivolto. Si avvicinò lentamente e gli prese una mano.
«
Damon mi dispiace. Ero arrabbiata, non le pensavo
davvero le cose che ti ho detto. Sono sicura che tu sia in grado
d’amare e
soprattutto, che tu lo meriti più di chiunque altro. Ma non
è portando via
quello di tuo fratello che avrai ciò che meriti. Tutto
qui… Mi dispiace. »
disse mortificata.
Damon si
voltò, le alzò il viso e le posò un
tenero bacio
sulle labbra. Un bacio che di lì a poco si
trasformò in qualcosa
di più, fino a diventare pura
passione.
Solo in un
secondo tempo riuscirono a staccarsi l’un
l’altro. Bonnie era senza fiato e rossa in viso, mentre Damon
la fissava con un
ghigno divertito.
« Sai
streghetta non ti facevo, fervente lettrice di
certi libri… » Bonnie presa in contropiede
diventò dello stesso colore dei suoi
capelli. Damon di conseguenza scoppiò a ridere.
«
Ahahahhah » Bonnie sbuffò e lui le diede un tenero
bacio sulla guancia.
« E
dimmi, come si intitolerebbe questo libro? » chiese
incuriosito.
« Cinquanta sfumature di
grigio… » disse
farfugliando, Bonnie. Il moro si grattò il mento.
« Per
come l’ho ridotta io avrei detto viola. L’ho
pestata ben bene. » finì tranquillo. Bonnie rise,
lo prese per mano e insieme
si diressero verso il pensionato.
Per una volta
ringraziava Meredith per il suo gusto
discutibile in fatto di libri.
Prima di entrare
si scambiarono un bacio. Bonnie sapeva,
che di li a poco Elena sarebbe esplosa. E la cosa in fondo non la
preoccupava
più di tanto. Al suo fianco, adesso, c’era uno
schiaffeggiatore degno di nota.
Che di sicuro da ora in avanti l’avrebbe protetta da ogni
pericolo. Persino
dall’escandescenze di una biondina dalla pelle viola.
☽°o¤ø★ø¤o°☾
*Frase
presa dal libro “Cinquanta sfumature…”
Salve a tutti!
Eccomi qui con una nuova os, questa volta
nel fandom del diario del vampiro. So che dovrei aggiornare le altre
storie ma
ci sto lavorando u.u’
Comunque, come tutte sappiamo, in questo periodo è un commercio il libro 50 sfumature bla bla. Bien non mi metto qui a commentarlo o altro. Ma fatto sta che avevo da tempo in mente questa os e leggendo alcune pagine di quel libro mi era venuta in mente qualche scenetta davvero divertente ai miei occhi. Così ho deciso di plasmarla e farne una vera storia. Ahahaha che dire? Spero vi piaccia. Ovviamente questa os non ha intenzione di offendere nessuno, anzi, ha scopo di far sorridere e perché no? Scatenare tenerezza nei confronti dei personaggi… Ok non tutti, togliamo Elena u.u’’ che mi sono divertita a farla prendere a schiaffi u.u’’
Ringraziamo Marta (Betrayed_89) per la bellissima covere ahauhauh Grazie tesò! Ti voglio bene. E inoltre aggiungo:
Io e la mia amica Marta abbiamo messo su un gruppo su fb,in cui si parla di libri,spoiler delle nostre storie,giochi,quiz,film,o semplicemente ci si conosce,ci si scherza e si fa amicizie! Siete le benvenute vi aspettiamo ;)
Betrayed and Lilyanne's StoriesPer chi invece volesse aggiungermi su fb io sono
Lily Masen
Che dire? Spero vi
piaccia. Adesso scappo. Grazie per l’attenzione
^_^ Kiss kiss Lily!