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Autore: Miss I    15/07/2012    14 recensioni
Nessuna cosa è facile, nessuna come i tuoi ricci.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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I'M YOUR BAD POLICEMAN


Per un’altra volta mi ritrovavo in un letto chissà dove. La notte prima ero abbastanza cosciente per ricordarmi di essere andata al Denver, una discoteca, ma non abbastanza a capire cosa avevo fatto, anche se ovviamente pensavo fosse evidente. Un ragazzo, io e un letto erano già prove inconfutabili. Scrutai il suo viso, nascosto quasi completamente da quei ricci che lo avvolgevano. Mi alzai dal letto per raccogliere i miei vestiti, cercando di non fare rumore, ma come non detto una voce assonnata mi fermò di scatto. –Che cosa stai facendo?-.

Silenzio nessuno parlava, okay stavo facendo una bella figura di merda. Mi girai per il rumore dei passi notando che si era alzato senza scrupoli nudo e veniva verso di me.
Io sono Harry- Si giustificò, con una faccia sorridente. Continuò –Ieri in disc..- ma lo interruppi dicendo –Tralascia i dettagli, ora voglio solo tornare a casa-.
Con una faccia meravigliata che poi cambiò in un espressione per assecondarmi prese il cellulare e affermò  –Ti chiamo un taxi-. Chissà quante volte l’avrà detto, pensai tra me e me.

Il taxi o “cab” per meglio dire arrivò più puntuale di un orologio svizzero, pronto a portarmi verso il patibolo.
Ehm forse il patibolo è un espressione alquanto brutale, ma una volta arrivata a casa anche voi sareste stati della mia idea. Le mie coinquiline preoccupate mi avrebbero riempito di rimproveri e di consigli per non ripetere lo stesso sbaglio. Purtroppo sarebbe ricapitato pensavo sogghignando tra me e me. Stavo pensando troppo per non rendermi contro di essere già arrivata a destinazione e quindi scendendo malinconica lasciando i soldi al taxista. Non si sentivano le urla preoccupate, questa era una buona notizia. Magari erano dai poliziotti e avevano messo in azione tutta la Scotland Yard. Risi ancora mentre aprivo la porta. Fortunatamente era tutto calmo, il solito disordine della prima mattina e un silenzio abissale.
Magari non si preoccupavano più di me, o loro stesse erano finite a letto da qualcuno perdendomi la serata prima. Salii verso le loro camere ed erano vuote. Ora mi stavo preoccupando io. Cercai il cellulare nella borsa per contattarle ma senza alcun risultato: cazzo l’avevo perso.

Il suono del campanello mi scosse e mi fece precipitare giù a raffica. Come una deficiente aprii la porta senza dire il famoso “chi è?”.. poteva essere chiunque mi rimproverai!
Al suo sguardo mi fermai di nuovo a non pensare, era mio fratello e gli feci segno di entrare. Abituato a quella casa entrò e si diresse verso la cucina cercando forse la mia amica Sabrina, ma non c’era nessuno. Mi do tempo per spiegare come avevo fatto per andare a vivere con altre 3 pazze ragazze. Eravamo fottutamente italiane e avevamo deciso, che insieme, avremmo frequentato l’università in Inghilterra. Laura era quella più intelligente e furba allo stesso tempo; riusciva a estorcerti segreti con giochetti  sporchi, sempre se voleva. Aveva dei capelli neri come il buio della notte e una carnagione tipica italiana. Sara era la pazzoide per eccellenza, come me del resto, e quindi migliori amiche sin da piccole. Infine, Sabrina, la più sognatrice che viveva un’po’ sulle nuvole credendo ancora alle favole, e quando cadeva da esse noi dovevamo sempre confortarla; era un piacere aiutarla soprattutto perché dopo 5 minuti riprendeva un sorriso smagliante e perfetto da accecarci con la sua felicità. Uno dei suoi pregi.
Tornando ai fatti mio fratello stava per cadere in depressione per capire dove fosse Sabrina senza nessuna risposta perché nemmeno io lo sapevo. La nostra discussione fu di nuovo interrotta dal suono di un clacson, probabilmente un amico di mio fratello perché mi passò davanti, furtivamente lasciandomi un bacio sulla guancia senza dire niente di comprensibile e uscendo. La mia supposizione fu confermata da come si salutavano felici. Almeno quella mattina ebbi la conferma di qualcosa di stupido.
Merda troppi suoni, perché un altro suono al campanello mi fece sobbalzare. Corsi verso la porta, però prima chiesi –Chi è?-.
Esitò un momento e rispose –Sono Harry-. Infastidita risposi –Non te la do un’altra volta!-
-Ma hai dimenticato il tuo cellulare e ti devo ..- appena sentì “cellulare” mi illuminai e aprii.
Stavolta era vestito. Giaccone nero in pelle, jeans e converse. Stava ancora fermo, imbarazzato di guardarmi vestita in quel modo di mattina.
In effetti era vero. Avevo un brutto vestito bianco attillato che faceva risaltare le mie parti migliori. –Accomodati vado a cambiarmi- accennai, con voce imbarazzata.
Una volta scesa la scena era questa: questo tipo, Harry, seduto al divano pensieroso.
Lo interruppi nei suoi pensieri –Allora il cellulare?-. Lo prese, e me lo porse in mano con un semplice e freddo parolone –Ecco-.
Curiosa di cosa mi doveva così insistemente parlare, lo assecondai. L’avevo già fermato due volte in una mattina. Risi. –Che cosa mi devi raccontare? Sentiamo!- con voce curiosa, magari mi avrebbe dato qualche indicazione su come ritrovare le mie amiche. L’espressione del suo viso si fece più seria, spaventandomi.
-Ieri hai dato di matto-. Lo interruppi di nuovo, ora ero davvero fastidiosa. –E poi mi hai portato a casa tua, mi hai scopata e ora con la scusa del cellulare vuoi rifarlo-.
Scoppiò in una fragorosa risata, ma poi tornò serio.  –Mi lasci parlare?-. Io annuì, assecondandolo.  –Dicevo, ieri hai dato di matto e se dico così è poco. Hai bevuto come una matta assatanata e hai ballato sul palo in biancheria intima-. A queste due ultime parole arrossì poco. Lo fermai dicendo –Continua pure..-.
-Fortunatamente non ti sei svestita perché io e i miei amici ti abbiamo presa e portata a casa mia dove ti sei ritrovata-. Sfortunatamente capivo davvero che casino avevo fatto e me ne stavo fottutamente pentendo. –Oh cazzo ma capisci che cavolo di casino ho fatto? Chissà cosa staranno dicendo le mie amiche!-. A questo sembrò un’po’ più calmo –Sono uscite prima che tu facessi quello- disse quelle parole guardandomi dritto negli occhi, un’po’ assonnati e lì notai quelli occhi verde smeraldo. Mi avvicinai e abbracciandolo forte sospirai un “grazie” un’po’ soffocato da quel petto caldo. Ripensando alla scena della mattina mi staccai bruscamente chiedendo spaventata –Come mai eri nudo? E io in intimo?-.
Sospirò –Una volta a casa mia ti avevamo rivestita con tanto di maglietta e pantalone gigante di un mio amico ma appena ci giravamo a fare qualcos’altro tu ti svestivi e quindi avevamo rinunciato a vestirti di nuovo mentre io beh a me piace dormire nudo-
Ora morivo io in una fragorosa risata imbarazzante –Okay quando sono ubriaca non c’è niente da fare!! Ma ho dormito con te nudo?-. Spostandosi dal fissare la mia terza di tette, alzo gli occhi contro i miei –Ti abbiamo messa nel letto di Louis che non c’era, quel mio amico, ma durante la notte continuavi a venire da me chiedendomi di coccolarti..-.
-L’hai fatto?- Lo interruppi. –No, ho resistito.. eri incosciente e poi dalla tua reazione di stamattina non penso l’avresti voluto.. sono riuscito a prendere il tuo indirizzo pagando un extra a quel taxista. Avevo bisogno di spiegarti e di restituirti il cellulare-.
-Grazie- Stavolta l’aveva sentito –Non avevi bisogno anche di risentire me?- Okay, me la stavo cercando.
-Anche te, penso.- Disse con voce orgogliosa.
Si avvicinò troppo velocemente, senza farmi capire che le sue labbra erano sulle mie, sentendo la sua lingua cercare la mia, e io viceversa. Il bacio si fece più caldo quando le sue labbra scesero camminando sul mio mento, poi sul mio collo. Ci sapeva fare, pensai tra me e me. Le sue mani fredde erano sul mio fondoschiena, mentre io cercavo di soffocare i gemiti che avrei dovuto emettere mentre le mie mani si attorcigliavano sul suo dorso. Si fermò, passando subito a mordermi l’orecchio facendomi eccitare e dicendo –Ti voglio sentire forte-. Nel punto in cui ritornò al collo mentre le sue mani erano già sotto la maglietta pronte a svestirmi di quel poco che avevo addosso (maglietta, pantaloncini, senza intimo) un altro cazzo di suono al campanello ci fermò.
Okay quella mattina, quel campanello, portava milioni di sorprese. Prima mio fratello che veniva non per me quasi mai, e quel Harry che se ne stava approfittando. Sinceramente non so chi sia, ma me le stavo cercando io, per cui.. Si vede che non era giornata bella per lui e per il suo tipino laggiù.
Mi ricomposi e andai verso la porta. Si sentivano le urla delle ragazze. Aprii e ovviamente erano loro.
Mi guardavano tipo “ahaha ti abbiamo visto ieri sera puttana”. Almeno questa era l’impressione che davano, poi mi ricordai che Harry aveva detto che non c’erano. Venni interrotta da Laura, sempre schietta  -Allora ci fai entrare in casa nostra o hai deciso di cacciarci?-.
Ricomponendomi ancora di più per la situazione che avrebbero trovato una volta entrate urlai –Okay entrate pure-. Ognuna di loro prese posto in bagno per risistemarsi e andare a riposare senza fare caso a lui. Non ci tenevo che venissero a conoscenza di uno sconosciuto che la sera prima aveva fatto un gesto alquanto eroico, se non erro, con i suoi amici rinunciando anche a non approfittare di me, mezza ubriaca. No aspettate, fradicia. Il termine “mezza ubriaca” non penso mi si addicesse. Comunque dovevo liberarmene prima che mi facciano quelle serenate di rimproveri.
Mi avvicinai a lui senza dargli nessuna spiegazione e con una frase fredda dissi –Devi andare penso-. Si alzò. –Okay ora vado, ci vediamo presto-.
Chiusi la porta.
Tutto ritornava alla normalità, di solito le cose andavano così!
Cercavo nella rubrica il numero di un ristorante per un pranzo espresso, non avevo voglia di cucinare e tantomeno per quattro, ma mentre scorrevo sulle lettere per arrivare alla R, notai un Harry nuovo. Di certo c’era Harry Flow, Erald, ma non Harry Styles. A volte sono deficiente, penso di averlo detto. Chiamai il numero incuriosita di sapere chi fosse questo dannato “Styles”. Dopo due squilli rispose.
-Sei quella ragazza?- Da quella voce capivo che era quell’Harry di mezz’oretta fa.
Come si permetteva di dire “quella ragazza”. Morivo. Forse ero una tra tante. Che cazzo stava succedendo? –Ehi ci sei?- interruppe.
-Sì sì tranquillo, e tu sei quel Styles?- dissi in tono scherzoso. Capiva che lo stavo facendo per riprendermi una rivincita.
Sì sono io- rise –tu come ti chiami? Non lo so ancora- con una voce da bambino indifeso.
Già cavolo non sapeva nemmeno come mi chiamavo, che stupida, non gli avevo detto nemmeno il mio nome. Scoppiai a ridere. –Mi chiamo Lucia- risposi –però penso che per te sia più facile Lucy-
-Lo penso anch’io- rise –Io mi chiamo Harold in verità e il mio secondo nome è Edward-.
Un bel Harold Edward Styles sogghignavo tra me e me. –Sei sempre una grande scoperta Styles.. il mio secondo nome è Maria e- non mi lasciò nemmeno finire che disse –ma mi troverò più a mio agio con Mary-.
-Giusto- conclusi io.
 –Ti va di venire a pranzo con me e dai ragazzi?- aggiunse.
Scossi la testa, come se mi potesse vedere –Sto aspettando che le mie amiche passino la post sbornia quindi penso che per pranzo non c’è la faccio-. Sospirò e cerco un altro momento nella sua testolina –Va bene stasera? A casa dei nostri amici, alle nove, tutti noi, ti mando le indicazioni per messaggio non puoi sbagliare!-.
L’idea non mi entusiasmava così tanto ma era la seconda volta che richiedeva e decisi di sì ma dovevo avere altri tre sì così non ci sarei andata da sola. –Ci vediamo lì, Harold- con tono scherzoso.
-Non mi chiamare così, a stasera! Ti aspetto- riagganciò.
Era quello il modo di fare? Dovevo finire almeno di rispondergli.
Non avevo voglia di richiamarlo, quindi feci ancora per scorrere la rubrica per arrivare a Rodolfi Restaurant’s, un ristorante italiano, che forniva il cibo migliore al mondo a prezzi stracciati e per di più in pronta consegna. In men che non si dica avevo già chiamato, e prenotato un full menù per quattro. Così si fa!
Nell’attesa, almeno un’ora, mi stesi sul divano stanca.. ma fui subito risvegliata da quel profumo soave di quel ragazzo. Le uniche cose che sapevo era il suo nome, il nome del suo amico, altri amici di cui non sapevo niente e che ieri mi avevano, praticamente, salvata da uno stupro di massa. Sono un’po’ tragica ma non si sa mai! Quel profumo mi faceva continuare a pensare senza farmi riposare neanche un secondo. Era atroce come cosa. Riconobbi quel profumo, era sicuramente Fahreneit di Dior! Bei gusti che ha quel ragazzo.
C’era qualcuno che suonava da dieci minuti senza risposta. Mi accorsi che la risposta ero io, quella con un minimo grado di coscienza per pagare, parlare normale e richiudere la porta. Feci questo.
Si sentiva il profumino della mia cara Italia ma dovetti ritirare le lacrime per salire, fare casino per svegliarle.
Non si svegliavano mai prima delle dodici ore, se non facevo casino dopo queste sbornie. Del resto avevamo da chiarire parecchie cose e anche a convincerle ad andare da Harold e compagna varia. Mi piaceva chiamarlo Harold ora. Che roba stupida, che ero. Sabrina e Sara, stavano dormendo insieme: era normale. Laura invece era stravaccata sul pavimento. Poverina neanche il tempo di arrivare a letto e si era già addormentata. L’avrei svegliata con il rumore fatto dalle altre. Scesi un attimo in cucina armandomi di padella e spatola, e mentre salivo il fastidio aumentava e quando ero vicino al loro letto mormoravano cose senza senso, mentre io saltavo e urlavo –SVEGLIATEVI-.
Il mio piano aveva funzionato. Le due S, si precipitarono in bagno a suon di padella e urlando all’unisono infastidite –ci svegliamo, ci svegliamo.. ma smettila, ci stai rompendo i timpani-.
Laura invece sembrava essere posseduta mentre si avvicinava a me. Faceva paura. Dovete credermi.
Scesi per l’ennesima volta le scale e apparecchiai quelle meraviglie di cibo. Mi sa che ha sentire il profumo si svegliarono del tutto. Scesero in fretta. –Hai ordinato?- chiese Sara speranzosa. Speranzosa perché quando cucinavo io, il cibo aveva un bell’aspetto e anche un buon profumo ma quando lo mangiavi, rigurgitavi tutto. In Italia ero io quella che non faceva un cavolo.
Stavo sui libri, su internet e uscivo. Niente di così sfarzoso. Mi ricomposi, dovevo capire anche da loro cos’era successo ieri. –Allora ragazze, per ieri niente da commentare?-.
Sabrina stava per commentare quando fu interrotta da Laura –Ieri in discoteca- questa frase l’avevo già sentita  –ti abbiamo provato a dire un milione di volte di venire con noi in un’altra, ma non te ne volevi andare per cui abbiamo incaricato un vecchio amico della Sabri per tenerti d’occhio-.
-E così si sono offerti anche gli altri suoi amici- finì Sabri infastidita da Lau, che le aveva rubato la storia –rovinando così la loro serata, dovremmo farci perdonare, in qualche modo-.
-Stasera siamo a cena da loro se vi va, ci hanno invitate- affermai io. –Ci sto- risposero loro all’unisono. Non pensavo sarebbe stato così facile.
Dopo aver sparecchiato e ripulito la cucina, ci addormentammo su nelle nostre rispettive camere, ovviamente lì con il proposito di alzarci verso le otto e prepararci.
Alle otto, iniziarono a suonare i nostri quattro cellulari causando un casino tremendo che cessammo subito.
Quel poco filo di trucco per non sembrare appariscenti, il solito casual e ci avviammo verso casa loro a piedi, non era molto lontana.

Erano le 9,10 di sera e stremate dalla stanchezza non sapevamo dove fosse la casa.
Presi il cellulare e con fare trionfante del tipo “io ho il numero di Harold pappapperoo” lo chiamai. –Dove cazzo siete?-. Okay era preoccupato, che dolce!
-Siamo davanti a una lavanderia, siamo venute a casa tua a piedi ma è dalle 8,43 che giriamo in vuoto-
Harold capì la situazione. –Tranquilla, basta che voltate a destra, e lì c’è una casa marrone tra tutte quelle bianche, ora scendo e vi vengo incontro- riattacò. Ah okay, era un abitudine ormai.
Seguì le istruzioni e voilà, la casa era lì, ci eravamo passate un milione di volte quella sera senza renderci conto che fosse quella. Che stupide.
Ci raggiunse un certo riccio, che come un gentiluomo, prese le nostre borse e cappotti alla porta e probabilmente li portò in camera.
Ai fornelli c’erano due biondi, uno più biondo dell’altro. Lasciarono cucchiai e olio per venirci a salutare. Guardarono me per prima –Immagino che stamattina avessi fretta, non hai nemmeno fatto caso a noi che facevamo colazione- disse quel biondo con degli occhi azzurri penetranti –Sono Niall e questo amicone qua, è Liam- sorrisero.
-Ero un’po’ frastornata- giustificai –Il piacere è mio- sorridendo di rimando. Mentre tutti si salutavano ecc, notai gli altri due. Ma quanti erano? Erano tutti e due di una bellezza invidiabile e al suono della campanella rimasero impassivi, come se non gli interessasse che fossimo qua. Con un’po’ di coraggio mi spedii verso di loro e schietta –Wohoo gentaglia, io sono Lucy-.
Alzarono il viso sempre impassibili, mi stavano dando leggermente fastidio, e dissero –Lo sappiamo- senza neanche presentarsi.
Harry spaccò il ghiaccio non curandosi di cosa fosse successo prima –Allora questo moro, è il mio migliore amico Louis ma puoi chiamarlo Lou! Giusto Lou? E quest’altro- fece per mettere la mano sui suoi capelli – è un vanitoso, vanitoso e blabla, è Zayn.. Tu ti sei presentata?-.
-- risposi io ridendo. Anche loro risero, magari erano solo un’po’ diffidenti nei nostri confronti.
Cenammo allegramente tra risate e commenti scherzosi su di me. Io non mi stavo affatto divertendo e a volte assumevo un espressione di finta offesa.
-Il cibo è bellissimo, vero Liam?- scoppiammo a ridere perché praticamente mentre noi parlavamo, lui sgattaiolava in qualche piatto e prendeva qualcosa. –Ceeeeerto- rispondemmo all’unisono.
Harry o Harold? Questo era il problema!
Harold mi prese da parte con la scusa –Ti posso parlare un attimo?- e mentre tutti si girarono verso di me ad attendere una risposta dalla mia boccuccia, sputai un –sì, certo- ma un’po’ spaventato ma anche curioso. Uscimmo nel balcone.
Dalla finestra si vedeva che i due “dark” che non parlavano mai, Zayn e Laura, avevano preso una certa intesa sin dalla sera prima. Anche quel Lou sembrava cattivello, ma dato che era il migliore amico di “Harreeeeeeeh” (come diceva lui a cena) penso solo che con me non attaccava bottone, quindi non era se stesso. La Sabrina sembrava conoscesse Liam da molto più tempo che non mi potevo aspettare. Si erano conosciuti in vacanza a Ibiza nel 2009 (adesso era il 2012) e sin da lì erano stati molto amici, si scrivevano e si mandavano foto per tenersi aggiornati. Era proprio per questo che la sera prima lo aveva incaricato di controllarmi. Louis, Liam, Niall, Sabrina e Sara stavano giocando a FIFA 2012 a turno, mentre la coppia dark, la chiamerò così, sparecchiava.
Mancavamo solo io e Harold, seduti in questo balcone. Senti la sua mano accarezzandomi piano il fondoschiena facendomi rabbrividire.

Lo fermai dicendo –Non ora Harold-. Infastidito si alzò, e si ricompose.
Senza dire una parola uscì. Non potevo sempre dire di sì, cavolo, anche se non ne avevo la capacità con uno come lui. Era fottutamente carino.
La serata continuava. Zayn, e Laura erano usciti a “fumare” anche da fin troppo tempo. Harry non mi rivolse più la parola e pensavo sarebbe stato così per sempre. Sono sempre così esagerata!
-Ehi voi due!! Pronto? Tocca a voi, scegliete le squadre e giocate!- urlò Liam. Tutti ci erano quasi arrivati più o meno capito che non parlavamo più, quindi cercavano di farci riapprocciare. Non potevamo tenerci il broncio in quel modo. Presi il joystick con aria di sfida e scelsi il Milan con tutta la fretta possibile. Ci sapevo fare a FIFA! Quando avevo 15 anni ci giocavo con mio fratello. Finivo tutte le volte sconfitta o quasi. Sono una fottuta perdente in questo tipo di cose, ma anche brava dai. Scelse il Manchester United, probabilmente la sua squadra preferita. Tempo di qualche secondo e l’agonia di 95 minuti di partita fortunatamente racchiusi in 10 sarebbe iniziata. I cronisti iniziavano a presentarsi e parlare delle squadre. Avevo sinceramente fifa, niente doppi sensi.
A me piaceva guardare le partite di calcio, non giocarle che era cosa molto più difficile.
All’85’ si vedeva che Harry non ce la faceva più e riuscì a strappare due goal negli ultimi minuti. Finimmo pari, e andammo a fare i supplementari senza alcun risultato.
Si passa ai rigori- esclamò Lou, tutto eccitato dell’esito. Era la prima volta che lo sentivo felice davvero. Ora era se stesso pensai tra me e me.
La partita aveva appassionato tutti, tanto che erano in silenzio in attesa di una svolta. I rigori erano la mia parte fortunata, qui si trattava di conoscere bene il portiere e sapere dove andasse a parare. Primo rigore: toccava a me e –goaaaaaaaaaaaaaal- urlai tutta felice alzandomi a ballare la danza della vittoria.
Harry mi prese per la maglietta e mi ritirò giù –Non è finita! Se perdi fai quello che voglio io- ah quindi c’era un compromesso pensai –E se perdi tu?- i maschi risero. –Faccio tutto quello che vuoi- rispose. Con una stretta di mano fissammo il patto con un “vinca il migliore”. I primi rigori in parità. I secondi, a suo punto mentre io no. Il terzo punto mio, e lui no. Il quarto era decisivo se facevo un punto vincevo, sennò ‘sti cazzi. La tensione era altissima come per una partita vera, ma anche perché avevamo fatto quella specie di scommessa.
Siccome iniziai a correre per la stanza come un calciatore alla fine della partita fa ai suoi tifosi e seguita dai compagni tranne Harry ovvio, si capiva che avevo vinto!! Stavo facendo la conga con tutti e finalmente Louis era del tutto se stesso. Mi staccai e andai verso il “perdente”, okay ero troppo cattiva –dai è solo una partita, facciamo finta che non abbia..- venni interrotta da un Niall un’po’ brillo che diceva –Allora qual è la tua punizione al riccioluto?- Harry annuì, guardandomi. Ad un certo punto mi resi conto che non sapevo cosa chiedere. Lou vedendomi in difficoltà, si avvicinò a me e disse sottovoce –Digli di spogliarsi sul tavolo, si sentirà a suo agio, tanto l’abbiamo già visto in tenuta intima- purtroppo la voce di Lou si era sentita anche fin troppo bene e Harry aggiunse –Solo davanti a lei-. Sabrina e Sara, offese se ne andarono verso le stanze e gli altri le seguirono con la play 3 e tutti i fili in mano per continuare a giocare là.
-Non lo farai mica sul serio?- dissi io con voce accattivante. Annuì. Lo avevo già visto nudo, ero calma.
Salì sul tavolo e con una musichetta di sottofondo sul mio cellulare che avevo messo in play faceva lo spogliarello tutto per me. Mi sentivo speciale, un’po’ imbarazzata, ma stavo bene.
Tolse la maglietta in un modo sexy mostrando il suo bel fisico, buttandola sulla mia testa e facendomi perdere la vista per qualche secondo.
Avevo qualche sterlina nella tasca e gliela misi nella cintura tanto per assecondarlo.
Per rendere la scena ancora più sexy disse –Sono il tuo cattivo poliziotto- e così mi scioglieva, cavolini! Come non detto iniziò ad aprire lentamente la cintura, per poi sfilarsi piano i pantaloni.
Io o forse la storia vi dice che veniamo fermati proprio sul momento clou di ogni nostro rapporto.

-Ma guarda un’po’!! Esco qualche ora e mi ritrovo a casa mia uno spogliarellista e una ragazza che lo paga- disse Zayn schifato della scena che si era ritrovato aprendo la porta. Fermai la musichetta di Lady Marmalade sul cellulare. A suo seguito c’era Lau ancora più impazientita e di certo non avrebbe risparmiato parola –che schifo- disse semplicemente oltrepassando Zayn facendoli cenno di seguirla. –Con te e gli altri facciamo i conti dopo caro Hazza- disse infine Zayn ancora più arrabbiato. Fico aveva anche questo sopprannome.
Harry rispose –Okay- e basta. Andarono verso la stanza alla fine del corridoio, ovviamente quella del ragazzo e la chiusero, poi a chiave.
Penso che Zayn farà un bel centro sta sera- disse Harry cercando l’unica parte positiva della situazione. Risi anche se stava prendendo in giro una mia cara amica.
Era la verità dopotutto. –Dopotutto ha una bella nottata di sesso con la mia amica, sarà molto stanco una volta finito- dissi trionfante.
Le cose a questo punto non potevano continuare e decisi di riprendermi le mie sterline ma nello stesso momento mi fermò dicendo –Vuoi davvero rinunciare solo perché Zayn ci ha rimproverati? A Zayn piacciono queste cose, solo che fatte da me lo sai..- ovvio.
Dopotutto non era male. La situazione a noi due piaceva. Chi se ne frega se a qualcuno non andava bene, gli altri due proprietari della casa erano d’accordo su questo, anzi.
Quel genio di Harry, era un genio ad abbindolarmi con il suo modo di fare, quella sua bellezza. Magari io facevo quell’effetto su di lui? Speravo di sì, fa sempre piacere riempire di emozioni una persona. Harry anche se aveva detto quello, si stava rivestendo e anche a prendermi la giacca dato che andava verso la camera in cui l’aveva messa prima dove c’erano anche gli altri adesso. Tornò con una faccia sorridente, guardandomi curioso, dato che ero tutta assolta nei miei pensieri. –Non mi chiedi dove andiamo?- chiese sempre con sorriso smagliante.
-Penso che tu mi voglia cacc..- con voce ogni volta più bassa che pronunciavo quelle parole.
-Cacciare? Ma che ti prende? D’accordo ho detto una cosa e poi sto facendo questa ma non pensare mai a questo sciocchina mia- disse abbracciandomi. Ecco sì quell’abbraccio, mi stava letteralmente portando in paradiso. Non sentivo più niente che il suo corpo che avvolgeva il mio. Potevo sentire il suo battito contro il mio. Era troppo presto, perché il mio cuore potesse fare festa? Penso di no, tanto che mi staccai bruscamente e lui capendomi si allontanò. Forse non sono pronta, o proprio non ne ho bisogno.
-Dovrei andare a casa penso- dissi con voce tremolante.
Ma non usciamo insieme?- disse lui ritornando a quella faccia serena e sorridente –I ragazzi stanno dormendo, e quei due stanno scopando! Noi due potremmo uscire!- sogghignò vedendo la mia faccia. In effetti dimostravo stupore di quanto fosse ancora iperattivo all’una di notte. Gli feci segno di poter uscire, le cose pazze mi attraevano e lui di più. Lo ammetto, il suo corpo era fottutamente perfetto e non riuscivo a non togliermi dalla testa quella immagine nitida di lui nudo e impassibile venire verso di me di quella prima mattinata.
-Cosa facciamo questa notte? E’ tardi dove pensi di andare?- chiesi curiosa.
 
 
 
 

SPAZIO SCRITTRICE 

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Ecco il mio primo e lungo capitolo! La storia avrà ancora tanti capitoli quindi preferisco che molte persone leggano questo prima che continui il prossimo :)
Se la storia è stata di vostro gradimento vorrei qualche recensione, la vostra opinione è quella più importante!
Cosa ne pensate di questo Harry e Lucy? Ci vediamo, a presto con il secondo capitolo!

  
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