SOUL
Prologo.
Un’anima forte risiede in un corpo
forte e in una mente forte.
Prologo.
Un’anima forte risiede in un corpo
forte e in una mente forte.
-Soul Eater- Atsushi Ohkubo
Con sguardo stanco e vitreo, fissava il campo di battaglia intorno a se. Corpi mutilati, armi e la vecchia natura distrutta, resa polvere, lo circondavano, facendogli provare un senso di nausea. Un mugugno gli fece abbassare gli occhi, e uno sguardo freddo, pronto alla morte, azzurro come l’acqua, lo ricambiò.
Il corpo del giovane, avvolto in un kimono, era attraversato da graffi e ferite profonde dalle quali il sangue usciva lento, macchiando di scuro la terra sottostante. Il moro deglutì e sul suo volto comparì il panico.
La testa del ragazzo morente era appoggiata sulle sue cosce, e i capelli corti e biondi, macchiati di rosso e terra, erano sparpagliati intorno a quel viso amato e dolce. Un piccolo sorriso solcò quelle labbra pallide, ma che sempre per lui erano state di un tenue color pesca e il moro si sentì morire.
Le innumerevoli battaglie non lo avevano mai scalfito. Le persone non erano mai riuscite a passare oltre la sua maschera di freddezza e odio. Solo lui. Quel piccolo, dolce ma forte ragazzo lo aveva accolto tra le sue braccia. Lo aveva conosciuto per quello che era e non per il simbolo che portava fieramente sulla schiena.
L’uomo si abbassò sul suo viso, ormai anche lui pronto alla morte, e appoggiò le labbra screpolate e insanguinate a quella dell’amante che spirò tra le sue braccia, cominciando a scomparire lento, dissolvendosi davanti ai suoi occhi vuoti e spenti.
Il corpo del biondo s’illuminò, poi cominciò a dissolversi in tante luci bianche e il cielo nuvolo sopra alle loro teste si squarciò e la luce salì verso il cielo, prendendo forma di una croce stilizzata e tremolante.
Alzò il viso contratto di dolore e fissò il cielo ombrarsi, diventando nero, scaricando tutta la pioggia e coprendo le sue lacrime.
Il dolore lo inghiottì e il buio lo avvolse mentre precipitava nel sonno eterno.