PERCHE'?(Nande?)
"L'amore
chiede tutto, ed ha il diritto di farlo."
Ludwig
va Beethoven (1770-1827),
compositore tedesco.
"Zoro,
perchè mi ami?!"
In quel momento era a rimuginare su quella domanda da centomilioni di dollari,
perchè ciò era. Seduto al tavolo della cucina con la ventesima
bottiglia di sake in una mano e il bicchierino, ormai bagnato fradicio e
maleodorante di sake, nell'altra. Era da solo, in quella stanza non vi era
anima viva e lui poteva pensare ad una possibile risposta, almeno parziale, a
quell'assurda domanda proposta dal cuoco durante uno dei loro momenti a due.
Cosa gli fosse balenato in mente, Zoro, doveva ancora capirlo, fatto stava che
non riusciva a trovare una risposta quanto meno decente, cosa che si poteva
imputare a tutto l'alcol ingerito. Con la nebbiolina ad oscurargli i pensieri,
ripensava ancora a quell'espressione da perfetta donna offesa che aveva dipinto
il volto di Sanji appena lui era rimasto basito da quella domanda. Non sapeva come
rispondere in quel momento, dopotutto il motivo per cui lo amava gli pareva
palese, per non dire ovvio. Già lui lo amava perchè...........
La realtà lo colse come un fiume in piena e si accasciò con il volto sul
tavolo, completamente impregnato dell'odore di sakè, con gli occhi chiusi. Non
si era mai posto quella domanda e non aveva mai avuto la necessita di farlo. In
quei momenti gli pareva di vivere in un mondo totalmente diverso, quando stava
con il cuoco gli pareva di volare a ben altre altezze pur avendo i piedi ben
saldi a terra. Ma perchè lo amava? Perchè all'improvviso, dopo anni che si
menavano, aveva trovato di colpo quel sentimento che lo sconquassava fin nelle
viscere. Forse era la troppa vicinanza, il troppo tempo passato insieme seppure
a tirarsi spadate e calci. Poteva essere che la compagnia del cuoco fosse stata
talmente normale da confondere l'amicizia con l'amore. No, non poteva essere,
andare a letto con una persona per anni e poi capire di non averla amata
per una stupida domanda. Il motivo, poi, che aveva spinto il cuoco a porgerla
doveva ancora capirlo. Insomma, dopo tre anni di fidanzamento, perchè così lo considerava,
aveva il coraggio di chiedergli una cosa simile. Lui non era certo il tipo da
sbandierare certe cose ai quattro venti, sopratutto considerando con chi aveva
a che fare. Però il problema sussisteva, perchè lo amava?
"Zoro!?" chiese stupita una voce femminile entrata dalla porta della
cucina. La porta aveva lasciato entrare la luce ed un venticello mattutino
piacevole, ma aveva anche fatto uscire il puzzo orribile di alcool imprigionato
nella stanza. "Ma che diavolo.......ti sei ubriacato tutta notte
tu!?" domandò ancora la voce femminile, che si rivelò essere Nami,
entrando dalla porta con il naso tappato. Lo spadaccino aveva passato tanto
tempo a rimuginare su quella domanda che non si era nemmeno accorto che era
mattina. Zoro dischiuse gli occhi a quella flebile luce del sole che sorgeva,
ma li richiuse ben presto per la troppa luce. "Che macello....e dov'è
Sanji?! Appena vedrà questo casino andrà su tutte le furie, poi te lo becchi
tu!" sbuffò Nami cercando di evitare le varie bottiglie sul pavimento,
rotolate per mancanza di stabilità. In effetti, era strano che la prima ad
entrare fosse stata Nami, di solito il cuoco lasciava il loro letto alle cinque
per preparare la colazione a tutti. Quasi sicuramente non aveva la minima
voglia di vederlo se non si era ancora presentato.
"Ma cos'ha combinato!?" stavolta la voce era maschile e Zoro non potè
non riconoscere il suono metallico del timbro di Franki.
"Ha conciato la cucina come la sua testa, ecco cos'è successo!"
sospirò Nami alzando una bottiglia con due dita, per sottolineare la schifezza
che aleggiava nella stanza. Zoro non fece caso a quell'affermazione della cartografa
continuando a rimuginare su una qualsiasi risposta. Poi un'idea gli balenò
nella testa, sebbene fosse colma di alcool. Alzò di scatto il capo dal tavolo,
sentendo un leggero capogiro e si avvicinò a Nami con passo insicuro e
traballante. La donna lo guardò in maniera schifata e Franki strabuzzò gli
occhi appena lo spadaccino fece quella semplice domanda.
"Perchè ami Rufy?!"
"Eeeh!?" chiese la rossa diventando viola per la puzza che contornava
lo spadaccino. "Che razza di domande fai?!"
"Dimmi solo il motivo!" la spronò il verde. Dopotutto erano nella
stessa situazione, litigavano da anni e improvvisamente si era scoperti amanti.
Nami, sebbene provasse nausea e vomito da tutto quell'odoraccio che sentiva
provò a dare una risposta.
"Beh, credo per il suo carattere! Quando fa il bambino è proprio tenero e
poi quando mangia la carne sembra una angioletto, per non parlare di quando
sfodera tutta la sua forza e tenta, impacciatamente, di baciarmi........"
andò avanti a descrivere i pregi, secondo lei, del loro capitano per
almeno cinque minuti durante i quali Zoro non riscontrò nulla di simile nella
relazione tra lui e il cuoco. Certo, ogni persona ama a modo suo, ma quella
donna era proprio partita per quell'assurdo capitano che si erano ritrovati e,
ovviamente, l'interessato non era da meno. Però, Zoro, non poteva dire che
Sanji sembrasse una angelo quando mangiava la carne, oppure che
assomigliava ad un bambino. Inoltre, nei combattimenti non serviva protezione,
ne in un senso ne nell'altro, erano tutti e due uomini si sapevano difendere da
soli. E i baci non erano di certo alle prime armi come Rufy, anzi, potevano
confermare che si erano fatti non poca gavetta.
"No, non va bene!" sospirò abbassando la testa. Cominciava a
pulsargli e fargli male, forse per la bevuta che si era fatto o per il semplice
fatto che non riusciva a levarsi dalla mente quell'espressione del cuoco
dopo che lui si era zittito a quella domanda. Cosa si aspettava, una risposta
tipo: "non posso vivere senza di te", oppure "Sei tutta la mia
vita". No, ne lui, ne Sanji erano tipi da smancerie di quel genere. Per la
miseria erano due uomini, non erano fatti per romanticherie da cioccolatino
vecchio di 30 anni. "E tu Franki....Perchè ami Robin!?" provò a
chiedere. Il saiborg, rimasto basito fino a quel momento si riprese per quella
domanda, divenuta ormai l'ordine del giorno. La colazione sembrava essere
superflua in quel momento, nonché la volesse fare in quella cucina trasformata
in bettola dal suo compagno.
"Perchè la amo!?" si chiese da solo. Zoro, e con lui Nami, fu
testimone di una cosa quanto mai assurda. Il loro carpentiere stava diventando
rosso come un pomodoro cominciando a produrre fumo dalle orecchie e dal naso.
Stava andando in escandescenza, a quel punto lo spadaccino aveva capito che era
meglio lasciar perdere. Doveva trovare la risposta da solo. Uscì dalla cucina
traballando verso il suo osservatorio/palestra, mentre dalla cabina usciva
Sanji, completamente vestito, come suo solito, con un completo nero e la
sempiterna sigaretta in bocca.
Il cuoco non potè non notare lo strano modo di camminare del suo
compagno. All'inizio lo aveva imputato al fatto che avesse dormito male, anche
perchè dopo quella fatidica domanda seguita da un silenzio imbarazzante, Sanji
aveva ben pensato di buttarlo fuori dalla cabina a calci in culo. Ma appena si
avvicinò di più e gli passò accanto, senza degnarlo di uno sguardo, poichè
teneva il viso basso e coperto da i capelli, potè sentire quell'odore pungente
di sakè che arrivava da ogni fibra dello spadaccino, perfino le spade sapevano
di alcool. Zoro, prima di salire sulla scaletta, aveva sentito il verso
accusatore del cuoco accortosi del suo odore, ma che poteva farci, dopotutto
era colpa di quel damerino se lui era in quelle condizioni. Il cuoco entrò in
cucina storcendo il naso per l'odoraccio, che sebbene se n'era andato per una
buona parte grazie alla porta a perta, impregnava ancora il tavolo.
"Si può sapere che è successo!?" chiese Nami indispettita. Sanji le
sorrise e inchinandosi le chiese scusa per cominciare a mettere a posto.
"Sanji!?" chiamò la rossa non accentando el scuse come una risposta.
Il cuoco continuava a tenere il viso basso. Franki e Nami si guardarono come se
volessero sondare i pensieri dell'altro. Intanto tutti gli altri stavano
uscendo dalle cabine per fare colazione. Appena arrivarono all'entrata della
cucina, sentirono subito i rimasugli dell'odoraccio di chiuso e di alcool che
impregnavano la stanza. "Ti ho fatto una domanda!" esclamò
la rossa fermando il cuoco, con una mano, per il braccio. Il cuoco, sempre con
il viso basso, scosse il braccio levandosi, dolcemente, la mano di Nami da
sopra di esso.
"Niente, assolutamente ninete!" rispose, infine il cuoco,
buttando le bottiglie e poggiando il bicchierino sul lavabo. I presenti,
appena entrati si guardarono dubbiosi sulla risposta data dal cuoco, sopratutto
per il fatto che non guardasse in faccia nessuno.
"Forse centra la domanda che ci ha fatto lo spadaccino!" propose
Franki alla rossa.
"Quale domanda?!" chiese Robin al ciborg il quale ritornò rosso.
"Ci ha chiesto il perchè amiamo!" proclamò Nami. L'archeologa
spalancò gli occhi e gli altri non furono da meno. Anche Sanji si stupì e alzò
il viso verso Nami.
"Da......davvero?!" domandò stupito. Le sue guancie si erano colorate
di rosso, ma non fu difficile per i suoi compagni capire che aveva pianto. Si
poteva intuire anche il motivo, ma preferirono soprassedere. Anche perchè
pareva che il cuoco fosse tornato sereno. La colazione si svolse normalmente, nonostante
la mancanza dello spadaccino.
Zoro si era seduto sui divanetti presenti dell'osservatorio a pensare
ancora a quella domanda. Non riusciva a trovare una risposta e il fatto di aver
sentito quel verso di scherno da parte del cuoco, poco prima, non aiutava di
certo. Doveva trovare una risposta, a tutti i costi.
"Un momento!" si disse riuscendo, in quel limbo di sbronza, a trovare
una luce. "Ma ci dev'essere per forza!?" si chiese stupito. Dopotutto
anche le risposte che gli aveva dato Nami, non erano per nulla esaurienti. Al
contrario, parevano delle scuse o dei motivi campati per aria. Forse ci era
arrivato, forse aveva capito il perchè amasse Sanji. Stette tutto il giorno a
rimuginare su quell'idea che gli era balenata nella mente, non trovando risposta
più giusta di quella. Saltò anche i pasti e non si accorse che era sera, se non
quando finalmente scese dall'osservatorio per andare da Sanji. Il cuoco era in
cucina, doveva rimettere a posto i piatti sporchi e chiudere le finestre che
avevano aperto quella mattina. ormia l'odore di alcool era svanito e la sera
faceva freddo in qeul periodo dell'anno.
Sanji sorrideva al solo pensiero che il suo spadaccino avesse passato tutta la
notte ad ubriacarsi perchè non riusciva a trovare la risposta a quella domanda.
Lui gliel'aveva posta come scherzo a dire la verità, ma quando Zoro era rimasto
zitto non aveva potuto non propvare rimorso verso lo spadaccino. Si era sentito
tradito e offeso, com'era possibile che dopo tre anni Zoro non si era mai posto
quella domanda....
"Ehi!" chiamò Zoro. Sanji si girò di scatto mentre chiudeva una delle
finestre. Ormai l'odore era svanito anche da Zoro, probabilmente si era fatto
il bagno e cambiato*.
"Ti vuoi ubriacare di nuovo!?" chiese "Se è così, vedi di non
farlo in cucina!" esclamò. Non sapeva perchè reagiva così, aveva capito
che Zoro era dolce, sebbene burbero, ma non riusciva a perdonarlo. Lo
spadaccino si avvicinò al cuoco e lo baciò.
"Ti amo!" disse una volta staccati.
"Perchè?" chiese ancora Sanji cominciando a fumare. Zoro se
l'aspettava e prese un grande sospiro per poi sedersi sul divano davanti
al tavolo. Il cuoco sorrise ironico e andò al lavabo per lavare i piatti.
Dopotutto non lo sapeva ancora pensò il biondino.
"Adoro il tuo odore...." cominciò Zoro. "....Quando ridi è come
se il mio mondo si illuminasse......" Sanji aprì gli occhi e si voltò con
le mani bagnate a incontrare lo sguardo di Zoro, che non poteva vedere.
".....Se prepari da mangiare m'incanto ad osservare ogni tuo gesto...."
il biondo aprì anche la bocca lasciando cadere al sigaretta appena accesa.
"....In combattimento mi sento male ogni qualvolta cadi! Mi sento male per
ogni graffio che ti fai. E mi sento al settimo cielo se mi parli o ti preoccupi
per me...." continuò il discorso alzandosi e raggiungendo il cuoco. Sanji
potè vedere il viso di Zoro totalmente rosso ad un palmo dal suo.
"....Credo di non sapere il perchè. La verità è che ho cercato un motivo
plausibile da quando me l'hai chiesto, ma non l'ho trovato!"
"Zo...ro!" sospirò Sanji ormai spaventato e scioccato dalla
confessione.
"TI AMO!" urlò rischiando di svegliare tutta la nave. "NON SO IL
PERCHÈ! NON BASTA CHE IO TI AMI, CHE TE LO RIPETA OGNI GIORNO!?" confessò
chiudendo gli occhi diventando viola per l'umiliazione che stava ricevendo. Dopodiché
aprì gli occhi lucidi per lo sforzo di non piangere dalla disperazione.
"Ci deve essere un perchè a quello che provo?!" domandò sussurrando
mentre abbracciava Sanji. Il cuoco rimase basito a quella risposta e non si
mosse, fu Zoro il primo a sciogliere quell'abbraccio a senso unico, per baciare
il cuoco. Sanji non si oppose a quello slancio di dolcezza, cosa rara, da parte
dello spadaccino.
Il mattino dopo, Sanji si alzò come al solito lasciando Zoro mezzo nudo
nel letto. Entrò in cucina trovando Robin e Nami dentro.
"Buon giorno!" salutò le due donne accendendo la fiamma del fornino.
"Girono!" risposero le due sorseggiando una il the e l'altra il
caffè. "Allora hai avuto al tua risposta!?" chiese Robin al cuoco.
Sanji sorrise e sedendosi davanti a loro, dall'altra parte del tavolo, scosse
la testa.
"No, mi ha detto che non lo sa!" sospirò scrutando le leggere ondine
che faceva il the all'interno della tazza. Il liquido rifletteva la sua
immagine e non sapve il perchè, ma si sentiva benissimo.
"Eppure sembri felice!" sorrise Robin, mentre Nami la osservava. La
cartografa sapeva bene che la sua sorellona, come amava chiamarla, sapeva tutto
su tutti e anche cose strane, ma quella mattina pareva più intuitiva del
solito. Sanji non rispose si limitò ad appoggiare la tazza al lavandino ancora
mezza piena e camminare verso Zoro che sbadigliava, diretto verso
l'osservatorio. Il cuoco lo baciò e, lasciandolo basito in mezzo al ponte,
tornò in cucina.
"Ma ché!" chiese Nami a quella scena. Robin rise di gusto
sorseggiando il suo caffè.
"La verità, Nami. È che una volta trovato il motivo a qualcosa che siano
sentimenti o doveri, è giusta cosa allontanarsene! Perchè se ne conosci il
perchè non è interessante!" spiegò alzandosi e dirigendosi verso Franki.
Nami cercò una spiegazione a tutta quella faccenda, ma appena Rufy entrò in
cucina sorridendole tutti i dubbi furono fugati da un dolce sorriso spuntato
sulle sue labbra.