Saint
Tail
In una cittadina giapponese
completamente cattolica, in una scuola media cattolica, gestita da preti e
suore, ragazzi e ragazze studiano per diventare grandi uomini. E nonostante
tutti siano felici, e nessuno fumi, si droghi o dubiti ad alta voce della
moralità delle figure più care alle religioni monoteistiche, si tratta
dell’anime più censurato e rimescolato della storia dell’umanità.
C'è il figlio del giornalista,
Sergio, (Sawatari in originale), biondo, effeminato e
latin lover, che raccatta informazioni e scoop vari e li manda ai giornali,
ignorando il suo futuro di fame e miseria in qualità di giornalista
pubblicista.
C’è Rina, (Rina anche in
originale), figlia di una poliziotta ed ormai del mestiere, bionda come una
svedese nonostante sia nipponica al cento per cento. C’è anche un immenso
campionario di piccoli professionisti: il piccolo chimico, il piccolo
dinamitardo, la piccola suora. Una
novizia particolare: la più giovane suora dai tempi di Santa Teresa di Lisieux,
di mattina si veste da scolaretta e di pomeriggio se ne gira per la chiesetta
del mega-istituto cattolico ad ascoltare confidenze. Abbiamo però anche la
piccola maga ed il piccolo commissario.
La protagonista è Meimi (che, per una combinazione di droghe pesanti tipiche
di metà anni ’90 è divenuta in italiano Lisa) è, un po' curiosa, come me, e
come te. No, seriamente, che diamine
vuole dire? La curiosità è insita nella natura umana, un po’ di curiosità in
una ragazzina di 14 anni dovrebbe essere un qualcosa di così determinante per
entrare in una sigla di un minuto e mezzo? Boh.
Comunque Meimi/Lisa
è la figlia del più grande mago giapponese, un hippie completamente strafatto
che deve averne fumata talmente tanta negli anni ’60 da sentirne gli effetti a
più di sei lustri di distanza. Vive in uno stato di perenne estasi amorosa con
sua moglie, una vecchia ladra in stile Eva Kant
riportata sulla retta via dalle ingenti quantità di fumo passivo.
Meimi è
fortunata, in quanto eredita dai genitori solo le caratteristiche positive di
entrambi e non quell’insana passione per le sostanze stupefacenti. Unendo l’atleticità sorprendente della madre con la genialità copperfieldiana del padre, è Nadia Comaneci
mescolata con Arsenio Lupin. Sfrutta la sua cleptomania a fin di bene. Seira la suorina, infatti, la
convince a diventare una ladra seriale per recuperare il maltolto a tutti i
derelitti che fanno la fila di fronte alla cappella del megaistituto cattolico.
Cambia look e diventa,
quando serve, Saint Tail (in italiano Seya), e lo fa con un camuffamento che farebbe impazzire i
più bravi fisionomisti e autori d’identikit dell’FBI: si raccoglie i lunghi
capelli castano chiari in una coda di cavallo. Geniale.
Il modus operandi di Saint Tail è sempre lo stesso. Ad una famiglia povera è stato
rubato un Canaletto da un ricco critico d’arte senza scrupoli? Meimi va dalla sua amica suora, pregano sette ore
inginocchiate sui ceci e poi si precipita a recuperare il capolavoro sottratto,
per riportarlo, ovviamente, ai soliti disgraziati derubati. Ma data la natura
esibizionista della ragazza in questione, i furti avvengono con trucchi
giganti, effetti speciali e giochi di prestigio da far impallidire Las Vegas:
il tutto sotto gli occhi degli agenti, allertati da Alan (Asuka
Jr.), che prima di ogni colpo riceve da Saint Tail un
avvertimento.
Perché, sì, c’è anche Asuka. Un caso umano di 14 anni, figlio del commissario di
polizia e futuro detective, compagno di classe di Meimi
e suo oggetto amoroso. E qui, scatta doverosa una puntualizzazione. Ora, può
passare benissimo che in Giappone i giornali si sognino di avvalersi
stabilmente della collaborazione di un ragazzino di 14 anni. Possiamo accettare
il fatto che qualche ordine religioso senza scrupoli accetti come novizia una sbarbatella di 14 anni facendosi beffe di ogni regolamento
canonico. Posso contemplare una ladra 14enne in virtù di capacità magiche e
atletiche fuori del comune. Ma di fronte a un ragazzino di 14 anni, delegato
dal sindaco a gestire le indagini per la cattura di una pericolosa criminale,
con il potere di comandare uomini della polizia tre o quattro volte più anziani
di lui, ogni sospensione dell’incredulità va a farsi friggere.
Nonostante tutto questo, resta uno dei miei anime
preferiti.