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Autore: Kaleido    21/07/2012    1 recensioni
"Mi odia in questo momento, ne sono certo. Mi odia come tutte quelle precedenti...vorrei che non lo facessero. Vorrei che capissero che io non posso fermarmi." Flashfiction ispirata dal testo della canzone "Starless" dei King Crimson.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Starless

 

 

Anche questa volta è stato semplice, anche questa volta è andato come previsto, anche questa volta si sta per concludere.

Sta calando il sole su questa splendida scogliera, solo il verde ci circonda, il mare sotto di noi rimbomba. Un posto estremamente romantico, come le avevo promesso. Quello che non sapeva era che sarebbe stato romantico per la sua morte.

E' scesa dalla macchina, spalancando la portiera e sta cercando di fuggire, povera illusa. Crede che io mi sia dimenticato di chiudere la portiera, che quello sia un imprevisto. E' tutto calcolato, il gioco va come voglio io.

Apro la portiera e corro verso di lei, non ci metto nulla a raggiungerla, a afferrale i capelli, a farle cacciare uno strillo acuto per il terrore.

Mi odia in questo momento, ne sono certo. Mi odia come tutte quelle precedenti...vorrei che non lo facessero. Vorrei che capissero che io non posso fermarmi.

Le sferro un calcio sul fianco, subito dopo le lascio i capelli; lei gattona lontano, io le cammino vicino. E' arrivato il momento.

Quanto si è stupita quando prima, in macchina, ho tirato fuori il coltello! Si aspettava altro, povera giovane amica mia.

Le do nuovamente un calcio sul fianco, priva di forze com'è no ci vuole nulla a farla rivoltare sulla schiena, lasciandola inerme sdraiata di fronte a me. “Ti prego!” supplica, il volto rosso per la rabbia, per la paura, per le lacrime. “No” rispondo semplicemente io. Mi chino e faccio arrivare il mio volto all'altezza del suo “Vorrei poterlo non fare” le sussurro a un orecchio. Vorrei poter non essere così sentimentale sento dire dentro di me.

E' un lampo di dolore. E' talmente veloce che, per qualche secondo, non me ne accorgo nemmeno. Ma vedo il sangue che gocciola sulla maglietta di quella maledetta zoccola, cerco di parlare ma gorgoglio sangue. Mi rialzo di scatto, i muscoli si irrigidiscono di colpo. Porto le mani alla gola, da dove proviene il dolore, trovo l'impugnatura di chissà che arma. La estraggo, so che è peggio, non mi importa. Una limetta per unghie. Un fottutissima limetta per unghie, la causa della mia morte imminente. Si è rialzata, lei. Mi guarda. Ride. Isterica. Piena di gioia vendicativa. Ricasco a terra. Gattono lontano,lei mi cammina vicino. Non ho più le forze.

E' il tramonto, sulla scogliera. Abbaglia il giorno, questo tramonto, i miei occhi azzurri credo siano diventati oro. Il crudele sorriso di quello che doveva essere la mia vittima. In fondo mi fa star bene, mi ha fermato. Rivolto gli occhi all'interno della testa. Dentro non c'è nulla : solo nero, senza le stelle. E' così che muoiono gli assassini?

Una Bibbia nera, senza stelle.

   
 
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