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Autore: Kyoya Ootori    28/07/2012    2 recensioni
Era stato dopo il primo incontro con Yurippe e con il Battaglione che aveva preso ad allenarsi di nascosto, temendo il loro giudizio, soprattutto quello della leader schietta e dura, che nonostante tutto era affezionata ad ognuno di loro.
"Takamatsu-kun tu mi piaci! Tu mi sei piaciuto dal primo momento che ti ho visto!"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Girls.
 
Da quando era arrivato in quella specie di Purgatorio, era stato subito etichettato da Yurippe come un idiota con gli occhiali, perché, secondo lei, si atteggiava a intellettuale, quando era un ragazzo come tutti gli altri. Era entrato nel Battaglione perché “io raccolgo tutti, e tu raccoglierai per me le informazioni su Tenshi e i suoi spostamenti!” ed era diventato, quasi automaticamente, parte integrante di quella famiglia allargata.
Aveva preso ad allenarsi e, fra un peso e l’altro, non gli era venuto difficile accettare di essere morto. Ma aveva un conto in sospeso, e sapeva anche quale fosse.
 
<< Takamatsu, sì, è quel pirla che passa tutto il tempo a studiare, ma che non riesce a spicciar parola con una ragazza. Che scemo! >>
 
Ma si allenava di nascosto, perché non riusciva ad accettare di essere così superficiale e vanesio, e non voleva che Yurippe lo considerasse ancora più idiota di quello che in realtà era. 
 
<< Tu … Tu mi piaci! >> lo aveva detto con il rossore sulle guance e l’incertezza nella lingua, che sembrava essersi districata da mille catene.
 
<< Mi dispiace Takamatsu, a me piace Ishida. >> 
 Si allenava per piacere alle ragazze, pensando che fossero interessante solo all'aspetto fisico. Ishida era quello, per lui, era l'aspetto fisico che non aveva mai avuto, perché aveva trascorso tutto il suo tempo a studiare.


 Ishida era alto, ben impostato, sempre sorridente, e si allenava spesso. Lui aveva degli ottimi voti, e per quanto si sforzasse di piacere alle ragazze, queste preferivano sempre un altro, uno più carino, più simpatico, meno timido, che sorridesse di più, o che praticasse qualche sport. Oppure quello ombroso, che non diceva mai niente di sé. E lui, trasparente come l'acqua, non riusciva a fare il misterioso e il cupo, a fingere un dramma che non c’era,  perché tutto sommato era sereno.
 
Così dalle elementari alle medie, e dalle medie al liceo. Col tempo si era fatto più alto, e per quanto fosse gentile con tutte le sue compagne, nessuna sembrava apprezzarlo. A casa gli dicevano di pensare a studiare, che avrebbe dovuto pensare dopo al matrimonio, ma lui non si voleva sposare, lui voleva solo piacere ad una ragazza.
E poi era morto, morto in un modo in cui solo gli idioti possono morire: una puntura di vespa, durante una gita scolastica. Non gli avevano dato il cortisone in tempo, e gli era venuto uno shock anafilattico. Era stato lento, e doloroso, e quando si era svegliato nell’altro mondo era stato come prendere una boccata d’aria fresca, riuscire finalmente a respirare.
 
Era stato dopo il primo incontro con Yurippe e con il Battaglione che aveva preso ad allenarsi di nascosto, temendo il loro giudizio, soprattutto quello della leader schietta e dura, che nonostante tutto era affezionata ad ognuno di loro.
 
 

<< Takamatsu-kun … >> molti dei NPC si erano trasformati e continuavano a trasformarsi in mostri, ma a lui non era minimamente sfiorato dalla questione, doveva finire la sua relazione di scienze. Di fronte a lui, in classe, una sua compagna, che lo guardava con i grandi occhi scuri sgranati, chiedendosi se fosse il momento adatto per disturbarlo.
Sarebbero dovuto scappare, come tutti, ma lui non prestava attenzione a ciò che succedeva fuori dall’aula. “Il più testardo e il più idiota dei NPC” avrebbe detto Yurippe.
<< Takamatsu-kun tu mi piaci! Tu mi sei piaciuto dal primo momento che ti ho visto! >>
E qualcosa si spezzò nel cuore di Takamatsu, per puoi ricostruirsi, più forte e saldo: la percezione che aveva di sé, in quel mondo di persone che avevano un percorso lasciato a metà. Si era allenato duramente, pensando, da idiota quale era, che alle ragazze interessasse solo l’aspetto esteriore, ma non aveva capito che lui per primo doveva mettersi in gioco, se voleva che qualcuno si interessasse a lui. Quella ragazza si era esposta, facendogli recuperare se stesso e, allo stesso tempo, risolvere l'enigma che l'assillava da una vita, anzi da due.
Chissà quanto tempo aveva passato quella ragazza ad osservarlo da lontano, insieme ai suoi compagni del Battaglione, chissà quante volte era stata sul punto di dichiararsi e subito dopo aveva fatto un passo indietro, convinta di non andare bene, di non essere abbastanza.
<< Io … Io sono un idiota. >> mormorò Takamatsu, che era ritornato se stesso.
<< Quando ti sei spogliato l’altra volta, in classe, mi hai messo un po’ in imbarazzo, ma mi piaci ugualmente. >>
<< Io … Grazie. >>
<< Cosa, cosa farai adesso? >> si torceva le mani, sperando, anche lei, di essere ricambiata.
<< Solo sperare di poterti incontrare in un’altra vita, e di poterti ricambiare. >>
Ed era passato, senza nemmeno doversi togliere la camicia.


Non ho voluto inventare per Takamatsu un passato drammatico, ma uno normale, rispetto a quello degli altri. Ho preso per vero quello che dice Yuri, e cioè che è un idiota, e la storia è venuta da sé xD. Adesso, non voglio presentare ai vostri occhi il modello di un ragazzo interessato solo all'aspetto esteriore, per caritò,  solo che per me Takamatsu si allenava per piacere alle ragazze, perché in vita non era piaciuto a nessuna (o comunque, così credeva) ed era quello il conto in sospeso. E quel testone doveva capire cos'era che sbagliava. 
Kyoya
   
 
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