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Autore: iacomary97    31/07/2012    0 recensioni
Pairing= Shawn+Juliet SHULES
Juliet sa che Shawn non è un sensitivo, e che ha abilità che ha coltivato nel tempo. Jules vuole migliorare nel suo lavoro, quindi gli chiede un allenamento. In uno di questi giorni però riceve una sorpresa. Riferimenti a vari episodi incluso il Pilot.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Juliet O'Hara, Shawn Spencer
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A/N= Mi è venuta quest’idea la scorsa mattina. Ho pensato fosse carina ed eccola qui. Questa fic non sarà in POV, ma sarà in terza persona.
“OT= Continuerò a scrivere l’altra fanfiction, ma probabilmente non potrò postare presto… Andrò in vacanza e il pc che mi porterò potrebbe non avere Word. Potrei postare un capitolo prima di partire, ma non vi assicuro nulla… 

 

---psychpsychpsychpsychpsychpsych---

 

Era passato un mese da quando Shawn e Juliet erano tornati insieme. Juliet lo aveva lasciato dopo che le aveva detto di non essere un sensitivo. All’inizio era molto arrabbiata con lui per non averglielo detto prima. Poi Shawn riuscì a farle capire quanto tenesse a lei e che a parte quella bugia tutto il resto era vero. Anche senza volerlo Shawn riuscì a dimostrare a Juliet quanto questa bugia era servita a tutti: a Shawn era servita a crescere, al padre a riavere il lavoro (per ben 3 anni), a Juliet ad essere trasferita e diventare un detective, ma era servita molto alla popolazione ora che avevano un buon detective in città.

Non che gli altri erano di meno, ma in molti casi Shawn era riuscito ad aprire le strade dalla nebbia e mostrare il vero colpevole e la verità ai detective.

Decise però di non tornare con lui subito dopo. Il suo orgoglio le diceva che non doveva sembrare debole.

Le disse che non aveva bisogno di lui per essere felice.

Dopo un mese di negazioni, si lasciò finalmente andare.

 

Adesso che erano di nuovo insieme, Jules riusciva a capirlo meglio. Finalmente riusciva a vedere che in tutto l’ultimo periodo aveva iniziato a dare per scontato e a sottovalutare le sue abilità. Ma ora che sapeva che tutto quello che intuiva derivava dalle sue abilità che aveva coltivato nel tempo. Dalle sue ABILITA’, non da pseudo poteri sensitivi. Sin dal primo momento si era sempre mostrato egocentrico e spesso ricorreva a capricci infantili se nessuno gli dava retta. La sua “egocentricità” si era mano a mano affievolita con il tempo lasciando invece a quella che è sempre sembrata invidia. Adesso invece Juliet capì che quello che Shawn provava verso Declan e The Mantis era gelosia. Questo perché loro potevano essere visti come uomini con grandi abilità mentre lui solo come il fortunato con “il dono”.

 

Le sue abilità invece erano spettacolari ed quasi impressionanti e lui era riuscito ad utilizzarli per i motivi e le cause giuste.

 

Questo lo rendeva ancora più affascinante e per questo aveva iniziato a seguirlo ancora di più. Da quando sapeva la verità aveva iniziato a studiarlo, a capire i suoi “trucchi”, i suoi ragionamenti.

 

In due mesi non aveva ancora capito come faceva.

 

Quello che riuscì a notare erano tutte le sue abilità, che molto probabilmente non erano ancora tutte.

Quello che invece lo rendeva più “umano” erano sicuramente le sue carenze, come il fatto di non sapere un acca di geografia o di storia, o della sua leggera soglia dell’attenzione.

 

Uno di quei giorni decise di chiedergli delle lezioni. Giu di li Shawn scoppiò a ridere dalla richiesta ma ben presto tornò serio e le disse di non poterlo fare. Jules cercò di convincerlo, in molti modi: con le buone, con le cattive, e persino con le minacce.

Gli disse che avrebbe adottato un procione in casa, che avrebbe tirato fuori dalla finestra il film di “The Breakfest Club” e addirittura il vinile dei “Tears For Fears” in edizione limitata.

Ma non cedette.

 

Decise quindi di andare dal padre. Anche se la cosa sembrava molto “strana” decise di chiederlo lo stesso. Voleva migliorare come detective e se Shawn era riuscito in questo modo a diventare quel che era, allora valeva la pena almeno tentare.

Henry la avvertì che con il figlio era stato molto duro e che i risultati li avrebbe ottenuti solo così.

Lei decise che non era un problema. Era una poliziotta oltretutto e non era più una bambina.

 

Ma sottovalutò la cosa. La sera agli allenamenti arrivava sempre molto stanca da lavoro. Non era facile per nulla e non ti dava nemmeno soddisfazione o un po’ di merito quando riusciva a migliorare.

Dopo due settimane mollò tutto.

 

- Te l’avevo detto, no? – Shawn la abbracciò e prese la coperta per coprire entrambi.

Lei mise la testa sulla sua spalla. – Ha sempre fatto così? Buttarti giù di morale? Buttare giù la tua autostima. –

- Sempre. Aveva paura di rendermi altezzoso. Il commento più gentile fu, “Sei stato bravino, questa volta.”-

- Ah. Non il massimo… questo ti fa pensare che le altre volte hai fatto schifo. –

- Ricordi quando ti ho raccontato di quella volta in quel bar dove mi ha fatto contare i cappelli per un pezzo di torta? -

- Certo. –

- Beh, li ero stato “Passabile”. -

- Stai scherzando?! –

 

Questa era una delle prime vicende che le aveva raccontato, ma questa era quella che le era rimasta più impressa. Questo anche perché la portò il giorno stesso nell’esatto locale di 20-25 anni fa e le dimostrò in cosa consisteva la prova. Poi le chiese anche di fare alcune domande. Lei si girò intorno e gli chiese come si chiamava la camieriera all’entrata. In quel momento però Shawn decise di strafare dicendo anche il nome di altre camieriere che però lavoravano dietro il bancone, e dicendole anche l’esatta font usata per stampare i font dei cartellini.

 

- Ti pare che scherzo? – Rise e risistemò le coperte. – Dai dormiamo. – Le diede un bacio sulla fronte.

- Che ne dici di essere il mio maestro? –

Shawn sbuffò. – Ne abbiamo già parlato. –

- Ma Shawn… -

- Non se ne parla. –

- Come vuoi. – Aprì le coperte ed uscì dalla stanza.

- JULES!!! –

 

Poteva anche avere paura ora.

L’ultima volta si era svegliato abbracciato ad un procione invece che alla sua fidanzata. Gridando anche il procione si era spaventato e gli graffiò la faccia.

I segni rimasero per un paio di giorni.

- Jules che stai facendo?? –

 

- Non te lo dico. –

 

La sera stessa si arrese. L’allenamento sarebbe iniziato un giorno dopo.

   
 
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