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Autore: Cherrols    31/07/2012    2 recensioni
Arianna rimase immobile mentre guardava Teseo entrare nel labirinto, doveva riuscirci, doveva uccidere il Minotauro, era l’unica possibilità che aveva per vendicarsi. Ogni anno aspettava che qualcuno dei ragazzi che dovevano essere sacrificati dicesse: “Io ucciderò il Minotauro!” e allora lei lo avrebbe aiutato a uccidere il suo fratellastro, ma nessuno aveva il coraggio di dirlo, per questo quando Teseo glie l’aveva detto non ci credeva, finalmente qualcuno che inconsapevolmente poteva vendicarla. Convincerlo poi ad entrare nel labirinto e seguire il suo piano senza destar sospetti era stato facile, gli era bastato solo fargli credere che era innamorata di lui, che sciocco, lei aveva smesso d’amare dopo quella perdita.
Arianna si mise una mano al cuore mentre faceva questi pensieri, ricordare le faceva sempre male ma era l’unico modo per non dimenticare. Ricordava ancora quando suo padre era entrato in camera per raccontarle una storia; lei era a giocare vicino al letto con delle bambole, era il loro gioco preferito: fingersi dee o ninfe e occuparsi dei loro figli che sarebbero diventati futuri eroi. Quando sentirono che Minosse avrebbe raccontato una storia le ragazzine salirono sul letto: la storia parlava del suo fratellastro il Minotauro e
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-In un'epoca molto lontana della quale quasi si è persa la memoria, si racconta che mentre Europa, figlia di Fenice  e di Telefassa era intenta a giocare con le sue ancelle le apparve un torello candido come la neve che altri non era che  Zeus.  Questo, dopo averla fatta montare sulla sua groppa, la portò a Creta dove si unì a lei e poco dopo da questa unione nacquero  Minosse, Radamanto e Sarpedone. Quando Zeus lasciò Europa, quest'ultima sposò Asterione, re di Creta e poiché le loro nozze si rivelarono sterili, Asterione adottò i tre figli di Europa e li nominò suoi eredi legittimi. Alla morte di Asterione, Minosse rivendicò per se il trono di Creta dichiarando che quello era il volere degli dei e per essere certo di riuscire nell'impresa, pregò Poseidone di fare uscire qualcosa dalle acque del mare con la promessa di offrirlo poi in sacrificio al dio a testimonianza del volere degli dei. Poseidone accolse le preghiere di Minosse e fece uscire dalle onde del mare un magnifico toro bianco che valse a Minosse il regno di Creta. Quest'ultimo però, tanta era la bellezza del toro, non ebbe coraggio ad ucciderlo ed in sua vece sacrificò un altro toro. Il re del mare, offeso per l'affronto subito, si vendicò in modo tanto crudele da restare come monito per le generazioni future: fece nascere in Pasifae, moglie di Minosse, una passione morbosa per il toro bianco tanto che, non sapendo come fare per accoppiarsi con lui, confidò la sua insana passione a Dedalo, il più famoso architetto ateniese in esilio a Creta, che per lei costruì una vacca di legno montata su quattro ruote dove la donna poteva introdursi per poter soddisfare il suo desiderio. E così fu. Dall'unione di Pasifae ed il toro nacque il Minotauro, una creatura dal corpo di uomo e la testa di toro che si nutriva solo di carne umana. In questo modo il dio del mare volle per sempre ricordare a Minosse quanto folle sia l'azione di un uomo che si ribella al potere degli dei. Minosse, quando vide la creatura, diede incarico a Dedalo di costruire un labirinto talmente intricato dal quale nessuno sarebbe potuto uscire per rinchiudervi il Minotauro, in modo che non avesse alcuna possibilità di fuga. Dedalo, nella speranza di guadagnarsi la fiducia del sovrano, costruì quello che è noto alla storia come il labirinto di Cnosso. Vuole così la leggenda che il Minotauro venisse rinchiuso nel labirinto, hai capito ora Arianna perché ti devi sacrificare?-
-si padre-


Arianna accompagnò Teseo davanti al labirinto del Minotauro e gli diede il filo. Teseo fece un grande sospiro e la abbracciò,
“Arianna, sei sicura che così riuscirò ad uscire?”
“Si, tu entri e con il filo segni la strada per uscire. Io ti aspetterò qui con l’estremità del filo così basterà riavvolgerlo e riuscirai ad uscire”
“Allora io vado”
Arianna rimase immobile mentre guardava Teseo entrare nel labirinto, doveva riuscirci, doveva uccidere il Minotauro, era l’unica possibilità che aveva per vendicarsi. Ogni anno aspettava che qualcuno dei ragazzi che dovevano essere sacrificati dicesse: “Io ucciderò il Minotauro!” e allora lei lo avrebbe aiutato a uccidere il suo fratellastro, ma nessuno aveva il coraggio di dirlo, per questo quando Teseo glie l’aveva detto non ci credeva, finalmente qualcuno che inconsapevolmente poteva vendicarla. Convincerlo poi ad entrare nel labirinto e seguire il suo piano senza destar sospetti era stato facile, gli era bastato solo fargli credere che era innamorata di lui, che sciocco, lei aveva smesso d’amare dopo quella perdita.
Arianna si mise una mano al cuore mentre faceva questi pensieri, ricordare le faceva sempre male ma era l’unico modo per non dimenticare. Ricordava ancora quando suo padre era entrato in camera per raccontarle una storia; lei era a giocare vicino al letto con delle bambole, era il loro gioco preferito: fingersi dee o ninfe e occuparsi dei loro figli che sarebbero diventati futuri eroi. Quando sentirono che Minosse avrebbe raccontato una storia le ragazzine salirono sul letto: la storia parlava del suo fratellastro il Minotauro e che lei si doveva sacrificare. A quel tempo aveva dodici anni e non aveva ancora compreso cosa significasse la parola sacrificio, in realtà non aveva capito il suo compito e immaginò di dover andare a trovare suo fratello.
Invece Melissa, la sua compagna di giochi, dama di compagnia, migliore amica, sapeva che cosa era un sacrificio e aveva capito in pieno il significato del compito. Scattò infatti in piedi e urlò "Lei non può chiedere questo a sua figlia!". Minosse la guardò, il suo sguardo era duro e arrabbiato; fulminò la ragazzina ma lei non si sottrasse al suo sguardo, cosa che fece infuriare ancora di più il re "Cosa credi ragazzina che a me non dispiaccia?! Ma il dio Poseidone ha detto che se la sacrifico farà morire il Minotauro! E' la nostra unica speranza!".
Melissa era ancora in piedi e non aveva nessuna intenzione di abbassare lo sguardo, il re si avvicinò e le diede uno schiaffo, la prese per i lunghi capelli biondi e la portò via urlando "ora ti faccio vedere chi comanda, stupida ragazza"
Arianna rimase da sola in camera basita dalla scena, possibile che Melissa fosse così testarda? Che c'era di male? doveva solo andare da suo fratello. sospirò e continuò a giocare da sola sul letto.
Il giorno seguente Melissa ritornò per aiutarla a prepararsi, aveva gli occhi gonfi per il pianto e il viso rosso per gli schiaffi. Aveva anche un po' di sangue secco sul labbro, ma entrò nella stanza sorridendo come se nulla fosse successo. Nei dodici anni che Arianna e Melissa avevano passato insieme quest'ultima era stata punita più volte per il suo comportamento, ma per non far preoccupare l'amica sorrideva e ignorava il dolore, era il minimo per ringraziarla. Arianna era riuscita a convincere suo padre ad assumere la madre dell'amica per lavorare in cucina, anche se la povera donna era gravemente malata e sarebbe morta di lì a poco. Aveva sempre convinto suo padre a tenere Melissa come ancella al posto di venderla. Melissa le doveva la vita e avrebbe fatto di tutto per non farla soffrire.
"Principessa che ne dice di fare un gioco?”
"che tipo di gioco?"
"ci scambiamo i vestiti e vado a trovare io suo fratello mentre lei resta nascosta in giardino"
"ma se lo scopre mio padre.... si arrabbierà e poi ti punirà di nuovo"
"non preoccuparti per me"
"allora giochiamo!"
Le due bambine si scambiarono i vestiti, Arianna prese i vestiti umili: un vestito bianco con qualche toppa lungo la gonna, molto diversi da ciò che indossava di solito. Melissa al contrario aveva un vestito sempre bianco ma molto elaborato e decorato con fiori, portava una bellissima collana d'oro e un maestoso velo bianco le ricopriva il viso.
"Melissa stai proprio bene" sorrise Arianna, l'amica la guardò con i suo occhi azzurri che a stento trattenevano le lacrime e la abbracciò.
"Arianna,  grazie di tutto quello che hai fatto per me,  sei la mia migliore amica"
"perché dici questo?"
"non mi odiare, perché non lo sopporterei"
"ma che stai dicendo?"
"su vai in giardino e non farti vedere, poi ti verrò a prendere e giocheremo"
"va bene a dopo"
Arianna uscì felice dalla stanza e si diresse di corsa in giardino impaziente per l'arrivo dell'amica. Nel frattempo Minosse entrò nella stanza della bambina e Melissa uscì in silenzio, Salì sul carro con la tesata bassa e senza parlare, per paura di essere scoperta. Le lacrime cominciarono a bagnarle il viso e quel pianto silenzioso durò fino all'arrivo al labirinto. Arrivati là fecero gli ultimi ritocchi per assicurarsi della riuscita del sacrificio.
Il suo silenzioso pianto non cessò neppure quando Melissa giunse all'interno del labirinto. Le sue lacrime non erano lacrime di ripensamento, lei non aveva niente: non aveva né una casa tutta sua né dei genitori né una vita che le appartenesse, l'unica cosa che avrebbe perso era una amica. Le sue erano lacrime di gioia: era felice di aver salvato l'unica cosa importante che aveva fino alla fine, infatti quando vide il  Minotauro arrivare verso di lei, non urlò né comincio a scappare, ma sorrise pensando alla sua amica al sicuro nel giardino.
La madre di Arianna si trovava in giardino, anche lei occupata a piangere, quando d'un tratto vide sua figlia venirle incontro. credette di stare impazzendo, quando poi ascoltò tutta la sua storia prese la figlia e la nascose nelle sue stanze, dove nessun uomo poteva entrare. Non dava ascolto alle lamentele della figlia che sosteneva disperata che Melissa non l'avrebbe trovata e così non avrebbero potuto giocare insieme.
Minosse entrò in casa furioso poiché il sacrificio non era andato a buon fine. Anzi, la situazione era peggiorata: il dio aveva decretato che da quel momento il sacrificio per il Minotauro sarebbe stato di sette fanciulli e sette fanciulle ogni anno. Minosse non capiva il perché di quella punizione e quando scoprì che Melissa si era sacrificata al posto di sua figlia non seppe se essere grato oppure odiare quella bambina.
Sua moglie gli raccontò che aveva un piano per non mandare in sacrificio al Minotauro i fanciulli e le fanciulle del loro popolo: sarebbe bastato prendere i fanciulli Ateniesi. Atene non aveva scelta, era stata conquistata da Creta e non avrebbe potuto sottrarsi a quella decisione.
Arianna passò un mese al sicuro nella stanza della madre senza sapere cosa fosse successo alla sua amica. Era molto arrabbiata sia con la madre, che la aveva rinchiusa lì dentro, sia con la sua compagna di giochi, che non la aveva piùcercata.
Riuscì a sapere la verità solo quando un'ancella che serviva la sua famiglia non  le raccontò tutta la storia,  la storia di come la sua Melissa si era sacrificata e la storia dei fanciulli e delle fanciulle ateniesi.
Da quel momento in poi non volle più vedere nessuno, pianse per mesi interi per poi bramare la vendetta.
Arianna attese con ansia molte ore quando, finalmente, Teseo uscì dal labirinto con la testa del Minotauro. In quel momento Arianna si sentì felice come non era mai stata dopo la morte di Melissa.












*ANGOLO DELLA PAZZA AUTRICE*
Dedico questa pazzia alla mia amica Smella che mi ha aiutato, GRAZIE SMELLA.
Questa storia partecipa al Koogai Contest sul sacrificio.
grazie di averla letta (ma chi?)

  
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