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Autore: michi_993    01/08/2012    3 recensioni
Non provengo da una famiglia povera e non sono rimasta sola. La vita di corte non fa per me, ingiustizie, complotti , tradimenti non fanno parte del mio essere. Il mio lavoro è concludere affari, sono simile ad un banchiere quanto ad una prostituta...
Mi chiamo Fiora Cavazza e ho deciso di servire me stessa.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ezio Auditore, Leonardo da Vinci
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diario di Corte.  
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Vivevo appena a nord del duomo di Firenze, scappata dalla mia vita di prigionia in una casa che mi andava stretta, degli abiti che non consideravo miei e con delle idee che turbavano la mia famiglia. L’unico modo per potermi esprimere era alla Rosa Colta, un importante bordello nel pieno centro della mia città, culla del rinascimento e colma di artisti. Firenze. 
Non provengo da una famiglia povera e non sono rimasta sola. La vita di corte non fa per me, ingiustizie, complotti , tradimenti non fanno parte del mio essere.  Il mio lavoro è concludere affari, sono simile ad un banchiere quanto ad una prostituta. Mi faccio desiderare e finalmente ho trovato una sana famiglia che rispetta ciò che voglio essere.
Una dama…di cortesia. Purtroppo per noi donne non sono aperte molte porte nel campo lavorativo, non possiamo far altro che assistere il marito se sposate, essere sue schiave, o diventare le schiave della chiesa.
Molti cardinali fanno visita al bordello e forse è anche per questo che detesto la chiesa. Uomini che giurano castità a Dio e la tradiscono nel buio della notte credendo Dio cieco ed ignaro di tutto.
Folli.
Mi chiamo Fiora Cavazza e ho deciso di servire me stessa.
 

Come ogni giorno mi alzai dal mio candido letto, coperte color porpora e un delicato odore d’incenso rendono il risveglio piacevole, quasi regale. Mi avvicinai alla finestra, scostai le pesanti tende rosse e la aprii, i deboli raggi del sole all’alba illuminarono la buia stanza.  Solo un abito velato copre il mio corpo abbronzato dal sole della vita di strada, ecco come schiavizzare gli uomini. Su una sedia in un angolo della stanza, erano poggiati i miei abiti, corti pantaloncini marroni, una camicia a ¾ bianca, un paio di scaldamuscoli che coprivano coscia e polpacci  dello stesso tessuto dei pantaloncini, una leggera giacca senza maniche  che terminava fino ai piedi con una lunga coda a rondine e diversi strati di tessuto.   Completavano il mio abbigliamento un paio di guanti in cuoio, una piccola sacca per i pochi denari e bassi stivali. Spesso molte cortigiane venivano aggredite o percosse dai clienti pur di non pagare i servizi, nonostante non fosse permesso alle donne di portare armi con se, inventai un arma che potesse passare inosservata anche di fronte ad una guardia, ovvero un ventaglio di cui alle estremità erano posizionate lame taglienti, ideali per tagliare gole appena si apriva il ventaglio. Veloce ed efficace. Perfetta. Mi pettinai i lunghi capelli castani amavo agghindarmi con un piccolo fiore celeste solo per risaltare il mio viso naturale e i miei occhi verdi, ebbene si ero un po’ vanitosa concedetemelo.
Scesi le scale che portavano all’atrio principale del bordello, un’ampia stanza ricolma di fiori e divani sempre occupati da vogliosi clienti che sperperavano denaro in piacere. Le tende color porpora coprivano le finestre sempre chiuse, numerosi incensi sparsi qua e la coprivano l’odore di chiuso della stanza. Il bordello non dormiva mai, non erano concesse pause e spesso si creava una sorta di rivalità, una gara per chi concludeva più o migliori affari.
Mi soffermai sulla scala di legno ad osservare l’orgoglio maschile, dei pochi clienti, sparire assorbito da questo posto.
- Fiora! –
Uno schiaffo sul sedere. Mi girai e dietro di me c’era la bella Giovanna. Una ragazza bionda dai capelli raccolti in due morbidi chignon. Ci conoscevamo tutte e cercavamo di proteggerci l’un l’altra sulla strada come una confraternita.
- Madonna Giovanna! Allora per oggi “chiudi”? –
- Direi che ho fatto faville questa notte mia cara Fiora!!- mi mostrò la sacca piena di denari sonanti ma una mano lesta gliela sfilò.
Paola.
Proprietaria del bordello, una donna che sapeva regalare piacere alla sola vista, non solo agli uomini che la vedevano passeggiare per l’edificio ma anche alle donne. Affascinante ed estremamente elegante nel suo vestito porpora e oro, quasi una regina. La regina della casa.
- Una parte di questi denari è destinata al bordello mia cara Madonna Giovanna, ricordatelo bene! - disse sorridendo.
Prese cinque denari dalla sacca e la ripose nelle mani di Madonna Giovanna che li accettò sbuffando. D’altronde tutto questo nostro lusso doveva essere pagato, fiori, tende, divani era nostro compito.  Paola mi sorrise e continuò a scendere le scale fino all’atrio salutando i clienti chinando il capo.
Un giorno sarò anch’io a capo di una famiglia da proteggere, la mia mi ha rinnegato. Non sono mai andata d’accordo né con mia madre né con mio padre. Figlia unica, promessa in sposa ad uno sconosciuto famoso soltanto per aver picchiato più donne al suo fianco, ma con una banca potente.
Ero la figlia dei loro interessi.
Ora invece li gestisco. E sono io a trarre profitto da quegli uomini ingenui che si fanno incantare da una coscia nuda.  










MAD NOTE: Nuova Ff v.v questa volta sul grande Ezio Auditore, questo è solo un piccolo inizio, presto il seguito :)
io e il mio cervello stiamo lavorando per voi! :D

  
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