Storie originali > Epico
Segui la storia  |      
Autore: Chiara Wilde    01/08/2012    3 recensioni
Mida, il Re della Frigia, per un caso fortuito è riuscito a liberarsi di una maledizione che tramutava in oro tutto ciò che toccava,comprese le persone;ma non ha tenuto conto della figlia: la sua figlia prediletta, la sua primogenita... Nata con la sua stessa maledizione..
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Nel monte più alto di tutta la Grecia, monte che vantava di essere il più vicino al contatto con l’Olimpo,la dimora degli dei, si stava arrampicando sui suoi ripidi e ghiacciati versanti un uomo alto e muscoloso, che guardava fiero la cima che svettava al’’interno della tormenta di neve che si stava svolgendo in quel momento.
Gli avevano detto che la Sibilla, la temuta sacerdotessa di Apollo, si trovasse proprio su quel monte, vivendo come un’eremita: e lui doveva consultarla, ad ogni costo.
Gli bruciava il comportamento di Bacco, il quale gli aveva dato il magico potere di tramutare in oro tutto ciò che toccava: purtroppo si era rivelata un’arma a doppio taglio: persino ciò che lui mangiava e beveva si tramutava, persino l’acqua, persino il fuoco su cui stendeva le sue stesse mani per riscaldarsi!
Non poteva dare neanche un erede al trono ed un figlio a lui ed alla moglie, dal momento che se l’avrebbe toccata, la sua amata si sarebbe tramutata in una statua d’oro.
Mesi dopo era andato al tempio di Bacco, ma non avendo trovato nessun sacerdote a fare da mediatore, lo stesso dio era venuto a trovarlo la notte stessa in uno dei suoi numerosi sogni.
-Dimmi,Mida, perché hai disturbato il mio servo prediletto? Cosa vuoi? Ricchezza?Mi pare che tu ne abbia a bizzeffe,ora.- ridacchiò il dio.
-Mi ha imbrogliato, o potente Bacco. Persino ciò che mangio e bevo è soggetto a questa sorta di maledizione. Glielo supplico: voglio tornare l’uomo che ero.-
-La tua cupidigia ti è costata caro, Mida. Solo per questa volta ti salverò, ma bada: da me non riceverai alcun favore, d’ora in avanti. Ho esaudito il tuo desiderio e tu hai avuto il coraggio di lamentarti.-
Il Re aveva abbassato la testa:
-Perdono, mio dio.-
Il potente Bacco si era voltato, tornando al suo corteo formato da baccanti,leopardi, satiri, a continuare a danzare e gozzovigliare per l’eternità, quando guardò per un momento con i suoi occhi d’oro il mortale:
-Ma sappi che ciò avrà delle conseguenze collaterali.-
Il giorno seguente, la sua amata gli annunciò che avrebbe dato un figlio, da lì a nove mesi, in pieno periodo invernale.
E proprio in quel momento si era ricordato della velata minaccia che il dio gli aveva rivolto la notte prima nel sogno, e voleva accertarsi di persona che i suoi dubbi fossero stati solamente delle sciocche superstizioni infondate.
Ed era proprio per quel motivo che in quel momento si stava arrampicando, sfidando il freddo, la fame, la sete: tutto ciò per incontrare la veggente, la sacerdotessa del dio del Sole.
Immerso nei suoi pensieri, non si accorse che era giunto alla sommità del monte.
Si alzò ed una gelida ventata lo colse di sorpresa: rabbrividì in ogni fibra del suo essere, e guardò con occhi socchiusi davanti a sé per vedere se vedeva l’antro di una grotta, o di una caverna.
Finalmente, dopo lungo guardare, il sovrano della Frigia vide l’antro di una grotta, e il suo cuore esultò di gioia, ma allo stesso tempo vide una figura incappucciata che lo stava aspettando, con il lungo mantello ondeggiante ed una lampada a olio per guardare più lontano, nonostante la fitta coltre di neve che le impediva di guardare.
L’uomo si avvicinò alla figura e quest’ultima lo accompagnò all’ingresso della grotta:
Poi si tolse il cappuccio, e la spessa tela ora scoperta rivelava un candido volto di fanciulla dai vivaci occhi ambrati incorniciati da corvini capelli.
Gli sorrise, e gli porse la mano destra, come segno di amicizia:
-Benvenuto,Mida. Gli dei mi hanno annunciato il tuo arrivo.-
L’uomo le sorrise: andava quasi ogni mese a trovare le Sibille, ed ormai si era abituato al misticismo e l’arcano che traboccava dallo sguardo delle veggenti, e dai templi dove esse dimoravano.
La Sibilla lo guidò per lunghi e tortuosi corridoi scolpiti nella viva roccia, ed illuminate fiocamente da spessi tizzoni di fuoco ardenti, mentre le pareti ed i soffitti erano ricamati con formule arcane di ringraziamento, preghiere, rituali per mettersi a contatto con gli dei.
-Ecco siamo arrivati.- e la fanciulla lo introdusse nella Sala delle Mediazioni, il cuore dell’intero edificio naturale: l’intera grotta era alta come due volte la piramide di Cheope, e larga quanto dieci volte la larghezza della Sfinge. Una lunga cascata cristallina scendeva dal punto più alto della grotta e cadeva sul trono della sacerdotessa, un cuscino vellutato su una stalagmite di smeraldi, per poi scendere a terra, dove nel frattempo si era formato un appezzamento di erba scintillante e dai fiori esotici profumati. Il tutto era illuminato da quattro imponenti statue di Apollo che sputavano fuoco, e il sovrano si sentì intimorito davanti a tanta grandezza, ed il suo scopo parve sciocco e inutile davanti agli occhi colmi di saggezza della Sibilla che lo stava guardando con fredda curiosità.
-Volevo mettermi in contatto con Bacco, il dio del vino.-
La Sibilla scosse la testa:
-Mi dispiace, ma la nostra vocazione ci permette di parlare con Apollo, e solo con lui.-
Il sovrano si morse un labbro: si sentiva sperduto come un bambino, in quel posto:
-Però pensavo che Apollo e Bacco potessero parlarsi…-
-Questo si può fare.- annuì la donna sorridendo.-Mi metterò sul trono- disse indicando il cuscino vellutato all’interno della cascata-mentre lei si dovrà inginocchiare ai miei piedi, ed aspettare che l’onnipotente dio del Sole mi chieda udienza.-
Il sovrano annuì, con la fronte imperlata di sudore: non si sentiva così nervoso dal giorno della sua incoronazione, eppure adesso una giovane sacerdotessa avrebbe visto il sovrano più potente di tutta la Turchia mettersi in ginocchio davanti a lei.
Era una situazione che non avrebbe accettato in normali udienze mensili, ma quella era un’udienza speciale per un motivo che andava al di là della politica, del successo come re e persino al di là delle campagne militari.
L’uomo annuì con vigore e seguì la Sibilla che nel frattempo si era seduta sul trono, mentre l’acqua le scivolava addosso inzuppando i vestiti, i capelli della sacerdotessa mentre quest’ultima teneva lo sguardo fisso verso l’alto, verso il punto più alto di tutta la grotta, e verso l’immagine del dio Apollo.
Ad un cenno della donna, il sovrano si affrettò ad inginocchiarsi ed a tenere lo sguardo fisso a terra, guardando con scrupolosità ogni fiore su quel manto smeraldino,mentre la sacerdotessa finiva di intonare canti di lode e di ringraziamento al suo protettore.
Tutto d’un tratto la donna fece un lungo,stanco sospiro e guardò il sovrano davanti a lui, inginocchiato.
-Parlami pure, Mida. Che cosa vuoi dal Re del Sole?.- domandò una voce forte, squillante, che metteva pace e felicità nel cuore appena la si udiva.-Guardami pure, quando ti parlo.-
Il Re della Frigia alzò gli occhi e tremò di stupore quando vide gli occhi della veggente: occhi che racchiudevano tutte le tonalità del giallo, dall’oro al giallo ocra, dal giallo ocra al giallo senape, fino quasi al nero. Il sorriso del dio era abbagliante,come se lo stesso Sole sorridesse a lui in una forma umana.
Il sovrano era troppo stupito e meravigliato per parlare, infatti gli uscì solo un leggero mormorìo.
Apollo parve comprendere, perché annuì con la massima serietà:
-Ti capisco. Certe volte Bacco concede desideri troppo spesso, e lo fa sempre per avere un doppio fine: per  divertirsi quando vede gli uomini disperarsi davanti al loro desiderio appena esaudito.-D’altronde è la sua natura- disse in tono amichevole al sovrano che ascoltava con aria corrucciata- è un animo giocherellone, forse troppo e finisce per combinare dei pasticci. Ma d’altronde mi pare che sia tutto risolto, giusto? Bacco ti ha tolto la maledizione, no?.-
-Esatto, potente Sole.- mormorò il Re con voce tremante- ma volevo sapere se mia figlia avrà la mia stessa maledizione. Voglio solo che viva in pace.-
Il dio annuì:
-Certo, capisco. Bacco aveva parlato di essere penetrato nei tuoi sogni,Mida, e di averti… diciamo così…. Minacciato che ci sarebbero state delle conseguenze collaterali… Non preoccuparti, credo che non succederà. E se ciò dovesse accadere, diventerò il protettore di tua figlia, per essere stato un inetto a non aver potuto frenare questa pazzia.-
Il sovrano si prostrò ancora più a terra:
-Grazie, mio signore.-
Apollo gli sorrise e mormorò alcune parole, poi scomparve per lasciare spazio agli occhi vivaci ed ambrati della giovane Sibilla.
La ragazza si svegliò da un lungo stato di trance, ed era lampante che era spossata.
Il Re la aiutò a scendere e poi si incamminò per tornare al suo palazzo, mentre la giovane fanciulla si era addormentata tra le sue braccia. La adagiò ai piedi della piccola polla d’acqua vicino al trono.
Quando la ragazza si svegliò, vide un piccolo forziere con centinaia di monete d’oro.
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Epico / Vai alla pagina dell'autore: Chiara Wilde