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Autore: KyoSaya    02/08/2012    3 recensioni
La guardai. Sembrava una persona diversa rispetto a pochi istanti prima. In quel momento sperai che si dimenticasse del mio momento di debolezza, o che al massimo le restasse solo un ricordo vago. Di una cosa ero certa: se avesse riprovato ad autodistruggersi, io avrei cercato in ogni modo di salvarla.
[What if?, KyoSaya]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Kyoko Sakura, Sayaka Miki | Coppie: Kyoko/Sayaka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: dal mio nickname si dovrebbe già capire che adoro questa coppia. In effetti, mi sono iscritta a EFP solo per scrivere qualcosa riguardante Kyoko e Sayaka. Mi sono innamorata di questo anime e soprattutto di queste due fanciulle, quindi cerco di crearmi da sola ciò che non mi è stato dato dalla versione ufficiale. Spero che vi piaccia. ^_^

P.s.: come noterete c'è un what if? Grosso come una casa. Buona lettura.

 

Capitolo 1

 

Finalmente l'avevo trovata.

Sì, era proprio lei, anche se mi sembrava... diversa. La gioia che provai nel vederla davanti a me fu sostituita in fretta da un senso di desolazione, ma non potevo darlo a vedere.

«Ti ho trovata, finalmente» le dissi, avvicinandomi.

Presi posto accanto a lei. Volevo sentire il suo calore accanto al mio corpo.

Non mi disse nulla.

«Senti un po', quand'è che la finirai con questo atteggiamento?» le domandai, sperando che la mia voce non tradisse la mia inquietudine.

Aprii il barattolo di patatine e me ne ficcai una in bocca, evitando di guardarla direttamente. Era ridotta talmente male che, se l'avessi fatto, sarei scoppiata a piangere.

«Scusami se ti ho fatto perdere tempo» mi disse.

La sua voce era diversa, inespressiva.

«Non è da te, una risposta del genere» le dissi, guardandola di sbieco per un solo istante, sufficiente a farmi sentire uno schifo. «Vuoi venire un po' da me?» le domandai, senza rifletterci troppo.

Lei non mi guardò, si limitò a scuotere la testa. «Per cosa combatto, Kyoko? Non so neppure che cosa conti». Sospirò. «Vorrei riuscire a pensarla come te. Vorrei riuscire a pensare solo a me stessa».

Per poco non mi andò di traverso la patatina che stavo mangiando. Stava davvero parlando di me? Io pensavo solo a me stessa? In quel momento, mi sembrò qualcosa di insensato. Fino a poco tempo addietro, quella frase avrebbe avuto un senso, ma non più.

«Prima di conoscerti, forse» sussurrai.

Si voltò verso di me. «Cos'hai detto?»

«Niente, niente. Nulla di importante». Mi morsi il labbro inferiore, pentendomi di quanto detto. Per quanto assurdo, una parte di me pensava che avrei potuto salvarla, che la sua salvezza dipendesse da me. Posai il barattolo sul sedile accanto a me e, senza darmi il tempo di ripensarci, l'abbracciai, affondando la testa nell'incavo del suo collo. Inspirai a fondo il suo profumo e le dissi «Non ti autodistruggere, Sayaka. C'è chi non saprebbe cosa fare, senza di te».

Lei, invece di ricambiare l'abbraccio, si limitò a mettermi una mano sulla spalla. «Madoka se la caverebbe anche senza di me. Le ho solo creato problemi».

«Lei, forse. Altri no» le dissi, rimettendomi a sedere e mangiando un'altra patatina. Mi diedi della stupida. Non era da me mostrarmi così debole. «Madoka non può capirti, Sayaka. Io posso. Penso che ti farebbe bene passare del tempo con chi può capire quello che stai passando».

«Cosa intendi dire?» mi domandò, a metà tra il perplesso e lo stupito.

«Vieni da me. Ti offro qualcosa da mangiare e passiamo una serata tranquilla, che ne dici?»

Abbassò lo sguardo. «Non mi sento molto bene».

L'avevo previsto. Le porsi un grief seed. «Ti sentirai meglio».

Scosse la testa. «Non voglio».

La guardai cercando di mostrarmi decisa. «Sayaka, se non lo purifichi non sappiamo cosa potrebbe succedere. Potresti fare male a qualcuno». Non sembrava convinta. «Potresti fare del male a Madoka».

Mi guardò perplessa. «Che ti succede? Non ti ho mai vista così... altruista».

Pensai che i sentimenti sono in grado di cambiare le persone, ma le risposi: «Tutto è cominciato per colpa mia. Se non mi fossi intromessa nella tua vita, tu ora staresti bene». La guardai implorante. «Ti prego, un'ultima volta. Un ultimo grief seed».

Avrei voluto spiegarle tutto, avrei voluto gettare via la maschera da dura e dirle quanto l'amavo. Non sarebbe servito a nulla, però. Lei amava un altro.

Dopo qualche lungo istante, mi prese il grief seed dalla mano. Lo mise accanto alla sua soul gem e solo in quel momento mi resi davvero conto della situazione. Non avevo mai visto una soul gem tanto scura. Aveva rischiato grosso, anche se non sapevo esattamente che cosa avesse rischiato.

Ciò che aveva sporcato la gemma contenente la sua anima venne risucchiato dal grief seed. Lo presi e lo misi da parte, l'avrei dato a Kyubey più tardi, era ormai inutilizzabile.

Mi guardò e mi sorrise. «Mi sento meglio».

Emergenza passata, era arrivato il momento di tornare quella di sempre. «Certo, novellina, devi ascoltare chi ne sa più di te, altrimenti mi costringerai a rimediare ai guai che combini».

«Grazie».

La guardai. Sembrava una persona diversa rispetto a pochi istanti prima. In quel momento sperai che si dimenticasse del mio momento di debolezza, o che al massimo le restasse solo un ricordo vago. Di una cosa ero certa: se avesse riprovato ad autodistruggersi, io avrei cercato in ogni modo di salvarla.

  
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