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Autore: SweetNemy    02/08/2012    3 recensioni
Sapete quando si dice che la vita riserva sempre delle sorprese? Beh, a volte esse sono davvero strane, così questa ragazza che odiava la sua vita monotona in un inutile quartiere della California, si ritrovò ad affrontare un viaggio tra lo spazio e il tempo su un isola che in realtà non esiste!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salveeeee... scusate ma il caldo mi fa perdere l'ispirazione ._. Ed ecco l'ultimo capitolo.. spero vi piaccia.. a settembre riprenderò a scrivere, promesso :)
Capitolo 18. Il lieto fine non esiste solo nelle favole

Quando Luca ebbe ritrovato suo fratello, insieme, partirono per San Diego. Nella stessa città la storia d’amore tra Evelyn e Hermos era diventata pubblica e tutti erano felici per loro, fin quando non arrivò il giorno dell’esame finale di Evelyn.
-Evelyn, sveglia! Hai l’esame! –gridò sua madre invano alla porta, ma quando dopo un po’ la ragazza non rispose entrò e la trovò addormentata su un libro sulla scrivania. Si avvicinò e la scosse ripetendo il suo nome.
-Mamma! Non dirmi che ho fatto tardi!
-No, ma hai studiato tutta la notte?
-Una piccola ripetizione... che è durata cinque ore. Ma sono pronta. –disse la ragazza andando in cucina.
-Secchiona sei pronta? –disse Thomas.
-Ovviamente. Ma dov’è Hermos?
-È un po’ in imbarazzo da quando abbiamo scoperto che state insieme, ma non so dove sia... stamattina è uscito presto.
-Capito. Ora vado. Ciao a tutti! – disse la ragazza varcando la soglia della porta.
Uscì e fece quel solito percorso mattutino, dove poteva scorgere tanti ragazzi come lei che non potendo andare a scuola, lavorano, dando una mano alla propria famiglia. Il suo punto di vista era cambiato, lei era cambiata, era cresciuta ed era pronta per la maggiore età.
Entrò in quell’imponente cancello che oggi risplendeva del suo colore originario e in seguito nella sua scuola, dove ogni cosa le sembrava sempre uguale e noiosa, che oggi le sembrava speciale, perché era l’ultima volta che vedeva ogni singola cosa.
E infine, entrò nell’aula in cui si teneva il suo esame, che a differenza del resto della scuola le sembrava pesante e cupa; ma Evelyn non si lasciò intimorire e appena arrivò il suo turno fece un esame ancora più bello e interessante di quanto chiunque dei presenti si aspettasse.
-Complimenti a tutti per l’esame, ci vediamo oggi pomeriggio alle quattro per il ritiro del diploma. – disse uno dei professori, salutando gli alunni.
Le quattro del pomeriggio arrivarono subito e Evelyn andò a scuola insieme alla sua famiglia, anche se non riuscì comunque a trovare Hermos, a ritirare “l’eventuale” diploma, anche se lei era convinta di avercela fatta.
La cerimonia iniziò dopo una ventina di minuti dal suo arrivo. Il preside cominciò a dire i nomi di tutti i ragazzi che avevano ottenuto il diploma, erano davvero tanti! Circa 600. Il direttore disse tutti i nomi in ordine alfabetico, ma tra questi non c’era il nome di Evelyn.
-Non è possibile, dopo tutto il lavoro che ho fatto... – disse, ma venne interrotta da una voce amplificata da un microfono.
-Un attimo di attenzione, per favore! Come forse avrete potuto notare qui c’è un diploma con un nastro rosso, rispetto a quello azzurro di tutti. Questo è un diploma un po’ speciale perché non c’è mai stato un tale risultato nella nostra scuola. Sono orgoglioso di dare questo diploma a una ragazza... una ragazza che ha davvero segnato i nostri cuori con la sua voglia di immaginare sempre qualcosa che non combaci in nessun modo con la realtà. E sono orgoglioso di dire che questo diploma, col voto più alto mai registrato in questa scuola va a... – attimi di panico per i presenti, anche se Thomas già rideva, era sicuro che fosse di sua sorella. – Evelyn Daven. Congratulazioni!
La ragazza si alzò in piedi incredula e andò a ritirarlo senza esitare un istante, ringraziando e salutando tutti con un gran sorriso.
-Ne ero sicuro, secchiona. – disse suo fratello abbracciandola. – e ora vieni con me. C’è una persona che vuole parlarti e... molla ‘sto pezzo di carta a mamma – disse dando il diploma a sua madre.
-Chi vuole parlarmi?
-È qui dietro, vieni. – disse prendendola per il braccio e trascinandola in un angolo della scuola isolato. – ecco, ora parlate.
-Ciao Hermos, dove eri finito?
-Ero andato a fare una cosa importante, ora vieni con me. – disse mettendole una benda davanti agli occhi e prendendola per mano.
Camminarono per un po’ fino ad arrivare in un posto in cui si sentiva forte la sabbia sotto i piedi. Evelyn si tolse la benda e notò tanti tavoli apparecchiati in modo strano, ma originale e tanta gente che usciva dalle rocce e gridava: “congratulazioni!”
La festa andò benissimo e la ragazza scoprì che era stata un’idea di Hermos e Thomas, ma che lo stile era stato deciso dal ragazzo greco.
 
Five years later
Erano passati ormai cinque anni e Evelyn ed Hermos erano ormai felicissimi insieme, fin quando arrivò una sera, che definirei, ancora più magica. I due erano seduti sul divano a guardare un film e il protagonista, inginocchiandosi, chiedeva alla donna che amava di sposarsi. A quel punto Hermos prese uno scatolino blu dalla tasca della camicia, si inginocchiò ai piedi della sua amata e pronunciò quelle parole magiche:
-Evelyn, vuoi sposarmi?
La ragazza tra l’incredulità e la commozione sussurrò un – sì! – mentre il ragazzo le metteva al dito l’anello.
Il giorno dopo non persero tempo e lo dissero ai genitori di Evelyn. Erano tutti entusiasti, e dopo la notizia, i due fidanzati parlarono allegramente.
-Sai che così mi hai reso davvero felice?
-Averti conosciuto mi ha reso la persona più felice al mondo. Non sono mai stato tanto felice che con te e ti devo molto, Evelyn.
-È stato il mio modo per sdebitarmi, mi hai salvato la vita, Hermos.
-Chiunque avrebbe fatto lo stesso.
-Non è vero. E poi non era chiunque, eri tu.
-Anche tu mi hai salvato la vita, quando finì la guerra. Quello è stato il tuo modo per sdebitarmi. Sei sempre in vantaggio tu, dimmi, cosa posso fare per te?
-In realtà ci sarebbe una cosa, una cosa che mi renderebbe tanto felice.
-Cosa?
-Sposiamoci nello stesso luogo in cui ci siamo conosciuti.
-Ma ci siamo conosciuti in Grecia!
-Beh, allora sposiamoci lì.
Due mesi dopo i ragazzi si sposarono in Grecia, come stabilito, e fu il più bel matrimonio che si fosse mai visto, forse perché erano loro i protagonisti di quella favola. Una favola che è finita a lieto fine, ma che dico, non è finita! Questo è solo l’inizio di una favola, che non finirà mai...

Grazie a tutti coloro che hanno sempre, o quasi, letto la mia storia e a quelli che l'hanno recensita. Ciaooo a tutti =)
  
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